venerdì 16 ottobre 2015

IL VIOLINO

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Si è certi di ritenere l' Italia la patria del violino e a tale fama contribuirono le celeberrime famiglie di liutai: Amati, Stradivari, Guarnieri. Il violino viene tuttora considerato lo strumento virtuosistico per eccellenza. Famose pagine per il violino furono scritte da Mozart, Beethoven, Paganini, Brahms, Mendelssohn, Cajkoviskij.
Secondo molti, non c'è proprio un inventore del violino ma piuttosto un artigiano che seppe fissare i criteri base che sarebbero stati poi seguiti da tutti i suoi successori. Le date potrebbero dare ragione ai cremonesi: in effetti, il violino più antico esistente risale al 1564 e un fù realizzato da Andrea Amati. Questo violino del 1564 ha già tutte le caratteristiche fondamentali, sia della forma che del funzionamento del violino moderno che conosciamo oggi.
Ma recenti studi fanno apparire il violino in varie parti d'Europa nello stesso tempo: oltre all'Italia del Nord, lo troviamo in Francia (Parigi e Lione), in Germania, nei Paesi Bassi (specialmente Bruxelles ed Anversa), a Praga... Nel dicembre del 1523 troviamo nel registro della tesoreria di Savoia, la parola "violino" scritta per la prima volta. Anche nel 1530 a Brescia, si trova tracce della parola "violino".

L'antenato del violino sarebbe uno strumento indiano chiamato ravanastron, risalente a 2500 anni circa. Si passa così da uno strumento rudimentale per poi trasformarsi passando dal Rebab iraniano alla Ribeca e lira da braccio alla violetta per arrivare al violino. E' parente stretto della viola da braccio e prima nasce come violino barocco, poi si trasforma in violino moderno a partire della seconda meta del 700 per le richieste dei musicisti desiderosi di avere uno strumento più potente e più comodo da suonare. Grazie al lavoro di bravi artigiani del rinascimento, si raggiunge un equilibrio tra le forme e la sonorità. Fino alla meta del XVIII secolo, il violino viene suonato in posizione libera. Il suo posto sotto il mento non è ancora una regola fissa. Con l'arrivo della mentoniera (la prima fu fabbricata nel 1830), il violino viene tenuto sempre di più tra la spalla e il mento anche grazie alla spalliera, permettendo così di far scorrere sulla tastiera, la mano sinistra liberata dal compito di sostenere lo strumento.
Il violino dunque è il frutto di una lunga evoluzione spesso empirica sbocciata nell'arte liutario italiano e più precisamente nel triangolo Cremona Brescia Venezia. All'inizio del 500, era proprio Venezia la città che produceva più strumenti ad arco con circa 140 costruttori. Ma è Cremona in seguito a prendere il sopravento con, oltre alla famiglia Amati, l'epoca d'oro con Antonio Stradivari, Giuseppe Guarneri Bartolomeo detto "del Gesu", Carlo Bergonzi per citarne solo alcuni.
Il violino è lo strumento virtuosistico per eccellenza e diventa la voce della musica genericamente definita "classica".



Il violino nel XVI secolo era utilizzato principalmente nella musica di danza, tuttavia in Italia molto presto assunse ruoli più nobili, nelle corti o nelle chiese: nel 1530 a Brescia abbiamo la citazione del termine "violino" e circa dieci anni dopo anche a Venezia troviamo violini in varie "Scuole" e durante le messe e le processioni. In realtà protoviolini erano già presenti ed utilizzati a Venezia e probabilmente altrove fin dai primi anni del '500 ma veniveano definiti con il termine di "violette" o "lirini". Le formelle del monumento funebre del Doge Barbarigo (1501 - 1515) oggi custodite presso il Museo Ca' d'oro di Venezia, contengono, a conferma, uno strumento ad arco con tutte le caratteristiche già in essere del violino della metà del XVI secolo.

A partire dalla metà del XVII secolo, l'arte della liuteria si irradia in tutta Europa. Si formano importanti "scuole", con caratteristiche omogenee al loro interno, quali alcune particolarità nella forma o nella tecnologia costruttiva, oppure un particolare colore della vernice.
Cremona rimane il centro più importante dell'arte liutaria: vi lavorano il figlio di Girolamo Amati, Nicola, vero capostipite della liuteria classica cremonese, ed i suoi discepoli, Antonio Stradivari, Andrea Guarneri, Giovanni Battista Ruggeri e Francesco Rogeri. Ancora tra i maggiori liutai cremonesi si deve ricordare Giuseppe Guarneri, detto anche ”del Gesù”, e gli allievi di Stradivari, i figli Omobono e Francesco e Carlo Bergonzi.

Sempre in Italia, vera culla della liuteria, abbiamo, a Venezia, Santo Serafino, Domenico Montagnana, Matteo Gofriller, Francesco Gobetti e Pietro Guarneri, a Milano, Giovanni Grancino, altro discepolo di Amati, i Testore, Pietro Landolfi, i Mantegazza, a Bologna i Tononi e i Guidanti, a Firenze i Gabrielli, a Napoli Alessandro Gagliano (uscito dalla scuola di Stradivari) ed i suoi discendenti, a Roma David Tecchler e Michele Plattner, a Torino un altro allievo dello Stradivari, Giovanni Battista Guadagnini ed i suoi discendenti.

Si sviluppò anche una scuola tirolese, piuttosto indipendente dall'influenza cremonese, con Jacob Stainer e la famiglia Klotz, il cui capostipite Mathias I aveva appreso la professione dallo Stainer e dal solito Nicola Amati.

Nel XIX secolo vennero ancora costruiti eccellenti violini, (Giovanni Francesco Pressenda e Joseph Rocca a Torino e Genova, Jean Baptiste Vuillaume de Mirecourt a Parigi), ma raramente paragonabili ai capolavori dei secoli precedenti. Anche oggi, i solisti cercano preferibilmente di esibirsi con strumenti del XVII e XVIII secolo.

Il XX secolo ha pure visto una ricca fioritura di liuterie in tutto il mondo, con nomi ormai affermati quali: Bisiach (Milano), Garimberti (Milano), Fiorini (Monaco), Poggi (Bologna), Gaggini (Nizza), Sacconi (New York), Carl Becker (Chicago), Peresson (Philadelphia), Bauer (Angers); ed altri, ancora attivi e in via di affermazione: Zygmuntowicz (Brooklyn), Curtin & Alf (Ann Arbor), Regazzi (Bologna), Luiz Bellini (Jackson Heights, New York), Robin (Angers), Roger Graham Hargrave (Meyenburg).

Analogamente a molti altri strumenti utilizzati per la musica classica, il violino discende da lontani parenti, più rozzi nella forma, che venivano utilizzati con lo scopo di suonare della musica popolare. In seguito ad un periodo di forte sviluppo nell'ultima parte del Rinascimento, principalmente in Italia, il violino migliorò, sia in termini di volume, sia di tono, sia di agilità nell'esecuzione, fino al punto di diventare uno strumento molto importante nell'espressione musicale, rimanendo al tempo stesso di piacevole utilizzo anche da parte di molti esecutori per la musica popolare.


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