lunedì 23 marzo 2015

IL PESCE DEL LAGO DI COMO : L 'AGONE

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L'agone è un pesce di lago molto comune nei grandi laghi del nord Italia: pescato e apprezzato da secoli tanto fresco come conservato.

Per la sua somiglianza nel gusto e nell'aspetto alla sarda di mare sul lago maggiore prende questo nome, come anche quello di Sardella, mentre sul lago di Como lo troverete con il nome di agone fresco, e con il nome di missoltino essiccato.

L'agone si pesca nella parte più a Nord del lago, centrale rispetto alle rive perché preferisce le acque più fresche e profonde, calando reti volanti lunghe anche duecento metri che si estendono a decine di metri di profondità e in cui si impigliano gli agoni di passaggio. Una volta squamati ed eviscerati i pesci vengono posti sotto sale per due-tre giorni, poi lavati accuratamente e appesi ad asciugare al sole per una decina di giorni. Si procede adagiando gli agoni in appositi contenitori metallici, tolle, e ponendoli a strati alterni intervallati con foglie di alloro. Una volta le tolle metalliche erano barili in legno chiamati missolte, da qui il nome missoltino dato all'agone conservato al suo interno. Oggi a pescare gli agoni sul lago sono rimasti in pochi.
E ancora meno sono coloro che, oltre a pescare, tramandano l'arte di fare i missoltini essiccati naturalmente come prevede la tradizione. Una pratica lunga e laboriosa in cui si devono squamare e pulire i pesci, fare attenzione alle dosi di sale che si somministrano, appenderli uno ad uno agli essiccatoi , controllare l'evoluzione del grasso durante l'essiccazione per capire quando sono pronti per la lenta conservazione nelle tolle
Un prodotto di notevole interesse e dalle indubbie proprietà nutritive e organolettiche che può essere consumato semplicemente cotto alla griglia e accompagnato da polenta oppure fatto rinvenire e poi cucinato.

L'agone (Alosa agone Scopoli, 1786, sinonimo Alosa fallax lacustris) è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Clupeidi dell'ordine degli Clupeiformes.

Il nome comune cheppia (che sarebbe più corretto utilizzare per identificare Alosa fallax) deriva dal latino clypeus (scudo anche disco), mentre il nome comune agone deriva dal latino acus (ago) per la presenza delle branchiospine.

Un tempo era considerata una sottospecie dell'Alosa fallax, probabilmente ha avuto origine da esemplari che anticamente rimasero intrappolati nei laghi subalpini e si è adattata alle peculiari condizioni di vita dell'ambiente lacustre.
Da alcuni ittiologi Alosa agone è considerata una specie a sé, questa interpretazione è contrastata dalla maggioranza degli specialisti, anche visto quello che è successo nel lago Omodeo, dove le cheppie sono diventate agoni in soli 10 anni. Anche analisi molecolari e genetiche sembrano dimostrare che non esiste una vera divergenza tra le due forme.

È stanziale nei grandi laghi prealpini (Lago di Como, Lago Maggiore, Lago di Lugano, Lago di Garda, Lago d'Iseo e Lago d'Orta) dove ha abitudini pelagiche.
È stato introdotto con successo nei laghi vulcanici laziali (Lago Albano, Lago di Bracciano, Lago di Bolsena e Lago di Vico).
Nel Lago Omodeo, creato in seguito allo sbarramento del fiume Tirso, delle cheppie rimaste intrappolate si sono trasformate in agoni in una decina d'anni. Sempre in Sardegna, è presente anche nel lago medio del Flumendosa, in notevole quantità.

E' lungo 60 cm.
La tipologia caratterizzata da esemplari di dimensioni ridotte e con poche macchie sul dorso (fino 4 o 5) è tipica del Lago di Como. In altri laghi prealpini, soprattutto nel Lago di Lugano e nel Lago di Garda, è invece più diffusa un'altra varietà i cui individui hanno dimensioni leggermente maggiori e più macchie sul dorso (fino a 9 - 10).

Nel periodo riproduttivo le femmine sono leggermente più gonfie.

La stagione degli accoppiamenti comincia in maggio e si protrae fino ad agosto, talvolta anche fino a settembre.
Durante il periodo della deposizione delle uova recandosi nelle ora notturne in prossimità delle rive ghiaiose del Lario, è possibile vedere e sentire i tipici "barboi", provocati dall'atto dell'accoppiamento che avviene ad uno-due metri dalla riva. Nell'accoppiamento una femmina ed uno o più maschi emettono simultaneamente i loro gameti compiendo rapidi giri concentrici in superficie. L'agone depone uova biancastre non adesive, ma fluttuanti, che affondano lentamente e schiudono in circa sei giorni. Vengono deposte da ogni femmina dalle 15-20 mila uova. La maturità sessuale viene raggiunta prima dai maschi (2-3 anni) e poco dopo dalle femmine (3-4 anni).

L'alimentazione è planctofaga nei primi tre anni di vita, dopo di che diventa anche ittiofaga ed in parte onnivora nutrendosi anche di crostacei cladoceri e copepodi.

Non è una specie in pericolo di estinzione, tuttavia risente di diversi fattori come la pesca intensiva, il degrado e le alterazioni ambientali (che l'hanno condotta in serio pericolo nel Lago d'Orta, nel Lago Ceresio e nel Lago Lario).

La pesca amatoriale dell'agone è consentita soltanto a partire dal 15 giugno con mosche artificiali (massimo 5 per lenza) durante il giorno, oppure con il quadrato (rete di forma quadrata montata su un telaio dotato di manico) dopo il tramonto.
La tipologia lariana è ritenuta la più raffinata in quanto dotata di carni più magre, adatte all'essiccazione e quindi alla preparazione dei misultin.



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