sabato 4 luglio 2015

LA FORMICA RUFA



Le formiche sono tra le più antiche creature del pianeta e sopravvivono nell'aspetto pressochè originario dopo 100 milioni di anni. A prima vista sembrano tutte uguali, eppure secondo i mirmecologi, ovvero gli specialisti che studiano questi curiosi insetti, le specie di formiche finora conosciute sono circa 12.000. In Italia si conoscono oltre 200 specie di formiche: tra queste, nei boschi di conifere delle Alpi, si trovano quelle che costruiscono i nidi (acervi) più appariscenti. Si tratta delle specie del gruppo Formica rufa. Similmente alle altre famiglie d'insetti sociali (api, vespe e termiti), anche le formiche rufe si caratterizzano per un sistema di caste ben differenziato.

Dotata di livrea rosso ruggine, addome, zampe ed antenne di colorazione bruna, questa specie è priva di pungiglione, ma è capace di lanciare, anche a 30 cm di distanza, potenti getti di acido formico prodotto da un apparato addominale. Lunga fino a 8-10 millimetri, è dotata di grandi mandibole.

La formica rossa è un insetto diffusamente poligino e spesso, subito dopo la fecondazione, riammette le regine nella colonia madre, con l'effetto di produrre vecchi nidi con una fitta rete di gallerie e oltre un centinaio di femmine fecondate, esse infatti non possono sopravvivere al di fuori di un formicaio già avviato.

Nuove colonie possono crearsi quando una colonia ha un certo numero di esemplari, allora la colonia si divide in più sottosciami o sciami secondari, che se abbastanza grandi si dividono a loro volta in sciami terziari, e molto più raramente in sciami quaternari; ogni sciame dà poi origine ad un nuovo formicaio del tutto autonomo che crescerà anch'esso di numero e produrrà femmine fertili e maschi a tempo debito.

Difende con aggressività il territorio, e spesso attacca altre specie di formiche presenti nella zona del proprio dominio per eliminarle. I voli nuziali hanno luogo durante la primavera e spesso coincidono con dure battaglie fra colonie vicine per la riorganizzazione dei confini territoriali.

La formica si nutre comunemente di invertebrati trovati intorno al nido, e in particolare afidi trovati sugli alberi, sebbene siano anche voraci saprofagi.

In un popolamento di formiche rufe si distinguono: le operaie, femmine sterili che misurano da 5 a 7 mm, hanno corpo piuttosto slanciato, dorso rosso ruggine, testa ed addome nerastro; le regine, femmine feconde, sono un poco più grandi (8-10 millimetri) e sono dotate di ali; i maschi sono più piccoli delle femmine ed alati.
Le operaie costituiscono la massa di una popolazione di formiche, svolgono tutti i lavori, assicurano la difesa, la cura della prole e l'approvvigionamento; vivono 4-5 anni. Le forme alate, femmine regine e maschi, sciamano nei primi giorni d'estate; i maschi hanno il compito di accompagnare le regine nel volo nuziale per fecondarne le uova; la loro vita è assai breve. 3-4 settimane e muoiono entro qualche giorno dal volo. Le regine, se non cadono vittime dei numerosi predatori (uccelli od insetti), dopo il volo nuziale perdono le ali e cominciano una lunga esistenza (anche 20-25 anni), votata alla deposizione delle uova nella parte più profonda del nido. La regina fecondata cerca sistemazione nel nido d'origine o comunque in quello della sua specie; talvolta fonda un altro formicaio deponendovi le uova e crescendo da sola la prima nidiata, dallo stadio di larve a quello di operaie.

Tutte le specie del gruppo Formica rufa edificano un nido a forma di cupola, forma ideale per captare il calore del sole oltre che per proteggere il nido dalla pioggia.
I nidi o acervi misurano mediamente m 1,20 di diametro sono alti circa 60 cm e contengono una popolazione che va dalle 200.000 alle 500.000 formiche e diverse centinaia di regine, ma possono arrivare anche a 2 m di altezza e diversi metri di diametro, con una popolazione fino a più di un milione d'individui. I formicai si sviluppano in profondità, all'incirca quanto l'altezza della cupola, e solitamente inglobano una ceppaia marcescente o una grossa radice morta. La parte profonda, dove le formiche sono sufficientemente protette e dove regna una temperatura ottimale per la loro vita, è formata da una successione di camere intercomunicanti, destinate alla regina, allo sviluppo delle uova e delle larve nonché a contenere, nell'epoca prossima alla sciamatura, masse di individui alati. I diversi materiali con i quali viene costruito il nido, quali aghi di conifere, ramoscelli, grani di terra, gocce di resina ecc. sono abilmente intrecciati e formano una mirabile costruzione architettonica sufficientemente compatta. In estate, la temperatura interna dell'acervo si mantiene costante attorno ai 24-28°C, salvo nella parte più profonda dove non oltrepassa i 20°C; da fine settembre le formiche iniziano a concentrarsi nella profondità del nido, dove svernano, pressoché immobili, ad una temperatura di circa 10°C. Nella bella stagione, all'interno del nido schiere di operaie servono la regina, curano la prole, puliscono le celle e le gallerie e, se la temperatura diviene troppo elevata, realizzano nuove aperture per permettere una migliore ventilazione; il nido viene ispezionato di continuo per il mantenimento delle strutture e per il regolare ricambio dei materiali da costruzione. Durante il periodo di attività numerose operaie montano la guardia, pronte ad avvertire le compagne dell'avvicinarsi di un pericolo.

Il principale costituente di Formica rufa, o formica rossa, è l’acido formico. Altri costituenti sono terpeni, oli essenziali e iridomirmecina, sostanza dall’azione battericida e insetticida. La tintura madre è preparata con l’insetto intero vivo. La sperimentazione patogenetica ha dimostrato un tropismo essenziale sull’apparato locomotore e sull’apparato urinario.

Formica rufa cura in particolar modo le cistiti croniche o recidivanti da Escherichia Coli, accompagnate o alternate ad artralgie. È indicato soprattutto per i soggetti affetti da iperuricemia.

Sintomi caratteristici sono urine abbondanti, torbide e maleodoranti, presenza di cristalli di acido urico, bisogno impellente di urinare. Le minzioni non sono molto dolorose.

Nella sperimentazione omeopatica il rimedio Formica rufa provoca una forte irritazione sull’apparato locomotore, con artralgie erratiche improvvise che peggiorano con il freddo e con l’umidità, e sull’apparato urinario dove provoca infiammazione con albuminuria, urine torbide e maleodoranti.


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