venerdì 17 luglio 2015

IL PINO NERO



Il pino nero è un albero della famiglia delle Pinacee presente esclusivamente nelle regioni montuose mediterranee. Il suo areale è estremamente frammentato in quanto si tratta di una specie relitta pioniera.

Alcuni caratteri morfologici sono comuni a tutto il gruppo dei Pini neri, altre, come ad esempio la lunghezza e la rigidità degli aghi, sono distintive a livello di sottospecie.
In Italia arriva a 25-40 metri di altezza. Gli esemplari giovani hanno la ramificazione verticillata che genera una chioma piramidale che tende a aprirsi con l’andare del tempo, assumendo una conformazione irregolare, spesso affascinante e più o meno densa a seconda della sottospecie. Il tronco che può superare il metro di diametro può essere dritto oppure contorto, a volte diviso in due, e ha una corteccia grigia a scaglie che nel tempo diventa sempre più fessurata. Gli aghi più o meno pungenti a margine denticolato sono dritti o incurvati, color verde scuro o chiaro a seconda della sottospecie, riuniti a coppie da una guaina, lunghi da 4 a 24 cm, con sezione semicircolare e un numero variabile di bande stomatifere. La fioritura avviene tra aprile e giugno con microsporofilli maschili situati alla base dei rami dell’anno che sono gialli a maturazione, e macrosporofilli femminili in gruppi che da verdi diventano rosso intenso quando sono maturi e sono terminali sui rami dell’anno. I coni fecondati maturano nel giro di due anni, diventando pigne lucide e legnose con squame dalla caratteristica unghia nera, lunghe 5-12 cm, color marrone chiaro, che si aprono durante l’inverno e dopo aver disperso i semi cadono, di solito a primavera. I semi sono grigi, con un’ala lunga. L’apparato radicale è estremamente robusto, esteso sia in profondità con un grosso fittone che lateralmente, e in simbiosi micorrizia con varie specie fungine tra cui anche lo scorzone, il tartufo nero invernale, il bianchetto, e il tartufo nero. Non è molto longevo, ma in compenso cresce abbastanza velocemente.

L'areale è oromediterraneo si trova dal Nordafrica all'Anatolia. Specie molto diffusa dalla Spagna alla Crimea, si trova anche in Asia minore (Cipro, Anatolia) e sulle montagne dell'Africa settentrionale. Abusato come ornamentale nei giardini. Si è naturalizzato in qualche area dell'America settentrionale. È presente in Italia ed è molto comune da Nord a Sud e cresce sia a basse quote fino a quote alte (a Nord). In Italia crea dei boschi più o meno puri ma è anche associato ad altri alberi come il Pino silvestre, il Pino mugo, il Pino marittimo, l'Abete rosso e bianco.

Il Pino nero è naturalmente presente in gran parte della penisola italiana con l’esclusione di Piemonte e Val d’Aosta, Sardegna, Puglia, e Basilicata. Il suo areale di distribuzione va da 0 a 1200 metri sul livello del mare. E’ un albero eliofilo, che in fatto di terreno non ha preferenze particolari per quanto riguarda la granulometria. Il pH del suolo invece determina la diffusione delle varie sottospecie di Pino nero, oltre che influire sulla qualità del legno dell’albero. Di norma il cosiddetto Pino austriaco cresce su suoli calcarei, mentre il Pino laricio cresce su quelli acidi. Il terreno ideale comunque è molto ben drenato. Sopporta molto bene i venti salmastri, i venti forti, l’aridità, il freddo.

La propagazione del Pino nero avviene per seme. La germinazione presenta alta percentuale e temperature ideali che vanno da 15 a 20°C a seconda dell’area di provenienza della semente (per cui è sempre buona regola seminare varietà locali di Pino nero in modo da poter controllare le condizioni ambientali ideali per lo sviluppo dei semenzali). La semina di solito viene effettuata subito dopo la raccolta dei semi e direttamente in contenitori singoli, protetti da marciumi e nematodi, per evitare di danneggiare le plantule con il ripicchettamento. La messa a dimora deve avvenire quanto prima, avendo cura di proteggere il giovane pino nero dal gelo invernale per i primi due anni. Vanno evitati i trapianti soprattutto per piante più alte di 90 cm. Come molti altri pini anche gli aghi del Pino nero producono sostanze inibenti la germinazione che una volta cadute sul terreno per dilavamento ad opera della pioggia rendono difficile da coltivare le piante sotto la sua chioma. Si consigliano hosta, ortensie (soprattutto le Hydrangea serrata e macrophylla che cambiano colore dei fiori a seconda del pH del terreno, creando effetti cromatici piacevoli) e azalee o rododendri. Le varietà nane sono adatte a spazi contenuti. Alcune cultivar possono essere potate secondo le regole dell’ars topiaria, altre sono adatte a giardini minuscoli, magari associate ad altre conifere in miniatura per creare piccole collezioni giocate sugli accostamenti di diverse tessiture e le differenti tonalità di verde degli aghi.

Tra i parassiti tipici del Pino nero ricordiamo la Processionaria del pino Thaumetopoea pityocampa, gli afidi, alcuni coleotteri e lepidotteri. Tra le malattie segnaliamo soprattutto la ruggine e vari tipi di attacchi fungini.

Il Legno di Pino nero varia molto a seconda della sua provenienza, ma in ogni caso è un legno resinoso non durevole (va sottoposto a trattamenti), utilizzato per produrre parta di cellulosa e mobilio grezzo.

I vantaggi dell’uso delle erbe medicinali sono preziosi per il nostro benessere ma ci sono alcuni rimedi che sono meno noti di altri e tra questi c’è il pino nero, che offre utili proprietà benefiche attraverso l’infusione di alcune sue parti, in particolare foglie, corteccia e resina.

È particolarmente indicato nel trattamento di fastidi all’apparato respiratorio perché ha capacità espettoranti, facilita la liberazione delle vie respiratorie, riduce la possibilità di infiammazioni. Ma risulta utile anche nel trattamento di dolori articolari, artriti e indolenzimenti. È però anche un potente diuretico che aiuta ad eliminare le tossine dall’apparato urinario.


LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/2015/07/il-parco-dei-colli-bergamo.html



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