sabato 17 ottobre 2015

IL DESERTO



La parola deserto non è solo un sostantivo ma anche un aggettivo col significato di "solo, abbandonato". Il latino desertum deriva dal verbo deserere che significa abbandonare. Deserere, a sua volta, è composto da de, con valore negativo, e serere (legare) quindi non più legato

Un deserto è un ecosistema che riceve pochissima pioggia e di solito si pensa che possegga poca vita, ma questo dipende dal tipo di deserto; in molti la vita è abbondante, la vegetazione si è adattata al basso tasso di umidità e la fauna solitamente si nasconde durante il giorno, il che significa che un deserto è un ecosistema solitamente arido (la sua più grande caratteristica) e che quindi rende difficoltoso, se non talvolta impossibile, l'instaurazione permanente di gruppi sociali. I deserti costituiscono una delle aree emerse più grandi del pianeta: la loro superficie totale è di 50 milioni di chilometri quadrati, circa un terzo della superficie della Terra. Rappresenta il 30% delle terre emerse, (il 16% è costituito da deserti caldi, il 14% da deserti freddi).

Gran parte dei deserti del mondo si trovano in zone caratterizzate da alta pressione costante, cioè una condizione che non favorisce la pioggia. Tra i deserti di queste aree vi sono: il deserto del Sahara (il più grande deserto del pianeta Terra), il Kalahari, e il deserto del Namib nell'Africa meridionale; il Gran Deserto Sabbioso, in Australia, il deserto del Gobi (o Chamo), il Karakum, il deserto di Taklamakan in Cina, il Rub' al-Khali in Arabia, il deserto del Negev, il deserto del Mojave, e il deserto di Atacama nelle Americhe solo per citarne alcuni dei più vasti.

Gran parte di deserti sono localizzati all'interno dei continenti, vale a dire distanti dal mare: come ad esempio, il deserto del Gobi e altri deserti dell'Asia centrale, che difficilmente vengono raggiunti dai venti umidi dagli oceani. Un esempio del contrario, tuttavia, si riscontra in piccole zone desertiche del Mediterraneo occidentale in Europa: in Spagna, Francia ed Italia.

I deserti lungo le coste occidentali dell'Africa australe e del Sud America sono influenzati dalla presenza di correnti oceaniche fredde che causano deumidificazione nell'atmosfera.

L'unico bioma nel quale la pioggia può mancare per anni è il deserto. Se ne possono distinguere tre tipologie principali:

Deserto caldo, deserto roccioso dove il suolo è costituito da pietre o ciottoli chiamati con la parola araba di hammada; può essere anche ghiaioso, chiamato reg, oppure sabbioso a dune, chiamato erg, presenti nelle regioni tropicali, caratterizzate da accentuata aridità, vegetazione ridotta o assente, mancanza di corsi d'acqua perenni, tendenza alla siccità; il clima a cui si associa tale ambiente è il clima desertico caldo (secondo la classificazione dei climi di Köppen);
Deserto freddo (chiamato anche, un po' impropriamente, "deserto temperato"), presente nelle regioni temperate più continentali, caratterizzate da fortissima aridità e da notevolissime escursioni termiche annue di temperatura, con estati caldissime e inverni freddissimi; il clima a cui si associa tale ambiente è il clima desertico freddo (secondo la classificazione dei climi di Köppen);
Deserto polare (deserto bianco), presenti nelle regioni settentrionali e meridionali a margine dei continenti boreali e australi (Groenlandia, Artide e Antartide), caratterizzate da freddo intenso e perenni distese di neve e ghiaccio; il clima a cui si associa tale ambiente è il clima glaciale (secondo la classificazione dei climi di Köppen).
I paesaggi desertici possiedono alcune caratteristiche comuni.



I deserti per via delle loro condizioni climatiche possono essere classificati come:

deserti caldi sono spesso composti per la stragrande maggioranza da sabbia, che per l'azione del vento dà luogo alle caratteristiche dune. Anche affioramenti di strutture rocciose sono abbastanza comuni e la vegetazione è molto scarsa.
deserti freddi sono spesso composti da rocce.
deserti polari sono invece composti soprattutto da ghiaccio e l'assenza di vegetazione è quasi totale.
Deserti caldi e freddi sono accomunati comunque da un fattore preponderante: il vento.

Non è raro che i deserti possano contenere depositi di minerali preziosi formatisi in un ambiente arido, o esposti successivamente a causa dell'erosione dell'ambiente circostante. A causa della siccità, taluni deserti possono essere ideali per la conservazione di manufatti o fossili.

La maggior parte delle classificazioni si basano su alcune combinazioni del numero di giorni, di pioggia, il totale della quantità annuale di pioggia, temperatura, umidità o altri fattori.

Nel 2010 Peveril Meigs divise il deserto in tre categorie secondo la quantità di precipitazioni che riceve:

Terreno estremamente arido: può mancare anche per 12 mesi consecutivi la pioggia
Paesaggio arido: meno di 250 mm per anno di piovosità
Paesaggio semiarido: media annuale di precipitazioni tra 250 e 500 mm.
I deserti interni vengono suddivisi in:

hammada
erg
serir o reg
I paesaggi aridi e estremamente aridi sono deserti e le praterie semiaride sono da riferimento alle steppe. Phoenix, Arizona riceve meno di 250 mm di precipitazioni all'anno, ed è riconosciuta come una città a clima desertico.

Anche il nord di un pendio dell'Alaska riceve meno di 250 mm di precipitazioni per anno, ma non è generalmente riconosciuto come deserto.

In alcune regioni la scarsità di acqua è caratterizzata dalla presenza in superficie di distese di sale che ricoprono interamente la superficie desertica; spesso queste regioni sono il risultato di fondali di antichi laghi o fondali marini, dove il vento può essere fattore rilevante nel plasmare il, paesaggio.

La desertificazione è il processo di degradazione del suolo, causato da attività solitamente umane che lo porta a diventare un deserto, questo processo, generalmente irreversibile interessa tutti i continenti con delle variazioni di intensità.

Esistono popolazioni nomadi come i Tuareg, che vivono nel deserto in tribù formate da poche persone, all'incirca 30 o 40 membri. Essi si dedicano soprattutto alla pastorizia e all'agricoltura, sviluppata nelle oasi (formatesi quando l'acqua sotterranea affiora solo in zone ristrette). Per proteggersi dagli intensi raggi del sole, i Tuareg devono coprirsi completamente lasciando liberi solo occhi e bocca. Usano indossare il caffettano, una lunga veste coperta a sua volta da numerosi teli. Inoltre nel deserto vi sono presenti anche tribù di boscimani.

Animali tipici dei deserti sono il cammello (in Asia) ed il dromedario (in Nordafrica e nei deserti dell'Arabia), utilizzati dalle popolazioni locali come animali da soma e come cavalcatura. Hanno entrambi zampe piatte, adatte a camminare sulla sabbia, un mantello molto folto per proteggersi dai raggi solari ed una (il dromedario), o due (il cammello) caratteristiche gobbe, il cui grasso, mediante un complesso processo metabolico, serve a produrre liquidi necessari a questi animali per sopravvivere in condizione di grave disidratazione, rendendoli particolarmente adatti alle difficili condizioni ambientali. Tra gli animali desertici, vi sono: i suricati che vivono in grandi colonie. Per sopravvivere alla scarsità di cibo si nutrono di una dieta varia e costruiscono profonde gallerie per raggiungere eventuali falde acquifere nel sottosuolo. Anche varie specie di uccelli abitano il deserto, così come molti rettili, tra cui serpenti e lucertole. Molti animali hanno una livrea mimetica. Il cammello può resistere un anno intero senza mangiare ecco perché nei deserti si usa sempre come mezzo di trasporto.Esistono vari tipi di deserti e come tali hanno animali e vegetazioni diverse. Generalmente, in essi sono presenti anche il fennec (volpe del deserto), alcune gazzelle, il coyote, lo scarabeo nero e la vipera dal corno.

A causa della rarità dell'acqua, il Sahara è quasi privo di flora, della vegetazione mediterranea che copriva le montagne del Sahara prima che diventasse un deserto, rimane solo l'oleandro ed il cipresso del Tassili, in prossimità dei guelta.

Le piante si sono adattate all’ambiente in modo da ridurre l'evaporazione ed aumentare l'assorbimento d’acqua: presentano foglie molto piccole, radici molto lunghe capaci di affondare negli strati più umidi del suolo (acacie, tamerici), o accumulano l’acqua nei tessuti e hanno foglie ricoperte di cera (succulenti); alcune perdono le proprie radici per lasciarsi trasportare in modo da assorbire l'umidità dell'atmosfera (rose di Gerico) o succhiano la linfa delle radici delle altre piante (cistanche); altre perdono le proprie foglie in caso d’aridità per lasciarle crescere nella stagione umida (zilla), o rendono le proprie foglie immangiabili (melo di Sodoma), …



Si possono trovare alcuni arbusti isolati (tamerici, acacie) nel letto degli oued. I rari rovesci possono trascinare il germoglio di una magra prateria temporanea, l'acheb, ricercata dai nomadi.

La palma da datteri, introdotta dagli arabi, è indispensabile all'esistenza dell'uomo nelle oasi: i datteri sono un alimento molto energetico, i tronchi servono alla fabbricazione delle travi, il fogliame serve alla fabbricazione di cesti, corde, trecce e coperture per le capanne, … protegge dal sole gli alberi da frutto che, a loro volta, riparano le culture orticole.

Gli animali hanno anch’essi messo in opera delle strategie per economizzare l'acqua ed evitare il caldo eccessivo: strato spesso di chitine e vita sotto terra per gli scorpioni e gli insetti; recupero del vapore d’acqua contenuto nell'aria polmonare facendolo condensare nelle narici, produzione di feci iperprosciugate e d’urina molto concentrata, addirittura solida, da parte di certi uccelli; perdita delle ghiandole sudoripare, colore chiaro del manto per riflettere la luce solare, attività notturna di ricerca dell’acqua e del cibo, accumulo dell’acqua in sacche interne, sovradimensionamento delle orecchie per utilizzarle come radiatore per regolare la dispersione del calore (fennec, gatto delle sabbie); pelliccia a pelo corto che permette una migliore termolisi, aumento della temperatura interna per evitare di traspirare. .




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