mercoledì 13 maggio 2015

IL CAPPELLO

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Nell'antico Egitto il faraone ricopriva la parrucca con un berretto rosso o una tiara bianca, invece in Mesopotamia erano diffusi turbanti o berretti di pelliccia, così come nell'antica Palestina i sacerdoti ebrei indossavano un cappello conico bianco. Se nell'età minoica le donne cretesi idearono forme varie e bizzarre, nell'antica Grecia e nell'antica Roma invece l'uso del cappello perse ogni importanza.

Durante il Medioevo le donne impreziosivano i cappelli con nastrini colorati intrecciati o con fiori, invece per gli uomini era previsto un grande cappuccio che ricadeva sulle spalle, sostituito dal Trecento da un berretto caratterizzato da un codino che poteva cadere a destra o a sinistra a seconda della posizione politica e sociale. Proprio il Trecento diede le origini al cappello moderno ed il Rinascimento elevò questa usanza grazie alla sontuosità dei materiali e delle forme usati.

Con l'introduzione delle parrucche il cappello assunse dimensioni sempre più mastodontiche e per tutto il Settecento si impose il tricorno con le caratteristiche tre punte. Dopo il breve periodo rivoluzionario che pretese un ritorno alla semplicità, nell'Ottocento per gli uomini si diffuse una moda sobria, mentre per le donne invece dilagò la bizzarria e la stravaganza.

Nel Novecento nacquero le bombette, le pagliette e il floscio che ebbero una grande popolarità per tutto il secolo.

Avendo la necessità di proteggere la testa dal freddo, dalla pioggia, dai raggi del sole, fin dall'antichità la gente si é servita di cappucci, veli, cuffie, berretti, turbanti di ogni foggia. Solamente verso la metà dell'Quattrocento fece la sua comparsa il cappello, cioé il copricapo di feltro caratterizzato da una visiera, chiamata anche falda o ala. Pare che il primo ad indossarne uno fu Carlo VIII, che lo sfoggiò in occasione della sua visita a Roma.

Il Settecento fu il secolo d'oro del cappello. A quel tempo il re Luigi XV lanciò la moda del tricorno, che diventò il copricapo ufficiale delle divise militari di diversi eserciti. Le signore veneziane trovarono così elegante e civettuolo il cappello a tre punte che lo adottarono, portandolo sopra le parrucche incipriate e la maschera o bauta, sotto al quale nascondevano parte del viso. Le nobildonne francesi e inglesi amavano anche i grandi cappelli ornati di piume e, per puro divertimento, giunsero ad indossare cappellini adornati con uccelli imbalsamati, civetteria che oggi sarebbe giudicata di pessimo gusto. Nel 1806 Arrington, un famoso cappellaio di Londra, creò il cilindro che col tempo diventò uno dei simboli della città.

La moda dell'Ottocento e del Novecento diede grande risalto a questo capo di abbigliamento, creando per le donne modelli eleganti, deliziosi, sofisticati o sportivi, adatti a ogni occasione. Anche oggi, davanti alla grande varietà di modelli, c'é solo l'imbarazzo della scelta e basta indossare un cappello un po' originale per sentirsi nei panni di un personaggio immaginario e aver voglia di giocare al teatro.

Quella del cappello è una storia lunga che affonda le sue radici nel passato: dalle origini in Egitto, in Grecia, in Asia fino all’epoca più moderna quando in Europa si diffonde la moda del cappello elegante, a partire dalla Francia e dall’Inghilterra per arrivare alla grande produzione italiana dell’Ottocento e del Novecento. Presente in tutte le civiltà è un simbolo culturale che influenza i codici comunicativi, rappresenta visioni del mondo, è metafora della creatività di ognuno di noi.

Quello di coprirsi la testa è un uso antico che permane nei nostri giorni, come sinonimo di moda e originalità: sia d'estate che d'inverno i cappelli accompagnano la nostra vita con una storia che, in Italia, parte verso la fine del Settecento con Giovan Battista Gnecchi che impianta a Milano il primo stabilimento “moderno” d’Italia. In seguito nel 1857 Giuseppe Borsalino e il fratello Lazzaro iniziano a produrre cappelli di pelo in un laboratorio artigianale di Alessandria ponendo le basi di quell’arte che renderà le loro creazioni sinonimo di eleganza italiana. La Borsalino divenne famosa per i suoi feltri “piuma” e per il modello “alla diplomatica”.

Roberto Manzoni a partire dagli anni settanta ha rilevato alcune delle cappellerie più antiche e ricche di tradizione della Romagna. La RMR Cappelleria inglese è un negozio online che offre un'ampia scelta di prodotti è solo l'ultimo anello di una tradizione radicata sul territorio che parte dalla metà del XIX secolo. Roberto Manzoni ha aperto due negozi, uno a Ravenna e uno a Lugo già Cappelleria Minghetti dal 1904 sotto le logge del Pavaglione che è attivo almeno dal 1870. L'arte del cappello continua a vivere in queste botteghe storiche.

Il cappello è un capo di abbigliamento destinato a coprire in modo parziale o totale la testa.

Serve per proteggersi dal sole, dal freddo o dalla pioggia ma anche per uso estetico o per una protezione igienica, oppure ancora a scopi magici e sociali.

È costituito solitamente da una visiera o da una tesa (o falda) e dalla cupola (o corona). La tesa copre la base della cupola (la parte del cappello a forma di calotta, troncoconica oppure ovale). La visiera è la parte sporgente di alcuni tipi di cappello, solitamente quelli sportivi. La tesa può essere piana o incurvata, con o senza bordura. La cupola può essere superiormente convessa, recare 4 pizzicotti, essere incavata nella sua lunghezza o presentare una calotta (o convessità: C-crown) in cima alla corona; può presentare altresì due pizzicottature laterali. Alla base esterna della cupola può essere presente una fascia (o nastro, o cinturino o puggaree) di seta pesante, gros-grain o pelle, con un nodo o fiocco alla sinistra; alla base interna della cupola può essere cucito un nastro di cuoio, marocchino o stoffa; l'interno della cupola può essere foderato con stoffa (cappello invernale).

Molti sono i materiali adatti a costituire un cappello, quello universalmente utilizzato è il feltro.

Presente in tutte le civiltà il cappello è un simbolo culturale che influenza i codici comunicativi, rappresenta visioni del mondo, è metafora della creatività di ognuno di noi.

Il cappello dà quel tocco di glamour in più soprattutto con gli stili elegante, sofisticato o eccentrico, anche se spesso sulle passerelle o per le strade lo vediamo declinato per il look sportswear-chic.

Il cappello ha caratterizzato alcune icone del nostro tempo.

Pensiamo al cappello di Babbo Natale, alla paglietta dei gondolieri a Venezia, al copricapo dei pirati, a tutti i cappelli associati alle divise.

Il cilindro è un capello dalla forma allungata verso l’alto, a cilindro appunto. E’ il cappello della “distinzione” per eccellenza.

L’accessorio indispensabile per gli uomini con abiti molto eleganti, soprattutto per i matrimoni più formali ed importanti o quelli un po’ retrò e per tutte le cerimonie prestigiose.

Il tricorno evoca i pirati, la commedia dell’arte, l’epoca di Luigi XV. Al giorno d’oggi viene utilizzato soprattutto a teatro o da alcuni personaggi con uno stile barocco-stravagante.

Il Panama è il cappello di riferimento per tutti gli amanti del copricapo in estate.

E’ fatto interamente in paglia e quelli originali sono realizzati a mano dagli indiani dell’Equador (America del Sud).

Nella seconda metà del XIX secolo l'industria della lavorazione del feltro di lana e della conseguente produzione di cappelli aveva trovato un'importante fioritura a Monza. I numerosi cappellifici monzesi avevano raggiunto grande notorietà, giungendo ad esportare manufatti in tutto il mondo.



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