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martedì 10 novembre 2015

AROMATERAPIA

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In tutte le culture umane le piante aromatiche hanno goduto di uno status particolarmente importante, probabilmente, ed originariamente proprio per le loro caratteristiche organolettiche, per la loro “salienza percettiva”, che ne ha certamente favorito l'individuazione. Cenni all'utilizzo di resine, piante aromatiche, spezie, incensi ed olii grassi infusi di piante aromatiche si ritrovano nei testi sumerici. Purtuttavia, l'utilizzo a scopo terapeutico degli olii essenziali è molto più recente. Non ci sono infatti indicazioni storiche, letterarie o iconografiche, che indichino la conoscenza degli olii essenziali nell'antichità classica. Nonostante sia probabile che la teoria e la pratica della distillazione fossero conosciute in ambito arabo intorno al 1000 d.C., fu solo nell'alto medioevo che questa tecnica fu utilizzata per ottenere gli olii essenziali, e fu solo intorno agli anni venti del XX secolo che il chimico francese René Maurice Gattefossé contribuì alla rinascita dell'interesse per i trattamenti naturali, grazie ai suoi studi sulle proprietà medicinali dell'essenza di lavanda ed alle sue applicazioni ai militari feriti della prima guerra mondiale. Se a Gattefosse viene attribuita l'invenzione del termine "aromaterapia", ad un altro medico francese, Jean Valnet viene riconosciuta l'opera fondamentale per la disciplina, intitolata Aromathérapie e pubblicata nel 1964.

L'aromaterapia rappresenta una forma sempre più popolare ed accessibile di cura e può essere considerata un ramo della fitoterapia, che si basa sull'impiego di oli essenziali altamente concentrati, ottenuti da fiori e piante.
Gli oli utilizzati in aromaterapia vengono estratti di solito mediante distillazione in corrente di vapore che rende possibile separare l’olio dall’acqua.

L’uso di olio essenziale in forma aromaterapica ha un potenziale straordinariamente alto, che si manifesta in benessere a livello fisico, emotivo e mentale.

Gli olii essenziali, che si impiegano singolarmente o miscelati tra loro, avrebbero numerosi benefici effetti, tra i più conosciuti:

• effetti antibiotici: battericidi e fungicidi;
• effetti sul sistema nervoso centrale e sul sistema nervoso periferico;
• effetti controirritanti;
• effetti anestetici locali;
• effetti antispasmodici;
• effetti balsamico-espettoranti;
• effetti antiflogistici;
• effetti carminativi.




.In aromaterapia gli olii essenziali possono essere utilizzati con varie modalità:
- applicazione cutanea, tramite bagni, massaggi, maschere, fanghi, creme, lozioni o impacchi;
- contatto permucotico, ovvero tramite risciacqui o gargarismi;
- inalazione: tramite inalatori o vaporizzatori che diffondono le proprietà degli oli nell’aria grazie al calore;
- applicazione orale od olfattiva.

Proprio per la loro alta concentrazione gli olii essenziali vengono di solito diluiti in solventi specifici, come olii grassi o l'alcol, ciò per ridurre i rischi di reazioni di ipersensibilità. Ciononostante possono provocare effetti collaterali più o meno importanti in conseguenza di diversi fattori, tra cui la via di assunzione, la quantità e specifiche patologie preesistenti. Ci sono poi casi in cui il loro impiego risulta preventivamente sconsigliato: gravidanza, età inferiore ai 3 anni, epilessia, epatopatie e insufficienze renali.

Arancio dolce: ha molte proprietà come antisettico, calmante, sedativo, tonico digestivo, tonico dell'epidermide ed è un eccellente aroma alimentare.
Limone: questo olio essenziale rinforza l'immunità naturale, regola il metabolismo, è un tonico del sistema nervoso, un antisettico generale e battericida, un antivirale, un tonico digestivo e depurativo. Inoltre ha un'azione sulla microcircolazione: diminuisce la permeabilità dei capillari ed aumenta la loro resistenza.
Menta: i benefici e le virtù del mentolo contenuto nell'olio essenziale di menta sono efficaci per stimolare, fortificare e purificare il sistema digestivo ed il sistema sanguigno. Utilizzato spesso in caso di problemi gastrici, di spasmi o di dilatazioni, l'olio essenziale di menta combatte attivamente l'ansia, le nausee e l'indigestione.
Lavanda: ottimo sedativo: utile in caso di ansia, insonnia, agitazione e nervosismo. Esercita un'azione riequilibratrice, essendo sia tonico e che sedativo.
Timo: l’olio essenziale di timo ha diverse proprietà, tra cui antitossico, ipertensivo, antireumatico, balsamico e stimolante immunitario.
Melaleuca: l'olio essenziale di melaleuca ha una significativa attività antifungina e antibatterica, in particolare contro streptococchi, funghi e candida. E’ inoltre efficace in molte malattie della pelle come acne, eczemi, psoriasi e in molte infezioni genito-urinarie come cistiti croniche e vaginiti.
Rosmarino: tonico generale, antireumatico, diuretico, antisettico e cicatrizzante, l’olio di rosmarino è anche un ottimo stimolante sessuale, un antiossidante e un antiparassitario.

L'utilizzo delle essenze a bassi dosaggi, ad esempio tramite inalazioni odorose, necessita dell'aiuto sinergico di fattori esterni che facilitino uno stato rilassato della mente. Ad esempio, un massaggio o un bagno sono momenti di relax in cui possono essere introdotte, con buoni risultati, le essenze profumate. Al contrario, un prodotto a base di oli essenziali spruzzato sulla pelle prima di un'intensa giornata lavorativa non indurrà gli stessi benefici effetti.
Ottimi risultati si hanno quindi utilizzando gli oli essenziali per massaggi terapeutici. Durante il massaggio, gli oli essenziali vengono assorbiti sia per via cutanea che per inalazione olfattiva, quindi si aggiungono dei livelli di risposta fisiologica alla risposta di tipo olfattivo/emozionale.
Le essenze con un profumo sgradevole sembrano non avere le stesse possibilità di accesso al sistema nervoso che hanno, invece, le essenze con un «buon profumo», in quanto il cervello cerca di escludere i «cattivi odori», tramite, ad esempio, una riduzione delle inspirazioni. Quindi, oli essenziali quali valeriana o asafetida (notoriamente sgradevoli) non sono adatti per un profumo anti-stress o un olio da massaggio rilassante, anche se, assunti per via orale, hanno effetti sedativi. Nel caso dell'orazione, diventa molto importante la qualità estetica (piacevole o sgradevole) dell'essenza inalata.
L'assorbimento degli oli essenziali attraverso la pelle è stato ampiamente dimostrato. Per essere utilizzati durante il massaggio, gli oli essenziali vengono diluiti in una quantità che varia dall'uno al 5 % in olio vegetale (quale l'olio di mandorla, di jojoba, ecc.). La quantità di essenza che viene assorbita attraverso la pelle durante un massaggio su tutto il corpo, è approssimativamente di 0,1 ml; cioè la stessa dose utilizzata per somministrazioni orali.
L'efficacia dei dosaggi e delle diluizioni usati in aromaterapia è attualmente oggetto di impegnate ricerche, in quanto si è sperimentato che bassi dosaggi di oli essenziali possono dare effetti opposti a quelli ottenuti con dosaggi più alti, per cui un olio può risultare stimolante a bassi dosaggi e sedativo con dosaggi più elevati, o viceversa. Questo aspetto dell'aromaterapia ricorda quello dei farmaci omeopatici, per i quali più una sostanza è diluita più potente è il suo effetto.




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martedì 24 marzo 2015

IL GELSOMINO

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Il gelsomino fa parte della famiglia delle Oleaceae. Nel il genere Jasminum possiamo contare più di 200 specie. Il portamento può essere arbustivo o rampicante anche a seconda delle dimensioni che raggiunge la pianta. Alcune varietà sono piuttosto compatte e cespugliose ( circa 1 metro di altezza). Altre sono rampicanti o sarmentose e possono raggiungere anche i 10-15 metri. Le foglie variano molto a seconda delle specie. I fiori, invece, hanno sempre forma di stella con alla base un lungo tubulo. I colori spaziano dal bianco al rosa al giallo al rosso.
Quasi tutti i gelsomini sono stati importati dall’Asia Centrale, ma alcuni provengono anche dall’Africa e dall’Australia. Il J. Fruticans è l’unico originario dell’Europa.
Il gelsomino officinale era già conosciuto dai greci e dai romani, ma andò perduto. Venne poi reintrodotto alla metà del 1400. Il J. Sambac era coltivato in Inghilterra già nel 1600 mentre gli oggi popolarissimi Nudiflorum, mesnyi e polyanthum arrivarono nel tardo 1800. Singolare e curiosa è la storia del gelsomino Sambac in Italia: il granduca Cosimo de’ Medici fu il primo a possederne uno. Ne era molto geloso e vietò ce ne fosse tagliata anche solo una foglia (per paura che si cercasse di riprodurlo). La leggenda narra che un giovane giardiniere invece fece dono di un ramoscello alla sua fidanzata. Questa lo piantò nel suo giardino e il gelsomino radicò. Cominciarono allora a moltiplicarlo e a venderlo e con il ricavato poterono sposarsi. Da allora in Toscana tutte le spose portano un mazzetto di gelsomino.

Lo sviluppo e il portamento variano molto da una cultivar all’altra.
Cespugli o arbusti: hanno questo portamento in genere tutti i Sambac, . Odoratissimus, . Multipartitum, fruticans, parkeri, floridum, floridum, auriculatum.
Sarmentoso: nitidum, officinal, azoricum, molle, X stephanense, nudiflorum, angulare, beesianum, mesnyi, simplicifolium, simplicifolium, polyanthum.
Anche l’altezza è molto variabile. Si va dal J.parkeri, 30 cm, all’officinale che può raggiungere anche i 15 metri.

La fioritura in alcune varietà è molto precoci, come il nudiflorum (fiorisce da novembre a marzo a seconda delle latitudini).
Altri, come l’officinale, hanno una fioritura piuttosto breve che occupa in genere maggio-giugno.
Il più precoce nella primavera è il polyanthum che comincia a fiorire già ad aprile.
Fioritura prolungata hanno molte cultivar Sambac, il Grandiflorum e l’azoricum.
I fiori hanno forme molto simili, ma varia il numero di petali e la lunghezza.
I più particolari si possono trovare in alcune cultivar di Sambac. Per esempio il Sambac Maid of Orleans ha petali molto arrotondati mentre il famoso Granduca di Toscana ha una corolla molto doppia.
Il colore più diffuso è il bianco spesso leggermente soffuso di rosa mentre alcune varietà come il x stephanense e il beesianum hanno infiorescenze rosa acceso o quasi rosso.
Più diffuso è il giallo: odoratissimum, fruticans, parkeri, nudiflorum, humile, mesnyi.

La forma delle foglie varia molto. Vale la pena ricordare che alcune specie hanno fogliami interessanti da inserire nel giardino.
Ad esempio il J. fluminense porta piccole foglie grigiastre.
Interessanti anche alcune cultivar dell’officinale: l’argenteo variegatum ha foglie abbondantemente variegate di bianco. La Fiona Sunrise porta fogliame verde dorato.
Il J. fruticans ha particolari foglie: piccole, lucide e pennate.

Considerato dagli arabi il re dei fiori, il gelsomino è citato, insieme alla rosa, come fiore dell'amore e dell'affettività, simbolo del femminile per eccellenza. Una leggenda racconta che i gelsomini sono stelle precipitate sulla terra; sprigionano il loro massimo profumo di notte e sono per questo legati ai due "pianeti" notturni per eccellenza, la Luna e Venere. Questi astri governano l'equilibrio dell'organismo femminile nei suoi due aspetti psico-emotivo e riproduttivo. Per questo suo doppio potere, l' olio essenziale di gelsomino non deve mancare a chi voglia vivere una completa armonia tra mente e corpo.

Ringiovaniscono le cellule e i tessuti. Proteggono cuore, circolo e cervello.

A livello nervoso il gelsomino procura una sorta di "armonizzazione psichica": in caso di ansia o agitazione è calmante; ma contemporaneamente rafforza il carattere rendendolo più equilibrato, stimola la volontà, aiuta, in caso di depressione, a superare l'inerzia e l'apatia e induce all'ottimismo. A questo scopo sono ottimi i bagni aromatici con l'essenza pura (otto gocce in una vasca d'acqua). Oppure si può praticare su decolletè e polsi, con un breve massaggio, qualche goccia di olio al gelsomino.

Oltre a essere uno dei più efficaci profumi afrodisiaci sia per lei che per lui, l'olio al gelsomino ha una potente azione riequilibrante sull'apparato riproduttivo femminile. Massaggiato sulla zona lombare e addominale, a partire da una settimana prima del ciclo, stimola le mestruazioni troppo scarse, agevolando il flusso sanguigno nella zona, contrasta i fastidi della sindrome premestruale (cattivo umore, tensione, cefalea) e, durante il ciclo, allevia i dolori, sciogliendo le tensioni nella zona pelvica.

Il gelsomino è un preziosissimo aiuto per la cura della pelle: tonifica, distende le rughe e ne previene l'aumento, lenisce screpolature e arrossamenti soprattutto per le mani. Tre gocce di olio essenziale di gelsomino rendono prodigiose le comuni creme di bellezza.

Il Gelsomino sembra essere stato creato appositamente per servire l'emblema dell' amabilità e lo si paragona alle persone di carattere perfetto, che sembrano messe nella società per arricchirla moralmente.
Il Gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato nell'Europa dai navigatori spagnoli in epoca non ben precisata fra il 1524 ed il 1528. Ma in Italia sembra però che esistesse anche prima di quel tempo, e ne fa prova una figura di tal fiore ben disegnata e colorita che si trova nel Codice lasciatoci dal Rinio " Liber de Simplicibus" scritto nel 1415. Forse il Gelsomino ebbe nei suoi primi tempi la sorte comune con tanti altri fiori, fu o poco conosciuto o poco apprezzato.
Il primo ad averne qualche esemplare fu Cosimo I de' Medici, detto il "Gran diavolo": si invaghì tanto di questo fiorellino, che volendo esserne l'unicopossessore, proibì severamente ai suoi giardinieri di regalarne anche una sola pianta e di riprodurlo in molti esemplari. L'ordine granducale fu scrupolosamente rispettato per molti anni e chi sa per quanto tempo ancora il Gelsomino sarebbe rimasto proprietà esclusiva dei Medici, se un caso fortuito non ne avesse agevolata la propagazione. Un giovane giardiniere, volendo presentare un ricco e gentil dono alla propria fidanzata nel giorno del suo onomastico, pensò di offrirle un ramoscello di Gelsomino, e così fece. La giovane gradì moltissimo: dolente che un così bello e raro fiore dovesse avvizzire così presto, lo mise in terra per conservarlo fresco più lungamente. Ottenne più di quanto sperasse. Il Gelsomino restò verde per tutto l'anno e nella seguente primavera gettò nuovi germogli e nuovi fiori. Assoggettato a miglior coltura si fece più robusto e diede rigogliosi polloni che costituirono altrettante piante. Divenne il padre, se non di tutti, almeno i buona parte dei Gelsomini che possediamo. Il ricavo della vendita di queste pianticelle fu tanto cospicuo, che i poveri amanti divennero ben presto sposi doviziosi e felici. Da quel tempo le giovinette toscane usarono portare nel dì delle nozze un mazzetto di gelsomini, in memoria di tale avvenimento. In Toscana ancora oggi si dice che " ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito".
La coltivazione del Gelsomino è delle più facili. Qualunque terra gli conviene, vegeta però meglio nei terreni leggeri e freschi ingrassati con letame cavallino ben macerato. I geli, se intensi e prolungati, possono uccidere i suoi rami, ma è raro che guastino le sue radici per cui, avvenendo ciò, basta tagliare in primavera verso terra i suoi rami per ottenere getti rigogliosissimi e riparare in soli due anni il danno sofferto.
In certe zone d'Italia, specialmente il Liguria, si coltiva il gelsomino per uso in profumeria.


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