mercoledì 24 febbraio 2016

LA LANA

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La lana è usata tipicamente per il vestiario, ma ha soprattutto sbocchi sul mercato dei tessuti per arredamento e per le imbottiture (cuscini e materassi). Non viene impiegata nei tessuti tecnici ed industriali. Spesso però, la lana viene impiegata in mischia con altre fibre. La si può trovare con la seta, per capi di pregiata fattura, con cotone e lino, per la produzione di maglieria intima; con il poliestere, per indumenti estivi, con fibre acriliche per produrre filati di maglieria.

Ultimamente, in relazione alle biotecnologie, in particolare nell'edilizia, si è provveduto ad impiegare dei materassini di lana di pecora, per isolare tetti e pareti degli edifici. La lana qui trattata, subisce le solite lavorazioni di lavatura della lana per maglieria o tessitura, viene cardata con gli stessi macchinari ed anziché essere filata, viene agugliata e confezionata in rotoli, così da permettere l'utilizzo sia in verticale che in piano. La densità non deve essere mai inferiore ai 30 kg/m³ e lo spessore del materassino non inferiore ai 5 cm. Un edificio così termoprotetto ha gli stessi benefici che noi abbiamo indossando un capo di lana.

La lana è una fibra calda al tatto e dotata di alta termocoibenza. Quest'ultima caratteristica determina che gli indumenti tessuti con la lana risultino più spessi con un conseguente trattenimento di una maggiore quantità di aria.

Il calore provoca sulla fibra della lana la degradazione. Una prima degradazione che si manifesta con un impercettibile ingiallimento può cominciare attorno ai 70 °C; a 130 °C inizia la vera e propria decomposizione; a 170 °C si ha uno sviluppo di ammoniaca. Tuttavia la lana può rimanere esposta per brevi tempi senza soffrire degradazione anche a una temperatura di 200 °C: questa proprietà viene sfruttata dalle industrie per l'operazione di termofissaggio.

La lana è relativamente resistente alla fiamma e, bruciando, sviluppa un odore simile all'osso bruciato contemporaneamente alla formazione di piccoli grani neri che, se toccati, si polverizzano. La lana è dotata anche di termoplasticità.

Il tessuto di lana non solo isola dal freddo ma anche dal caldo; alcune popolazioni africane la usano di giorno per ripararsi dal caldo e la sera dal freddo.

La lana è una fibra tessile di natura proteica prodotta dal bulbo pilifero della pecora. Si presenta con un aspetto arricciato o ondulato che conferisce sofficità, morbidezza ed elasticità al prodotto che la utilizza. La superficie risulta squamata ed imbricata, caratteristica tipica dei peli animali, da cui deriva il potere feltrante. La sezione della fibra è tondeggiante e la sua finezza varia da 17 a 24,5 micron per la razza più pregiata, cioè la merino, e da 25 a 38-40 micron per le lane di razza incrociata o indigena. La lunghezza varia da 5-6 cm ai 30-40 cm delle lane ordinarie speciali.

E’ dotata di elevata igroscopicità che, unita alle altre caratteristiche, conferisce al prodotto particolare confort e coibenza.

La qualità del vello delle pecore dipende da una serie di fattori dovuti alle modifiche sulle razze introdotte dall’uomo in millenni di pratica della pastorizia, quali l’alimentazione, il clima ed il tipo di allevamento. Un gregge poco curato produce una lana non omogenea e di scarso pregio. La selezione privilegia la produzione di lane “bianche”esenti da peli colorati. Nei greggi di minor pregio sono presenti animali con vello di colore, produttrici delle così dette “lane morette” e “lane bigie”.

Si provvede alla tosatura normalmente una volta l’anno, due volte nelle regioni a clima più caldo. Il vello, tosato vicino alla cute con apposite “tosatrici”, viene raccolto intero grazie alla presenza dei grassi prodotti dalla pecora con la crescita della fibra.

Il peso del vello tosato arriva, per i capi migliori, ai 5-7 kg di lana “sucida”. A seconda delle diverse parti del vello, la lana varia notevolmente in lunghezza, finezza e qualità: la migliore è quella delle spalle e dei fianchi.

La certificazione pura lana vergine rappresenta un marchio di qualità produttiva internazionale, ente senza scopo di lucro che raccoglie i produttori di lana di oltre 30 paesi. Il marchio sta a significare l'utilizzo di lana nuova di tosa, proveniente direttamente dalla tosatura del vello, cioè non riusata o rigenerata.

In passato lo stemma delle corporazioni di mercanti di lana aveva una pecora, circondata da foglie di Quercia (araldica) e altre piante.

Gli animali da cui si ricava la lana sono:

la pecora merino: razza definita in Spagna intorno al XII secolo a partire da un lavoro secolare di selezione. Attualmente allevata in modo estensivo in Australia, Nuova Zelanda, Germania e in Islanda, Sud America e in Africa, produce una lana molto fine e pregiata;
la pecora di razze indigene: hanno pelo più duraturo, usato tradizionalmente per la confezione di materassi e tappeti;
la capra d'Angora, allevata in Turchia, Sudafrica, Stati Uniti dalla quale si ottiene la lana mohair;
la capra del Cashmere, originaria del hameri (Tibet) diffusa anche in India, Cina, Iran, Afghanistan dalla quale si ricava una lana molto pregiata;
l’alpaca, un tipo di lama che vive sulle Ande;
la vicuña o vigogna, altro tipo di lama delle Ande peruviane;
il cammello, sia quello asiatico sia i dromedari africani
il coniglio, che produce l'angora;
il dromedario



Tosatura: separazione del vello dal corpo dell'animale con tosatrice manuale o meccanica. Si ottiene lana saltata se l'animale è stato lavato, lana sucida se non ha subito la prima fase
Cernita: dal vello intero si separa la lana delle spalle e dei fianchi (fine e lunga), della schiena (corta e ruvida) e del ventre (corta e debole).
Lavaggio della lana: con ripetuti lavaggi in acqua tiepida con sostanze sgrassanti e detergenti la lana viene pulita e sgrassata. Dall'acqua sporca di scarico si estrae il grasso puro, lanolina, impiegata nell'industria chimica e farmaceutica.
Asciugatura: effettuata con aria calda.
Cardatura e pettinatura: Per il ciclo pettinato la lana viene subisce l'operazione di cardatura che consiste nel liberare dalle impurità, districare e rendere parallele le fibre tessili, al fine di permettere le successive operazioni di filatura. successivamente si ha la pettinatura che consiste nell'ordinare le fibre tessili dopo che sono state cardate.

La filatura
Pulitura: cernita e lavaggio della fibra.
Apritura e battitura: apertura e battitura dei fiocchi di lana per liberarli della polvere e delle varie impurità.
Cardatura: operazione volta ad eliminare le impurità residue e a formare una "falda" in cui le fibre sono tenute unite per reciproca adesione.
Pettinatura: mediante macchinari forniti di"pettini" le fibre lunghe vengono lisciate e messe in parallelo fra loro. Si ottiene un nastro pettinato detto top.
Stiro: il nastro viene trasformato in "stoppino".
Filatura: con energica torsione lo stoppino si trasforma in filato resistente, omogeneo e continuo.
Ritorcitura: si effettua ritorcendo insieme un certo numero di fili. Il filo ritorto ha maggiore resistenza.
Roccatura: i filati avvolti in rocche sono pronti per le lavorazioni successive.



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