domenica 11 agosto 2019

INSETTI.....EXTRACOMUNITARI

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Insetti sconosciuti e vespe provenienti da Cina e Medio Oriente stanno raggiungendo con maggiore frequenza la nostra Penisola. Tutta colpa dei cambiamenti climatici in atto e delle temperature in costante aumento.

Gli insetti 'stranieri', avvertono gli allergologi, accrescono i rischi, perché con l'incremento delle popolazioni di insetti non soltanto aumenta la probabilità di essere punti, ma soprattutto cresce il pericolo di sensibilizzazione a nuove specie velenifere che potrebbero anche dare reazioni crociate con le autoctone. La cura, affermano gli esperti, è però possibile, almeno nei confronti delle specie note, e passa da una terapia semplice come la vaccinazione: il vaccino per il veleno degli imenotteri è efficace nel proteggere il 97% degli allergici.

Tanti agricoltori italiani, soprattutto al nord si stanno trovando ad affrontare il problema dell'invasione delle cimici asiatiche che stanno mettendo in pericolo i raccolti. Questi insetti divorano la frutta creando ingenti danni economici. Per essere debellati sono necessari interventi nelle ore più fredde della notte, che costringono gli agricoltori a dover lavorare anche dalle 4 alle 6 di mattina.

Due specie di insetti alieni su tre sono arrivate con le importazioni di prodotti alimentari in Italia dove si sono moltiplicate grazie alle condizioni climatiche favorevoli e all'assenza di nemici naturali. Lo denuncia uno studio della Coldiretti secondo cui è “fondamentale l'intensificazione dei controlli negli scambi commerciali per fermare una strage che mette a rischio i conti economici delle imprese ma anche la biodiversità del Paese”. Secondo l'associazione è strategico che a livello europeo vengano “adottate misure più rigorose nella tutela delle coltivazioni soprattutto nei confronti dell'importazione dall'estero di piante ed essenze vegetali che possono diventare il veicolo per la diffusione di insetti alieni e malattie”.

La Drosophilasuzukii é un moscerino killer che attacca ciliegie, mirtilli e uva soprattutto in Veneto e che è molto difficile da debellare. Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno, nome scientifico Dryocosmuskuriphilus, proveniente dalla Cina e che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica.  La produzione di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è minacciata dall'insetto killer delle api che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare: è il coleottero Aethina Tumida della famiglia dei Nititulidi che aveva già invaso il Nord America alla fine degli anni '90.

Il punteruolo rosso, Rhynchophorus Ferrugineus è un insetto originario dell'Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

Il coleottero giapponese (Popillia japonica Newman, 1841) infesta e distrugge tappeti erbosi, piante selvatiche, da frutto e ornamentali e la cui diffusione si sta ampliando.

In Giappone, dove i nemici naturali della specie tengono le sue popolazioni sotto controllo, il coleottero giapponese non è responsabile di gravi infestazioni. .

È stato rinvenuto per la prima volta nell'Europa continentale nell'estate 2014 nel Parco del Ticino su entrambe le sponde, lombarda e piemontese e la zona infestata si è progressivamente allargata. Nel 2017 è stata rinvenuta in Svizzera italiana.

Gli individui adulti hanno una forma ovale, sono lunghi da 8 a 11 mm e larghi da 5 a 7 mm. Il corpo e il pronoto hanno una colorazione brillante verde metallico con le elitre di color bronzo o rame che non arrivano a coprire completamente l'addome, che inferiormente presenta delle bande di peli (chiamati setae) bianco-grigiastre visibili anche osservando gli animali lateralmente. Cinque macchie di peli bianchi su ogni lato dell'addome e un paio delle stesse sull'ultimo segmento addominale distinguono inequivocabilmente Popillia japonica da tutti gli altri coleotteri di aspetto simile. I maschi, che generalmente sono leggermente più piccoli delle femmine, quando stanno posati, tengono il secondo paio di zampe distese e hanno gli speroni tibiali appuntiti, mentre nelle femmina sono arrotondati. In entrambi i sessi le antenne sono frequentemente ripiegate e nascoste, ma quando gli insetti percepiscono un odore interessante o dei feromoni, su di esse si aprono delle strutture simili a piccoli petali di un fiore, che prendono il nome di lamellae.

Le uova appena deposte possono essere sferiche, ellissoidali o leggermente ciclindriche e generalmente hanno un diametro di circa 1,5 mm. La colorazione varia da trasparente a bianco crema, con piccole aree esagonali visibili sulla superficie. Durante lo sviluppo dell'embrione l'uovo aumenta di dimensioni fino a raddoppiare di volume e diventa quasi sferico.

Le larve sono di colore trasparente - bianco crema e il loro corpo è cosparso di peli marrone lunghi misti a spine più corte e con la punta smussata. La testa è giallastra-marrone con le mandibole scure. Il corpo è formato da 3 segmenti toracici e 10 addominali. Ogni segmento toracico porta un paio di zampe segmentate. L'accumulo di materia fecale all'interno della parte terminale dell'intestino (proctodeo) può conferire una colorazione grigiastra scura all'estremità posteriore dell'addome. Quando è a riposo la larva ha una forma piegata a C, carattere che si trova comunemente nelle larve degli Scarabeidi.

La trasformazione in pupa ha luogo all'interno di una cella composta di terra che viene costruita dall'ultimo stadio larvale. La pupa è lunga circa 14 mm e larga 7 mm. Ha un colore che varia tra il giallo crema pallido e il verde metallico, a seconda della sua età.

Nella maggior parte del suo areale la Popillia japonica porta a compimento il suo intero ciclo vitale in un unico anno, ma alcune popolazioni che abitano zone dal clima più freddo possono completare il loro sviluppo in 2 anni. È stato dimostrato che il momento della comparsa degli adulti, il periodo dell'ovoposizione e la durata del successivo sviluppo variano con la latitudine, con l'altitudine e anche di anno in anno. Gli adulti emergono in maggio nelle regioni con clima più caldo e in giugno - inizio luglio nelle porzioni più settentrionali dell'areale.



Sia gli adulti sia le larve del coleottero giapponese possono causare danni alle piante, ma l'ospite e la natura del danno sono generalmente differenti.

Gli individui adulti si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti di un'ampia gamma di specie ospite e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole. Gli insetti sono guidati principalmente dagli odori e dalla posizione delle piante rispetto alla luce diretta del sole nella selezione dei vegetali dove nutrirsi. Questi insetti generalmente pascolano in gruppo cominciando dalle fronde più alte della pianta e muovendosi quindi gradualmente verso il basso. Mentre un singolo individuo non riesce a fare grandi danni, vista l'esigua quantità di cibo di cui ha bisogno, interi gruppi possono compromettere gravemente la salute delle piante. Gli adulti si alimentano stando sulla pagina superiore delle foglie, masticando il tessuto fogliare presente tra le nervature. Le foglie infestate, mantenendo solo la rete delle nervature, assumono un caratteristico aspetto scheletrico. Pochi individui posati su delle piante costituiscono una minaccia non di per sé stessi ma per il fatto che la loro presenza faciliterà e indurrà l'arrivo di numerosi altri cospecifici. Infatti il coleottero giapponese è in grado di produrre dei feromoni di aggregazione che funzionano da richiamo per altri individui, i quali, oltre a cominciare a loro volta a nutrirsi delle piante, partecipano come potenziali partner riproduttivi. Inoltre le essenze volatili sprigionate dalle specie vegetali danneggiate possono attrarre altri coleotteri.
Le larve si cibano principalmente sulle radici delle piante erbose arrivando spesso a distruggere completamente il tappeto erboso di prati, parchi e campi da golf. Le piante infestate vedono ridursi la loro capacità di assorbire acqua dal terreno e quindi di resistere allo stress cu sono sottoposte nei periodi di clima caldo e secco.

Le piante malate o malnutrite sono particolarmente suscettibili all'attacco di P. japonica. Quindi mantenerle in buone condizioni di salute significa quanto meno ridurre le possibilità di infestazione. Inoltre i frutti malati o maturati prematuramente e marcescenti hanno un odore che attrae molto i coleotteri. Per questo motivo dovrebbero essere rimossi sia dalle piante sia dal terreno, quando cadono.

Nel nuovo Regolamento 66/2019/UE (GUUE n.15 del 17/01/2019) in vigore dal 6 febbraio 2019, e che sarà operativo dal 14 dicembre 2019, verrà aumentata la frequenza dei controlli ufficiali da parte degli operatori professionali autorizzati a rilasciare passaporti delle piante; uniformata la frequenza minima dei controlli ufficiali su piante, prodotti vegetali e altri oggetti aventi particolare origine o provenienza all'interno dell'Unione; uniformata la frequenza minima dei controlli ufficiali sulle piante diverse da quelle originarie o provenienti dall'Unione; aumentata la frequenza dei controlli ufficiali sugli operatori professionali autorizzati ad applicare il marchio sul materiale da imballaggio di legno.

Si stima che sono presenti oltre 1.500 specie aliene, un terzo delle quali sono insetti. Si calcola che le specie esotiche siano pervenute al 37% dall'America, al 29% dall'Asia, al 14% dall'Africa, al 6% dall'Australia e al 14% da altri Paesi. Secondo Coldiretti il danno alle coltivazioni made in Italy ammonta ad oltre un miliardo di euro all'anno, situazione che mette a rischio di estinzione il patrimonio dei prodotti tipici italiani.

Si può verosimilmente dire che il ritmo attuale con cui arrivano queste specie fitofaghe è calcolato in circa 8 unità per anno. Un bel numero. Per quanto empirica, la 'Regola del 10% di Williamson', per la quale 'su 100 specie aliene introdotte, solo 10 si insediano stabilmente e solo 1 diventa effettivamente invasiva', dà un'idea dell’entità del fenomeno.
Ricordiamo che questa situazione non è nuova per l'umanità. Esistono almeno due casi eclatanti nella storia moderna: Alla fine dell’800 ad esempio la vitivinicoltura europea subì danni gravissimi a seguito dell’introduzione della Fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae), e nella seconda metà dell'800 fu la pataticoltura europea (la patata era alimento base della popolazione in Europa) ad essere messa in crisi con l'arrivo della Dorifora della patata (Leptinotarsa decemlineata).



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