Pianta erbacea perenne alta fino a 20 cm, leggermente pubescente, pulvinante, sublegnosa alla base; fusti cilindrici ramificati sin dalla base, fusti fioriferi prostrati nella parte basale poi ascendenti, fusti vegetativi decombenti e disposti a raggio; foglie opposte, subsessili, da lineari-lanceolate a strettamente ovali, margine denticolato o crenulato, spesso revoluto; infiorescenza racemosa ascellare formata da 15-20 fiori e da brattee ovali; calice con sepali lineari-lanceolati, diseguali, più corti della capsula; corolla di colore azzurro pallido con striature più scure, tetramera, con 3 petali di maggiori dimensioni; 2 stami con antere violacee, 1 stilo persistente; il frutto è una capsula glabra obcordata contenente 8-16 semi. Cresce nei pascoli e nei luoghi erbosi magri e assolati, preferibilmente con substrato calcareo. In Italia è presente nella seguenti regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata. Fiorisce da marzo a giugno, da 0 a 1800 m s.l.m..
Il genere Veronica fu creato dal botanico Leonardo Fuchs nel '500 con la pubblicazione della sua " De Historia Stirpium" del 1542 e poi ripreso da Linneo. L'etimologia è un pò controversa perchè coesistono più versioni:
1) Versione mistica : il nome del genere ricorda Veronica la donna che sul Calvario asciugò con un panno le lacrime di Cristo
2) Corruzione del termine "betonica"
3) Dall'etimo latino dotto "vera - unica" o dal greco "eikon-immagine"
Probabilmente Fuchs intendeva "vera unica" per le sue acclarate proprietà medicamentose.
L’origine del nome Veronica, che Linneo diede a questo genere, ma già in uso da prima, non è chiara. Potrebbe far riferimento alla Santa Veronica che asciugò con un panno il volto di Gesù durante la Via Crucis: ipotesi molto incerta perché non si comprende l’associazione tra questa pianta e l’atto della Santa.
Il nome prostrata fa riferimento al portamento della pianta, che ha fusti prostrati che divengono ascendenti nella parte apicale che porta l’infiorescenza.
Al genere Veronica appartengono una trentina di specie. L’identificazione non è tra le più semplici, ma i caratteri che possono essere risolutivi sono la posizione delle infiorescenze, se terminali o laterali e la durata del ciclo vitale, se annuo o perenne.
Molte delle specie del genere vengono riunite in gruppi che presentano caratteri simili: questa appartiene a un gruppo polimorfo, non del tutto conosciuto.
Le veroniche sono piantine spesso umili e poco appariscenti, alcune infestanti le colture, ma altre, tra cui questa, sono graziosissime e per nulla invadenti e si può prendere in considerazione l’idea di farle crescere nel giardino.
Le Veroniche tra il 17° e 18° secolo ebbero una certa notorietà tanto da chiamarle "the svizzero" (Veronica officinalis L.) riconoscendogli, alle sommità fiorifere, proprietà sudoripare, vulnerarie, diuretiche, astringenti e depurative del sangue.
Per la sua rusticità la Veronica in genere, oggi viene usata per abbellire aiuole, giardini rocciosi e muri.
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