La Cravatta esprime la personalità e l’umore di chi la indossa ed è strumento di grande importanza nelle relazioni sociali ed in ambito lavorativo, oltreché puro mezzo di ornamento e voluttà.
Fin dagli albori dell'umanità, l'uomo ha avvertito l’esigenza di legarsi della stoffa intorno al collo, tant’è che anche gli antichi egizi, ad esempio, legavano un lembo di stoffa con il nodo di Iside intorno al collo dei defunti, in segno di protezione.
In molti sostengono che la cravatta discenda direttamente dal pezzo di stoffa che i legionari romani utilizzavano già nel II secolo dopo Cristo. Ne troviamo una raffigurazione sulla Colonna di Traiano del 113 d.C. eretta per celebrare le vittorie di Traiano sui Daci fra il 101 ed il 106 d.C.
In realtà non si intuisce un grande collegamento fra la cravatta intesa nel senso moderno e questa sua "antesignana". I veri precursori della cravatta sono i fazzoletti da collo che apparvero intorno al 1650. In quel periodo la cravatta a punta costituiva simbolo di immensa ricchezza, basti pensare che il re inglese Carlo II indossava una cravatta costata oltre 20 sterline già nel 1660. Per farVi un'idea tenete in considerazione che a quell'epoca una rendita "annua" di 2 sterline era considerata un introito di buon livello.
Indossata dai soldati per proteggersi dal freddo, la cravatta appare in Francia durante il regno di Luigi XIII.
All’epoca, dei soldati croati sono arruolati dal re di Francia; portano attorno al collo un foulard annodato. Si suppone d’altronde che la parola cravatta (in francese cravate) sia una deformazione della parola croato (in francese croate). Attorno al 1650, la cravatta si installa al collo ed alla corte del re Luigi XIV. Le persone rivaleggiano in audacia ed eleganza, aggiungendo dei merletti e dei nastri di seta. La moda si diffonde in tutta Europa. Indossata dai ricchi e dai dandy, la cravatta ha attraversato i secoli successivi ed i continenti, assumendo nuove forme.
Il prototipo della cravatta attuale è di origine americana e risale al 1700. Inizialmente era sostanzialmente una bandana annodata a fiocco e, strano ma vero, fu un pugile a renderla popolare: James Belcher.
In seguito, all'inizio del XIX secolo, Lord George Bryan Brummel introdusse una moda innovativa. Lord Brummel è stato un dandy leggendario, nonché un grande stilista; egli aborriva qualsiasi esagerazione, sosteneva che l'eleganza non va a braccetto con ridicolaggini ed esagerazioni. Il Lord aveva un look molto personale con frac blu, panciotto, pantaloni beige, stivali neri e fazzoletto da collo bianco. Pensate che era tanto attento al proprio look da cambiare fazzoletto nel caso in cui il primo tentativo di nodo risultasse di brutto effetto, una volta stropiacciato non era più utilizzabile. Inutile specificare che possedesse una quantità impressionante di fazzoletti da collo candidi ed inamidati.
Facendo ancora un balzo nel tempo ci troviamo nel 1880, epoca in cui i membri dell'Exeter College di Oxford tolsero i nastri dai propri cappelli per annodarseli al collo creando, di fatto, la prima vera cravatta da club. Il 25 giugno 1880 ordinarono ad un sarto di produrre dei nastri appositi con i colori del club. Diedero così il via ad una moda che contagiò presto club e college inglesi.
Dal 1924 la cravatta divenne quella che conosciamo oggi, fu Jesse Langsdorf (New York) a trovare la soluzione giusta per la produzione tagliando il tessuto con un angolo di 45° rispetto al drittofilo, impiegando tre strisce di seta da cucire successivamente. L'idea venne brevettata ed esportata in tutto il mondo. Ancora oggi le cravatte di qualità sono create con il medesimo procedimento
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