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mercoledì 18 marzo 2015

LA TARTARUGA PALUSTRE AMERICANA

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La tartaruga palustre americana (Trachemys scripta Schoepff, 1792) è una testuggine della famiglia Emydidae.

Il riconoscimento del sesso avviene attraverso l’individuazione dei caratteri sessuali secondari piuttosto evidenti nei soggetti adulti e subadulti. La coda del maschio è più lunga, robusta, grossa e larga alla base, unghie molto sviluppate soprattutto alle estremità degli arti anteriori e carapace appiattito. La femmina ha coda e unghie corte e carapace bombato.
La maturità sessuale nella tartarughe non è strettamente vincolata all’età, ma viene raggiunta quando il piastrone arriva ad una determinata grandezza. I maschi raggiungono la maturità sessuale quando il piastrone misura 9-10 cm di lunghezza, mentre le femmine sono mature sessualmente quando il piastrone è di 15-19 cm
Le femmine adulte sono di dimensioni maggiori rispetto ai maschi e la loro coda è più corta e tozza. Il corteggiamento è caratteristico: i maschi danzano in acqua davanti alla femmina e sventagliano le unghie davanti al muso della femmina, accarezzandole il collo e la testa.
L’accoppiamento vero e proprio dura 10-15 minuti e dopo circa 6 settimane la femmina depone le uova sulla terraferma, in un nido scavato nel terreno. Le uova hanno un guscio flessibile per favorire la deposizione. Una femmina può sostenere fino a tre deposizioni l’anno, con un massimo di 20-25 uova per ciascuna; si schiudono in 2-3 mesi. I neonati misurano dai 2 ai 3,5 cm.
Il loro habitat preferito sono i laghi, gli stagni e i fiumi dal corso d'acqua lento e fangoso con abbondanza di piante acquatiche. D’estate al prosciugarsi delle pozze d’acqua scavano delle buche nel fango o si riparano nei boschi o nell’erba alta. È originaria dell'America settentrionale (Stati Uniti, Messico orientale, Yucatan e bassa California), del Centro America (Guatemala, Honduras, Belize, El Salvador e Panama) e delle regioni nord-occidentali dell'America meridionale ( Colombia e Venezuela.

La specie è diffusa come specie aliena anche in molti paesi europei tra cui Francia, Spagna, Germania e Italia.

Questa specie viene comunemente ritenuta una temibile predatrice di anfibi, pesci e uccelli acquatici e concausa della diminuzione degli esemplari dell’autoctona Emys orbicularis.

Tale luogo comune è in contrasto con innumerevoli studi italiani ed europei evidenziano che la specie nei primi anni di vita è prevalentemente insettivora e da adulta è prettamente vegetariana ed opportunistica, con scarse capacità predatorie, al contrario della prettamente carnivora. Inoltre non sono stati evidenziati casi di predazione alla piccola fauna simpatrica, pesci e pulli di ‘’ralli’’ e di ‘’anaditi’’.

Si stima che in Italia ogni anno giungano circa 900.000 testuggini l'anno e l'abnorme diffusione degli esemplari, negli specchi, nei corsi d'acqua, e nelle fontane e laghi dei parchi pubblici è dovuta esclusivamente al continuo rilascio di esemplari adulti o subadulti capaci di superare con una fase di letargo i rigori invernali, cosa non possibile per i giovani esemplari. Nelle varie zone climatiche italiane è stato osservato che le deposizioni di uova raramente portano alla schiusa e che gli esemplari sopravvivono solo in condizioni di semilibertà in ambienti lacustri protetti e nelle zone meridionali con inverni meno rigidi.

La Trachemys è soggetta a tutti i fattori antropici negativi a cui è soggetta la Emys e la sua massiccia presenza è dovuta solo al continuo costante rilascio di svariate decine di migliaia di esemplari adulti e subadulti ben alimentati nella fase di allevamento domestico, cosa che fa superare la fase di riduzione naturale per predazione a cui sono sottoposti i giovani esemplari selvatici.

Analizzando tutti questi fattori è stato ipotizzato che senza questi continui rilasci questa specie sarebbe destinata a scomparire in alcune decine di anni per la sua incapacità di riprodursi e quindi sia da ritenere sì alloctona ma non specie acclimatata.


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giovedì 12 marzo 2015

IL CARASSIO

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Il carassio è una specie di pesce d'acqua dolce ed è originaria dell'Europa centrale ed orientale e di varie regioni asiatiche. In Italia è alloctona, è stato introdotto per le gare di pesca e negli ultimi anni è stato segnalato un notevole aumento nei corsi d'acqua di tutto il paese; lo si può trovare infatti in zone dove nessun altro pesce riuscirebbe a vivere, essendo limitato il suo fabbisogno di ossigeno. Vive nei laghi con sponde paludose o nei bracci morti dei fiumi, nelle paludi e nei fossati. Negli stagni, in condizioni sfavorevoli di alimentazione cresce con grande lentezza e dà origini a forme nane; in condizioni ambientali favorevoli si sviluppa maggiormente e assume corpo più armonioso.

L'esemplare giovanile presenta un corpo allungato, con profilo dorsale poco convesso, con livrea giallo chiara e ocello sul peduncolo caudale. L'adulto ha un corpo tozzo, compresso ai fianchi. La pinna dorsale è alta, composta da raggi ossei, i maggiori sono dentellati, come nella pinna anale. La mancanza assoluta dei barbigli lo distingue dalla carpa. La livrea è variabile, solitamente giallo-oro più o meno carico, con riflessi metallici sul dorso. Le pinne sono sfumate di rosso.
Il carassio può raggiungere una lunghezza massima di 45 cm per 1,5 kg di peso, tuttavia la taglia media risulta variabile tra i 20-30 cm di lunghezza per 3-4 hg di peso.

Il pesce rosso selvatico è quasi identico a questa specie e si può riconoscere con certezza solo mediante l'esame delle branchiospine.

Il periodo della fregola va da marzo a giugno: la femmina depone da 130.000 a 250.000 piccole uova (tondeggianti e giallo-trasparenti) in acque basse, dense di vegetazione, che si schiudono entro una settimana.

Ha dieta onnivora, si nutre prevalentemente di zooplancton (soprattutto specie dell'ordine Cladocera), insetti e copepodi e detriti vegetali.

È preda abituale di lucci, lucioperche, siluri e persici reali

Dato che abbocca con estrema voracità ad esche naturali di ogni tipo è molto apprezzato dai garisti mentre lo è molto meno da tutti gli altri pescatori visto che può veramente rendere impossibile la pesca di carpe e tinche. Le sue carni sono estremamente spinose e generalmente hanno un forte gusto di fango, il che lo rende pressoché immangiabile. Ciò nonostante questi pesci sono apprezzati in maniera significativa nell'Europa orientale, principalmente in Polonia e nei paesi dell'ex URSS.

In molti corsi d'acqua ha mostrato spiccati fenomeni di competizione alimentare nei confronti delle altre specie di ciprinidi, soprattutto della carpa e della tinca tanto da causare estinzioni locali, soprattutto della seconda. Tuttavia si ritiene che la maggior parte dei pesci del genere Carassius presenti in Italia appartengano alla specie Carassius auratus, quasi indistinguibile.

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