Visualizzazione post con etichetta onnivora. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta onnivora. Mostra tutti i post

domenica 15 marzo 2015

IL GAMBERO DELLA LOUISIANA

.


Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii Girard, 1852) è una specie di gambero d'acqua dolce.

Il Procambarus clarkii, come l'affine Procambarus alleni è originario delle aree palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del Messico nord-orientale.

A causa della prelibatezza delle sue carni (se allevato in acque pulite), delle discrete dimensioni che è in grado di raggiungere (supera spesso i 12,5 cm di lunghezza), della velocità di accrescimento e della sua prolificità è stato importato a scopo di allevamento nelle acquicolture di numerosissimi paesi ed è attualmente considerato il gambero di fiume più diffuso al mondo in quanto si conoscono sue popolazioni acclimatatesi praticamente in ogni continente ad eccezione di Australia e Antartide.

In Italia, fu importato in Toscana dalla Louisiana da un'azienda di Massarosa, vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione. Si è poi diffuso, dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato, in quasi tutta l'Italia centrosettentrionale e in Sardegna.

Gli individui adulti assumono una caratteristica colorazione bruno-rossa (durante la loro fase sessualmente attiva) che li rende facilmente riconoscibili.

I giovani hanno invece una colorazione grigioverdastra che, ad una superficiale osservazione, li rende piuttosto simili al gambero di fiume italiano (Austropotamobius italicus e Austropotamobius pallipes).

Per distinguere i gamberi di fiume europei da quelli americani con certezza bisogna infatti osservare la base delle chele dove le specie americane presentano una piccola spina, a differenza delle specie nostrane che ne sono prive.

Grazie alla sua notevole capacità di adattarsi a svariati tipi di habitat acquatici diversi, spesso anche notevolmente inquinati, e alle sue caratteristiche ecologiche che gli consentono di colonizzare e proliferare in poco tempo negli ambienti nuovi dove si viene a trovare, il gambero rosso della Louisiana è sfuggito da molti allevamenti cominciando ad espandersi nelle aree circostanti. Nel corso degli anni inoltre è stato spesso oggetto di più o meno consapevoli introduzioni in natura che hanno contribuito notevolmente ad ampliarne l'areale.

Questo fatto, all'apparenza positivo, è in realtà estremamente deleterio per gli ambienti acquatici in quanto questa specie è onnivora e molto vorace: la sua diffusione in rogge, torrenti o stagni provoca quindi un notevole danno per l'equilibrio di questi habitat, mangiando uova di pesci, di anfibi (rane e salamandre su tutti) e di insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche), rischiando di annullare la biodiversità. Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto. Scava anche profonde tane (fino a 1,5 m) rischiando di indebolire gli argini di fiumi e torrenti. Essendo poi originario di zone calde, sopporta elevate temperature, come 40-50 °C

In Italia ed in Europa rappresenta poi una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero” (Aphanomyces astaci), che non lasciano scampo alle nostre specie. Queste caratteristiche gli hanno valso il nome di “gambero killer” con il quale è noto nelle regioni centro-settentrionali d'Italia dove la sua espansione è cominciata soprattutto a partire dagli anni '90, partendo da un allevamento in Toscana nel lago di Massaciuccoli, come documentato dalla studiosa fiorentina di questa specie aliena Francesca Gherardi.

Questa specie riveste anche un discreto interesse acquariofilo, le dimensioni contenute i colori forti e la sua grande adattabilità lo rendono un gambero di facile allevamento anche per il neofita a patto che sia ospitato in vasche a bassa densità demografica (1 gambero ogni 40 litri). Nei negozi è possibile trovare diverse varietà selezionate proprio per questo scopo dei più svariati colori :rosso, blu, arancione, bianca e ghost (colore bianco intervallato al colore dell'animale) Essendo onnivoro si può alimentare questo gambero con verdure, frutta, pesce, mangime per pesci da fondo, lombrichi, molluschi, etc (il tutto non deve mai essere condito per preservare la salute dell'animale). L'abbinamento coi pesci è sconsigliato, ma è possibile abbinarlo senza avere perdite a pesci piccoli, veloci e di superficie, ottimi gli ovovivipari come gli endler, i molly, i platy e i portaspada (non i guppy che sono impediti dalle lunghe code nel nuoto). La convivenza del gambero in acquario con le piante e spesso impossibile dato che spesso capita che le mangi o le sradichi. In acquario è possibile che avvenga con facilità la riproduzione, i piccoli possono essere cresciuti in vasche separate o assieme ai genitori alimentati con lo stesso tipo di cibo degli adulti ma in pezzi più piccoli. Il gambero se affamato o in vasche particolarmente sovrappopolate può capitare che manifesti comportamenti cannibali attaccando i propri simili, è bene dunque alimentare con cura e costanza questi animali. La vasca ideale richiede dei nascondigli che gli permettando di rintanarsi dopo il cambio pelle in modo che possa indurire la nuova corazza senza essere disturbato.



                              asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-dei-mulini.html

http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

giovedì 12 marzo 2015

L' ABRAMIDE

.


Abramis brama Linnaeus, 1758, conosciuto comunemente come abramide, abramide comune o breme, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae, unico appartenente al genere Abramis.

Questa specie è originaria delle acque dolci europee comprese tra i Pirenei ed il Mar Caspio. In Italia l'abramide è alloctono, è stato oggetto di introduzioni per la pesca nel XX secolo e la sua presenza è accertata al bacino idrografico del Po, dell'Arno e del Tevere.

Raggiunge una lunghezza massima di 80 cm per 6 kg di peso.

Il capo è di dimensioni ridotte rispetto al corpo, piuttosto compresso ai fianchi. Nella bocca, anch'essa di piccole dimensioni e con mascella superiore più sporgente, si rileva un'unica serie di denti faringei posta su entrambi i lati. La serie delle pinne ne comprende una dorsale, una caudale forcuta, un'anale molto allungata e le pinne pari. La livrea comprende una tonalità di colore uniforme che varia dal grigio metallico al bruno scuro, variabile per ogni individuo. Le pinne sono grigie, chiare o scure. È un pesce longevo, che può raggiungere i 17 anni di età.

È abitualmente cacciato da siluri, lucci, anguille e percidi.

Il periodo riproduttivo va da maggio a luglio; gli esemplari raggiungono la maturità sessuale intorno ai tre anni di età. Le uova, giallo ambrate, sono emesse in copiosa quantità e deposte dalle femmine in acque basse (fino a tre metri) e ricche di vegetazione, a cui le uova aderiscono. Il periodo di schiusa è dipendente dalla temperatura delle acque di deposizione; in genere si protrae, al massimo, per due settimane.

Ha dieta onnivora, si nutre di insetti e larve (in particolare chironomidi), piccoli crostacei, gasteropodi, bivalvi, molluschi, anellidi, detriti e talvolta piccoli pesci.

Nelle altre acque europee l'abramide raggiunge dimensioni notevoli ed è anche molto apprezzato dai pescatori sportivi. In Italia ha un'importanza nulla dal punto di vista commerciale né la sua cattura riveste particolare interesse per il pescatore, che lo insidia con le stesse tecniche di pesca riservate alle carpe, tinche e carassi.

LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/e-dog-sitter-dalla-passeggiata.html

                             http://asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-lombardo-della-valle-del-ticino.html


http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

mercoledì 11 marzo 2015

IL TRIOTTO

.


Il triotto è una specie di pesce endemica dei corsi d'acqua della Pianura Padana, presente anche in alcuni fiumi dell'Istria slovena e croata. È stato introdotto in molti corsi d'acqua dell'Italia peninsulare dove ha formato popolazioni stabili (fenomeno noto come transfaunazione).

Predilige acque stagnanti o a corrente lentissima con ricca presenza di vegetazione acquatica.

Il triotto è abbastanza snello ed un po' compresso lateralmente. La livrea è argentea con tonalità verdastre sul dorso e con una striscia scura (spesso con riflessi violacei) sul fianco. L'iride dell'occhio è rossastra mentre le pinne sono incolori o verde brunastro.

Il periodo della fregola avviene in tarda primavera.
La femmina depone migliaia di uova di circa 1 mm di diametro, che si schiudono in 5-10 giorni, a secondo della temperatura dell'acqua.

Ha dieta onnivora, nutrendosi di vegetali, crostacei, vermi ed insetti.

A causa della sua introduzione nell'areale della congenere rovella (dove prima non era presente) si sono trovate in simpatria le due specie. Si è verificato un certo differenziamento dell'habitat fra le due, infatti la rovella è prevalente nei corsi d'acqua in cui c'è un minimo di corrente, dove la vegetazione è più scarsa e dove il fondo è più sabbioso mentre il triotto prevale nelle acque ferme, ricche di vegetazione sommersa ed a fondo fangoso o terroso. Comunque la sua introduzione ha prodotto una netta rarefazione della rovella.

È molto conosciuto dai pescatori come pesce da gara, ma poco apprezzate risultano le sue carni, buone ma liscosissime e poco consistenti. Viene spesso confuso e scambiato per altri pesciolini suoi simili (alborella, rovella, scardola).

LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/e-dog-sitter-dalla-passeggiata.html

                              asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-lombardo-della-valle-del-ticino.html

http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

LA SCARDOLA

.

La Scardola (Scardinius erythrophthalmus Linnaeus, 1758) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae.

La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: compresso ai fianchi, con dorso piuttosto alto e ventre pronunciato in età adulta. I giovani sono più filiformi.
La scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, così appunto come la sua livrea, che vede anche dorso e fianchi dai riflessi dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e un'aspettativa di vita di oltre 18 anni.

La deposizione avviene tra maggio e luglio: le uova, piccole e opaline, sono deposte tra le piante acquatiche, alle quali si attaccano tramite un muco adesivo.

La scardola ha dieta onnivora, si ciba di insetti, pesci, crostacei, zooplancton e detriti vegetali.

È preda abituale di lucci, lucioperche e siluri.

Dato che abbocca voracemente a qualsiasi esca animale le venga presentata è un pesce apprezzato soprattutto da bambini alle prime armi e da garisti mentre è piuttosto detestato da tutti gli altri in quanto spesso rende impossibile la pesca a prede più pregiate. Le sue carni sono insipide e liscosissime, pertanto il suo interesse commerciale è totalmente nullo. Esemplari di piccole dimensioni puliti, aperti a libro e diliscati si prestano al consumo impanati e fritti. Chiaramente la salubrità e la qualità delle carni variano a seconda dell'habitat dell'animale. Tendenzialmente esse possono essere associate ad un sapore erboso viste le abitudini stazionarie e alimentari assimilabili a quelle della carpa o della breme.

È diffusa nelle acque dolci dell'Europa e dell'Asia occidentale. Vista la sua rapidissima riproduzione e la sua resistenza anche ad acque inquinate e poco ossigenate, la si considera infestante e potenzialmente pericolosa per l'ecosistema.
In Italia è presente sull'intero territorio ed è frequentissima nei medi e grandi laghi del Nord (Pusiano, Garda, Maggiore e Iseo) e del centro (Bolsena).

Abita acque calme (laghi, stagni) e fiumi a corrente lenta, con generosa presenza di piante acquatiche tra cui si riproduce.

LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/e-dog-sitter-dalla-passeggiata.html

                             asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-lombardo-della-valle-del-ticino.html

http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

LA SAVETTA

.

La savetta è una specie di pesce originaria delle acque dolci dell'Italia settentrionale ma è stata introdotta anche al Centro (fiumi Arno ed Ombrone) e al Sud (Lago Passante).
Abita le acque con media corrente a fondale sassoso dei fiumi e dei torrenti di maggior portata.

Presenta un corpo affusolato e compresso ai fianchi; le labbra sono molto sviluppate e la bocca rivolta verso il basso gli permette la ricerca del cibo sul fondo. Le pinne dorsale e codale sono molto sviluppate rendendola un'ottima nuotarice anche contro corrente.
La livrea presenta fianchi argentei, ventre bianco-giallo e dorso grigio-verde.
Raggiunge, in vecchiaia, i 45 cm per 1 kg di peso, ma solitamente la si trova ad una taglia inferiore, di circa 25 cm.

La riproduzione avviene tra aprile e maggio. Le uova sono deposte sul fondo, solamente di notte, nella parte superiore del corso degli affluenti. Dopo un'incubazione di una settimana, le uova si schiudono; gli avannotti hanno uno sviluppo molto lento.

La savetta ha dieta onnivora, si ciba di alghe, resti vegetali, piccoli invertebrati.

Si cattura con la tecnica della passata utilizzando come esca di solito dei bigattini. Vista la sua carne ricca di lische non è particolarmente apprezzata sulla tavola, tuttavia è commestibile.

È minacciata dall'introduzione di specie alloctone più aggressive che competono per il cibo e che si cibano degli avannotti nonché dagli sbarramenti dei corsi d'acqua dovute a dighe che impediscono le migrazioni riproduttive.

LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/e-dog-sitter-dalla-passeggiata.html

                              asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-lombardo-della-valle-del-ticino.html

http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

questo

Post più popolari

Blog Amici