giovedì 23 luglio 2015

LA GOTTA



Il nome deriva dal latino gutta, che significa "goccia" (di liquido). Secondo l'Oxford English Dictionary deriva dalla teoria umorale e dall'idea che sia la «...caduta di un materiale morboso dal sangue dentro e intorno alle articolazioni». Il primo a utilizzare la parola "gutta" è stato il frate domenicano Randolphus di Bocking, intorno al 1200.

La gotta, tuttavia, è una condizione conosciuta fin dall'antichità. Storicamente, è stato denominata «il re delle malattie e la malattia dei re» o "malattia dei ricchi". Questo perché era associata a un'alimentazione ricca e al forte consumo di bevande alcoliche, condizioni che solitamente si potevano riscontrare soltanto negli individui più ricchi.

La prima documentazione della malattia risale all'antico Egitto, in una descrizione del 2600 a.C. di un'artrite dell'alluce. Il medico greco Ippocrate di Coo la descrisse, intorno al 400 a.C., nei suoi Aforismi cogliendone la sua assenza negli eunuchi e nelle donne in pre-menopausa. Aulo Cornelio Celso (30 d.C.) evidenziò, nel sua De Medicina, il legame con l'alcol, l'insorgenza nelle donne e l'associazione con problemi renali.

Già nel 1679 lo scienziato olandese Antoni van Leeuwenhoek cominciò a osservare al microscopio la presenza dei cristalli di acido urico, mentre qualche anno dopo, nel 1683, Thomas Sydenham, un medico inglese, ne constatò la comparsa nelle prime ore del mattino e la maggior prevalenza tra i maschi più anziani, ma solo nel 1848 un altro medico inglese, Alfred Baring Garrod, intuì che l'eccesso di acido urico nel sangue sarebbe potuto essere la causa della gotta.

Poiché in passato la gotta era una condizione associata alle classi più abbienti, si conoscono molti personaggi storici che ne hanno sofferto. Tra questi: Carlo Magno con tutta la dinastia dei Carolingi, Caterina d'Aragona, Enrico VIII d'Inghilterra, Piero di Cosimo de' Medici, che fu soprannominato "il gottoso", Thomas Jefferson, Isaac Newton, Charles Darwin, Leonardo da Vinci, Benjamin Franklin, Theodore Roosevelt. Si sospetta che il politico statunitense John Hancock (1737-1793) utilizzasse la gotta come frequente scusa per sottrarsi a difficili situazioni. Si sa anche di molti papi affetti da questa condizione, tra i quali Giulio II, Clemente VIII, Innocenzo XI. Secondo la storiografia ufficiale anche Papa Bonifacio VI è morto, dopo soli quindici giorni di pontificato, a causa della gotta (de podagrico morbo correptus).

La gotta è una malattia del metabolismo caratterizzata da attacchi ricorrenti di artrite infiammatoria acuta con dolore, arrossamento e gonfiore delle articolazioni, causati dal deposito di cristalli di acido urico in presenza di iperuricemia. L'articolazione più frequentemente colpita è, in circa il 50% dei casi, la metatarso-falangea dell'alluce, donde il nome di podagra. L'acido urico può inoltre depositarsi nei tendini e nei tessuti circostanti, generando i cosiddetti tofi, anche a livello renale, inducendo la comparsa di nefropatia gottosa.

La gotta colpisce circa l'1-2% della popolazione occidentale, in un certo momento nella loro vita e sta diventando sempre più frequente. I tassi d'incidenza della malattia sono quasi raddoppiati tra il 1990 e il 2010. Si ritiene che ciò sia dovuto alla crescente durata media della vita, ai cambiamenti nella dieta e all'aumento delle malattie correlabili alla gotta, come la sindrome metabolica e l'ipertensione. Sono stati determinati una serie di fattori che influenzano i tassi di gotta, tra cui l'età, la razza e il periodo dell'anno. Negli uomini di età superiore ai 30 e nelle donne sopra i 50 anni di età, la prevalenza è del 2%.

Negli Stati Uniti la gotta si verifica con probabilità doppia negli afroamericani maschi rispetto agli americani di origine europea. Il numero dei casi è più alto tra i popoli delle isole del Pacifico e tra i Maori della Nuova Zelanda, ma risultano rari negli aborigeni australiani, nonostante una concentrazione media più alta di acido urico in questi ultimi. La gotta è diventata una condizione comune in Cina, in Polinesia e nelle città dell'Africa sub-sahariana. Alcuni studi hanno dimostrato che gli attacchi di gotta si verificano più frequentemente in primavera. Ciò è stato attribuito ai cambiamenti stagionali nella dieta, al consumo di bevande alcoliche, all'attività fisica e alla temperatura.

L'iperuricemia è la causa della gotta. La condizione può verificarsi per una serie di motivi, tra cui dieta, predisposizione genetica o la ipoescrezione renale di urato, il sale dell'acido urico. L'ipoescrezione è la causa primaria di iperuricemia, verificandosi in circa il 90% dei casi, mentre la sovrapproduzione è causa nel restante 10%. Circa il 10% delle persone con iperuricemia sviluppano, a un certo punto della vita, la gotta. Il rischio, tuttavia, varia a seconda del grado di iperuricemia. Quando i livelli sono compresi tra 415 e 530 micromol/l (7 e 8,9 mg/dl), il rischio è dello 0,5% all'anno, mentre in quelli con un livello superiore a 535 mmol/l (9 mg/dL), il rischio è di 4,5 % all'anno.



Le cause di questa malattia sono sia genetiche che ambientali (malattie metaboliche, disfunzioni renali, alimentazione, alcol, farmaci…), l’alimentazione gioca un ruolo importante sia nella prevenzione che nel trattamento, ad esempio l’abuso di alcol o una dieta troppo ricca portano spesso all’innalzamento degli acidi urici. Paradossalmente, anche una dieta troppo restrittiva porta ad un innalzamento degli acidi urici: questi derivano dal metabolismo di particolari molecole, chiamate purine, quindi se la dieta è troppo ricca il risultato è che c’è sovrabbondanza di queste molecole dalle fonti alimentari, se invece è troppo scarsa le purine derivano dal catabolismo dell’organismo.
L’iperuricemia può rimanere asintomatica a lungo, ma nel momento in cui cominciano a comparire i primi dolori articolari sono generalmente a carattere acuto (durano pochi giorni e scompaiono da soli). Può esserci un periodo asintomatico dopo la prima crisi dolorosa, che nel tempo può ripresentarsi ad intermittenza.

Il periodo necessario per sviluppare accumuli sottocutanei è piuttosto lungo, anche cinque o dieci anni, i tofi possono svilupparsi nelle parti cartilaginee, nei tendini, nei tessuti molli e nel rene causando insufficienza renale cronica.
Il primo obiettivo della terapia è quello di abbassare i livelli di acidi urici nel sangue, questo potrebbe portare anche alla diminuzione o addirittura alla scomparsa dei tofi che causano il dolore. Il medico può prescrivere vari tipi di farmaco, sia analgesici per il trattamento del dolore, sia con l’obiettivo della diminuzione dell’uricemia, ma nello stesso momento la dieta deve essere regolata di conseguenza alle esigenze del paziente.

In caso di sovrappeso od obesità, la dieta dovrà essere moderatamente ipocalorica per raggiungere gradualmente il peso desiderabile, ma come detto precedentemente non deve essere troppo drastica per evitare di causare un ulteriore aumento dei livelli di acidi urici nel sangue. I consigli generali, oltre queste prime indicazioni, sono:

Evitare il digiuno prolungato.
Evitare una dieta troppo ricca in grassi e proteine e di conseguenza evitare o diminuire il consumo di alimenti ricchi di purine (acciughe, cervello, fegato, reni, gamberi, sarde, …)
Limitare il consumo di alcol.
Bere molta acqua per evitare il formarsi di calcoli renali.
Gli alimenti sconsigliati sono:

brodo di carne grassa o estratti di carne,
visceri e carni grasse,
hamburger,
würstel,
oca,
anatra,
frutti di mare e uova di pesce,
insaccati grassi,
formaggi stagionati grassi,
strutto,
lardo,
alcol.
Fondamentalmente la frequenza di assunzione degli alimenti è rapportata al contenuto di alcol, grassi e purine, quindi via libera a:

alimenti vegetali (compresi i cereali come la pasta e il pane),
pesce magro,
pollo,
tacchino,
latte scremato,
olio extravergine d’oliva,
caffè,
tè e tisane.
Sono da limitare, invece, gli alimenti che sono una via di mezzo tra questi, come

la maionese,
gli asparagi, i piselli, il pomodoro, gli spinaci (questi vegetali sono da limitare per la sospetta relazione con la possibilità di sviluppare calcoli renali, ma una buona assunzione di acqua permette il loro consumo),
carni di maiale o di bovino (solo le parti magre),
latte intero,
frutta secca,
zuccheri semplici.
Un altro importante accorgimento è quello di non utilizzare troppi grassi durante la cottura, preferendo metodi tipo:

la cottura al vapore,
la bollitura,
la piastra,
il cartoccio,
il soffritto.
Se si desidera eseguire una frittura bisogna assicurarsi che la temperatura dell’olio sia sufficientemente elevata per non essere assorbito dall’alimento. Ovviamente, i fritti sono da evitare in caso di remissione di un attacco acuto. Per insaporire gli alimenti è possibile usare:

aglio,
cipolla,
spezie varie,
aceto,
limone.

La gotta si presenta in forme diverse:

artrite gottosa=formazione di "tofi" (aggregati di urati sotto la pelle) di preferenza nel padiglione dell'orecchio
calcoli renali, composti di cristalli di acido urico
insufficienza renale, in seguito al blocco causato dai calcoli.

I sintomi della gotta sono quasi sempre acuti, e si manifestano all'improvviso - spesso di notte - e senza nessun avvertimento.
Essi includono:

intenso dolore alle articolazioni. La gotta solitamente affligge le articolazioni dell'alluce, ma può verificarsi nei piedi, nei fianchi, nelle ginocchia, mani e polsi. Il dolore dura tipicamente tra cinque e dieci giorni e poi smette. La sensazione di fastidio scompare gradualmente nel giro di una o due settimane, lasciando l'articolazione apparentemente normale e senza dolore;
infiammazione e rossore. Le articolazioni affette diventano gonfie, morbide e rosse.

Alcuni disturbi o terapie possono costituire i fattori di rischio per la gotta. Questi includono alta pressione sanguigna non trattata (ipertensione) e condizioni croniche come il diabete, alti livelli di grassi o colesterolo nel sangue (iperlipidemia) e il restringimento delle arterie (arteriosclerosi). Interventi chirurgici, malattie o danni improvvise o gravi e lo stare a letto per lunghi periodi sono fattori che possono aumentare i livelli di acido urico nel sangue. Lo stesso vale per diuretici a base di tiazide - usati per trattare l'ipertensione - l'aspirina e farmaci anti-rigetto assunti da persone che hanno appena avuto un trapianto. Inoltre trattamenti chemioterapici per il cancro possono causare l'aumento di purina nel sangue.
Una persona su quattro di quelle che soffrono la gotta hanno una storia familiare di questo disturbo.

La gotta si manifesta più spesso negli uomini rispetto alle donne, principalmente perché le donne tendono ad avere un livello di acido urico inferiore agli uomini. Nelle donne dopo la menopausa tuttavia questo livello si avvicina a quello degli uomini. Gli uomini hanno più possibilità di sviluppare la malattia prima (cioè tra i 30 e i 50 anni), mentre le donne generalmente sviluppano i sintomi dopo i 50.

Per diagnosticare la gotta, si estrae del fluido dalla giuntura dolorante, per controllare la presenza di cristalli di acido urico nelle cellule dei globuli bianchi.
Altri test possono includere:

test delle urine (per scoprire la quantità di acido urico espulso)
analisi del sangue (quantità di acido urico nel sangue)

Alcune persone afflitte da gotta sviluppano una forma cronica di artrite, un più limitato numero di soggetti con la gotta sviluppano anche calcoli renali.

Non c'è nessuna maniera sicura di prevenire gli attacchi di gotta iniziali o i seguenti, ma se si ha già avuto la gotta, alcuni farmaci possono ridurre il rischio o l'acutezza di un eventuale attacco futuro.La loro funzione è quella di rallentare la velocità con cui l'acido urico è prodotto ed aumentare la velocità con cui viene espulso. In generale, mantenere i livelli di acido urico nel sangue entro la normalità è la chiave a lungo termine per prevenire la gotta.



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