Troviamo in vendita crocchette adatte ad ogni razza di cane e gatto e ad ogni momento della loro vita. Gli italiani spendono miliardi per acquistare crocchette e scatolette per cani e gatti. Le etichette sono poco trasparenti. Le tipologie del pesce, della carne e dei cereali il più delle volte non vengono definite.
Il marketing trasforma gli scarti dell’industria alimentare in menù stellati per cani e gatti, ad esempio a base di salmone o di vitello. Ma la percentuale di pesce o carne presente nei prodotti può essere davvero minima.
I veterinari consigliano di scegliere per i nostri animali una dieta casalinga basata su alimenti freschi, che sia ben bilanciata per gli animali. Una dieta casalinga corretta è benefica per la salute degli animali e fa risparmiare. Ma bisogna anche specificare che deve essere assolutamente seguita da un esperto. Il fai da te può essere pericoloso.
Gli scarti di macellazione spesso diventano crocchette per cani e gatti. Le campagne di marketing e i consigli dei veterinari, ci spingono a pagare a peso d’oro questi prodotti.
Senza contare la drammatica questione dei cani e gatti su cui vengono testati i prodotti alimentari.
Tra le problematiche l'eventuale presenza delle aflatossine (una tipologia di micotossine) nei prodotti alimentari per animali può risultare molto rischiosa per la loro salute: casi di morte e malformazione nei gattini, vomito e diarrea, ad esempio, fino ai tumori.
La presenza di aflatossine nei prodotti alimentari per gli animali domestici non è regolamentata dalla legge e dalle aziende è considerata normale, oltre a non essere indicata in etichetta. Si tratta, infatti, di tossine invisibili. Il problema ha avuto inizio negli ultimi anni a partire dall'introduzione dei cereali nelle crocchette per gli animali. In precedenza i cereali non erano presenti. Alti livelli di micotossine sono stati ritrovati nei prodotti per cani e gatti di marche molto note. Senza contare che non è obbligatorio per le aziende indicare in etichetta la presenza di antiossidanti, additivi e conservanti.
Alcuni veterinari non consigliano mai un'alimentazione casalinga, ma suggeriscono solo prodotti industriali, semplicemente perché si tratta di un'operazione di marketing supportata dalle aziende del cibo per animali e delle grandi catene di negozi per animali.
D'altra parte, un'alimentazione casalinga o basata sugli avanzi della nostra dieta, se non seguita da un veterinario, può diventare pericolosa per gli animali.
Cani e gatti hanno fabbisogni ed esigenze nutrizionali molto diversi rispetto a quelli umani, che variano significativamente fra l'altro in funzione dell'età, della taglia, del tipo di attività fisica. Basti pensare, ad esempio, che mediamente l'uomo ha bisogno del 15% di calorie provenienti da proteine, mentre il cane del 35% e il gatto addirittura del 45%. Rispondere in modo corretto a fabbisogni così vari con preparazioni casalinghe è molto difficile, in quanto richiede una conoscenza approfondita della loro fisiologia e il rispetto di ben 42 diversi parametri legati al contenuto di nutrienti. Uno dei rischi maggiori di un'alimentazione preparata in casa è quindi quello di offrire una nutrizione non bilanciata, che può ripercuotersi sulla salute del pet sul medio-lungo periodo.
"La normativa europea relativa alla produzione di petfood", spiega il docente di Tecnica mangimistica e alimentazione degli animali da affezione, Università degli Studi di Torino, Diplomato ECVCN; membro del Comitato Scientifico per le Linee guida nutrizionali FEDIAF, "regolamenta in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti utilizzati. Le materie prime di origine animale impiegate nella produzione industriale di petfood, ad esempio, oltre a essere sottoposte ad attenta verifica e certificazione, sono ottenute dalla macellazione di animali dichiarati idonei al consumo umano da parte del Servizio veterinario nazionale".
"Il termine additivi indica in realtà gli integratori: fra questi vi sono ad esempio vitamine, oligoelementi e antiossidanti utili per garantire la completezza dell'alimento e una sua migliore conservazione. Perciò quando si legge 'additivo' nella formulazione del petfood, non bisogna allarmarsi. L'utilizzo di droghe è poi da escludersi in quanto assolutamente vietato dalla severa normativa che regolamenta la produzione del cibo per animali".
Quella di non comprendere bene quanto riportato dall'etichetta è una delle maggiori preoccupazioni dei proprietari. Ma anche su questo il prof. Mussa rassicura: "La gamma di alimenti completi forniti dall'industria è ormai notevole e i proprietari richiedono spesso ai medici veterinari giudizi sui prodotti per i loro animali. Esiste una severa legislazione in materia di etichettatura del petfood - a livello europeo e nazionale - che ne garantisce la qualità e la sicurezza e che fissa delle linee guida precise in merito alle modalità con cui le indicazioni su materie prime e ingredienti utilizzati devono essere riportate. Le leggi attuali forniscono già gli strumenti che permettono una valutazione, se non esaustiva, comunque utile delle caratteristiche del prodotto: basti ricordare ad esempio che un mangime può essere definito 'completo' solo quando è in grado di coprire tutte le esigenze nutritive di un determinato animale. Naturalmente resta fondamentale il contributo del medico veterinario per valutare con maggior approfondimento l'adeguatezza della dieta per il proprio amico".
Secondo la prof. ssa Paola Dall'Ara, docente di microbiologia e immunologia veterinaria, Università degli Studi di Milano, l'alimentazione è fondamentale per l'aspettativa di vita degli animali: "È importante ricordare che 40 anni fa l'aspettativa di vita di un cane era di sei anni, mentre oggi è di 12 anni. Questo grazie ai progressi nella diagnostica e nella terapia medica e al miglioramento dell'alimentazione attraverso la diffusione del petfood nutrizionalmente bilanciato e adatto alle diverse esigenze degli animali da compagnia. Una corretta nutrizione ha, infatti, un ruolo fondamentale in termini di corretta crescita e sviluppo, prevenzione delle patologie, per la sua azione di supporto a livello immunitario, e non da ultimo come integrazione alla cura".
"Per valutare l'efficacia del petfood la vivisezione non serve a nulla", assicura il dr. Melosi. "Al contrario, sono sufficienti le consuete indagini veterinarie non cruente, come esami di feci e urine, che qualsiasi veterinario potrebbe trovare utile prescrivere ai propri pazienti".
Parlando di crocchette, prima di prendere in considerazione le varie marche, è sempre bene ricordare che in ogni caso si tratta di cibo processato, che è stato cotto, macinato, lavorato. Anche se gli ingredienti di partenza fossero eccellenti, dopo tutto il processo di lavorazione, non sono paragonabili a quelli freschi. E’ inevitabile che il valore nutritivo degli ingredienti venga perso durante la lavorazione, ed è per questo che nel cibo industriale vengono sempre aggiunti vitamine e minerali alla fine, per rimpiazzare quello che si è perso.
Si tratta quindi di integratori e vitamine sintetici, la cui utilità per l’organismo è stata confutata dagli esperimenti condotti dalle dottoresse Key-Tee Khaw e Aisla Welch (Cambridge, 2000), le quali, al termine di una ricerca durata 20 anni, affermarono che l’unico modo per ottenere tutti i minerali e le vitamine di cui abbiamo bisogno, è prenderli da frutta e verdura freschi.
Se gli integratori artificiali non possono sostituire e rimpiazzare un’alimentazione di frutta e verdura vera per noi umani, la stessa cosa vale per i nostri cani, che con il mangime industriale non possono scongiurare carenze nutrizionali.
La legge dice che la dicitura “Carni e derivati” sta a indicare ‘le parti carnose di animali terrestri a sangue caldo macellati, fresche o conservate, (carni) e tutti i prodotti o sottoprodotti (derivati)…’’. In altre parole, per derivati si intendono gli scarti di macellazione, quali possono essere le interiora di bovini, suini, ovini, equini, polli, galline, anatre, tacchini, conigli, zampe e teste di pollo, polmoni, mammella, milza, fegato, reni, stomaco e tendini., ma anche becchi, unghie, piume. Con derivati della carne, individuiamo un mix di scarti di animali non meglio specificati, di cui appunto non possiamo conoscere il valore nutritivo.
In una crocchetta media, il 70% degli ingredienti sono i cereali e le farine di carne, il glutine di mais e di frumento, la polpa di barbabietola e vari grassi animali.
A volte negli ingredienti delle crocchette non è specificato di quale cereale si sta parlando. Spesso quello maggiormente usato nelle crocchette è il mais. Per il cane i cereali non sono indispensabili, essendo essenzialmente un carnivoro, quindi grandi quantità di cereali possono essere difficili da digerire. Nella maggior parte di crocchette le quantità di cereali sono maggiori rispetto a quelle della carne.
Farine di carne: indicano che la materia prima è ottenuta da un processo di riciclaggio, per l’esattezza la legge (Legge 15 febbraio 1963 n° 281 e smi) le definisce “Prodotto ottenuto dal riscaldamento, dall'essiccamento e dalla macinazione della totalità o di parti di carcasse di animali terrestri a sangue caldo”. In sostanza si riciclano carcasse di bestiame per estrarne olio dal grasso, tramite fusione. E’ evidente che il valore nutritivo dipende dalla qualità delle proteine: un petto di pollo sarà più nutriente e salutare rispetto a una farina ottenuta tramite riciclaggio di una carcassa.
Glutine di mais/frumento o farine di mais e frumento: sono una fonte economica di proteine vegetali, in alternativa a quelle che dovrebbero provenire dalla carne.
Polpa di barbabietola: è quello che resta dopo l’estrazione dello zucchero dalle barbabietole. E’ comunissima negli alimenti secchi per cani in quanto ha un potere indurente per le feci e previene la diarrea.
Grassi/proteine idrolizzati: per proteina idrolizzata o idrolisata, si intende una proteina che ha subito un processo di idrolisi, è stata cioè già digerita per reazione con enzimi. In sostanza sono proteine pre digerite e il loro uso è utile a non scatenare reazioni allergiche in soggetti allergici o ipersensibili verso le stesse.
Quindi la gran parte di una crocchetta media è composta da cereali, farine di mais e frumento, le sostanze minerali e vitamine aggiunte e le carni occupano solo il 20%-30% della composizione.
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