martedì 16 agosto 2016

LA COCCINELLA

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Le coccinelle sono insetti molto comuni e si osservano nei prati, nelle coltivazioni di grano, orzo, avena, erba medica.

Popolano giardini in fiore, serre di rose e tutte quelle piante che vengono attaccate dagli Afidi, in quanto esse cacciano questi insetti sia negli stadi larvali che gli esemplari adulti, liberando le piante da questi parassiti. La loro utilità non finisce qui in quanto sono molto voraci anche di altri insetti.

Presentano un corpo arrotondato con il capo (visto dall'alto) coperto parzialmente dal pronoto. Sono di colore rosso vivo con il capo e le zampe di colore nero. Nere sono anche le macchie rotonde poste in numero di tre su ogni elitra (ali anteriori) e il settimo posto al centro dell'attaccatura delle stesse. Le zampe minuscole, in tutto tre paia, hanno tarsi suddivisi in quattro articoli. Sul capo sono posti i piccoli occhi composti e le antenne anch'esse piccole; presentano un apparato boccale ben sviluppato.

Dopo il pronoto di colore nero si notano le ali anteriori di colore rosso con le macchie rotonde nere. Il numero di queste macchie costituisce un elemento di identificazione per questi insetti. Le ali anteriori o elitre sono dure e coriacee, colorate e avvolgono tutta la parte anteriore dell'insetto conferendogli una forma rotondeggiante. Le ali posteriori leggere, membranose, delicatissime sono nascoste sotto le ali anteriori o elitre e sono le uniche paia di ali idonee al volo. Infatti, quando l'insetto decide di volare le elitre si aprono e si dispongono rigide ad angolo con il capo, lasciando libere le ali posteriori di aprirsi per il volo. Sono insetti che si nutrono di altri insetti e principalmente di afidi.

Manifestano diverse armi per difendersi dai predatori e molestatori curiosi. La prima consiste nel rilasciare, se molestata, un liquido arancione, cioè gocce di emolinfa mediante una autoemorrea riflessa. Questo liquido è acre, colora la superficie con cui viene a contatto ed emana un odore forte e persistente. Una seconda arma di difesa sta proprio nei colori forti delle loro elitre. Esse possono essere rosse (le più comuni), gialle, cosparse di pois neri che le rendono poco appetibili ai predatori.

Esistono circa cento specie solo in Italia e sono tutte utili ai coltivatori e floricoltori, come la piccola Adalia bipunctata, septempunctata e la Anatis ocellata tipica delle conifere, facilmente riconoscibile in quanto è più grossa della coccinella classica (septempunctata), e presenta un numero maggiore di pois sulle elitre, circa sette su ogni una.

Le coccinelle contribuiscono alla lotta biologica ai parassiti dell'orto in quanto possono essere definite come insetti che si nutrono di altri insetti. A rovinare le nostre coltivazioni sono invece quegli insetti che basano la propria sopravvivenza nutrendosi delle piante, i quali vengono definiti come insetti fitofagi.

Tra le piante che attirano particolarmente le coccinelle troviamo il rafano, i cavolfiori ed i broccoli. Le coccinelle sarebbero attirate soprattutto dal loro aroma.



L'efficacia dei Coccinellidi conferisce a questa famiglia un ruolo di primo piano nell'insieme degli entomofagi predatori, condiviso con i Rincoti Antocoridi, i Ditteri Sirfidi, i Neurotteri Crisopidi e alcune famiglie di Coleotteri. Molti insetti predatori, infatti, svolgono un ruolo di secondo piano nel contesto degli agenti di controllo naturali dei fitofagi e spesso surclassato dai parassitoidi o da altri agenti naturali. I Coccinellidi, invece, possono assumere un ruolo predominante e determinante nel controllo biologico di alcune specie.

Per questo motivo sono tra i principali predatori applicati nei vari metodi di lotta biologica. Alcune specie possono essere moltiplicate in allevamenti massali, quando la polifagia permette l'impiego di un adeguato ospite di sostituzione di facile allevamento o un substrato artificiale. Esistono tuttavia limiti operativi nell'allevamento dei Coccinellidi afidifagi. La mobilità dei coccinellidi rende inoltre difficile il mantenimento delle popolazioni introdotte con i lanci, a meno che non si operi in coltura protetta adottando apposite barriere antinsetto. I contesti applicativi di maggior rilievo sono il metodo propagativo e il metodo protettivo, che possono fornire anche risultati di grande portata, tuttavia in casi specifici si ricorre anche al metodo inoculativo. Quest'ultimo, ad esempio, è largamente adottato nell'impiego del Cryptolaemus montrouzieri contro alcune cocciniglie.

La prima esperienza significativa di applicazione del metodo propagativo si ebbe nel 1888 con l'introduzione del Coccinellide Rodolia cardinalis negli agrumeti californiani: in soli due anni si riuscì a debellare la piaga dell'Icerya purchasi, che da 20 anni era responsabile della progressiva distruzione degli agrumeti in questa regione. L'efficacia di questo predatore è tale che la cocciniglia è oggi un fitofago di minore importanza controllato esclusivamente con la lotta biologica in tutto il mondo.
La prima esperienza di applicazione su larga scala del metodo inoculativo si ebbe a partire dal 1916 negli Stati Uniti d'America con il Cryptolaemus montrouzieri: questo coccinellide non riesce ad acclimatarsi stabilmente nelle regioni più fredde, pertanto furono realizzati diversi allevamenti massali allo scopo di introdurlo sistematicamente, ogni primavera, negli agrumeti delle regioni più interne della California, contro la cocciniglia Pseudococcus calceolariae. L'allevamento del crittolemo, che ormai vanta un'esperienza quasi secolare, continua ad essere attuato efficacemente ai fini della lotta biologica contro il cotonello degli agrumi (Planococcus citri).

Le coccinelle sono divise in diverse sottofamiglie e tribù che comprendono circa 360 generi. La sistematica interna dei Coccinellidi ha subito diverse revisioni, non sempre condivise e ancora oggi esistono divergenze in merito alla collocazione sistematica di vari raggruppamenti, spesso a livello di tribù. Una delle più importanti revisioni, citata spesso come fondamentale, è stata attuata da SASAJI, basandosi sulle relazioni filogenetiche e sulla morfologia delle larve e degli adulti. Questa revisione definisce sei sottofamiglie (Chilocorinae, Coccidulinae, Coccinellinae, Epilachninae, Scymninae, Sticholotidinae) e rivede la posizione di diverse tribù e generi. Nonostante l'impianto di base, accettato in gran parte dai coleotteristi, alla revisione di Sasaji si oppone la critica di una parzialità in quanto basata sui Coccinellidi orientali. La sua classificazione pertanto è stata revisionata successivamente da diversi autori con l'aggiunta di nuove sottofamiglie. Tali revisioni non sono tuttavia convergenti verso uno schema universale e restano a tutt'oggi divergenze in merito alla posizione di alcuni taxa.

In particolare è controversa la posizione della sottofamiglia Ortaliinae. Nell'albero originario di Sasaji, questa sottofamiglia era ridotta al rango di tribù (Ortaliini), nella sottofamiglia Chilocorinae, dalla quale è stata in seguito separata e inserita in una sottofamiglia distinta (Sottofam. Ortaliinae, tribù Ortaliini). Negli Ortaliinae, alcuni schemi comprendono anche la tribù dei Noviini (proveniente da Coccidulinae), tuttavia altri schemi divergono in merito alla posizione dei Noviini.
Lo schema di FÜRSCH contempla la separazione della tribù Ortaliini dai Chilocorinae con l'inserimento nella sottofamiglia degli Ortaliinae, ma mantiene i Noviini nella sottofamiglia dei Coccidulinae.

La coccinella è il simbolo della Foundation Against Senseless Violence olandese, come è possibile vedere nel logo. Altre compagnie utilizzano le coccinelle nel proprio logo.
Nello scautismo prendono il nome di coccinelle le bambine tra gli 8 e gli 11 anni nei gruppi dove è presente un cerchio. L'uniforme delle coccinelle prevede un copricapo circolare di colore rosso a 7 punti neri.
Nella mitologia estone, la coccinella è l'animale scelto da Linda per ricercare un potente mago che possa salvare la vita all'eroe Kalev.
Per la simpatia che ispira, la coccinella è spesso usata come simbolo per antonomasia delle tecniche di difesa fitosanitaria a basso impatto ambientale (lotta biologica e lotta integrata) e proposta nei marchi e nelle campagne di marketing. Ad esempio, la campagna pubblicitaria che lanciò il marchio del consorzio Melinda della Val di Non era basata su uno spot che proponeva la coccinella come emblema di una produzione basata su uno dei primi disciplinari di lotta integrata avviati in Italia.
Usata come simbolo dalla Compagnia petrolifera Total (che per un periodo negli anni 70', dava in omaggio dei modellini magnetici a chi si riforniva).
Nel Triveneto è anche, curiosamente, chiamata "l'ave maria va a scuola".
Nel Saluzzese si insegnava ai bambini una filastrocca che recitava: parpaiola vola, vola, mustemè la via për endé a scola, ( coccinella vola vola, insegnami la strada per andare a scuola).
Nella zona di Firenze è chiamata Lucia, molto probabilmente perché popolarmente associata alla omonima santa siciliana: si crede infatti che raccogliendo questo insetto e facendolo volare via, venga protetta la vista di chi lo fa; al contrario, chi facesse del male o peggio ancora uccidesse la coccinella, sarebbe colto da problemi alla vista.



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