giovedì 20 agosto 2015

LO SQUALO DELLA GROENLANDIA



Lo squalo della Groenlandia non è ritenuto pericoloso per l'uomo, ma alcune leggende inuit parlano di squali che attaccano i kayak.

Le sue carni velenose, dall'elevato contenuto di urea, sono alla base della leggenda di Skalugsuak, il primo squalo della Groenlandia. Secondo tale leggenda, una vecchia si lavò i capelli con la propria urina e li asciugò con uno straccio. Da questo straccio, gettato nell'oceano, ebbe origine Skalugsuak.

Un'altra leggenda è quella di Sedna, una ragazza a cui il padre tagliò le dita mentre stava annegando. Si racconta che ogni dito reciso dette origine ad una creatura del mare, tra cui lo squalo della Groenlandia.

Lo squalo della Groenlandia  è un grosso squalo originario delle acque prospicienti le coste della Groenlandia e dell'Islanda, nel Nordatlantico. Si spinge più a nord di qualsiasi altra specie di squalo. È imparentato molto da vicino con il lemargo del Pacifico. È una delle più grandi specie di squalo e le sue dimensioni sono paragonabili solamente a quelle dello squalo bianco: gli esemplari più grandi misurano 6,4 metri di lunghezza e pesano 1000 kg ed alcuni di essi possono raggiungere anche i 7,3 metri. Insieme al lemargo del Pacifico (che può raggiungere i 7 metri) è la più grande specie della famiglia dei Somniosidi. Vive anche molto più a lungo di altri squali.


 
Lo squalo della Groenlandia si nutre soprattutto di pesci, ma può catturare anche mammiferi marini come le foche. Nello stomaco di alcuni esemplari sono stati ritrovati anche resti di orsi polari e renne. Lo squalo stesso è colonizzato da copepodi parassiti che attaccano la cornea, ma che però consentono anche allo squalo di attrarre le prede grazie alla loro bioluminescenza.

Dal 2001 il Gruppo di Ricerca e di Educazione sullo Squalo della Groenlandia e altri Elasmobranchi (GEERG), guidato da alcuni ricercatori canadesi, sta studiando lo squalo della Groenlandia nelle acque del fiordo del Saguenay e dell'estuario del San Lorenzo. La presenza di tale specie nell'area (testimoniata da catture o spiaggiamenti) è stata ripetutamente documentata già dal 1888. Le ricerche intraprese dal GEERG comportano lo studio del comportamento dello squalo grazie all'impiego sia di sommozzatori muniti di telecamere che di apparecchiature segnaletiche acustiche e satellitari posizionate sugli squali stessi; malgrado tutti gli studi effettuati, però, questo gigante del mare rimane tuttora quasi sconosciuto.

Una ricerca condotta dalla Norwegian University of Science and Technology (NTNU), dal Norwegian Polar Institute e dalla Windsor University, in Canada, ha portato risultati imprevisti: non sono gli orsi polari, ma gli squali della Groenlandia gli animali più colpiti dall'inquinamento delle acque oceaniche. Lo studio è stato condotto nelle acque delle isole Svalbard, arcipelago del Mar Glaciale Artico. Si è basato su 43 esemplari, dai quali sono stati prelevati campioni di tessuto epatico. L'analisi del fegato degli squali ha permesso di mettere in luce l'accumulo di sostanze inquinanti nei loro organismi. Si tratta soprattutto di PCB (policlorobifenili), composti organici a lungo utilizzati come isolanti termici e come stabilizzanti in vernici, adesivi, sigillanti industriali. Molte di queste sostanze - solubili nei grassi - sono state negli ultimi tempi dichiarate pericolose e proibite, ma il loro impiego per i lunghi anni dello sviluppo industriale ne ha causato l'inevitabile accumulo nell'ambiente. I ricercatori attribuiscono il ritrovamento di una così massiccia quantità di sostanze pericolose negli squali al loro posizionamento nella catena alimentare: poiché questa specie - intorno alle isole Svalbard - si nutre soprattutto di foche (ma nel loro stomaco sono stati ritrovati anche resti di renne e di orsi), l'accumulo di inquinanti nei loro tessuti è inevitabile. Le foche stesse, infatti, sono caratterizzate da un elevato contenuto di agenti inquinanti. La regola vale per tutti, uomini compresi: se mangi cibo inquinato, tu stesso "ti inquini". Un'osservazione che sembrerebbe confermata dalle differenze rilevate tra gli squali delle Svalbard e quelli che popolano le coste canadesi. Questi ultimi mangiano meno foche; per i primi invece queste costituiscono il 43% della dieta abituale. Meccanismi di difesa Un altro aspetto molto interessante della ricerca norvegese è la scoperta di un originale meccanismo di difesa messo in atto dagli squali delle Svalbard. Nel loro fegato, infatti, è stato rilevato un elevatissimo livello di Vitamina E e una diminuzione della Vitamina A. Questo potrebbe costituire, secondo i ricercatori, un originale strumento di difesa. Perché la Vitamina E è un potente antiossidante che gli animali estraggono dal proprio fegato per metterlo in circolazione nel sangue. Perché studiare gli squali dei mari freddi? Che ce ne importa del loro fegato? Ebbene: al di là dell'interesse scientifico diretto, la ricerca norvegese mette in luce gli effetti a lungo termine dell'inquinamento sugli organismi posti in vetta (o in fondo) alla catena alimentare. In quelle posizioni, a guardar bene, ci sono orsi, foche squali e - purtroppo - anche noi esseri umani.



Gli squali della Groenlandia sono esseri lenti, paragonati ai bradipi sulla terra.
Quasi cechi, tanto lenti da non superare il miglio l’ora e golosi di carcasse in decomposizione. Eppure, questi animali cosi misteriosi giocano un ruolo importantissimo negli ecosistemi marini. Lo squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) può crescere sino a circa 8 metri di lunghezza, questo lo rende uno tra i pesci più grandi del mare. Sicuramente il più grande di tutta la regione artica. Amano il buio ed il freddo, sono rari da osservare, la loro presenza nelle acque superficiali è limitata soltanto alle regioni artiche (Groenlandia ed Islanda), dove la temperatura dell’acqua è bassa anche in superficie. Le segnalazioni e gli avvistamenti, per questo motivo, sono sempre state abbastanza rare, ma in questi anni la tecnologia è venuto in aiuto degli scienziati, segnalando diversi esemplari di squali della Groenlandia tra le acque profonde di Vanada, Portogallo, Francia, Scozia e Scandinavia.

Gli squali della Groenlandia possono vivere ovunque vi siano acque fredde e profonde.

Gli squali della Groenlandia sono comunque stati oggetto di pesca intensiva sino alla metà del 1900. I popoli costieri della Groenlandia cacciavano in abbondanza questi pesci per estrarne olio di fegato utilizzato come combustibile per lampade e come lubrificante industriale. Durante il primo quinquennio degli anni i pescatori locali sono riusciti a catturare circa 30.000 squali, anche oggi sembra che questi pesci non siano in deficit nelle fredde acque dell’oceano, anzi. Sembra che le popolazioni di squali della Groenlandia sia sana e che i pesci siano abbastanza comuni.

Gli squali della Groenlandia sono dei veri e propri spazzini del mare. Mangiano tutto ciò che passa sotto il loro muso, con preferenza se già morto o ancara meglio in decomposizione. Nello stomaco di alcuni squali della Groenlandia sono stati trovati resti di renne, orsi polari e alci.

Uno squalo lento come lo squalo della Groenlandia non può certo sperare ci catturare pesci veloci che sfrecciano in acqua come siluri. Allora si è dedicato a nutrirsi di carcasse, e lo conferma la presenza di crostacei anfipodi ritrovati nello stomaco dello squalo. Ma lo squalo della Groenlandia non è solo lento, è anche abbastanza cieco. La colpa è di Ommatokoita elongata, un crostaceo con la brutta abitudine di vivere attaccandosi permanentemente agli occhi di questi squali, danneggiando le cornee. Sembra che il 90% degli squali della Groenlandia sia infestato da tali parassiti.

Sul fondale, le carcasse di balene ed altri animali marini vengono facilmente individuate dagli squali della Groenlandia che a morsi riducono la carcassa in piccoli pezzi utili all’alimentazione di altri animali degli abissi.
Le popolazioni degli squali della Groenlandia oggi sono fortunatamente sono stabili, e riescono a sopportare bene sia la pesca che il cambiamento climatico.  E’ comunque improbabile che la pesca possa rappresentare una minaccia per questi squali, dato che la loro carne è tossica ed ha un gusto sgradevole. Pensate che tempo fa, un uomo diede da mangiare ai propri cani carne di squalo dello Groenlandia. Il risultato fu: vomito, convulsioni, iper-salivazione con la conseguente morte di alcuni di essi.



LEGGI ANCHE : http://marzurro.blogspot.it/2015/08/i-ghiacci-dei-poli.html




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