È una pianta perenne e erbacea terrestre fondamentalmente glabra la cui altezza media oscilla tra 12 e 35 cm (massimo 50 cm). Queste piante sono definite emicriptofite reptanti (H rept), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, e mostrano un accrescimento aderente al suolo con carattere strisciante.
Le radici sono del tipo fascicolato.
La parte sotterranea è provvista di lunghi stoloni.
La parte aerea del fusto è eretta-ascendente un po' prostrata (è strisciante nella parte basale) di colore verde-rossiccio. Il fusto non è molto ramoso ed è radicante ai nodi.
Le foglie basali sono picciolate (il picciolo è più lungo della corrispondente lamina) con una forma vagamente poligonale-triangolare e con margini profondamente incisi fino alla nervatura centrale in 5 lobi o segmenti (foglia di tipo palmatosetta). I vari segmenti sono ben distanziati uno dall'altro; i due inferiori opposti sono a loro volta picciolati (fino a 4 mm di picciolo); i due superiori opposti sono sessili; quello terminale-centrale ha una forma rombica. Ogni segmento termina con tre lobi incisi meno profondamente e a sua volta dentati. Lunghezza del picciolo: 7 – 20 cm. Lunghezza delle foglie: 9 – 15 cm. Dimensione dei segmenti: larghezza 5 – 10 mm; lunghezza 25 – 45 mm.
Le foglie superiori lungo il fusto sono disposte in modo alterno, senza stipole e sono progressivamente ridotte (anche i piccioli sono più brevi) con un numero minore di lobi. La forma è più lanceolata.
L'infiorescenza è formata da più fiori (infiorescenza multiflora ma lassa) su peduncoli striati e posizionati su unico asse (infiorescenza di tipo monocasio). Lunghezza dei peduncoli: 1 – 8 cm.
I fiori sono ermafroditi, emiciclici, attinomorfi. I fiori sono di tipo molto arcaico anche se il perianzio[2](o più esattamente il perigonio) di questo fiore è derivato dal perianzio di tipo diploclamidato (tipico dei fiori più evoluti), formato cioè da due verticilli ben distinti e specifici: sepali e petali. Diametro dei fiori: 20 – 30 mm.
Il calice è formato da 5 sepali pelosi a disposizione embricata. In realtà i sepali sono dei tepali sepaloidi. Alla fioritura sono disposti in modo patente e sono appressati ai petali; poi sono caduchi. Dimensione dei sepali: larghezza 2 mm; lunghezza 6 mm.
La corolla è composta da 5 petali di colore giallo-dorato lucente; la forma è “cuoriforme” o oblanceolata; alla base dal lato interno è presente una fossetta nettarifera (= petali nettariferi di derivazione staminale). In effetti anche i petali della corolla non sono dei veri e propri petali: potrebbero essere definiti come elementi del perianzio a funzione vessillifera. Dimensione dei petali: larghezza 7 mm; lunghezza 10 mm.
Gli stami, inseriti a spirale nella parte bassa sotto l'ovario, sono in numero indefinito e comunque più brevi dei sepali e dei petali; la parte apicale del filamento è lievemente dilatata sulla quale sono sistemate le antere bi-logge, di colore giallo a deiscenza laterale. Al momento dell'apertura del fiore le antere sono ripiegate verso l'interno, ma subito dopo, tramite una torsione, le antere si proiettano verso l'esterno per scaricare così il polline lontano dal proprio gineceo evitando così l'autoimpollinazione. Il polline è tricolpato (caratteristica tipica delle Dicotiledoni).
L'ovario è formato da diversi carpelli liberi uniovulari; sono inseriti a spirale su un ricettacolo peloso; gli ovuli sono eretti e ascendenti. I pistilli sono apocarpici (derivati appunto dai carpelli liberi).
Fioritura: da marzo a settembre.
I frutti sono degli aggregati di acheni lisci e glabri a forma ovata o subsferica; sono molto numerosi, appiattiti, compressi ai lati e con un rostro o becco apicale (lungo non più di ¼ dell'intero seme) e poco curvato. Ogni achenio contiene un solo seme. Insieme formano una testa sferica posta all'apice del peduncolo fiorale (un poliachenio). Dimensione dell'achenio: 3 – 4 mm. Diametro del frutto: 5 – 7 mm.
La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:
per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (soprattutto api) in quanto è una pianta provvista di nettare (impollinazione entomogama);
per moltiplicazione vegetativa tramite gli stoloni: sono dei rami laterali che spuntano da una gemma ascellare vicino alla base (colletto) della pianta e che si allunga scorrendo sul suolo, o appena sotto il terreno, emettendo radici e foglie dai nodi da cui si generano nuove piantine.
Il tipo corologico (area di origine) è Paleotemperato (o anche Eurasiatico) diventato Subcosmopolita.
In Italia questa pianta è comune su tutto il territorio. Fuori dall'Italia è comune in tutta l'Europa. Si trova anche in Asia e Africa settentrionale. In America del Nord probabilmente è stato introdotta.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i luoghi umidi, ma anche nei prati frequentemente inondati (prati e pascoli igrofili), sponde dei fossati e stagni. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH acido e terreno con alti valori nutrizionali e relativamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e (in parte) subalpino.
Queste piante contengono l'anemonina; una sostanza particolarmente tossica per animali e uomini. Infatti gli erbivori brucano le foglie di queste piante con molta difficoltà e solamente dopo una buona essiccazione (erba affienata) che fa evaporare le sostanze più pericolose. Anche le api evitano di bottinare il nettare dei “ranuncoli”. Sulla pelle umana queste piante possono creare delle vesciche (dermatite); mentre sulla bocca possono provocare intenso dolore e bruciore alle mucose.
In tempi passati questa pianta è stata usata come analgesico (attenua il dolore) e rubefacente (richiama il sangue in superficie, alleggerendo la pressione interna), ma ora non più data la sua tossicità.
Sono piante rustiche di facile impianto per cui spesso sono coltivate nei giardini rustici o anche alpini.
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