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sabato 7 marzo 2015

NATRICE DAL COLLARE

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La biscia dal collare o natrice dal collare (Natrix natrix Linnaeus, 1758) è un serpente europeo non velenoso della famiglia Natricidae.

La biscia dal collare è tipicamente verde scura o marrone con un collare giallo caratteristico dietro alla testa a cui deve il nome caratteristico di biscia dal collare. Il colore potrebbe andare inoltre dal grigio al nero. La parte inferiore è più chiara nel colore. In Gran Bretagna la biscia dal collare è il rettile più grande e raggiunge una lunghezza totale di 120 cm; in Veneto nella regione del delta del Po raggiunge anche i 2 metri.

Le bisce dal collare sono grandi nuotatrici, e vanno in letargo durante l'inverno.

Poiché non sono velenose, le loro uniche difese sono la produzione di un fluido dall'odore aspro dalle ghiandole anali o la finzione della morte. A volte fingono anche degli attacchi, colpendo senza veramente aprire le loro bocche. Si difendono raramente mordendo.

Predano quasi interamente anfibi, specialmente le rane comuni, anche se occasionalmente mangiano anche mammiferi e pesci.

L'accoppiamento avviene poco dopo il risveglio, ad aprile o maggio. Le uova dalla pelle in cuoio vengono deposte in gruppi di 8 - 40 in giugno e luglio e si schiudono dopo circa 10 settimane. Poiché le uova richiedono una temperatura di almeno 21 gradi per schiudersi, la vegetazione in putrefazione, incluso i cumuli di composti, sono postazioni preferite. I giovani sono lunghi circa 18 cm quando le uova si schiudono e sono subito indipendenti.

Questo colubroideo ha un ampio areale eurasiatico. È distribuito nell'Europa continentale, dalla penisola iberica agli Urali e dalla Scandinavia settentrionale all'Italia meridionale. Si trova anche nell'Africa nord-occidentale, in Asia Minore e più ad est fino al lago Baikal.
In Italia è presente in tutta la penisola, Sicilia e Sardegna comprese.

Si adattano ad una varietà di habitat e nonostante prediligano le aree vicino agli specchi d'acqua dolce, alle rive dei fiumi e agli stagni, si trovano anche in zone che distano chilometri dagli ambienti umidi.

LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/e-dog-sitter-dalla-passeggiata.html

                              asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-dell-adda.html



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venerdì 6 marzo 2015

ALBANELLA MINORE

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L'albanella minore (Circus pygargus, Linnaeus 1758) è un uccello della famiglia degli Accipitridae.

L'albanella minore è un uccello rapace, che occupa un areale abbastanza vasto, europeo, africano, asiatico. In Italia nidifica in primavera inoltrata in varie regioni del centro-nord, ma ne esistono delle colonie anche in Sardegna e nel Salento; i suoi habitat sono le zone collinari, ma con spazi aperti come terre coltivate o pascoli. Frequenta in riproduzione canneti, paludi, brughiere e campi alberati, zone steppose, savane e coltivi durante lo svernamento. Nel paleartico è specie nidificante e migratrice.

L'albanella minore è un rapace di medie dimensioni (lunghezza di circa 43 cm), con caratteristiche tipiche del genere di appartenenza Circus. È però più snello con coda sporgente e ali lunghe, strette e appuntite (tanto che sono visibili 4 "dita") Il volo è leggero, aggraziato e assai agile spesso radente al suolo e caratterizzato da serie di 5-6 battiti alternati a planate. Si posa a terra e sui cespugli, mostra costumi gregari. Il maschio adulto presenta una colorazione grigio scura con la "mano" nera così come la linea trasversale che attraversa il "braccio". Il grigio più scuro del corpo e delle copritrici contrasta con il grigio più chiaro delle copritrici primarie e delle secondarie. Il grigio della gola e del petto sfuma nel bianco striato di rossiccio del ventre e dei fianchi. Il sottoala presenta un'estesa macchia nera sulla punta delle ali, due barre nere sulle secondarie e le copritrici bianche densamente macchiate di rossiccio. Si ciba di prede varie, tra cui rettili, anfibi, piccoli uccelli e micromammiferi e insetti.

È specie particolarmente protetta ai sensi della legge 157/92. A causa della scomparsa delle steppe naturali, la specie si è dovuta adattare a cacciare e a riprodursi quasi esclusivamente nei campi coltivati. Oggi, in quasi tutta Europa, la principale causa della diminuzione è la distruzione dei nidi, rigorosamente posati sul terreno, da parte dei mezzi meccanici impiegati nella mietitura; la progressiva restrizione degli areali di nidificazione e dei microambienti idonei espone sempre di più le coppie rimaste all'individuazione da parte di predoni e bracconieri. Altri fattori limitanti sono l'uso massiccio di pesticidi in agricoltura, che determina una scarsa disponibilità trofica, il bracconaggio, la predazione di uova e nidiacei (sia da parte di mammiferi sia di corvidi).

La specie non riveste e non ha mai rivestito alcun interesse nella falconeria.


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