giovedì 20 aprile 2017

ZORBING

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Lo zorbing è un'attività ricreativa consistente nel rotolare in discesa lungo una collina chiusi in una grande sfera, generalmente di plastica trasparente, chiamata zorb. Tale sport è stato inventato da David e Andrew Akers nel 1994. In genere viene eseguito lungo una lieve pendenza, ma può essere fatto anche su una superficie piana, permettendo un maggiore controllo. In assenza di colline, alcuni gestori di parchi di zorbing hanno costruito delle rampe di legno, di metallo, o gonfiabili.

Ci sono due tipi di zorbing: dry zorb e wet zorb, con o senza imbragatura, rispettivamente.

Per garantire la massima sicurezza non è consentito superare i 50 km/h; a volte se si vogliono provare sensazioni più forti il percorso viene completato con ostacoli o rampe. La pendenza della discesa varia a seconda dello sforzo e delle emozioni che si vogliono provare.



Per fare zorbing non serve una grande preparazione ma certamente potrà essere utile una certa consapevolezza dei propri limiti; in ogni caso per chi fosse alle prime armi con questo sport meglio iniziare dai terreni in piano, posto che esistono degli istruttori e si possono frequentare dei corsi di modo da poter fare zorbing in assoluta sicurezza.

Anche se lo zorbing sembra uno sport buffo e innocuo gli incidenti possono capitare, il più delle volte in questi casi ce la si cava con una distorsione o, alla peggio, con una frattura; tuttavia negli ultimi anni ci sono anche stati degli incidenti che hanno avuto esito letale.


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martedì 18 aprile 2017

TULIPANI

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Tulipa L., 1753 è un genere della famiglia Liliaceae originario della Turchia e suo simbolo nazionale floreale. Comprende specie bulbose alte 10–50 cm, tra cui alcune spontanee in Italia note col nome comune di tulipano.

Il genere ha avuto origine nei monti del Pamir e nelle montagne dell'Hindu Kush e del Tien Shan.

L'ambito di crescita del genere si estende verso est dalla penisola iberica, attraverso il Nordafrica la Grecia, i Balcani, la Turchia e attraverso il levante (Siria, Israele, Territori Palestinesi, Libano, Giordania) e Iran, verso nord fino all Ucraina, al sud della Siberia e Mongolia e ad est verso il nord-ovest della Cina.

Un certo numero di specie e molti cultivar ibridi crescono in giardini o come piante da vaso.

Il nome deriva dal turco «tullband», che significa copricapo, turbante, per la forma che il fiore sembra rappresentare. Questo fiore ebbe una grande popolarità in Turchia nel XVI secolo durante il regno di Solimano il Magnifico, che lo volle sviluppare in numerose varietà ed impiantare ovunque.

Tra le numerose varietà si ricordano il Tulipa oculus-solis St.-Am., il Tulipa australis e il Tulipa sylvestris L.; tra le specie utilizzate come piante ornamentali si ricordano il Tulipa fosteriana Hort., il Tulipa greigii Regel, il Tulipa lanata Regel e il Tulipa kaufmanniana Regel, tutte originarie della Turchia e Kazakistan.

Fu portato per la prima volta in Europa nel 1554 dal fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di Ferdinando I alla corte di Solimano il Magnifico, che ne spedì alcuni bulbi al botanico Carolus Clusius, responsabile dei giardini reali olandesi. Clusius trovò un modo per sviluppare molte varietà di tulipani, nei più svariati colori e forme. La sua coltivazione nei Paesi Bassi iniziò all'incirca a partire dal 1593. I tulipani divennero rapidamente una merce di lusso e uno status symbol, non solo per il loro valore decorativo, ma anche per il valore economico, e crebbero rapidamente di prezzo. Si contrattavano in casa del mercante Jacob van der Buerse (da cui prese il nome la Borsa), generando tra il 1634-37 la prima bolla speculativa documentata della storia del capitalismo, la famosa bolla dei tulipani, che scoppiò il 5 febbraio 1637.

Sebbene molti siano convinti che il fiore che simboleggia l'amore sia la rosa questo non è del tutto vero: il vero simbolo dell'amore perfetto, quello onesto, eterno e disinteressato è il tulipano, almeno stando a ciò che la letteratura e le antiche leggende popolari ci tramandano.
Questo fiore, caratterizzato dalla sua particolare forma, è comunemente coltivato per la grande varietà di colori e i numerosi ibridi disponibili, che lo rendono perfetto per colorare parchi e giardini.



Secondo un'antica leggenda persiana, la più antica tra tutte quelle che vedono il tulipano come protagonista, questo nacque dalle gocce di sangue di un giovane ragazzo suicidatosi in seguito ad una terribile delusione amorosa.
Anche nella celebre raccolta di fiabe "Le mille e una notte" il tulipano viene associato all'amore: secondo i racconti infatti il sultano lasciava cadere un tulipano rosso ai piedi di una delle donne dell'harem per indicare loro quale fosse la prescelta,

A prescindere dall'origine fiabesca che ritrae questo splendido fiore come una conseguenza di una delusione d'amore attualmente si ritiene che esso sia un'allusione alle relazioni perfette, non tanto a quelle sfortunate e deleterie, sebbene esista un'altra interpretazione secondo cui il tulipano rappresenti proprio i sentimenti più scostanti: questo andrebbe contro le credenze più antiche, o, forse, è semplicemente un altro modo di vedere l'amore: bello, passionale, onesto, ma caratterizzato da continui capricci e contrasti tra due anime unite.
Ma la particolarità del tulipano sta nelle sue tonalità: così come l'amore, che a seconda della persona può essere vissuto in mille modi diversi ed evocare altrettante sensazioni diverse così anche lui con le sue sfumature descrive le tante facce di un sentimento complesso e meraviglioso allo stesso tempo, quasi fosse un dono per chi, meno abile di altri o semplicemente spaventato nell'ammettere alla persona amata ciò che prova nel cuore, voglia donare qualcosa che simboleggi una sensazione per lui difficile da esprimere.
Esistono più di cento specie di tulipani, e altrettante possono essere le sfumature. Queste sono le più classiche:
il tulipano rosso è il fiore perfetto per una dichiarazione d'amore in piena regola. Regalare un tulipano rosso è come dire "ti amo e ti amerò per sempre", una promessa e un impegno da non sottovalutare;
il tulipano violetto è il tulipano della modestia. Forse la dichiarazione di chi non ha la presunzione di promettere qualcosa di eccessivo? meno incisivo e passionale del tulipano rosso ma comunque nobile e dolce;
il tulipano giallo è un dono perfetto per un amore solare, spensierato, e caldo, reso tale da una persona disinibita e con gioia di vivere.
il tulipano screziato caratterizzato da sfumature di brillanti colori che rispecchiano la lucentezza degli occhi di chi riceve questo dono, dolce e aggraziato.
Le diverse specie presentano notevoli differenze anche per quanto riguarda il fiore, che può essere grande, piccolo, semplice, doppio, arricciato o liscio.
Le mille sfumature del fiore e del suo significato fanno sì che, a seconda della cultura, il tulipano sia uno dei fiori più utilizzati per composizioni e regali dai più svariati significati: oltre al classico significato nell'impero Ottomano era simbolo di ricchezza e potere, ma anche di intimità e tenerezza (non è insolito che il tulipano fiorisca nelle vicinanze di qualche residuo di neve ed è tra i primi a sbocciare ogni anno); spesso vengono utilizzati anche per augurare alle persone amate un felice Natale, o un felice matrimonio, soprattutto se in primavera.

Diversamente dall'antico significato, quello che descrive l'amore come qualcosa di puro ma anche di eterno e, quindi, se vogliamo, costante, è curioso notare come il significato occidentale attribuito al tulipano sia quello dell'incostanza: secondo alcune interpretazioni questo può comunque essere accomunato all'amore stesso, perché, sotto certi punti di vista, l'amore, con i suoi alti e i suoi bassi, è incostante.
Il tulipano è uno dei pochi fiori consigliati anche per un regalo ad un uomo, grazie ai suoi colori e alla corolla, entrambi molto decisi, che lo rendono più adatto ad un pensiero del genere rispetto a molti altri fiori che, seppur meno romantici, hanno un aspetto più aggraziato e femminile.



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domenica 9 aprile 2017

LA CIMICE ASIATICA

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La cimice asiatica è un insetto parassita più grande e più aggressivo della cimice nostrana. Distrugge frutta e ortaggi causando ingenti danni al raccolto. Le sue origini sono orientali: proviene da Cina, Giappone e Corea. E’ stata segnalata per la prima volta in Europa nel 2007, nel 2010 ha raggiunto gli Stati Uniti e nel 2012 è sbarcata anche in Italia.

La cimice asiatica è arrivata in Italia seguendo le rotte commerciali, al riparo tra imballaggi di cartone e contenitori di legno provenienti dall’estremo oriente. .

La Halyomrpha halys non è nociva per l’uomo in modo diretto ma che può arrecare consistenti danni economici all’agricoltura nostrana: la cimice asiatica è molto prolifera, si moltiplica velocemente e anche famelica. Dato l’assenza di predatori naturali nel nostro Paese, la cimice asiatica ha campo libero e può arrecare forti danni alle coltivazioni in orto o in azienda agricola.

Il suo ciclo di vita è annuale e nel nostro Paese, per fortuna, compie solo una generazione all’anno. In Asia, nel suo habitat naturale, la cimice asiatica arriva a fare 4 – 6 generazioni all’anno.

Gli adulti sono presenti nelle coltivazioni da luglio a settembre, anche a partire da giugno se le condizioni climatiche sono favorevoli.

Da maggio a giungo la femmina adulta depone le uova che dalla schiusa diventeranno individui adulti mediante cinque stadi di sviluppo.

Le cimici asiatiche passano l’inverno al riparo, in forma adulta, nascoste sotto le cortecce di alberi, arbusti, sotto le pietre o tra la vegetazione disseccata. In condizioni favorevoli, nel periodo invernale, la cimice asiatica può rifugiarsi anche in casa.

Il clima caldo, la siccità prolungata e la presenza di vegetazione molto fitta (quindi anche in caso di coltivazioni infestata da erbacce o piante non correttamente distanziate) sono dei fattori che favoriscono la proliferazione della cimice asiatica.

La cimice asiatica raggiunge una lunghezza compresa tra 1.5 e 1.7 cm (quindi è più grande) e ha un colore molto caratteristico: la cimice asiatica è grigio-marrone scuro, quasi marmorizzata.
Questo insetto è comparso per la prima volta nel 2012 , si è diffuso in particolare in Nord Italia a una velocità spaventosa. Questa cimice color marrone deposita 3-400 uova un paio di volte l'anno (fino a sei volte nei Paesi di origine). Qui da noi non ha predatori naturali noti e attacca frutteti e colture orticole (per esempio pomodori e peperoni) ed erbacee (per esempio mais e soia) provocando ingenti danni.



Il primo passo da fare per intraprendere una lotta alle cimici asiatiche consiste con la corretta cura dell’orto e delle coltivazioni. La presenza di afidi e cocciniglie può favorire l’attacco da parte della cimice asiatica.

Eliminare la cimice asiatica non è affatto semplice. In assenza di un’infestazione vera e propria e se avete notato solo pochi esemplari di cimice asiatica sulle vostre coltivazioni, potete irrorare una soluzione liquida data da acqua e sapone di Marsiglia.

In alternativa potete provare con del macerato di ortica, di assenzio e tanaceto. La lotta non è solo chimica: la cimice asiatica si combatte anche con trappole per catturare gli individui adulti.

Per impedire l'ingresso delle cimici nelle abitazioni:

- collocare zanzariere o reti anti-insetto alle finestre, attorno ai comignoli dei camini non in uso, sulle prese d'aria;

- sigillare crepe, fessure e tutti quegli accessi che consentono il passaggio delle cimici (tubazioni, canalizzazioni, feritoie, ecc.)

Per eliminare gli ospiti indesiderati:

- utilizzare strumenti di pulizia per la casa a vapore per stanare gruppi di cimici annidate in cassonetti, infissi, tubature, ecc.

- utilizzare l'aspirapolvere per raccogliere le cimici che si trovano in posti più facilmente raggiungibili (soffitti, verande) o dopo averle stanate col vapore. E' possibile usare anche bottigliette di ghiaccio spray per fare cadere le cimici a terra.

Le cimici raccolte non vanno liberate all'esterno, ma vanno eliminate immediatamente (si consiglia di immergere il contenitore utilizzato per raccoglierle in una bacinella d'acqua saponata per alcuni minuti) per evitare che si annidino altrove e che la primavera successiva ritornino in campagna a danneggiare le coltivazioni. Non vanno mai buttate nel water in quanto l’acqua presente, non saponata, non è sufficiente ad annegarle. E' sconsigliato invece l'uso domestico di insetticidi che risultano poco efficaci e possono diventare dannosi per le persone, mentre possono essere utilizzati per il trattamento esterno degli infissi, dei cassonetti o di altri punti critici (solo nel caso che si lasci l'abitazione per alcuni giorni) e di ambienti non abitativi in cui non vi siano prodotti alimentari.



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LA MUSERUOLA

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La museruola nasce per impedire che l’animale morda.

Il proprietario e il detentore di un cane tra le varie misure da adottare hanno anche quella di “portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta delle autorità competenti”.

La museruola quindi non per forza deve essere indossata, se non su esplicita richiesta, ma dobbiamo averla assolutamente a portata di mano.

A favore della museruola c’è un fattore educativo. Ben utilizzata la museruola in realtà favorisce il processo formativo e ci aiuta a gestire adeguatamente il nostro animale anche in condizioni di potenziale disagio.

Se si abitua alla museruola il proprio animale sin dalla tenera età, in modo graduale e non punitivo, con tanto di premi e un pizzico di ironia e leggerezza, non è affatto una imposizione drammatica. Anzi, se abbiamo cani di grossa stazza, molto vigorosi, la museruola cani ci può anche far sentire più sereni.



È importante che sia morbida, comoda, quasi come un guanto. Non deve assolutamente avere parti in metallo acuminate, punte, uncini e va verificato che sia in linea con la sua stazza e il muso, perché calzi bene.

Non deve essere mostrata o utilizzata a seguito di un suo errore, perchè in quel caso diventerebbe uno strumento coercitivo piuttosto che educativo. La museruola per cani purtroppo però può comportare anche degli svantaggi causati dalla disattenzione del proprietario. La prima caratteristica di una buona museruola per cani è che rispetti la respirazione e non la ostacoli, stessa cosa per i movimenti della mandibola e che non schiacci il muso. Deve essere sia morbida che comoda e non và assolutamente decorata con metallo, punte o qualsiasi altra decorazione che potrebbe fare del male al cane.



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SARIN

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Il 4 Aprile 2017 il Sarin è stato, probabilmente, utilizzato per compiere un attacco terroristico nel villaggio di Khansheikhoun a Idleb in Siria. L'attacco ha provocato piu di 60 morti e oltre 170 feriti. Secondo fonti russe invece, la dispersione del gas nell' aria è stata causata dal bombardamento, da parte dell'aviazione lealista, di un deposito di gas sarin in mano alle milizie dello stato islamico.

ll gas sarin fu reso famoso soprattutto da Saddam Hussein che lo utilizzò nel 1988 per uccidere migliaia di curdi nella città irachena di Halabja. Il 20 marzo 1995, il sarin fu utilizzato per l'attacco terroristico alla metropolitana di Tokyo da parte della setta religiosa Aum Shinrikyo.

Il Sarin o GB è un gas nervino della famiglia degli organofosfati classificato come arma chimica di distruzione di massa. Fu ottenuto per la prima volta alla fine del 1938 da scienziati tedeschi della IG Farben durante i tentativi di sviluppare sostanze ad azione biocida.

A temperatura ambiente è un liquido di aspetto da incolore a giallo-bruno ed inodore, estremamente volatile. Il suo vapore è inodore ed incolore. L'intossicazione può avvenire per inalazione e attraverso contatto cutaneo. Un'adeguata concentrazione di vapori è in grado di attraversare la pelle, rendendo non sufficiente l'uso di una maschera antigas.

Come gli altri agenti nervini, il Sarin colpisce il sistema nervoso degli organismi viventi. I primi sintomi dell'esposizione a Sarin sono difficoltà respiratoria e contrazione delle pupille. Segue una perdita progressiva del controllo delle funzioni corporee, spesso si verifica vomito e perdita di urina e feci. La parte finale dell'esposizione al gas consta in uno stato comatoso che porta al soffocamento a seguito di spasmi convulsivi. Un individuo esposto a contaminazione da Sarin, sebbene in quantità non letali, può presentare danni neurologici irreversibili.

La dose letale LD50 per ingestione nel topo è di 0,55 mg/kg, per esposizione cutanea sul coniglio è di 0,925 mg/kg.



È letale anche in concentrazioni minime se non avviene tempestivamente la somministrazione di un antidoto, ad esempio l'atropina. Tuttavia una più efficace terapia antidotale si basa sulla somministrazione di sostanze che riattivano l'enzima "target" di tale agente tossico.

L'atropina è infatti solo un antagonista colinergico: essa agisce impedendo gli effetti dannosi determinati da una eccessiva permanenza dell'acetilcolina (neurotrasmettitore) negli spazi intersinaptici. In condizioni normali l'acetilcolina viene immediatamente distrutta dall'acetilcolinesterasi, un enzima presente in corrispondenza delle sinapsi nervose; in questo modo viene garantita la corretta trasmissione dell'impulso nervoso.

È l'acetilcolinesterasi l'enzima "target" dei nervini. Il sito recettoriale di quest'ultima, luogo della molecola dove avviene la degradazione dell'acetilcolina, viene occupato più o meno stabilmente dal nervino; in conseguenza di ciò l'enzima non è più in grado di svolgere il proprio compito; tuttavia, se si interviene immediatamente (entro minuti - ore a seconda del nervino), si può riattivare.

Come agenti riattivatori si usano alcune ossime (obidossima, pralidossima) che sono in grado, se somministrate prontamente, di riattivare l'acetilcolinesterasi "staccando" il nervino e rendendo perciò il sito recettoriale nuovamente pronto a degradare fisiologicamente l'acetilcolina.

I primi sintomi dell'esposizione sono difficoltà respiratoria e contrazione delle pupille. Segue una perdita progressiva del controllo delle funzioni corporee, spesso si verifica vomito e perdita di urina e feci. Il sarin è più pesante dell'aria, e quando si libera scivola su ogni superficie come una gigantesca nuvola di mercurio, quello dei termometri: si annida negli angoli, sguscia sotto le porte e rotola giù per scalinate e pendii.

Il 20 marzo 1995, il Sarin fu utilizzato per l'attacco terroristico alla metropolitana di Tokyo da parte della setta religiosa Aum Shinrikyo.

Nell'agosto 2013 è stato utilizzato in un attacco con razzi ad un sobborgo di Damasco, nel corso della Guerra civile siriana, relativamente a tale attacco l'ONU non ha attribuito responsabilità.



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