La vedova nera è un ragno appartenente alla famiglia Theridiidae e al genere Latrodectus. È considerato uno dei ragni più velenosi.
La vedova nera femmina è di colore nero con una macchia rossa molto brillante sul dorso, la cui forma ricorda una clessidra. Questa macchia ha la funzione di mettere in guardia un potenziale predatore della sua pericolosità. Le sue dimensioni variano dagli 8 ai 40 mm ed il peso medio è di un grammo. È molto sedentaria, una volta creata la tana non l'abbandona più.
Il maschio è molto più piccolo della femmina, è di colore arancione e non è velenoso.
La sua vita è notturna e durante il giorno rimane nella sua tana o sotto una pietra. È una predatrice che si nutre prevalentemente di insetti o altri aracnidi. La preda viene catturata per mezzo della ragnatela che viene tessuta all'ingresso della tana. Una volta caduta nella tela, la preda viene immobilizzata e le viene iniettato il veleno, dopodiché degli enzimi iniziano il processo digestivo dall'esterno sciogliendola; essa viene infine aspirata. Ha inoltre la capacità di lanciare a breve distanza la propria tela grazie ad un quarto paio di zampe: questa abilità può essere usata sia per intrappolare meglio le prede sia per difendersi da predatori di piccola taglia.
Quando un maschio è maturo crea una speciale ragnatela, detta ragnatela spermarica, in cui lascia una piccola quantità di sperma. Fatto questo, carica lo sperma sui due piccoli arti posti sopra la bocca, i pedipalpi, ed inizia la ricerca di una femmina matura. Quando ne trova una, il maschio deve fare attenzione a non essere confuso con una preda ed iniziare a corteggiarla strofinando le zampe anteriori. Può capitare che il maschio disfaccia parte della tela della femmina con lo scopo di creare una via di fuga nel caso la femmina non sia ben disposta. Una volta accettato, il maschio raggiunge la femmina ed inizia l'accoppiamento. Concluso l'atto, la femmina talvolta uccide e divora il maschio.
I maschi di vedova nera fanno in realtà del loro meglio per sfuggire a questa sorte, e scelgono preferenzialmente di accoppiarsi con femmine che abbiano mangiato da poco.
A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell'Arizona State University in uno studio pubblicato sulla rivista Animal Behavior.
Nel corso di una serie di accurati esperimenti i ricercatori hanno appurato che i maschi di vedova nera del Nord America, Latrodectus hesperus, sono in grado di rilevare segnali chimici che rimangono sulla tela tessuta dalla femmina, che permettono loro di capire se è sazia, cosa che darebbe loro maggiori possibilità di sfuggire a una sorte infausta. Inoltre, il fatto di scegliere una compagna ben nutrita offre loro la possibilità di fecondare un maggior numero di uova.
In un primo esperimento, i ricercatori hanno valutato se i maschi fossero più propensi a impegnarsi in un comportamento di corteggiamento su reti di femmine sazie o affamate, sia in assenza che in presenza delle femmine, rilevando una effettiva preferenza per le prime. Successivamente hanno imbrogliato le carte ponendo femmine affamate sulle reti di femmine sazie e viceversa, con il risultato che i maschi, in confusione, finivano per non evidenziare alcuna preferenza, e infine hanno eseguito dei test per controllare se la scelta del maschio fosse legata a proprietà strutturali della ragnatela o da qualche sostanza chimiche presente sul filo, come effettivamente è risultato.
Il maschio, ha osservato Chad Johnson, primo autore dello studio, "non è affatto complice della propria fine. Fa del suo meglio per evitare una brutta situazione", anche se - ammette - abbastanza spesso questo non gli evita una drammatica fine. In altre specie di vedova nera, inoltre, i tassi di sopravvivenza dei maschi sono ancora inferiori di quelli della specie studiata.
Nella maggior parte delle specie animali, ha concluso Johnson, le femmine fanno un investimento nella procreazione estremamente più elevato dei maschi, che generano molti spermatozoi a un costo personale ridotto, cosa che porta a essere i maschi promiscui e le femmine esigenti sulle qualità del partner. Nelle specie in cui - come per la vedova nera - il pericolo insito nell'accoppiamento è così elevato per i maschi, sono questi a essere i più esigenti.
La gestazione della femmina ha la durata di circa un mese, durante il quale si nutre molto più del solito. Una volta deposte le uova, che possono superare il centinaio, le racchiude in un contenitore a forma di goccia fatto con la sua tela, lo appende e lo protegge fino alla schiusa che avviene dopo circa 20 giorni. I piccoli resteranno aggregati fino alla loro prima muta, dopo la quale si possono verificare atti di cannibalismo. Crescendo le femmine cambieranno spesso colorazione, mentre quella del maschio resterà quasi immutata.
Periodicamente la vedova nera, come tutti i suoi simili, è soggetta a delle mute. Infatti, data l’impossibilità dello scheletro esterno di accrescere, esso deve essere cambiato ad intervalli di tempo regolare così da permettere l’accrescimento del ragno. In questa fase il ragno è particolarmente vulnerabile.
La vedova nera è considerata una dei ragni più pericolosi al mondo. Se importunata, attacca mordendo ed iniettando una quantità molto piccola di veleno che può, in rari casi, risultare mortale. Il suo morso non è molto doloroso, ma il veleno agisce rapidamente provocando inizialmente intorpidimento alla parte colpita seguito da rigidità muscolare, sudorazione, cefalea, nausea, intenso dolore addominale accompagnato a rigidità addominale e dorsale, difficoltà respiratorie, vertigini e aumento della temperatura corporea. L'applicazione di ghiaccio sul punto del morso può alleviare il dolore ma è comunque necessaria la somministrazione dell'antidoto.
A causa della sua pericolosità, l'allevamento della vedova nera è consigliato solo ad esperti e studiosi, tuttavia molte persone la allevano come qualsiasi altro ragno. Viene allevata soprattutto nei laboratori per la produzione dell'antidoto. Tale procedimento è mortale per il ragno. In Italia l'allevamento degli aracnidi «che possono arrecare, con la loro azione diretta, effetti mortali o invalidanti per l'uomo o che comunque possono costituire pericolo per l'incolumità pubblica» è vietato come stabilito dalla legge 213/2003; la questione è però controversa.
Latrodectus mactans si trova in Nord America; in Italia si trova Latrodectus tredecimguttatus, meno pericolosa della parente americana e raramente mortale. Popola gli ambienti più vari, ma predilige i climi caldi e secchi.
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