domenica 16 ottobre 2016

ORO

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L'oro è noto e molto apprezzato dagli umani fin dalla preistoria. Molto probabilmente è stato il primo metallo mai usato dalla specie umana (prima del rame) per la manifattura di ornamenti, gioielli e oggetti rituali.

L'oro è citato nei testi egizi (geroglifico nwb/nbw) a partire dal faraone Den, I dinastia egizia, intorno al 3000 a.C. In epoca più tarda (XIV secolo a.C.) nel cuneiforme accadico tipico delle lettere di Tell el-Amarna, il re assiro Ashur-uballit I e il re Tushratta di Mitanni sostenevano che in Egitto l'oro fosse "comune come la polvere" (EA# 16 e EA# 19). L'Egitto e la Nubia avevano infatti risorse tali da collocarli tra i produttori d'oro più importanti delle civiltà della storia antica. L'oro, specialmente nel periodo di formazione dello stato egizio, ebbe sia un ruolo politico sia economico: fu uno degli elementi all'origine della divinizzazione del faraone e della nascita delle città.

L'oro viene spesso citato nell'Antico Testamento. Nella Bibbia, l'Eden è un giardino bagnato da un fiume che si divide in quattro rami: «Il primo… bagna il paese di Avila, dove c'è l'oro; l'oro di questo paese è puro». In Egitto Abramo è ricco d'oro: il suo servitore, incontrando Rebecca, le mette alle narici un anello d'oro, ai polsi dei braccialetti. A Mosè, che guida gli Ebrei fuori dall'Egitto, Yahwè dona un consiglio prezioso:

« Voi non andrete via a mani vuote. Ogni donna chiederà alla sua vicina…degli oggetti d'oro e delle vesti. Voi ne ricoprirete le vostre figlie e i vostri figli. »
Sulla montagna Yahwè non smette di donare all'oro un ruolo importante. Quando ordina a Mosè di costruire l'Arca dell'Alleanza, gli dice:

« Tu la ricoprirai d'oro puro e decorerai il suo bordo con una modanatura d'oro. Fonderai per l'arca quattro anelli d'oro… farai anche dei listelli di legno d'acacia, che rivestirai d'oro… creerai anche una tavola propiziatoria d'oro puro, di due cubiti e mezzo di lunghezza e di un cubito e mezzo di larghezza. Modellerai col martello due angeli d'oro alle estremità della tavola… »
Yahwè chiede a Mosè di costruire un tavolo con modanature e anelli d'oro; i piatti, le coppe, gli acquamanili, le patene per le libagioni, i candelabri: «Li farai di oro puro» dice Yahwè. Anche per la costruzione del Tempio e per i paramenti dei sacerdoti sarà utilizzato l'oro. Yahwè suggerisce inoltre a Mosè dove gli Ebrei avrebbero potuto trovare tanto metallo:

« Dici ai figli d'Israele di donare per me un contributo… in oro… Tutti coloro dai venti anni in su dovranno versare il contributo per Yahwè… »
In seguito gli Ebrei adoreranno il vitello d'oro. Secondo il Libro dell'Esodo il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, chiede un dio ad Aronne. «Raccogliete gli anelli d'oro che pendono dalle orecchie delle vostre mogli, dei vostri figli e figlie e portateli a me» risponde Aronne. Poi “avendoli ricevuti dalle loro mani”, fa fondere il metallo e modella una statua di un vitello; il popolo acclama: “Ecco il tuo dio, Israele!”.

Davide porta a Gerusalemme le rotelle d'oro che ha conquistato al re di Coba e consacra a Yahwè l'oro di tutte le nazioni che ha soggiogato. Salomone riveste d'oro fino l'interno e l'esterno del Tempio. Nel cantico dei cantici il nome del metallo diviene quasi un motivo musicale.

« Amico mio, noi ti doneremo collane d'oro… il mio amato si distingue fra mille: il suo capo è d'oro puro… le sue gambe sono colonne di marmo su basi d'oro. »

Secondo il Vangelo secondo Matteo, l'oro fu uno dei doni portati dai Magi al Bambino Gesù. Per i cristiani l'oro simboleggia la regalità di Gesù, mentre nel Buddhismo è uno dei sette tesori e viene equiparato alla fede o alla retta convinzione. La sua preziosità era riconosciuta anche nell'antica Grecia:

« L'oro è il figlio di Zeus,
che non tarme nè vermi mangiano.
L'oro scorre dalla sua stessa forza. »
(Dalle odi di Pindaro)
La parte sudorientale del Mar Nero è famosa per le miniere d'oro, sfruttate fin dai tempi di Mida: questo oro fu fondamentale per l'inizio di quella che fu probabilmente la prima emissione di monete metalliche in Lidia, fra il 643 a.C. e il 630 a.C.

L'oro è stato a lungo considerato uno dei metalli più preziosi, e il suo valore è stato usato come base per le valute di molti stati (sistema noto come il Gold standard) in vari periodi storici. Le prime monete d'oro vennero coniate dal re Creso, sovrano della Lidia, nell'Asia Minore occidentale, dal 560 a.C. al 546 a.C.; in particolare l'oro della Lidia proveniva dalle miniere e dalla sabbia del fiume Pattolo (Pactolus). Da queste considerazioni è stato rilevato come le ragioni del valore dell'oro abbiano motivazioni prevalentemente religiose:

« L'oro non appartiene alla mitologia dell'homo faber ma è una creazione dell'homo religiosus; questo metallo cominciò infatti ad assumere valore per motivi di natura essenzialmente simbolica e religiosa. L'oro è stato il primo metallo utilizzato dall'uomo, pur non potendo essere adoperato né come utensile né come arma. Nella storia delle rivoluzioni tecnologiche - cioè nel passaggio dalla tecnologia litica alla produzione del bronzo, poi all'industria del ferro ed infine a quella dell'acciaio - l'oro non ha svolto alcun ruolo. E tuttavia, dai tempi preistorici fino alla nostra epoca, gli uomini hanno faticosamente perseguito la ricerca disperata dell'oro. Il valore simbolico primordiale di questo metallo non ha potuto essere abolito malgrado la desacralizzazione progressiva della Natura e dell'esistenza umana. »
(Mircea Eliade, Arti del metallo e alchimia, Torino, Bollati Boringhieri, 1987, pag. 23)

L’oro e gli altri elementi pesanti si formano alla fine della vita delle stelle di maggiori dimensioni. All’inizio, in tutti i corpi stellari si trovano solo elementi leggeri: idrogeno e elio. Quando questi si fondono, in processi detti di nucleosintesi, nascono elementi più pesanti. Non tutte le stelle, però, riescono a fabbricare oro. Quelle meno grandi bruciano soltanto idrogeno, più leggero, e le diverse combinazioni tra gli atomi danno origine a elio, berillio, litio, boro, azoto, carbonio, ossigeno e fluoro. E neppure quando, esaurito l’idrogeno, la massa si contrae violentemente sul centro (è il “collasso stellare”) si producono pressione e temperatura sufficienti a generare elementi pesanti come l’oro. Nelle stelle più grandi, invece, quando l’idrogeno del nucleo si esaurisce inizia a fondersi l’elio (in questa fase si formano sodio, fosforo, neon, magnesio, silicio). Esaurito l’elio, anche per le stelle maggiori giunge l’ora del collasso. Ma, grazie alla loro elevatissima temperatura, in questa fase producono oro e altri elementi pesanti, come l’uranio. Poi diventano supernove, cioè esplodono e si disperdono nello spazio sotto forma di materiale interstellare, dal quale in seguito si formano altri corpi, per esempio i pianeti.

L'oro è un metallo di colore giallo. Può assumere una colorazione diversa a seconda delle sue leghe: rossa, violetta e nera quando è finemente suddiviso o in soluzione colloidale, mentre appare verde se ridotto a una lamina finissima. È il metallo noto più duttile e malleabile; un grammo d'oro può essere battuto in una lamina la cui area è un metro quadrato. È un metallo tenero e per conferirgli una maggiore resistenza meccanica viene lavorato in lega con altri metalli.

L'oro non viene intaccato né dall'aria né dalla maggior parte dei reagenti chimici. Da sempre la sua elevata inerzia chimica ne ha fatto un materiale ideale per il conio di monete e per la produzione di ornamenti e gioielli. Non si altera con l'ossigeno, l'umidità, il calore, gli acidi e gli alcali caustici, invece può essere ossidato con acqua regia o con soluzioni acquose contenenti lo ione cianuro in presenza di ossigeno o perossido di idrogeno. A contatto con il mercurio si scioglie e forma amalgami.

Si trova allo stato nativo, spesso accompagnato da una frazione di argento (compresa tra l'8% e il 10%), sotto forma di electron (oro e argento naturale). Al crescere del tenore di argento, il colore del metallo diviene più bianco e la sua densità diminuisce.

L'oro si lega con molti altri metalli: le leghe col rame sono rossastre, con il ferro verdi, con l'alluminio violacee, col platino bianche, col bismuto e l'argento nerastre.

Gli stati di ossidazione più frequenti che l'oro assume nei suoi composti sono +1 (sali aurosi) e +3 (sali aurici). Gli ioni dell'oro vengono facilmente ridotti e precipitati come oro metallico per addizione di praticamente qualsiasi altro metallo. Il metallo aggiunto si ossida e si scioglie facendo precipitare l'oro metallico.

È un eccellente conduttore di elettricità, il migliore tra i metalli dopo l'argento e il rame ma, a differenza di questi ultimi, è poco suscettibile ai fenomeni di ossidazione, perciò viene utilizzato per contatti o conduttori di dimensioni microscopiche (in ragione della sua malleabilità).

Per via della sua elevata inerzia chimica, l'oro si trova principalmente allo stato nativo o legato ad altri metalli. Spesso si presenta in forma di granelli e pagliuzze, tuttavia a volte si trovano anche agglomerati piuttosto grossi, detti pepite. I granelli appaiono inclusi in minerali o sulle superfici di separazione tra cristalli di minerali.

L'oro si trova associato al quarzo, spesso in filoni, e ai solfuri minerali. I solfuri cui si associa più spesso sono la pirite, la calcopirite, la galena, la sfalerite, l'arsenopirite, la stibnite e la pirrotite. Meno frequentemente è associato a petzite, calaverite, silvanite, muthmannite, nagyágite e krennerite.

L'oro è distribuito ampiamente in tutta la crosta terrestre, con una concentrazione media di 0,03 ppm (0,03 grammi per tonnellata). Giacimenti di minerali d'oro si trovano nelle rocce metamorfiche e nelle rocce ignee, da cui si formano per dilavamento i giacimenti di oro alluvionale. In quest'ultimo caso è possibile l'estrazione con procedimenti che non impiegano agenti chimici, come il cianuro o il mercurio, e che consentono l'uso della definizione di oro etico.

Le principali fonti dell'oro sono le rocce ignee e i depositi alluvionali. Un giacimento generalmente necessita di qualche processo di arricchimento per poter diventare sfruttabile: un processo chimico o fisico (come l'erosione o lo scioglimento) o un più generale metamorfismo, con cui si concentra l'oro disperso nei solfuri o nel quarzo.

I più comuni giacimenti primari sono detti "filoni" o "vene". I giacimenti primari vengono erosi e dilavati dalle intemperie; l'oro viene trascinato a valle formando depositi alluvionali. Un altro tipo di giacimento è associato a scisti e rocce calcaree sedimentarie, che contengono tracce d'oro e di altri metalli del gruppo del platino, finemente disperse.

Nell'acqua marina, l'oro è presente in concentrazione prossima a 1,3 milligrammi di oro per tonnellata di acqua marina. La quantità totale di oro presente negli oceani è dunque di circa 20 milioni di tonnellate, ma la bassissima concentrazione rende per il momento antieconomica l'estrazione dall'acqua. Nel 2001, si calcola che ci fosse in circolazione una quantità totale di oro pari a 140 000 tonnellate, una quantità che può essere rappresentata, in volume, come un cubo di lato pari a circa 20 metri.

L'estrazione dell'oro dai suoi minerali diventa economicamente conveniente quando la concentrazione del metallo è superiore a 0,5 ppm (0,5 grammi per tonnellata); nelle grandi miniere a cielo aperto la concentrazione tipica è compresa tra 1 e 5 ppm; per i minerali scavati in miniere sotterranee, la concentrazione media è circa 3 ppm. Per essere visibile a occhio nudo in un suo minerale l'oro deve avere una concentrazione di circa 30 ppm; questo spiega perché perfino nelle miniere d'oro è poco frequente vederlo.

L'oro è estratto dai depositi alluvionali per dilavamento e dai minerali rocciosi per metallurgia estrattiva. Spesso la raffinazione del metallo si accompagna alla clorurazione o all'elettrolisi.

Sin dal 1880 il Sudafrica è stato la fonte di circa due terzi dell'oro estratto nel mondo. La città di Johannesburg è stata costruita alla sommità di uno dei più grandi giacimenti del mondo. I giacimenti negli stati sudafricani dell'Orange e del Transvaal sono invece tra le miniere più profonde del mondo. La guerra Boera del 1899-1901 tra i boeri e i britannici fu in parte dovuta ai diritti di sfruttamento e ai contenziosi aperti sulle proprietà delle miniere sudafricane.

Tuttavia, a partire dal 2007, la posizione di predominio del Sudafrica è stata superata dalla Cina, la cui produzione nel 2008 è giunta fino a 260 tonnellate di oro, con un incremento del 59% a partire dal 2001.

Tra gli altri maggiori produttori figurano gli Stati Uniti (principalmente nel Dakota del Sud e in Nevada) l'Australia (principalmente nello stato dell'Australia Occidentale), il Perù e la Russia.

L'oro in Italia si trova in piccole quantità nei fiumi, come il Po e il Ticino. Nelle viscere del Monte Rosa si trova un giacimento superiore a quelli attualmente più produttivi (presenti in Sudafrica). Tuttavia, a causa di problemi ambientali, di sicurezza e di costi, tale oro non è attualmente sfruttato. Tale giacimento fu invece attivamente coltivato fin da epoche antiche (con estrazione di oro da pirite e arsenopirite aurifera) scavando progressivamente oltre 60 km di miniere in galleria (secondo alcune fonti circa 100 km) in Piemonte a Macugnaga, in Valle Anzasca. Tra queste la miniera d'oro della Guia nella frazione Borca, oggi accessibile a visite guidate. L'ultima miniera attiva di Macugnaga, nella frazione Pestarena (in attività probabilmente dall'epoca romana), fu chiusa nel 1961 anche a seguito di un incidente in cui persero la vita 4 lavoratori. Anche in Valsesia fu estratto l'oro del Monte Rosa. Altri piccoli giacimenti sono stati quelli in Val d'Aosta (Arbaz, Challand-Saint-Anselme) e l'ultimo giacimento di oro oggetto di coltivazione in Italia fu quello di Furtei nella provincia del Medio Campidano, chiuso nel 2008. Prospezioni di tipo geofisico hanno dimostrato che l'oro è abbastanza frequente, in bassissime concentrazioni, in varie zone della Toscana, della Sardegna e di altre regioni.

L'Italia è dal 1998 il maggiore trasformatore di oro al mondo, con una media di 450-500 tonnellate lavorate ogni anno.



In passato il Sudafrica era il più grande produttore di oro al mondo, e nel 1970 deteneva il 75 delle riserve mondiali. Il settore minerario divenne un simbolo del paese, produsse ricchezza, attirò immigrati da tutto il mondo, finanziò la costruzione di strade e ferrovie e rese l’economia del Sudafrica la più grande del continente. Oggi le macerie del settore minerario sudafricano sono diventate simbolo di qualcos’altro: di disperazione.
La crescita economica sudafricana è ferma. Il rand, la moneta nazionale, negli ultimi due anni ha perso il 30 per cento rispetto al dollaro. La domanda di minerali dalla Cina, una volta molto forte, è crollata. Le miniere che avevano arricchito così tante persone sono state costrette a chiudere, dopo che le riserve si sono esaurite più velocemente del previsto. Oggi una generazione di sudafricani e migranti poveri entra illegalmente nelle miniere alla ricerca di qualsiasi cosa sia rimasto. Niël Pretorius, CEO di DRDGOLD, la società produttrice di oro che ha chiuso la miniera in cui Jeremiah si intrufola ogni giorno, l’ha definita «una seconda febbre dell’oro».
La miniera si chiama Durban Deep, è stata fondata nel 1896 ed è soprannominata la “Grande Signora”. Era una delle miniere più redditizie del mondo: prima della chiusura nel 2001 produceva oro per un valore di 20 miliardi di dollari l’anno, arrivando a dare lavoro a 18mila persone. Elton John le dedicò una canzone che diceva «Scendendo per due miglia nel cuore di Durban Deep». Le riserve della miniera iniziarono poi a diminuire. L’oro rimasto era così inaccessibile da rendere la sua estrazione troppo costosa e pericolosa, anche per una società importante. La miniera fu chiusa e i suoi tunnel furono sigillati con il cemento. Ora per entrare a Durban Deep bisogna trovare una piccola apertura in superficie, di solito è creata con un’esplosione di dinamite improvvisata. Anche nel periodo in cui la miniera era formalmente attiva, sorvegliata attentamente e messa in sicurezza, la discesa al suo interno era pericolosa. Oggi però il rischio di morire o ferirsi è molto più alto: non viene fatta manutenzione, non esistono attrezzature di sicurezza e non c’è accesso all’ossigeno o controllo da parte delle società minerarie. Nel 2014 in un giorno solo sono morti 21 minatori irregolari. Secondo i minatori ogni settimana a Durban Deep muore almeno una persona, ma non esistono cifre ufficiali.
Tra il 2004 e il 2015 un terzo delle 180mila persone che lavoravano nel settore minerario sudafricano sono state licenziate. Molte sono tornate alle miniere da sole, illegalmente. «Quando chiudi una miniera lasci i minatori senza lavoro: sono le persone che conoscono la miniera, e sanno come entrarci», ha detto Lerato Legong, capo dell’ufficio legale della Camera delle Miniere sudafricana, l’organizzazione che riunisce le società minerarie del paese.

L’industria legale dell’oro sudafricana continua a generare 4 miliardi di dollari in entrate ogni anno. Insieme al platino, al carbone e ai minerali ferrosi rappresenta una fetta importante dell’economia. Ma con il rallentamento della crescita della Cina nel settore edile, anche i prezzi delle materie prime stanno scendendo. L’economia del Sudafrica è in difficoltà, peraltro, non solo per colpa del calo dei prezzi delle materie prime, che rappresentano circa l’otto per cento del PIL del paese. L’industria manifatturiera sudafricana è stata ostacolata dalla carenza di elettricità, mentre il settore agricolo è stato colpito da una siccità di proporzioni storiche. Nonostante l’oro sia un bene tipicamente anti-ciclico (il suo valore cresce in periodi di incertezza economica), le riserve auree sudafricane non sono abbastanza per controbilanciare il calo del prezzo delle altre materie prime. Secondo le statistiche del governo sudafricano la produzione nazionale d’oro è scesa di circa l’85 per cento dal 1980. Il Sudafrica oggi produce solo il 6 per cento dell’oro globale: le esplorazioni recenti hanno reso poco, mentre paesi come il Brasile e la Mongolia hanno trovato nuovi giacimenti. «Le scoperte di giacimenti significativi in Sudafrica impallidiscono di fronte a molti altri paesi: le miniere del paese sono molto vecchie e molto profonde», ha detto un analista della società di servizi finanziari SNL Financial.
Il Sudafrica non si trovava alla prese con una crisi economica di questa portata dall’epoca dell’apartheid, quando le sanzioni internazionali minacciavano l’economia del paese. Gli investitori internazionali criticano da tempo l’operato in campo economico del presidente Jacob Zuma, e sottolineano le storture del paese come la corruzione endemica e la crescita anomala di occupazione nel settore pubblico. I mercati finanziari sono rimasti particolarmente scossi quando lo scorso dicembre Zuma ha sostituito il suo ministro delle Finanze con un politico poco conosciuto, trovandosi poi costretto a fare marcia indietro e nominare Pravin Gordhan, che aveva ricoperto l’incarico nel 2014. Il danno però era già stato fatto.
Secondo la maggior parte degli economisti il debito contratto dal Sudafrica con investitori stranieri sarà presto declassato a livello “spazzatura” dalle agenzie di rating. «I venti contrari stanno ancora soffiando», ha detto Michael Keenan, un economista che lavora per la banca Barclays a Johannesburg. «Credo che la politica abbia una grande influenza sull’andamento delle risorse e sul modo in cui le persone considerano l’economia nel medio e lungo periodo».

L'oro da gioielleria, cioè quello legato a uno o più metalli per aumentarne la rigidità, ha colorazione bianca o rossa, a seconda del tipo di lega (con argento o rame).

L'oro verde è composto al 75% d'oro, al 12,5% d'argento e al 12,5% di rame.
L'oro giallo è composto al 75% d'oro, al 12-7% d'argento e al 13-18% da rame.
L'oro rosa è normalmente composto dal 75% d'oro, al 6,5-5% d'argento e al 18,5-20% da rame.
L'oro rosso è composto al 75% d'oro, al 4,5% d'argento e al 20,5% di rame.
L'oro blu è una lega di oro e di ferro. Un trattamento termico ossida gli atomi di ferro sulla superficie dell'oro e gli dona la colorazione azzurra.
L'oro bianco da gioielleria è composto al 75% da oro, e al 25% da nichel, argento o palladio.
Bisogna notare che il termine "oro bianco" è spesso utilizzato per designare l'oro grigio in bigiotteria. Con la rodiatura, l'oro bianco è ricoperto da un fine strato di rodio, che sparisce per usura, con il tempo, ridando un colore giallo all'oro. È una lega inventata dopo la prima guerra mondiale.
Per la doratura tramite fogli sottili di oro, la lega deve essere il più possibile duttile e malleabile.

L'oro giallo da doratura è composto dal 98,0% d'oro, dall'1,0% d'argento e dall'1,0% da rame. Può anche essere puro.
L'oro rosso da doratura è composto dal 94,5% d'oro e dal 5,5% di rame.
L'oro ½ giallo da doratura è composto dal 91,5% d'oro, dal 6,0% d'argento e dal 2,5% di rame.
L'oro limone da doratura è composto dal 94,5% d'oro e dal 5,5% d'argento.
L'oro grigio da doratura è composto dal 75,5% d'oro, 14,5% di palladio e dal 10,0% d'argento
L'oro bianco francese da doratura ha composizione 20,0% oro e 80,0% argento, altrove in Europa 50,0% oro e 50,0% argento.
Tuttavia ogni gioielliere e battitore d'oro ha le sue leghe, che si scostano leggermente dai valori standard.

I lingotti d'oro talvolta sono oggetto di falsificazione aggiungendo rame alla lega e quindi abbassandone il titolo oppure producendo lingotti totalmente falsi composti da tungsteno ricoperto di un sottile strato d'oro, il tungsteno è un materiale con rapporto peso/volume simile e non distinguibile dall'oro e dal costo nettamente inferiore (circa 40-50 $ al kg).

Benché sia considerato un metallo nobile, perché resistente a molti agenti corrosivi e relativamente inerte dal punto di vista chimico, l'oro può formare diversi composti. Il cloruro aurico (AuCl3) e l'acido cloroaurico (HAuCl4) sono i più comuni tra essi.

Il numero di ossidazione dell'oro nei suoi composti può essere +1 (composti di oro (I)) o +3 (composti di oro (III)). In condizioni drastiche e con reattivi energici, l'oro può anche assumere numero di ossidazione +5 (il pentafluoruro di oro (V) AuF5) e l'insolito (per un metallo) -1. Questi ultimi composti, che contengono l'anione Au- sono detti aururi; sono noti l'aururo di cesio, CsAu, di rubidio, RbAu, e di tetrametilammonio (CH3)4N+Au-.

Altri composti dell'oro noti sono:

gli alogenuri d'oro (fluoruri, cloruri, bromuri e ioduri)
i calcogenuri d'oro (ossidi, solfuri, selenuri, tellururi)
l'idrazide aurosa, AuN2H4, una polvere esplosiva color verde scuro, nota nell'antichità come aurum fulminans.
Gli atomi di oro possono aggregarsi in cluster.

Presente in natura in ben 30 isotopi (da 175Au a 204Au), solo 197Au è stabile. Gli altri sono tutti radioattivi e il più stabile di essi è 195Au, la cui emivita è di 186 giorni.

L'oro puro è troppo tenero, quindi non può essere lavorato normalmente, è indurito legandolo ad altri metalli, in genere rame e argento. L'oro e le sue leghe sono usati in gioielleria, nel coniare monete e sono uno standard di cambio valutario per molte nazioni. Grazie alla sua resistenza alla corrosione e alle sue notevoli proprietà elettriche, ha trovato sempre più spazio in applicazioni industriali. Sono in corso studi sull'utilizzo dell'oro come catalizzatore, infatti, l'oro in forma di nano-particelle disperse su adeguati supporti mostra grande attività catalitica.

L'oro è ampiamente usato in Odontoiatria e in odontotecnica per la realizzazione di: ponti, corone, cappe radicolari, scheletrati per protesi amovo-rimovibili, per ricostruzioni parziali della parte occlusale del dente. Era considerato uno dei materiali per otturazione più sicuri. L'intarsio in oro veniva confezionato in laboratorio e successivamente posizionato, dall'odontoiatra, nella cavità del dente, specificatamente, per otturazioni molto estese grazie alla sua malleabilità, duttilità ed elasticità; garantiva una lunga durata rispetto all'amalgama, utilizzata solo per otturazioni poco estese. Negli ultimi decenni l'oro e l'amalgama sono stati sostituiti da compositi fotopolimerizzanti sia per un fattore estetico, sia per resistenza all'abrasione (paragonabile a quella del dente naturale). L'oro nel cavo orale può assumere delle colorazioni grigio-scuro per la presenza di altre leghe metalliche, stellite, leghe nichel-cromo, leghe al palladio, amalgama. Tale fenomeno viene definito "bimetallismo"; generato per elettrolisi. Nel merito non si riscontrano intollerabilità, riconducibile all'oro, da parte del paziente: è la combinazione di più leghe a determinare quanto detto.

L'utilizzo di oro come agente terapeutico ("crisoterapia") per la cura dell'artrite reumatoide può causare dei segni e sintomi specifici, chiamati crisiasi. Tra gli effetti di rilievo derivati dall'assunzione di composti farmaceutici a base d'oro sono da annoverare i segni dermatologici, in particolare un colorito grigio-bluastro della cute, più accentuato nelle zone esposte al sole e nell'area periorbitaria; a volte l'oro può accumularsi selettivamente nelle unghie, dando un colore giallo alle stesse.

Le aree cutanee delle persone che hanno assunto oro, esposte a Q-switched laser manifestano un colorito grigio-bluastro.

L'oro, come altri metalli (es. rame nella Malattia di Wilson), può andare in accumulo in strutture oculari, visibile con una lampada a fessura.

Interessante notare che, dopo somministrazione per via iniettiva di oro radioattivo, questo tende ad accumularsi nella zona pettorale.

Come gli altri metalli preziosi, l'oro viene quotato al grammo o all'oncia troy. Quando è in lega con altri metalli, si misura la sua purezza. L'unità è chiamata carato (K): 24 carati è l'oro puro. Un altro modo di indicarne la purezza è una grandezza di valore compreso tra zero e uno, con tre cifre decimali, o una frazione in millesimi (18 carati = 18/24 = 0,750 = 750/1000 = 75%). L'oro utilizzato in gioielleria ha una purezza non superiore a 18K, in quanto una proporzione maggiore ne renderebbe impossibile la lavorazione. Per questo motivo il valore dell'oggetto deve essere stimato tenendo conto del metallo con cui l'oro è legato. Un gioiello con 14K d'oro e 6K di platino è più prezioso di uno a 18K d'oro e 6K di rame.

Il prezzo dell'oro è fissato dai mercati; tuttavia, dal 1919, la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto fixing dell'oro) alle 10:30 e alle 15:00 (ora di Londra). Fino a ottobre 2014 il prezzo veniva fissato dai cinque mercanti più rilevanti del mondo per lo scambio di oro fisico (in inglese "the Club of Five"): Bank of Nova Scotia Mocatta, Barclays Bank., Deutsche Bank, HSBC Bank USA e Société générale. Da novembre 2014, il processo di fissazione del prezzo (fixing) è stato affidato a Ice Benchmark Administration (Iba) che ha superato la concorrenza del London Metal Exchange e del duo Cme Group-Thomson Reuters (che invece gestirà il nuovo fixing dell'argento).

Storicamente l'oro è stato impiegato per supportare le valute in un sistema economico basato sul gold standard, in cui il valore di ogni valuta è stabilito equivalente a una certa quantità di oro. Come parte di questo sistema, i governi e le banche centrali tentarono di controllare il prezzo dell'oro, fissandone le parità con le valute. Per un lungo periodo (dal 1789 al 1933) gli Stati Uniti fissarono il prezzo dell'oro a 20,67 $/ozt (pari a 0,66456 $/g) – salvo lievi oscillazioni in tempo di guerra – che poi elevarono a 35 dollari/oncia (pari a 1,12527 $/g) nel 1934. Nel 1961 mantenere questo prezzo era diventato arduo; le banche centrali degli Stati Uniti d'America e dell'Europa cominciarono a coordinare le loro azioni per mantenere il prezzo stabile contro le forze di mercato.

Il 17 marzo 1968 le circostanze economiche causarono il fallimento di questi sforzi congiunti; venne introdotto un doppio regime, che fissava il prezzo dell'oro a 35 dollari/oncia per le transazioni valutarie internazionali, lasciandolo però libero di fluttuare per quanto concerneva gli scambi tra privati. Questo doppio regime fu abbandonato nel 1971, quando il prezzo dell'oro fu lasciato libero di variare in accordo alle leggi di mercato. Le banche centrali possiedono ancora oggi riserve auree a garanzia del valore delle proprie valute, anche se il volume globale di queste riserve è andato via via calando (causa la progressiva coniazione di moneta in assenza di controvalore aureo o di qualunque altro metallo).

Dal 1968 il prezzo dell'oro sui mercati ha subito ampie oscillazioni, con un record di oltre 1 900 $/ozt (oltre 60 $/g) nell'agosto 2011 e un minimo di 252,90 $/ozt (8,131 $/g) il 21 giugno 1999 (fixing di Londra). Il prezzo è salito a 420 $/ozt (13,503 $/g) nel 2004 a causa della svalutazione del dollaro statunitense; il prezzo dell'oro in altre valute (ad esempio l'euro) ha subìto nello stesso periodo un aumento inferiore, comunque consistente, al 10% dalla quota di 330 euro/oncia (10,6 €/g).

L'oro costituisce a volte parte di un investimento finanziario difensivo (bene rifugio per la tutela del capitale), data la stabilità a lungo termine del suo valore commerciale e la sua sostanziale scorrelazione rispetto all'andamento del mercato azionario e obbligazionario; per questa sua stabilità, la speculazione sull'oro diventa particolarmente appetibile quando viene meno la fiducia in una valuta e quando il valore di una valuta è soggetto a iperinflazione. Il prezzo dell'oro è anche alla base di futures con cui si specula sul suo ipotizzato valore futuro. Dall'elezione di Bush a Presidente degli Stati Uniti d'America il prezzo di un'oncia è salito da 200 dollari a 540 dollari. Il valore dell'oro è fortemente influenzato dall'offerta, per cui la sua estrazione è ponderata attentamente: incrementarne la produzione potrebbe significare farne crollare il prezzo.

Il prezzo massimo raggiunto dall'oro, tenuto conto dell'inflazione, può essere considerato quello raggiunto il 21 gennaio 1980 (circa 850 dollari/oncia), corrispondenti a quasi 2 000 dollari/oncia col potere d'acquisto del 2008.

Per via del suo uso come riserva valutaria, nella storia a volte il possesso privato dell'oro è stato regolamentato o bandito.

Negli Stati Uniti il possesso privato di oro, eccezion fatta per la gioielleria e il collezionismo numismatico, fu illegale dal 1933 al 1975.
In Italia, Grecia e Spagna, unici tra i Paesi Europei, il possesso di oro era consentito solo agli istituti bancari.
In Italia poteva essere detenuto solo oro lavorato, monete auree o lingottini semilavorati con peso massimo di 100 grammi. Con il Decreto nº 7 del 2000, in recepimento della Direttiva 98/80/CE, è stato aperto in tutta Europa (anche ai privati) il possesso di oro fino.



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