La filariosi è una malattia veicolata dalle zanzare ed in particolare, secondo recenti studi, è la zanzara tigre la maggiore responsabile della diffusione della malattia. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare (causato da Dirofilaria immitis) oppure cutanea (causato da Dirofilaria repens).
La forma più grave è la filariosi cardiopolmonare. La malattia è diffusa soprattutto al Nord, in particolare in tutta la Pianura Padana, nelle zone attorno al Po e nelle zone lacustri. Purtroppo sono in costante aumento i casi di malattia anche in altre aree geografiche: in tutta la Toscana, nelle zone pianeggianti e costiere della Sardegna e in alcune aree della Sicilia e della Campania.
Le larve del parassita Dirofilaria immitis entrano nel sistema circolatorio e, una volta diventati vermi adulti (lunghi anche 15 cm), si insediano nelle vicinanze di cuore e polmoni, provocando disturbi cardiaci e respiratori. Crescono e si diffondono in maniera massiccia tanto che, se la malattia non viene diagnosticata e curata in tempo, può portare alla morte del nostro animale. I vermi adulti delle larve di Dirofilaria Repens, invece, vanno a localizzarsi nel sottocute, procurando danni decisamente minori.
La filariosi può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio, è perciò importante eseguire periodicamente un test di controllo presso il veterinario di fiducia per verificare che il nostro amico a quattro zampe stia davvero bene.
Le filariasi che interessano l'uomo si possono distinguere secondo la localizzazione nell'organismo delle loro forme adulte.
Filariasi cutanee, provocate da Loa loa (loiasi), da Onchocerca volvulus (oncocercosi) e da Mansonella streptocerca (mansonelliasi). Alcuni autori comprendono tra le filariasi cutanee anche la dracunculiasi.
Filariasi linfatiche, provocate da Wuchereria bancrofti (filariasi di Bancroft), Brugia malayi e Brugia timori (filariasi brugiana).
Filariasi delle cavità sierose, provocate da Mansonella perstans e da Mansonella ozzardi.
Altre filarie di interesse per lo più veterinario possono essere patogene per l'uomo, occasionalmente e in modo incompleto, perché nell'ospite accidentale non maturano nelle forme adulte. Tra queste si ricordano le dirofilariasi, date da Dirofilaria immitis (filariosi cardiaca del cane), Dirofilaria (Nochtiella) repens e Dirofilaria tenuis (filariosi cardiaca del procione).
Come per tutti i nematodi, il ciclo vitale delle filarie prevede 5 stadi di sviluppo larvale, nell'ospite definitivo vertebrato e nell'ospite intermedio (vettore) artropode. Le femmine adulte producono migliaia di forme larvali al I stadio, dette microfilarie, che vengono ingerite dall'insetto vettore. Alcune microfilarie hanno una periodicità circadiana (di 24 ore) e si trovano nel circolo dell'ospite vertebrato in massima concentrazione una volta al dì, nel momento in cui abitualmente l'insetto vettore ematofago si nutre. Le microfilarie passano due stadi di sviluppo nel vettore. La larva al III stadio viene inoculata di nuovo dal vettore nell'ospite vertebrato definitivo, durante il suo pasto ematico. La larva passa altri due stadi di sviluppo prima di diventare adulta e raggiungere la sua localizzazione definitiva, a seconda della specie.
La filariosi cardiopolmonare nel cane non sembra avere una predilezione di età o di razza; tuttavia sembra che i cani maschi siano colpiti più frequentemente delle femmine.
Naturalmente, cani di grossa taglia che generalmente sono abituati a vivere all'aperto, sono più a rischio di cani di piccola taglia che invece vivono in casa. Inoltre, contrariamente a quello che si pensa, la lunghezza del pelo dell'animale non sembra avere molta influenza.
Prima che i parassiti della filaria raggiungano la maturità sessuale, e si insedino a livello cardiaco (nel cuore) e delle arterie polmonari, passano svariati mesi.
Poi, prima che i parassiti adulti raggiungano un numero tale da provocare dei sintomi evidenti nel cane, trascorre un ulteriore lasso di tempo. Dunque, quando il proprietario nota dei segni di malattia nel proprio animale, questo è stato infestato già da parecchi mesi o anche anni.
I cani colpiti da Filaria solitamente vengono divisi in 4 classi sintomatiche (in base ai segni che mostrano), a seconda della gravità dell'infestazione (che corrisponde al numero dei parassiti adulti presenti nelle arterie polmonari e nel cuore, quindi al tempo dell'invasione della Filaria nell'animale):
Classe 1 (forma subclinica o lieve), il cane non ha modificazioni dello stato di salute, si presenta bene, non mostra segni e sintomi di malattia, ma agli esami di laboratorio risulta però positivo al test di ricerca degli antigeni (elementi del parassita che vengono ricercati per identificarlo) della Filaria (in pratica, i parassiti sono presenti ma ancora non provocano danni così grandi da compromettere la salute del cane) ;
Classe 2 (forma moderata), i parassiti della Filaria hanno raggiunto, all'interno delle arterie polmonari e del cuore destro (quella parte del cuore che riceve il sangue venoso e lo "pompa" ai polmoni), dimensioni e numero tali da determinare sintomi quali affaticamento del cane, tosse occasionale, scarso rendimento con dispnea (difficoltà respiratoria) sotto sforzo (ad esempio dopo una corsa o dopo aver giocato), possibili soffi cardiaci (alterazioni della funzionalità delle valvole cardiache) e possibile perdita di peso;
Classe 3 (forma grave), la Filaria ha parassitato l'animale da così tanto tempo da aver raggiunto dimensioni e numero tali da provocare numerosi danni al cuore e alle arterie polmonari, che si possono manifestare con: una scarsa condizione fisica del cane (il quale si presenta anche dimagrito), dispnea o tachipnea (aumento di frequenza del respiro), tosse, anemia (diminuzione dei globuli rossi nel sangue, in quanto la Filaria si nutre delle cellule sanguigne), aumento di volume dell'addome, insufficienza cardiaca destra (scarsa funzionalità), epistassi (perdita di sangue dal naso), alterazioni polmonari e fenomeni tromboembolici (frammenti di parassiti, assieme a trombi - ovvero coaguli di sangue provocati dai parassiti stessi - possono determinare delle occlusioni improvvise di vasi sanguigni);
Classe 4 (sindrome della vena cava), i parassiti della filaria sono così grandi e numerosi da occupare non solo le arterie polmonari e il cuore destro, ma da risalire nell'atrio destro fino alla vena cava (grande vaso che porta sangue al cuore) ostruendola e compromettendo gravemente la vita dell'animale.
Questa malattia ha bisogno di due protagonisti per manifestarsi: il parassita Filaria e la zanzara (Culex, Aedes ed Anopheles). In mancanza di uno dei due, perciò, il nostro cane non si può ammalare.
Per ridurre la possibilità che l'ospite intermedio (zanzara) venga in contatto col nostro animale (quindi pungendolo possa trasmettergli la Filaria), si possono utilizzare sostanze repellenti e impiegare regolarmente degli insetticidi.
Bisognerebbe inoltre tenere i cani in posti chiusi (soprattutto di notte quando cominciano ad esserci le zanzare) e, se possibile, utilizzare delle zanzariere.
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