venerdì 1 maggio 2015

IL FAGIOLO DI BREBBIA

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Il fagiolo dell'occhio appartiene alla specie Vigna Sinensis del genere Phaseolus delle Leguminose Papilionate, ed è l'unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, essendo originario dell'Africa e dell'Asia.

Consumato fin dall'antichità, quando era chiamato Phaseolus, deve il nome attuale (fagiolo dell' occhio) a una macchiolina rotonda e scura presente al centro della concavità del legume.

La verde campagna di Brebbia, è sempre stata terra feconda e generosa per i suoi abitanti. Le sue dolci colline e l'ampia pianura ben si prestavano ai lavori agresti: era dal lavoro della terra e dai suoi frutti che essi traevano di che vivere e sostenersi. Delle varie coltivazioni che si effettuavano, primeggiava su tutte, sia per qualità che per quantità, quella del "Fagiolo". Ecco perchè seguendo una tradizione che voleva per gli abitanti di ogni paese un particolare appellativo, fu facile chiamare i brebbiesi "Fagioli" o per meglio dire "Fasòeu".

La coltivazione di questo prezioso legume era conosciuta nella zona già a partire dal I° secolo d.c. . Si racconta, infatti, che attorno all'anno 43 il console romano a Milano, in visita alle legioni disposte lungo le sponde del Verbano, sostò a Brebbia mentre erano in corso i Quinquatrus maiores. Questi erano festeggiamenti popolari in onore della dea Minerva, al termine dei quali veniva immolato su un'ara un agnello (tale altare pagano, dedicato alla dea Minerva, è visibile in parte ancora oggi poiché è incastonato sul portale laterale della chiesa di S. Pietro e Paolo). Il console fece dono alla guarnigione locale di 10 giare contenenti semi del fagiolino dell'occhio.

Nel corso dei secoli, il fagiolo fu adottato anche nei monasteri, dove il precetto di non mangiare carne in certi periodi dell'anno costringeva a sostituirla con cibi che potessero supplire alle carenze proteiche. Divennero perciò simboli di Mortificazione, di Umiltà e di Castità.

Invece al popolo ispiravano ben altri simboli. Grazie alle loro proprietà nutritive e al gusto sapido e corposo, furono considerati afrodisiaci oltre che adatti alla cosmesi femminile. Credenze testimoniate ancora nell'epoca Rinascimentale da Mattioli e da Durante.

Con la venuta del fagiolo importato dalle americhe, infine, il fagiolino dell'occhio fu messo in disparte, in quanto la sua coltivazione era ritenuta meno redditizia, in termini quantitativi, rispetto ai fagioli americani.

Ricchi di fibre, proteine e gusto, i fagioli hanno avuto alterne vicende nella storia della gastronomia. Grazie alle loro proprietà nutritive e al gusto sapido e corposo, furono considerati afrodisiaci oltre che adatti alla cosmesi femminile. Con le invasioni barbariche cominciò una contrapposizione, destinata a durare a lungo, tra la carne, alimento nobile e costoso destinato alle mense dei ricchi, e i fagioli, umile e semplice cibo dei contadini, ignorato o disprezzato dall’alta gastronomia, ma considerato la “carne dei poveri” per il suo enorme valore nutritivo. Allora era solo un’intuizione nata dall’esperienza, oggi sappiamo che ben il 24% del contenuto di un fagiolo secco è formato da proteine e il 48% da glucidi. Ma le sue qualità dietetiche non si fermano qui: rispetto alla carne contiene un minor numero di grassi e una maggiore quantità di lecitina, una sostanza capace di sciogliere i grassi che si accumulano nel sangue.

In base ad una ricerca effettuata sulle famiglie del Comune di Brebbia e ad approfondimenti di carattere storico-popolare sull’agricoltura locale, la denominazione di “Fagiolo di Brebbia” è riservata alla tipologia del Fagiolo dell’occhio, ottenuto in conformità di queste specifiche e soltanto nel territorio comunale di Brebbia e dei comuni limitrofi, in un raggio massimo di 5 km. Con la denominazione “Fagiolo di Brebbia”, o la sua variante dialettale “Fasòeu dè Brebièe”, s’intende un prodotto tipico locale ottenuto secondo le regole a seguire del disciplinare.
Secondo le tradizioni tramandate dalle vecchie generazioni e sulla scorta delle esperienze maturate nella coltivazione degli impianti “pilota” realizzati nel territorio del Comune di Brebbia, le cui tecniche di coltivazioni conservano intatte le tecniche produttive originali, si è proceduto a definire le seguenti raccomandazioni che devono essere rispettate per la coltivazione del Fagiolo di Brebbia:

a) Zone di coltivazione : terreni pianeggianti, o alle prime pendici delle colline del paese, fertili e di medio impasto;

b) Preparazione del letto di semina: Il terreno per la semina dei fagioli va preparato con un’aratura meccanica alla profondità di circa 30-40 cm, una concimazione presemina a base di letame e una fresatura (meccanica) per interrare i concimi e sminuzzare lo strato di terreno interessato dall’apparato radicale della specie.

c) Epoca di semina: Il fagiolo con l’occhio nero va seminato dalla seconda decade di maggio fino alla fine dello stesso mese. Questo ecotipo di fagiolo è sensibile ai forti calori estivi (che possono incidere negativamente sull’allegagione e formazione dei baccelli), alle piogge prolungate, al vento e alle basse temperature.

d) Il seme, in mancanza di prodotto selezionato e certificato dal Comitato di tutela, deve essere raccolto nella campagna precedente dalle piante più produttive e con baccelli uniformi che non hanno manifestato sull’intera pianta sintomi di malattie contagiose (virosi ecc.) durante il ciclo vegetativo; deve, inoltre, essere selezionato con controlli visivi: i semi devono essere perfetti e non presentare danni da parassiti.

e) La scelta della distanza di semina del fagiolo dell’occhio nero, in riferimento alle caratteristiche della specie (molto vigorosa), va effettuata in modo da far vegetare e produrre la pianta nelle migliori condizioni d’esposizione ai raggi del sole e far circolare l’aria all’interno della massa fogliare. Le distanze di semina più indicate per il fagiolo dell’occhio nero, in riferimento ai suddetti obiettivi, sono: cm 20 -30 sulla fila e cm 100-150 tra le file. In particolare si consiglia di deporre gruppi di 5 semi alla distanza prescelta sulla singola fila e ricoprirli con uno strato di circa 2-3 cm di terreno.

f) Sarchiatura: la prima sarchiatura va eseguita dopo qualche settimana dalla semina, quando le piantine hanno raggiunto un’altezza di circa 20 cm; la seconda e la terza quando le erbe infestanti o il terreno (compattato dalle irrigazioni o dalle piogge) ostacolano l’attività vegetativa e produttiva della specie in oggetto. Le operazioni di sarchiatura possono essere eseguite manualmente sulle file e con motozappa tra le file.

g) Strutture di sostegno: la pianta di fagiolo dell’occhio è un rampicante molto vigoroso che per poter vegetare e fruttificare nelle migliori condizioni deve essere affidato fin dalla nascita ad una struttura di sostegno (piante di mais, canne, frasche, rete di plastica con pali tutori ecc.) per alzare gli apici vegetativi dal terreno. Alla luce delle attuali conoscenze la struttura di sostegno più economica e di più semplice montaggio è la rete di plastica con pali tutori (di legno, di resina , di ferro trattato ecc.), anche se la coltura più tradizionale vede la convivenza simbiotica del fagiolo con le piante di mais, che fungono da tutori.

h) Irrigazione: Il Fagiolo di Brebbia è molto esigente di acqua e ai primi sintomi di carenza idrica bisogna irrigare per non compromettere la produzione. I turni d’irrigazione, in riferimento a quanto detto, si devono ripetere con una cadenza media di 15 giorni nel primo periodo ed alla comparsa di sintomi di stress idrico nell’ultimo periodo.

i) Nel corso della vita produttiva della piantagione è consentito l’uso esclusivo di concimi naturali, in particolar modo di letame.

j) La raccolta avviene a mano.

Art. 3 (Caratteristiche del prodotto finito) - Eseguita la raccolta a mano, i baccelli, essiccati al sole, vengono sgranati: il Fagiolo di Brebbia è dunque pronto per essere consumato o conservato per l’inverno. Il confezionamento avviene con l’ausilio di un sacchetto (di plastica o, preferibilmente, di stoffa) sul quale viene applicato il logo identificativo del prodotto.
La produzione del Fagiolo di Brebbia avviene sotto il controllo del Comitato della Denominazione Comunale istituito dal Comune di Brebbia.




LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/2015/04/i-legumi.html

                             http://asiamicky.blogspot.it/2015/05/le-citta-del-lago-maggiore-brebbia.html




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