martedì 24 marzo 2015

IL GELSOMINO

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Il gelsomino fa parte della famiglia delle Oleaceae. Nel il genere Jasminum possiamo contare più di 200 specie. Il portamento può essere arbustivo o rampicante anche a seconda delle dimensioni che raggiunge la pianta. Alcune varietà sono piuttosto compatte e cespugliose ( circa 1 metro di altezza). Altre sono rampicanti o sarmentose e possono raggiungere anche i 10-15 metri. Le foglie variano molto a seconda delle specie. I fiori, invece, hanno sempre forma di stella con alla base un lungo tubulo. I colori spaziano dal bianco al rosa al giallo al rosso.
Quasi tutti i gelsomini sono stati importati dall’Asia Centrale, ma alcuni provengono anche dall’Africa e dall’Australia. Il J. Fruticans è l’unico originario dell’Europa.
Il gelsomino officinale era già conosciuto dai greci e dai romani, ma andò perduto. Venne poi reintrodotto alla metà del 1400. Il J. Sambac era coltivato in Inghilterra già nel 1600 mentre gli oggi popolarissimi Nudiflorum, mesnyi e polyanthum arrivarono nel tardo 1800. Singolare e curiosa è la storia del gelsomino Sambac in Italia: il granduca Cosimo de’ Medici fu il primo a possederne uno. Ne era molto geloso e vietò ce ne fosse tagliata anche solo una foglia (per paura che si cercasse di riprodurlo). La leggenda narra che un giovane giardiniere invece fece dono di un ramoscello alla sua fidanzata. Questa lo piantò nel suo giardino e il gelsomino radicò. Cominciarono allora a moltiplicarlo e a venderlo e con il ricavato poterono sposarsi. Da allora in Toscana tutte le spose portano un mazzetto di gelsomino.

Lo sviluppo e il portamento variano molto da una cultivar all’altra.
Cespugli o arbusti: hanno questo portamento in genere tutti i Sambac, . Odoratissimus, . Multipartitum, fruticans, parkeri, floridum, floridum, auriculatum.
Sarmentoso: nitidum, officinal, azoricum, molle, X stephanense, nudiflorum, angulare, beesianum, mesnyi, simplicifolium, simplicifolium, polyanthum.
Anche l’altezza è molto variabile. Si va dal J.parkeri, 30 cm, all’officinale che può raggiungere anche i 15 metri.

La fioritura in alcune varietà è molto precoci, come il nudiflorum (fiorisce da novembre a marzo a seconda delle latitudini).
Altri, come l’officinale, hanno una fioritura piuttosto breve che occupa in genere maggio-giugno.
Il più precoce nella primavera è il polyanthum che comincia a fiorire già ad aprile.
Fioritura prolungata hanno molte cultivar Sambac, il Grandiflorum e l’azoricum.
I fiori hanno forme molto simili, ma varia il numero di petali e la lunghezza.
I più particolari si possono trovare in alcune cultivar di Sambac. Per esempio il Sambac Maid of Orleans ha petali molto arrotondati mentre il famoso Granduca di Toscana ha una corolla molto doppia.
Il colore più diffuso è il bianco spesso leggermente soffuso di rosa mentre alcune varietà come il x stephanense e il beesianum hanno infiorescenze rosa acceso o quasi rosso.
Più diffuso è il giallo: odoratissimum, fruticans, parkeri, nudiflorum, humile, mesnyi.

La forma delle foglie varia molto. Vale la pena ricordare che alcune specie hanno fogliami interessanti da inserire nel giardino.
Ad esempio il J. fluminense porta piccole foglie grigiastre.
Interessanti anche alcune cultivar dell’officinale: l’argenteo variegatum ha foglie abbondantemente variegate di bianco. La Fiona Sunrise porta fogliame verde dorato.
Il J. fruticans ha particolari foglie: piccole, lucide e pennate.

Considerato dagli arabi il re dei fiori, il gelsomino è citato, insieme alla rosa, come fiore dell'amore e dell'affettività, simbolo del femminile per eccellenza. Una leggenda racconta che i gelsomini sono stelle precipitate sulla terra; sprigionano il loro massimo profumo di notte e sono per questo legati ai due "pianeti" notturni per eccellenza, la Luna e Venere. Questi astri governano l'equilibrio dell'organismo femminile nei suoi due aspetti psico-emotivo e riproduttivo. Per questo suo doppio potere, l' olio essenziale di gelsomino non deve mancare a chi voglia vivere una completa armonia tra mente e corpo.

Ringiovaniscono le cellule e i tessuti. Proteggono cuore, circolo e cervello.

A livello nervoso il gelsomino procura una sorta di "armonizzazione psichica": in caso di ansia o agitazione è calmante; ma contemporaneamente rafforza il carattere rendendolo più equilibrato, stimola la volontà, aiuta, in caso di depressione, a superare l'inerzia e l'apatia e induce all'ottimismo. A questo scopo sono ottimi i bagni aromatici con l'essenza pura (otto gocce in una vasca d'acqua). Oppure si può praticare su decolletè e polsi, con un breve massaggio, qualche goccia di olio al gelsomino.

Oltre a essere uno dei più efficaci profumi afrodisiaci sia per lei che per lui, l'olio al gelsomino ha una potente azione riequilibrante sull'apparato riproduttivo femminile. Massaggiato sulla zona lombare e addominale, a partire da una settimana prima del ciclo, stimola le mestruazioni troppo scarse, agevolando il flusso sanguigno nella zona, contrasta i fastidi della sindrome premestruale (cattivo umore, tensione, cefalea) e, durante il ciclo, allevia i dolori, sciogliendo le tensioni nella zona pelvica.

Il gelsomino è un preziosissimo aiuto per la cura della pelle: tonifica, distende le rughe e ne previene l'aumento, lenisce screpolature e arrossamenti soprattutto per le mani. Tre gocce di olio essenziale di gelsomino rendono prodigiose le comuni creme di bellezza.

Il Gelsomino sembra essere stato creato appositamente per servire l'emblema dell' amabilità e lo si paragona alle persone di carattere perfetto, che sembrano messe nella società per arricchirla moralmente.
Il Gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato nell'Europa dai navigatori spagnoli in epoca non ben precisata fra il 1524 ed il 1528. Ma in Italia sembra però che esistesse anche prima di quel tempo, e ne fa prova una figura di tal fiore ben disegnata e colorita che si trova nel Codice lasciatoci dal Rinio " Liber de Simplicibus" scritto nel 1415. Forse il Gelsomino ebbe nei suoi primi tempi la sorte comune con tanti altri fiori, fu o poco conosciuto o poco apprezzato.
Il primo ad averne qualche esemplare fu Cosimo I de' Medici, detto il "Gran diavolo": si invaghì tanto di questo fiorellino, che volendo esserne l'unicopossessore, proibì severamente ai suoi giardinieri di regalarne anche una sola pianta e di riprodurlo in molti esemplari. L'ordine granducale fu scrupolosamente rispettato per molti anni e chi sa per quanto tempo ancora il Gelsomino sarebbe rimasto proprietà esclusiva dei Medici, se un caso fortuito non ne avesse agevolata la propagazione. Un giovane giardiniere, volendo presentare un ricco e gentil dono alla propria fidanzata nel giorno del suo onomastico, pensò di offrirle un ramoscello di Gelsomino, e così fece. La giovane gradì moltissimo: dolente che un così bello e raro fiore dovesse avvizzire così presto, lo mise in terra per conservarlo fresco più lungamente. Ottenne più di quanto sperasse. Il Gelsomino restò verde per tutto l'anno e nella seguente primavera gettò nuovi germogli e nuovi fiori. Assoggettato a miglior coltura si fece più robusto e diede rigogliosi polloni che costituirono altrettante piante. Divenne il padre, se non di tutti, almeno i buona parte dei Gelsomini che possediamo. Il ricavo della vendita di queste pianticelle fu tanto cospicuo, che i poveri amanti divennero ben presto sposi doviziosi e felici. Da quel tempo le giovinette toscane usarono portare nel dì delle nozze un mazzetto di gelsomini, in memoria di tale avvenimento. In Toscana ancora oggi si dice che " ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito".
La coltivazione del Gelsomino è delle più facili. Qualunque terra gli conviene, vegeta però meglio nei terreni leggeri e freschi ingrassati con letame cavallino ben macerato. I geli, se intensi e prolungati, possono uccidere i suoi rami, ma è raro che guastino le sue radici per cui, avvenendo ciò, basta tagliare in primavera verso terra i suoi rami per ottenere getti rigogliosissimi e riparare in soli due anni il danno sofferto.
In certe zone d'Italia, specialmente il Liguria, si coltiva il gelsomino per uso in profumeria.


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