venerdì 27 febbraio 2015

IL TIGLIO

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Tilia L., 1753 (nome comune tiglio) è un genere di piante della famiglia Tiliaceae (Malvaceae secondo la classificazione APG), originario dell'emisfero boreale.
Il nome deriva dal greco ptilon (= ala), per la caratteristica brattea fogliacea che facilita la diffusione eolica dei grappoli di frutti.

Sono alberi di notevoli dimensioni, molto longevi (arrivano fino a 250 anni), dall'apparato radicale espanso, profondo. Possiedono tronco robusto, alla cui base si sviluppano frequentemente numerosi polloni, e chioma larga, ramosa e tondeggiante. La corteccia dapprima liscia presenta nel tempo screpolature longitudinali. Ha foglie alterne, asimmetriche, picciolate con base cordata e acute all'apice, dal margine variamente seghettato.

I fiori, ermafroditi, odorosi, hanno un calice di 5 sepali e una corolla con 5 petali di colore giallognolo, stami numerosi e saldati alla base a formare numerosi ciuffetti; il pistillo è unico con ovario supero pentaloculare; sono riuniti a gruppi di 3 (o anche 2-5) in infiorescenze dai lunghi peduncoli dette antele (cioè infiorescenze in cui i peduncoli fiorali laterali sono più lunghi di quelli centrali). Le infiorescenze sono protette da una brattea fogliacea ovoidale di colore verde-pallido, che rimane nell'infruttescenza e come un'ala agevola il trasporto a distanza dei frutti. Questi sono delle nucule ovali o globose, della grossezza di un pisello, con la superficie più o meno costoluta, pelosa e con un endocarpo legnoso e resistente, chiamata carcerulo.

Il tiglio vegeta nelle zone dal Castanetum al Fagetum in luoghi freschi e ombreggiati.

Comprende specie arboree che si incrociano facilmente tra loro, dando luogo a numerosi ibridi dalle caratteristiche intermedie; ne deriva che la classificazione delle specie risulta poco agevole, con opinioni contrastanti tra i botanici, e un numero di specie considerate autonome che può variare da 18 a 65 a seconda dell'autore considerato.

Le specie spontanee in Italia sono:

Tilia cordata Mill. (= Tilia parvifolia Ehrh., Tilia sylvestris Desf.) noto col nome di tiglio selvatico
Tilia platyphyllos Scop. (= Tilia europea L.) noto col nome di tiglio nostrale o tiglio nostrano.
Le specie citate vengono considerate da alcuni autori come sottospecie della linneana Tilia europaea nota come tiglio europeo o tiglio comune; citiamo inoltre la Tilia x vulgaris Hayne noto col nome di tiglio intermedio, che è un ibrido tra la Tilia cordata e la Tilia platyphyllos, con caratteristiche intermedie tra le specie originarie, molto diffuso in Italia.

Tra le specie ornamentali coltivate in Italia, oltre a Tilia cordata, ricordiamo Tilia americana L. e le numerose varietà, originaria del Nord America e nota come tiglio americano; si presenta come un albero di 23–40 m di altezza, a foglie decidue, ovate-cordate di colore verde scuro e piccoli fiori ermafroditi, primaverili, di colore giallognolo, frutti secchi e duri, pubescenti, contenenti uno o due semi. La famiglia del tiglio è "Tigliacee"; il nome scientifico è "Tilia x europaea L.".

Come pianta ornamentale nei viali, parchi e giardini.

Il legno biancastro, omogeneo, leggero (peso specifico 0,90 fresco, 0,65 stagionato) è idoneo a lavori di intaglio, intarsio, scultura, parti di strumenti musicali e per la realizzazione di oggetti vari.
In particolare è utilizzato per i corpi di chitarre e bassi "solid body" in liuteria elettrica. La varietà utilizzata è normalmente indicata con l'inglese basswood.
I fiori forniscono il nettare per il miele, e vengono utilizzati per la preparazione di infusi e tisane.
Nell'arboricoltura da legno vengono utilizzate per il governo a ceduo o fustaia, grazie al rapido vigore vegetativo.
Come pianta medicinale, nella farmacopea ufficiale vengono utilizzati i fiori col nome di Tiliae flores per la presenza del glucoside Tiliacina, e di tannini, mucillagini, ecc.

Il decotto di corteccia dei giovani rami raccolto in primavera ha proprietà astringenti, per uso esterno utilizzato come clistere per la cura di diarree e infezioni intestinali
L'infuso, la tisana e lo sciroppo dei fiori con le brattee, raccolti in giugno-luglio e fatti seccare all'ombra, vantano proprietà anticatarrali, bechiche, sudorifere, emollienti, antispasmodiche, vasodilatatrici e calmanti nei confronti di stati d'ansia
Per uso esterno l'infuso di fiori viene usato per bagni calmanti e ristoratori, mentre il decotto serve per gargarismi curativi di stomatiti, faringiti, glossiti, angine
L'estratto acquoso di alburno (la parte esterna del legno) dei rami, avrebbe un'azione contro gli spasmi intestinali, biliari ed epatici, vanterebbe inoltre un'attività antipertensiva e dilatatrice delle coronarie.
Il decotto dei giovani rami ha un'azione diuretica.
Il carbone vegetale ottenuto dal legno viene utilizzato come assorbente antiputrido intestinale.
Il tiglio contiene principi attivi come polifenoli, flavonoidi (tiliroside), mucillaggini e oli essenziali. I suoi fiori si usano principalmente sotto forma di infuso.

L'infuso di tiglio ha la caratteristica di favorire la sudorazione durante malattie infettive acute febbrili o raffreddori ed è il rimedio naturale più indicato in caso di disturbi alle vie aeree dei bambini, perché le mucillagini che si trovano soprattutto nei fiori hanno una proprietà mucolitica e antinfiammatoria contro tosse e catarro.

In fitoterapia, i fiori di tiglio sono utili anche contro l'insonnia, la tachicardia, stati d'ansia, nervosismo e mal di testa. Il tiglio, infatti, svolge un'azione rilassante sul sistema circolatorio, provocandone un abbassamento della pressione. Nessuna controindicazione nei casi di gravidanza e allattamento, ma sentite prima il parere del vostro medico!
Per l'infuso: mettete 2 grammi di pianta in una tazza di acqua bollente e lasciate riposare per 10 minuti circa.

Usato come tonico dopo la pulizia del viso, l'infuso di tiglio depura e rinfresca la pelle, distende le rughe e aiuta nei casi di arrossamento cutaneo. Per lo stesso motivo, un impacco esterno con il decotto di fiori di tiglio risulta efficace per scottature, eritemi solari e dermatiti.
Impacchi per gli occhi: imbevete delle compresse di garza in un infuso di tiglio e applicatele sugli occhi per ottenere un'azione decongestionante e rinfrescante su occhiaie e palpebre gonfie e infiammate.

Piante frugali, poco esigenti come esposizione alla luce e tipo di terreno, anche se preferiscono suoli fertili e freschi, eliminare i polloni periodicamente.

Si moltiplicano per semina, propaggine, talea e in alcuni casi per innesto.

Il tiglio è una pianta molto longeva. È famoso il tiglio del cimitero di Macugnaga, in provincia di Verbania, con una circonferenza di 833 cm a petto d'uomo, alto dodici metri; i locali sostengono che sia stato messo a dimora nel XIII secolo, esperti botanici almeno due secoli più tardi. Ne parla Tiziano Fratus, cercatore di alberi nei suoi libri "Homo Radix. Appunti per un cercatore di alberi" e "Terre di Grandi Alberi. Alberografie a Nord-Ovest".
In Germania si trova un tiglio, la cui chioma misura 133 metri di circonferenza; i suoi rami sono sostenuti da 106 colonne di pietra.
Nel comune di Malborghetto (UD) si trova un tiglio secolare dichiarato monumento vegetale. È protetto da funi e sostegni e raggiunge un'altezza di 25 m.
A Massaquano accanto alla chiesa Parrocchiale esiste un tiglio plurisecolare, ancora vegeto, interamente cavo, dove è possibile entrarvi e uscire sui rami.
Le proprietà benefiche e calmanti del tiglio erano già conosciute nell'antichità, tanto che Filira (cioè "tiglio" in greco antico) era la madre del saggio centauro Chirone, esperto delle arti mediche (fu lui a curare l'eroe Achille).
Nell'Alta Pianura lombarda, a ridosso della fascia prealpina, era pratica diffusa includere nei toponimi locali Tüss (la forma dialettale riferita a tale essenza arborea) con cui si indicavano alcune località agricole o fuori dai centri abitati. In talune località dell'area bosina e dell'alto saronnese piante secolari di tiglio possono essere ancora osservate in corrispondenza di alcune di queste località, che creano un riferimento notevole nel panorama di piccole aziende agricole e boschi di robinie e betulle.

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