Incenso deriva dal latino incedere, bruciare, risplendere. L’incenso è da sempre associato alla divinità alla quale viene bruciata la resina dai fumi profumati, per favorire i legami tra uomo e Dio. Nei funerali cattolici è una pratica che viene effettuata al termine del rito.
Gli Egizi avevano introdotto l’incenso nelle loro pratiche di fumigazione e per uso cosmetico: maschere di ringiovanimento e per la preparazione del kohl, una sorta di kajal per il trucco degli occhi.
Gli Ebrei lo conobbero durante la loro permanenza lungo le coste del Mar Rosso e lo inserirono nelle loro pratiche religiose: collegato alla nascita di Gesù, portatogli in dono dai Re Magi.
Anche tra i popoli Arabi l’incenso veniva largamente impiegato e ne costituiva ricchezza di scambio. Veniva chiamato anche Olibano (bianco). La varietà più pregiata è infatti rappresentata da chicchi bianchi.
Fin dall'antichità, la forte domanda dei vari tipi di incenso e la loro elevata utilità marginale determinarono il sorgere di un importantissimo circuito commerciale in grado di determinare la nascita e il declino di numerose culture umane. L'incenso, nelle sue numerose varianti, è stato infatti usato tanto a scopi medicinali quanto a fini devozionali, sia nell'area del bacino del Mediterraneo, sia nelle regioni delle terre basse mesopotamiche, sia nell'altopiano iranico.
Le culture yemenite che dal II millennio a.C. in poi si sono succedute nell'organizzazione dei traffici legati a tali sostanze e nella loro commercializzazione, furono i regni di Saba, dei Minei, del Qataban, di Awsan e del Hadramawt. Non infrequentemente i regni etiopici, come quello di Axum, hanno invaso le aree sud-arabiche proprio per controllare in prima persona detta commercializzazione e avvantaggiarsene. Un'ipotesi ancor oggi ampiamente accreditata (malgrado alcune critiche più recenti) lega il sorgere economico e spirituale della cittadina higiazena di Mecca al traffico dell'incenso lungo la dorsale carovaniera araba (la via dell'incenso) che metteva in collegamento la regione yemenita di Najran con le coste del Mediterraneo gravitanti sulla città palestinese di Ghaza.
L'uso liturgico dell'incenso è attestato fin dalle epoche più antiche in ordine al convincimento che agli dèi potessero essere graditi gli aromi non solo degli olocausti prodotti dalle carni delle vittime sacrificali ma anche di prodotti vegetali. Ancor oggi numerose religioni usano disporre stabilmente di questo prodotto per glorificare simbolicamente la divinità, mentre nei paesi arabi l'incenso conserva un ben preciso posto nella farmacopea popolare (ad esempio come espettorante, antisettico per mezzo di fumigazioni e inalazioni sfruttanti la gommoresina estratta dai rami e dalle foglie).
In Occidente, viene utilizzato l'olio aromatico estratto dalla resina gommosa. Nell'aromaterapia gli vengono attribuite proprietà rilassanti per la mente e per il corpo, oltre a quelle antisettiche, astringenti e antinfiammatorie. Viene consigliato nella cura dell'asma, del raffreddore, contro le rughe, l'ansia, la depressione.
Nel Vangelo secondo Matteo fu uno dei doni portati dai Re Magi al Bambino Gesù. Secondo la tradizione simboleggia la divinità di Cristo. Secondo la Bibbia l'offerta di incenso è un sacrificio di soave fragranza il cui buon odore giunge fino alle narici di Dio (Genesi 8, 21). L'alzarsi della nuvola d'incenso diventa simbolo della preghiera che si innalza fino a Dio (salmo 140, 2; Apocalisse di Giovanni 8, 3-5).
Attualmente il consumo di incenso è in forte contrazione; il periodo di più larga diffusione si ebbe negli anni '30 e '40 del secolo scorso. Una parte importante dell'incenso proveniva dalla Migiurtinia, territorio della Somalia Italiana e veniva commercializzato sul mercato di Aden.
L’incenso è un prodotto derivato da diverse piante, che si trovano soprattutto nel Corno d’Africa e nella penisola arabica. Per ricavare questa famosa resina gialla, occorre incidere la corteccia degli alberi: molto utilizzata è, in special modo, la resina estratta dall’albero del Boswellia, ma esistono anche altre varietà. La resina estrapolata viene selezionata in base a diversi fattori, come il colore, la purezza e l’ambiente in cui crescono le piante, ad esempio.
E’ una pianta che può raggiungere i 6 metri di altezza, con fronde ricche di fogliame. I suoi fiori sono bianchi o rosa. E’ caratterizzato dalla produzione di una resina gommosa che viene raccolta praticando dei tagli nella corteccia. La Boswellia cresce in Somalia e lungo le coste del Mar Rosso.
L'olio essenziale di incenso è ricavato dalla Boswellia carterii, una pianta della famiglia delle Burseracee. Conosciuto per le sue numerose proprietà, è un antisettico e antireumatico, utile anche in caso di tosse, raffreddore e per riequilibrare il sistema nervoso.
Antisettico, purifica l’aria, l’ambiente in cui viene diffuso. Utile in caso di disturbi di natura batterica, esplica la sua azione antimicrobica.
Astringente, diluito e applicato sulla pelle è un ottimo rimedio per la dilatazione dei pori e la lassità epidermica.
Anticatarrale, espettorante, per liberare le vie respiratorie in caso di tosse e raffreddori.
Antireumatico, applicato diluito per frizioni e massaggi questo olio caldo e balsamico penetra in profondità, riscalda la parte e riossigena i tessuti togliendo il dolore.
Tonico e riequilibrante del sistema nervoso centrale, seda forme ansiose, agitazioni da stress, pensieri ossessivi, paure. Predispone infatti alla calma, alla meditazione e alla preghiera.
Per maschere purificanti: aggiungere 2 gocce di olio essenziale d’incenso a un cucchiaio di olio di mandorle dolci da aggiungere a dell’argilla ventilata già stemperata in acqua. Il potere astringente si somma a purificare la pelle del viso e del collo.
Creme antinvecchiamento: aggiungere 2-3 gocce di olio essenziale di incenso nel vasetto della crema idratante o rassodante che normalmente si utilizza per potenziarne l’effetto
Massaggio antireumatico: 3 gocce di olio essenziale di incenso in due cucchiai di olio di sesamo, da frizionare sulla parte da trattare. Coprire con un panno caldo e lasciare assorbire.
Suffumigi: 1 o 2 gocce in acqua bollente da respirare e da diffondere nell’ambiente in cui si vive.
Per irrigazioni locali: in caso di cistite, aggiungere 5 gocce in 250 ml di acqua bollita, da utilizzare quotidianamente per applicazioni locali.
Non sono segnalate controindicazioni particolari, fatta eccezione per l’uso interno, come per tutti gli olii essenziali che devono essere adoperati con cautela e sempre veicolati, per esempio il miele è un ottimo vettore di oli essenziali. Una curiosità invece legata all’aroma dell’incenso: pare che smorzi il desiderio sessuale, forse incompatibile con la sua forte valenza spirituale.
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