Il Procambarus clarkii, come l'affine Procambarus alleni è originario delle aree palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del Messico nord-orientale.
A causa della prelibatezza delle sue carni (se allevato in acque pulite), delle discrete dimensioni che è in grado di raggiungere (supera spesso i 12,5 cm di lunghezza), della velocità di accrescimento e della sua prolificità è stato importato a scopo di allevamento nelle acquicolture di numerosissimi paesi ed è attualmente considerato il gambero di fiume più diffuso al mondo in quanto si conoscono sue popolazioni acclimatatesi praticamente in ogni continente ad eccezione di Australia e Antartide.
In Italia, fu importato in Toscana dalla Louisiana da un'azienda di Massarosa, vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione. Si è poi diffuso, dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato, in quasi tutta l'Italia centrosettentrionale e in Sardegna.
Gli individui adulti assumono una caratteristica colorazione bruno-rossa (durante la loro fase sessualmente attiva) che li rende facilmente riconoscibili.
I giovani hanno invece una colorazione grigioverdastra che, ad una superficiale osservazione, li rende piuttosto simili al gambero di fiume italiano (Austropotamobius italicus e Austropotamobius pallipes).
Per distinguere i gamberi di fiume europei da quelli americani con certezza bisogna infatti osservare la base delle chele dove le specie americane presentano una piccola spina, a differenza delle specie nostrane che ne sono prive.
Grazie alla sua notevole capacità di adattarsi a svariati tipi di habitat acquatici diversi, spesso anche notevolmente inquinati, e alle sue caratteristiche ecologiche che gli consentono di colonizzare e proliferare in poco tempo negli ambienti nuovi dove si viene a trovare, il gambero rosso della Louisiana è sfuggito da molti allevamenti cominciando ad espandersi nelle aree circostanti. Nel corso degli anni inoltre è stato spesso oggetto di più o meno consapevoli introduzioni in natura che hanno contribuito notevolmente ad ampliarne l'areale.
Questo fatto, all'apparenza positivo, è in realtà estremamente deleterio per gli ambienti acquatici in quanto questa specie è onnivora e molto vorace: la sua diffusione in rogge, torrenti o stagni provoca quindi un notevole danno per l'equilibrio di questi habitat, mangiando uova di pesci, di anfibi (rane e salamandre su tutti) e di insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche), rischiando di annullare la biodiversità. Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto. Scava anche profonde tane (fino a 1,5 m) rischiando di indebolire gli argini di fiumi e torrenti. Essendo poi originario di zone calde, sopporta elevate temperature, come 40-50 °C
In Italia ed in Europa rappresenta poi una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero” (Aphanomyces astaci), che non lasciano scampo alle nostre specie. Queste caratteristiche gli hanno valso il nome di “gambero killer” con il quale è noto nelle regioni centro-settentrionali d'Italia dove la sua espansione è cominciata soprattutto a partire dagli anni '90, partendo da un allevamento in Toscana nel lago di Massaciuccoli, come documentato dalla studiosa fiorentina di questa specie aliena Francesca Gherardi.
Questa specie riveste anche un discreto interesse acquariofilo, le dimensioni contenute i colori forti e la sua grande adattabilità lo rendono un gambero di facile allevamento anche per il neofita a patto che sia ospitato in vasche a bassa densità demografica (1 gambero ogni 40 litri). Nei negozi è possibile trovare diverse varietà selezionate proprio per questo scopo dei più svariati colori :rosso, blu, arancione, bianca e ghost (colore bianco intervallato al colore dell'animale) Essendo onnivoro si può alimentare questo gambero con verdure, frutta, pesce, mangime per pesci da fondo, lombrichi, molluschi, etc (il tutto non deve mai essere condito per preservare la salute dell'animale). L'abbinamento coi pesci è sconsigliato, ma è possibile abbinarlo senza avere perdite a pesci piccoli, veloci e di superficie, ottimi gli ovovivipari come gli endler, i molly, i platy e i portaspada (non i guppy che sono impediti dalle lunghe code nel nuoto). La convivenza del gambero in acquario con le piante e spesso impossibile dato che spesso capita che le mangi o le sradichi. In acquario è possibile che avvenga con facilità la riproduzione, i piccoli possono essere cresciuti in vasche separate o assieme ai genitori alimentati con lo stesso tipo di cibo degli adulti ma in pezzi più piccoli. Il gambero se affamato o in vasche particolarmente sovrappopolate può capitare che manifesti comportamenti cannibali attaccando i propri simili, è bene dunque alimentare con cura e costanza questi animali. La vasca ideale richiede dei nascondigli che gli permettando di rintanarsi dopo il cambio pelle in modo che possa indurire la nuova corazza senza essere disturbato.
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