Orchis militaris L.è una pianta della famiglia delle Orchidacee e gli altri nomi comuni sono Giglio militare – Giglione crestato – Discordia – Pan del cuculo.
Il nome “militaris” deriva dalla forma del fiore che ricorda un uomo che porta un elmo in testa.
Robusta orchidea alta 20 – 60 cm con scapo diritto di colore violaceo lievemente angoloso nella parte superiore. Le foglie basali sono riunite in rosetta, di colore verde brillante e di forma ovato – lanceolata; le foglie del caule avvolgono a guaina il fusto. Sono presenti brattee membranacee più corte dell’ovario di colore rosa – violaceo. L’infiorescenza è formata da 10 – 40 fiori ed è dapprima densa, ovale o subconica, in seguito cilindrica e lassa. Sepali e petali sono uniti in un casco di colore biancastro talvolta con deboli sfumature rosate sull’esterno e con strie violette all’interno. Il labello, lungo 10 – 15 mm è trilobato con lobi stretti ed allungati, i laterali rosa violacei mentre il lobo centrale appare attraversato da una banda biancastra che termina a sua volta in due lobuli arrotondati e divergenti tra i quali è spesso presente una piccola appendice. Da notare le macchie di colore violaceo – porporino presenti sui lobi. Lo sperone è di forma cilindrica ed è rivolto verso il basso, lungo meno della metà dell’ovario.
L’impollinazione avviene ad opera di Imenotteri dei generi Apis, Halictus e Andrena. Si incontrano tavolta individui apocromatici (forma Albiflora).
I fiori della maggior parte delle specie di Orchis non producono nettare (con alcune eccezioni, come p.es. Orchis coriophora), ma attraggono le api e i bombi grazie all'aspetto dei fiori, simile a quello di altre specie nettarifere.
Il suo habitat naturale sono i prati, pascoli, cespuglieti, boschi chiari, in prevalenza su fondo calcareo da 0 a 1800 metri. Presente in Italia con particolare frequenza su Alpi e Prealpi specie al nordest. Spostandosi verso il centro è progressivamente più rara interessando in prevalenza la fascia appenninica sino al Lazio e all’Abruzzo compresi che segnano il limite meridionale dell’areale.
Tutte quante le specie di questo genere sono rustiche, in special modo in Italia, dove altre invece non riescono ad acclimatarsi perché richiedono una temperatura estiva più fredda.
Quasi tutte le specie di Orchis sono impollinate da imenotteri della famiglia Apidae. Solo questi insetti sono in grado di perforare con la ligula lo sperone, avendo così accesso al nettare (nelle specie in cui esso è presente). Durante tale operazione le masse polliniche si attaccano alla testa dell'insetto e vengono trasportate al fiore successivo.
Le specie del genere Orchis richiedono terriccio fibroso e ben drenato composto di terra ben concimata, pietrisco e sabbia, mentre alcune di esse necessitano di una grande umidità. La posizione per le specie spontanee che crescono in Italia è anche di pieno sole, mentre la posizione dovrà essere ombreggiata per quelle che provengono dai climi più freddi, per cui andranno posizionate al riparo tra le radure degli alberi.
La moltiplicazione avviene per divisione delle piante durante il loro periodo di riposo; tuttavia la pianta risente di questa manovra per cui la ripresa sarà molto difficile. I coltivatori più esperti consigliano infatti la coltivazione in vaso per poi porre tutto il ceppo interrato a dimora in piena terra. Se invece si procederà ad una divisione prima che la pianta abbia il suo ciclo vegetativo si avrà una difficile fioritura, in special modo durante il primo anno.
Caratteristica peculiare è la simbiosi che stabiliscono i semi di queste ultime con funghi simbiontici dei generi Rhizoctomia e Armillaria. I semi infatti sono privi di sostanze di riserva, essendo di dimensioni ridottissime, pertanto con tali funghi formano delle endomicorrize, che suppliscono alle necessità nutritive del seme e che sono indispensabili per la germinazione. Una volta che la pianta ha germinato il rapporto simbiontico cessa.
Periodo di fioritura: Da aprile a giugno
Il nome Orchis deriva dal greco ὄρχις che significa testicolo. Fu Plinio il vecchio ad attribuirle questo nome, dopo aver notato che molte specie avevano per radici due tuberi somiglianti appunto ai testicoli. Questo, paradossalmente ha creato dei problemi alla diffusione della pianta perché, specialmente nel medioevo ci fu una caccia alla essiccazione dei tuberi secondo la teoria dei segni di Paracelso per cui alcune specie erano divinamente segnate per indicare all'uomo le proprietà medicinali. Quindi venivano ricercate per le potenti capacità afrodisiache.
Le diverse specie di orchidee vivono in differenti ambienti: alcune nelle zone umide e acquitrinose, altre nei boschi, nei pascoli o sulle rocce. Negli ultimi decenni, a causa delle attività umane, molti degli ambienti originari sono stati modificati anche in modo irreversibile, per tale motivo le specie spontanee sono divenute rare e talora sono scomparse. A questo si devono aggiungere le difficoltà di impollinazione, spesso affidata a specifici insetti, e di germinazione, legata alla presenza nel suolo di micorrize fungine. Per l’insieme di questi motivi tutte le specie appartenenti alla famiglia delle orchidee sono protette anche a livello internazionale dalla normativa CITES (relativa alle specie in pericolo di estinzione).
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