domenica 29 marzo 2015

IL LOTO

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Nelumbo Adans., 1763, è un genere di piante acquatiche, unico genere della famiglia delle Nelumbonaceae. Comprende due sole specie, originarie di America, Asia e Australia, con foglie molto decorative e grandi fiori di colore bianco, rosa, giallo e rosso, note col nome di fior di loto.

Le foglie raggiungono un diametro di 1 metro e oltre. Sono alte da 80 cm a oltre 1 m. Le foglie del Fior di loto hanno una struttura superficiale particolare che le rende estremamente idrofobiche e le mantiene costantemente pulite. Tale proprietà, che con la nanotecnologia si cerca di riprodurre per altri materiali quali tessuti e vernici, è chiamata effetto loto. Il fiore è composto da più di 20 petali di colori che vanno dal rosa scuro al bianco, il profumo è inebriante. La femmina del Fiore di Loto e il fiore di Lota, entrambi sono ermafrodite in quanto possono cambiare a loro volta sesso.

Esigono molte ore di completo irradiamento solare, ed il terreno deve essere molto pesante misto ad argilla e limo, necessitano di una copertura di 15-20 cm d'acqua, per poter mantenere le radici a temperatura calda e costante, vi sono varietà rustiche che nella stagione invernale non occorre proteggere.  Queste piante producono frutti i quali, giunti a maturazione, lasciano cadere i semi nell'acqua; Si moltiplicano per divisione dei rizomi sotterranei, o con la semina primaverile che, in condizioni ottimali, darà la prima fioritura già dopo 4 mesi. Possono essere coltivate in un vaso capiente alto almeno 40cm e con diametro di 35cm.

Può essere usata come pianta ornamentale per decorare stagni, vasche e laghetti, o coltivata in vasche idroponiche.
I particolari frutti, opportunamente essiccati, vengono utilizzati nelle composizioni floreali, per decorare saloni e appartamenti.
Nel loto, i fiori, i semi, le foglie giovani e i rizomi sono tutti commestibili. In Asia, i petali vengono mangiati mentre le foglie sono solitamente utilizzate come piatto per il cibo. I rizomi (pning in Cinese, ngau in Cantonese, bhe in India e Pakistan, e renkon in Giapponese) sono utilizzati come condimento per una zuppa o fritti. Petali, foglie e rizomi possono essere consumati anche crudi, ma il rischio di trasmissione di parassiti ne consiglia una consumazione cotta.
In Cina tutti gli anni viene festeggiata in autunno la luna e il giorno delle torte della luna, in cui si mangia e regala tradizionalmente la torta della luna, fatta con pasta di semi di loto e rossi d'uovo di anatra salati.
Il popolo cinese ritiene che il loto sia un cibo molto salutare e per questo esso è conosciuto e rinomato da molti secoli. Recenti studi lo hanno confermato e hanno dimostrato che esso è ricco di fibre, vitamina C, potassio, tiamina, riboflavina, vitamina B6, fosforo, rame e manganese e contiene pochi grassi.
I semi vengono mangiati assieme ad un'erba detta liánhuā cha o in particolare in Vietnam, gli stami essiccati vengono usati per la preparazione di un tè profumato. I semi del loto consistono in noccioline (dette liánzĭ, 蓮子; o xian liánzĭ, 鲜莲子, in cinese) e sono altrettanto versatili, e possono essere consumati freschi, essiccati o cucinati come i popcorn, se ne può ricavare inoltre una pasta utilizzata in pasticceria per la preparazione di dolciumi, o bolliti e ricoperti di zucchero per la preparazione di una tong sui (zuppa dolce).
Recentemente la nota casa del lusso italiana Loro Piana ha avviato un progetto con le popolazioni dell'Ille Lake in Birmania per la realizzazione di tessuto per sartoria ricavato dai gambi del fiore di loto. Per evitare l'essiccamento, esso va raccolto, rullato e filato entro 24 ore con speciali tecniche delle popolazioni locali tramandate da secoli. Si potranno produrre massimo 50 metri al mese. Attualmente il prezzo al pubblico è di circa 2.500,00 euro al metro.

Il decotto della pianta intera, o delle radici, contenenti tra l'altro oli essenziali, tannini, nelumbina e zinco, vanta proprietà, antidiarroiche, febbrifughe, emollienti, catarrali e antitussigene.
L'essiccazione della pianta, se bruciata come incensi su speciali bracieri, può provocare effetti allucinogeni.

La Nelumbo nucifera è il Loto indiano, fiore sacro per l'Induismo e il Buddhismo. È detto anche Loto blu, Giglio sacro o Fagiolo dell'India. È il fiore nazionale dell'India e del Vietnam. Il Loto ha tutto un complesso e antichissimo simbolismo filosofico e religioso, fra i quali il più noto è quello di rappresentazione dei centri energetici sottili nel corpo umano, detti chakra. È considerato anche simbolo di purezza, e questo probabilmente è dovuto al cosiddetto effetto loto, che è la capacità, osservata appunto nei Fiori di loto, di un materiale di mantenersi pulito autonomamente.

Secondo la tradizione la setta del Loto Bianco fu fondata nel 1280 in Cina dall'ultimo discendente della dinastia Sung sterminata dai Mongoli di Kublai Khan. Il giovane principe auspicava che potesse diventare l'elemento catalizzatore di gruppi di ispirazione buddhista che si opponevano agli invasori. I membri prestavano un rigido giuramento e mantenevano la segretezza. Si cingevano il capo con una sciarpa di seta rossa prima della battaglia: furono perciò chiamati i Ribelli del Turbante Rosso. L'organizzazione, formata da monaci, contadini, banditi e corsari, contribuì non poco alla cacciata dei Mongoli e fu guidata da Chu Yuan-chang che nel 1368 assunse il nome di Hung wu e divenne il primo imperatore della dinastia Ming. Questo termine deriva da un vocabolo segreto del linguaggio del Loto e significa "Pace" e "Ordine". Dopo la cacciata dei nemici, alcuni membri dell'organizzazione giunsero ad occupare alte cariche di potere, mentre altri abiurarono il proprio credo. Per più di due secoli e mezzo non ci fu più notizia della setta che risorse alla metà del XVII secolo quando i Ming furono spazzati dai Manciù, provenienti da nord. Sorsero allora molti movimenti politico-insurrezionali coordinati dalla Setta Profumata dell'Incenso, ovvero il rinato Loto Bianco: la Società del Cielo e della Terra, la Società degli Otto Diagrammi, la Società delle Nove Dimore. Questi movimenti attuarono diverse insurrezioni contro gli impopolari invasori Manciù, incluse la grande rivolta del 1794 e il clamoroso assalto alla Città Proibita di Pechino nel 1814. Successivamente, ottenuta l'indipendenza, queste organizzazioni segrete mutarono in bande di briganti o in gruppi religiosi militanti e pacifisti. Ultime esperienze dei Ribelli del Turbante Rosso sarebbero state individute da alcuni studiosi nell'attività della Setta dell'Unità, che nel Novecento durante l'occupazione giapponese prima, e durante la Seconda guerra mondiale poi, avrebbero attuato le stesse tecniche del passato per favorire la fuga dalla Cina di importanti personalità della politica e della cultura, strappandole così alle persecuzioni e ai campi di concentramento.

Il loto in molti paesi orientali è considerato simbolo di purezza: infatti i fiori di loto, pur avendo come habitat fiumi e laghi fangosi, non sono mai sporchi. I botanici che hanno studiato questo meccanismo hanno appurato che in effetti queste piante posseggono un meccanismo naturale di pulizia: sulle foglie del loto l'acqua non viene trattenuta (infatti queste foglie sono sempre asciutte), ma scivola via in tante goccioline che si formano per via dell'alta tensione superficiale presente sulla foglia, portando con sé la fanghiglia e i piccoli insetti che in essa si trovano. Questo è possibile perché le foglie di loto sono rivestite da cristalli di una cera idrofobica di dimensioni nanometriche. In questa scala, le superfici ruvide risultano più idrofobiche di quelle lisce, perché l'area di contatto reale tra la goccia d'acqua e la superficie d'appoggio è circa il 3% di quella apparente, per cui il peso della goccia la fa scivolare via. La ruvidità della foglia è utilissima anche per l'effetto autopulente, perché le gocce rotolano, mentre su una superficie liscia le gocce slitterebbero, rendendo meno efficace l'asporto dello sporco.

Oggi mediante le nanotecnologie si cerca di riprodurre l'effetto loto in vernici, tegole, tessuti ed altre superfici che resteranno pulite e asciutte come le foglie del loto.

Ad esempio, un metodo per rendere idrofobica una superficie di alluminio consiste nell'immergere quest'ultima nell'idrossido di sodio per qualche ora, al fine di rendere ruvida la superficie, per poi rivestirla con 2 nanometri di perfluorononano (C9F20) con la tecnica del rivestimento per rotazione o Spin Coating. In questo modo l'Angolo di contatto tra l'acqua e la superficie passa da 67° a 168°; l'effetto di questo è spiegato dalla legge di Cassie. Al microscopio elettronico si può notare come l'alluminio trattato somigli alle foglie del loto.

Il fiore di loto è un fiore bellissimo che si può ammirare ovunque perché presente in tutto il mondo, ma la sua esistenza non è così facile e piena di bellezza come si potrebbe immaginare.

A differenza di tutti gli altri fiori, infatti, quando il loto inizia a germogliare, si trova sotto l'acqua sporca di laghi o piccoli stagni, circondato da fango e melma e tormentato da pesci e insetti.

Nonostante queste condizioni, il fiore di loto si fa forza e, crescendo, sale verso la superficie dell’acqua. E’ ancora solo un gambo con alcune foglie e un piccolo baccello.

Col tempo lo stelo continua ad allungarsi e il baccello lentamente emerge dall’acquitrino. E’ allora che il loto comincia ad aprirsi, petalo dopo petalo, nell’aria pulita e nel sole. Il fiore di loto è pronto per appagare gli occhi di tutto il mondo.

Nonostante sia nato in acque torbide, scure, dove la speranza di una vita bella sembra lontana, il loto cresce, supera le avversità e, ironia della sorte, quella stessa acqua sporca che lo ha visto germogliare si pulisce man mano che esso emerge.

Quando il loto si apre, non una macchia di fango o sporcizia rimane esternamente. All’interno poi non vi è traccia dell’acqua di provenienza. E’ puro, luminoso e bello.

Nel Buddismo il bocciolo del loto simboleggia il risveglio, la crescita spirituale e l'illuminazione. Nonostante il fiore di loto emerga dall'acqua sporca, rappresenta comunque la purezza del corpo, della parola e della mente.

Può essere concepito come una mente risvegliata, che cresce naturalmente verso il calore e la luce della verità, dell'amore e della compassione. Può apparire fragile, ma è flessibile e resistente, saldamente ancorato sotto la superficie dell'acqua.

Non c'è bisogno di essere buddhisti per capire che tutti siamo come il fiore di loto. Molti di noi vivono in acque torbide e pensano che non potranno mai arrivare in "superficie” per fiorire. Molti altri sono più vicini, sono solo germogli pronti e desiderosi di sentire il sole della vita sulla pelle. Non importa in quale fase della vita ci si trovi, si può sempre guardare il loto e vedere se stessi nella sua storia.

Le circostanze della vita non sempre sono ideali, ma il loto non smette mai di risalire attraverso le acque dell’avversità, di aprire i suoi petali e fiorire sotto il sole.

Per crescere e ottenere la saggezza, prima è necessario superare il fango, gli ostacoli della vita e la sua sofferenza, la tristezza, la perdita e la malattia.

Per ottenere più saggezza, gentilezza e compassione, pensiamo di crescere come un fiore di loto e di schiudere i petali, uno per uno.


Il baccello che contiene i semi del fiore di loto (Nelumbo nucifera), una delle piante più coltivate e consumate di tutta l’Asia.
Tutte le parti di questo fiore sono commestibili e apprezzate da oltre un millennio per le loro proprietà antidiarroiche, febbrifughe e vitaminiche, confermate anche da recenti studi scientifici.
Ecco perché di questa pianta non si butta via niente. I semi seccati vengono mangiati come salatini, cucinati come popcorn e utilizzati in pasticceria.
Dagli stami del fiore si ricava un té profumato, mentre le foglie sono utili per avvolgere gli alimenti.

Alcuni ricercatori australiani stanno studiando una vernice autopulente, ispirata alla copertura delle foglie di loto. L'ispirazione è venuta al gruppo di ricerca guardando alcune foglie di loto che, anche se vivono sempre nell'acqua, non sono mai “bagnate”. Un esame delle foglie ha determinato che la loro superficie, leggermente irregolare, è coperta da un sottile strato di cera, che permette alla pioggia di portare via lo sporco che si fosse accumulato.
Il gruppo ha quindi sintetizzato un composto sintetico (fatto di un polimero idrorepellente riempito di una polvere microscopica) strutturato apposta per diminuire la forza di legame tra lo sporco e la superficie. «Se qualcosa si attacca alla foglia, una pioggia leggera lo spazza via». La vernice può essere usata per gli esterni di case, automobili, segnali stradali e cartelloni pubblicitari, che potrebbero essere puliti da un semplice spruzzo d'acqua. Anche se sono necessarie ulteriori prove per vedere se la vernice funziona in tutte le condizioni, le prospettive per questo prodotto sono molto interessanti.


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