venerdì 17 luglio 2015

IL CAPRIFOGLIO



Il Caprifoglio è un arbusto legnoso, rampicante, deciduo, che, durante l’estate, decora le siepi di campagna e i boschi di tutta Europa; alcune varietà vengono coltivate anche nei nostri giardini.

Il termine del genere (Lonicera) fu coniato da Linneo nel 1753 adattando al latino il cognome "Lonitzer", volendo ricordare il botanico Adam Lonitzer (1528-1586) - in italiano questo cognome si pronuncia Adamo Lonicer - medico condotto a Francoforte.
Il nome comune (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di alcune specie di questo genere.
Degli altri nomi assegnati a questo genere si può citare Dioscoride che insieme ai greci chiamava queste piante "periclymenon", che tradotto liberamente significa “accerchiamento” (termine che probabilmente deriva dal verbo “perikleio”, “io mi intreccio”). Ma un'altra etimologia fa derivare questo nome dal “polimorfo” personaggio di Periclimeno, figlio di Neleo, descritto da Omero nell'Odissea.
“Madreselva”, altro nome per queste piante, si trova per la prima volta nell'opera dedicata ai medicamenti del medico romano Scribonio Largo.
Gli altri nomi (Vincibosco – Ligabosco) sono di derivazione rinascimentale toscana.

Il portamento sotto il quale si presentano le varie specie del genere è assai diverso: può comprende piante legnose e arbusti a portamento cespuglioso, sarmentoso, cespitoso (e quindi anche eretto), ma anche rampicante o lianoso (e quindi volubile); possono essere coltivate anche in diversi esemplari ibridi, sempreverdi o caducifoglia.
Delle specie spontanee italiane ad esempio metà sono volubili e lianose, l'altra metà invece hanno un abito eretto-arbustivo.
Le piante di questo genere sono molto longeve, ma presentano dei cicli vegetativi intermedi caratterizzati dal fatto che dopo pochi anni di vita si essiccano quasi completamente. A questo punto dalla ceppaia vengono emessi nuovi polloni, che naturalmente dopo un certo numero di anni si atrofizzano e muoiono, ripetendo da capo il ciclo appena descritto.

L'altezza del fusto è molto variabile: da 20 cm fino a 7 m e in genere è molto ramoso. Questa ramosità quasi cespitosa è data dalla presenza di gemme multiple, soprannumerali e in serie sovrapposte nelle zone ascellari del fusto.
Un'altra particolarità del fusto è che questo è caratterizzato dalla formazione di un unico strato di fibre “liberiane” (fibre a membrana ispessita che entrano nella costituzione del “libro”, all'interno della corteccia), per ciascun ciclo vegetativo annuale, facilitando così la determinazione della sua età.

Le foglie possono essere persistenti, semi-persistenti o caduche; la lamina quasi sempre è semplice di forma più o meno ovata; la disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta a 2 a 2; possono essere picciolate (specialmente nei rami sterili – senza fiori) o sessili. Spesso sono connate ossia sono appaiate e saldate alla base tra di loro e formano quindi una unica foglia amplessicaule attraversata nel centro dal fusto (lamina perfogliata). Le pagine fogliari possono essere glabre o vellutate. In alcuni casi sono presenti delle stipole. La dimensioni delle foglie va 1 cm a 10 cm.

L'infiorescenza può essere ascellare o terminale. I fiori sono variamente disposti ma sempre in numero relativamente piccolo per ogni infiorescenza. A volte possono essere brevemente pedicellati su 2 brattee e 4 bratteole. Altre volte si hanno capolini sessili o infiorescenze cimose (corte o allungate).

I fiori sono zigomorfi, ermafroditi, tetraciclici (calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri; sono inoltre profumati da sostanze di natura benzoloide (essenze nelle quali prevalgono i composti ad anello benzoico). Questa profumazione si rileva anche spezzando i fusti della pianta.
Sono piante a fecondazione entomogama (insetti e farfalle). I fiori delle varie specie attraggono soprattutto le sfingidi e grossi imenotteri come i Bombi che con la loro lunga proboscide riescono a raccogliere il nettare contenuto, fino a metà altezza, nel lungo tubo corollino.
Il frutto è una bacca succosa di colore rosso - violaceo o nero spesso tossica per la presenza di xilosteina. Contiene da pochi a numerosi semi discoidi.

Queste piante allo stato libero crescono su un vastissimo territorio che comprende oltre all'Europa, qualsiasi altra zona posta nell'Emisfero boreale come l'Asia, l'Africa e l'America, con particolare rilevanza per le regioni montuose dell'Asia centrale e orientale. Possiamo infatti considerare l'Himalaya, a una altitudine compresa tra i 3000 e 4000 m s.l.m., l'area di origine del genere Lonicera. comprese comunque anche le zone montuose della Cina occidentale.

In alcune zone dell'Himalaya si consumano le bacche zuccherine della L. angustifolia, mentre in Siberia sono ricercate quelle del L. coerulea (grande arbusto a grossi frutti). Altre specie commestibili sono due piante americane: L. involucrata e L. ciliata (questa informazione viene dal Ministero dell'Agricoltura di Washington).
Inoltre alcuni fiori delle Lonicere producono un dolce nettare commestibile che può essere utilizzato come sciroppo o sorbetto o in altri dolci.

L'impiego maggiore di queste piante si ha nel giardinaggio: sembra che almeno un terzo delle specie che si conoscono siano oggetto di coltivazione nei vari giardini d'Europa e degli altri paesi.
Sono considerati arbusti rustici o semi-rustici, a seconda del clima locale, i cui pregi di profumazione, dei fiori e di portamento assicurano a essi una larga diffusione commerciale. Le specie rampicanti sono utilizzate soprattutto per ricoprire muri o pergolati o creare galleria nel giardino. Quelle arbustive si prestano ottimamente per la formazione di macchie arbustive, per formare siepi o dividere zone diverse dei giardini.
Alcune specie fioriscono subito in Primavera (L. fragrantissima); ma la maggior parte delle specie di questo genere fiorisce nella stagione più calda (estate o anche fine dell'estate). Ci sono poi specie più delicate (L. sempervirens) alle quali vanno destinate zone più calde e protette. Altre sono striscianti (L. japonica-flexuosa) e allora saranno lasciate libere di vegetare come l'edera.

Con il legno della pianta L. tartarica vengono costruiti dei giocattoli per i gatti in quanto contiene il nepetalactone, un terpene, che è ritenuto essere un surrogato dei feromoni sessuali felini (come ad esempio le sostanze contenute nell'erba gatta).
In alcune zone (come negli Stati Uniti o nella Nuova Zelanda) alcune specie di questo genere (L. japonica e L. maackii) sono considerate erbe infestanti invasive. Infatti il taglio della pianta o anche il fuoco non eliminano la possibilità di rigenerazione dai ceppi sotterranei che rimangono ancora attivi.
Durante la notte si ha l’intensità massima del profumo del Caprifoglio, emesso per attrarre gli insetti impollinanti anche a lunga distanza.

In alcuni paesi, si dice che portare fiori di Caprifoglio in casa, significa che entro l’anno si celebrerà un matrimonio. Nel linguaggio dei fiori, il Caprifoglio rappresenta l’amore vero e la fedeltà.

Il caprifoglio è una pianta rampicante dalla fioritura molto caratteristica ed interessante. Il suo modo di avvinghiarsi attorno a tutto ciò che incontra accanto a se, ha fatto sì che nella scelta del suo nome ricordasse la capacità delle capre di arrampicarsi. Caprifolium significa infatti “foglia di capra”. Per ciò che riguarda il suo significato principale, esso è direttamente collegato alla dolcezza del suo nettare. La sua fioritura infatti, se regalata, è simbolo di dolcezza d’animo.

Se si raccoglie un ramo di caprifoglio, secondo la tradizione, si fa in modo di donare alla propria famiglia pace e serenità. Tutte le storie ad essa legate, in qualche modo sono riconducibili all’amore. Ed in particolare all’amore di una donna che si “attacca” e rimane così avvinghiata all’uomo simbolo del suo amore.

In Inghilterra, regalare un ramo di caprifoglio è ancora significato di promessa di fedeltà.  A seconda della popolazione che vi si è trovata ad avere a che fare, questa pianta ha assunto connotati diversi. Per i popoli di origine celtica  i fiori di caprifoglio possedevano la capacità di effettuare degli incantesimi d’amore, essendo gli stessi in grado di combattere il “veleno” prodotto dalla nostalgia d’amore. E’ utilizzato anche nella medicina tradizionale cinese, per la quale questa pianta è in grado di rafforzare la libido e la potenza sessuale.

Il caprifoglio, insieme al nocciolo è fortemente legato alla storia epica di Tristano ed Isotta, giovani amanti sfortunati della letteratura. Si narra infatti che Tristano, cacciato da Re Marco perché innamorato della regina, visse confinato per un anno intero, in preda alla disperazione ed alla solitudine perché impossibilitato a stare con il suo amore.  Tornato di nascosto nei boschi per vederla passare in seguito ad un trasferimento incise il suo nome in un ramo di nocciolo per farsi “vedere” e poterla incontrare. Già nel passato il caprifoglio ed il nocciolo avevano fatto da teatro al loro amore. Dopo mille peripezie ed un amore tormentato, saranno il contorno delle loro tombe, dove i due amanti, come le piante avvinghiate l’una all’altra, saranno inseparabili.


LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/2015/07/il-parco-dei-colli-bergamo.html




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