giovedì 23 aprile 2015

L' ORGANO A CANNE


L’organo è uno strumento antichissimo. Si ha notizia di un organo greco del sec. III a.C, molto evoluto, con vari registri e un’estesa tastiera, alimentato da aria compressa attraverso un sistema idraulico. I bizantini lo usavano nelle festività pubbliche. Il primo esemplare d’organo giunto in occidente fu probabilmente quello donato nel 757 dall’imperatore d’oriente donato al re dei franchi Pipino. Nel medioevo l’organo, divenne lo strumento liturgico per eccellenza ti trattava di uno strumento di piccola estensione, con una sola serie di canne, la cui tastiera era costituita da leve. Nel
sec. X la tastiera assunse una forma simile a quella odierna, e fu introdotta la pedaliera; nel secolo successivo gli organari toscani aumentarono l’estensione dello strumento fino a quattro ottave e introdussero i primi registri. Oltre agli organi delle cattedrali, dotati di grandi canne e di enormi mantici, per il cui funzionamento erano impiegate decine di persone, vennero costruiti organi di dimensioni assai più ridotte: l’organo portativo (detto così perché facilmente trasportabile), che si suonava con la mano destra, mentre la sinistra aziona va un piccolo mantice; e l’organo positivo, poco più grande del portativo, che si suonava con le due mani, mentre un’altra persona era addetta al mantice. Gli organi italiani dei secc. XVI e XVII continuarono a essere di proporzioni abbastanza contenute, con una sola tastiera e con un solo corpo. Nei paesi nordici invece (soprattutto nella Germania del nord) si affermarono i primi strumenti con più tastiere e con i vari corpi separati; la pedaliera si estese notevolmente e acquistò un’importanza crescente .
Nell’Ottocento si cercò di costruire organo in grado di produrre sonorità orchestrali: si introdussero a questo scopo nuovi registri e la cosiddetta cassa espressiva che, superando la dinamica a scalini
fino allora in uso, permetteva di graduare il suono in crescendo e in diminuendo. Nella seconda metà dell’Ottocento fu introdotta la trasmissione elettrica dalla tastiera al somiere, e per l’alimentazione dell’aria si adottarono ventilatori azionati da un motore elettrico. Nel nostro secolo si sono sviluppate due tendenze: la prima tesa a riportare l’organo all’originaria purezza di timbro, rinunciando alle velleità sinfoniche di tipo romantico, soprattutto è stata sottolineata l’esigenza di eseguire la musica degli antichi maestri su strumenti dell’epoca, oppure su strumenti con caratteristiche tecniche e timbriche analoghe a quelle degli organi per cui era stata concepita; la seconda che vede nella ricerca di nuovi spazi acustici ed espressivi il futuro di questo strumento, anche attraverso l’introduzione di tecnologie digitali nell’arte organaria.

L'organo è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni. Viene suonato per mezzo di una o più tastiere, dette manuali, e, quando presente, di una pedaliera. Nasce come vera e propria invenzione nel 275 a.C. circa in Alessandria d'Egitto e, attraverso circa 2300 anni di storia, è appartenuto a diversi popoli e culture.

Prima di essere scelto come strumento privilegiato all'interno delle varie chiese europee d'impronta cristiana, ha svolto diversissime funzioni, nel mondo ellenico, bizantino, romano e medievale, tra le quali, alla nascita, quello di automa sperimentatore dell'azione delle forze naturali. Successivamente, per la sua valenza musicale, diventato molto di moda nel mondo antico, è stato usato negli stadi per competizioni musicali o accompagnamento di gare sportive o ludi gladiatori.

A Bisanzio era oggetto di meraviglia, suonato a palazzo solo dalla corte imperiale e successivamente commento delle notti bizantine nei palazzi nobiliari. Nel mondo romano diventa talmente di moda, da costituire una specie di pianoforte verticale ante litteram, entrando in quasi tutte le case romane che potevano permetterselo e venendo riprodotto in bassorilievi, stele, monete, mosaici, affreschi e perfino in lucerne con la sua forma. Successivamente, ripudiato e osteggiato dai Padri della Chiesa (come la musica) per la sua fortissima valenza profana, sparisce dalla circolazione e si rifugia nei monasteri come strumento privilegiato per lo studio dell'armonia e della nascente prepolifonia. L'organo dovette ancora assolvere diversi compiti profani prima di divenire, con qualche eccesso, strumento principe della musica sacra occidentale. Tra essi, anche quello di macchina bellica, trainata su un carro, adatta a terrorizzare i nemici con un suono potentissimo, che si poteva udire a miglia di distanza. Visto l’uso ancora ibrido, l’inizio della piena accettazione nelle chiese avvenne soprattutto attraverso la mediazione dell’insegnamento.

Nell’872 papa Giovanni VIII chiese l’invio a Roma di uno strumento costruito in Baviera, assieme allo specialista che sapeva suonarlo, per l’apprendimento della musica da parte dei chierici romani. Ancora oggi l'organo, oltre all'uso liturgico, oggi piuttosto negletto soprattutto in Italia, riveste quello d'intrattenimento. Nel Novecento commentava i primi film muti in sostituzione del pianoforte, è stato ed è tuttora usato nel jazz, pop, rock e nel commento di partite di baseball. Negli auditorium o in grandi magazzini americani intrettiene i clienti, sia in veri e propri concerti, sia in esibizioni estemporanee in stile organ bar.

Il suono è prodotto da un sistema di canne, metalliche o di legno, di grandezza, lunghezza e fattura variabili secondo la nota e il timbro che esse devono riprodurre.

L'organo ha un ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia. Ispirandosi al concetto di organo consegnato dalle storiche tradizioni organarie, nei secoli altri strumenti sono stati ideati e costruiti, di pari passo con l'avanzare delle migliori tecnologie dell'epoca e del gusto musicale: nell'Ottocento è stato inventato l'harmonium e nel Novecento, con i progressi dell'elettronica, ha visto la luce l'organo Hammond.
Esistono, oramai, ancor più sofisticati strumenti digitali, in cui il suono può essere stato creato artificialmente o campionato da strumenti acustici. Benché queste soluzioni tecnologiche permettano di ridurre enormemente i costi e gli ingombri rispetto agli organi tradizionali, dandone così la disponibilità a molti studenti e a piccole chiese, gli strumenti tradizionali conservano pienamente il loro ruolo nell'ambito concertistico e liturgico.

L'estensione dell'organo è potenzialmente la più ampia fra tutti gli strumenti musicali, dal momento che ne esistono alcuni capaci di superare le dieci ottave. Inoltre, per merito dei numerosi e vari registri (o "voci") associabili ai manuali e alla pedaliera, l'organo è in grado di produrre, a parità di tasti premuti, una complessa sinfonia di suoni che lo rende simile a una vera e propria orchestra in miniatura.

Il più grande organo a canne esistente, anche se non completamente funzionante, è quello della Boardwalk Hall di Atlantic City, U.S.A.

La "facciata" o "prospetto"  è la porzione di canne che è visibile all'esterno. La facciata, anche detta "mostra", di un organo differisce di caratteristiche stilistiche a differenza delle influenze artistiche delle varie aree geografiche.

Nell'organo italiano la mostra si presenta sempre costituita da una cassa armonica, generalmente lignea, a forma di parallelepipedo decorata più o meno sfarzosamente, secondo le occasioni: vi sono alcune casse che hanno soltanto un timpano rettangolare sulla sommità, altre che sono decorate da colonne, fregi, archi e dipinti. Un'altra caratteristica della facciata dell'organo all'Italiana è che, talvolta, lo spazio delle canne - in alcuni casi mute - può essere chiuso da portelle lignee dipinte ed intagliate.

Gli organi francesi hanno generalmente una mostra costituita da una cassa armonica irregolare nella forma (molto spesso a nicchia) all'interno delle quali si trovano le canne. Lo schema che accomuna gran parte delle mostre francesi è costituito dall'alternarsi di canneti "a triangolo" ad alcuni circolari, che accolgono le canne più grandi, ovvero quelle che producono il suono più grave. Nelle mostre degli organi di tipo francese è abbastanza frequente la presenza di statue.

Gli organi di tipo tedesco puntano soprattutto alla ricchezza ed alla maestosità della mostra. Quindi, soprattutto negli organi barocchi, possiamo ammirare delle complesse facciate costituite dall'alternarsi di canneti a triangolo e semicircolari e di statue e stucchi. Una particolarità assoluta dello stile tedesco, che si diffuse anche in tutte le Fiandre, è quella propria degli organi situati sopra le cantorie in cui la consolle, guardando dal basso, è nascosta da un piccolo corpo d'organo situato sulla balaustra della balconata, detto Rückpositiv (positivo tergale).

Le canne sono l'elemento che produce il suono dell'organo. Le canne si distinguono inoltre in base al modo con cui viene prodotto il suono: canne dette ad ancia e canne dette ad anima (queste ultime chiamate anche labiali). Le canne ad ancia dispongono di una lamina che, vibrando al passaggio dell'aria, mette in moto l'aria contenuta nelle canne producendo così il suono. Venivano raggruppate in file ordinate generalmente dietro le tastiere ma, con l'avanzare della tecnologia pneumatica, elettrica ed elettronica, le canne possono essere poste in qualsiasi luogo e quindi si possono porre dove risultano meglio per l'acustica e per gli spazi dell'ambiente.

Il somiere è la parte principale dell'organo, si tratta di una "cassa" destinata a distribuire l'aria prodotta dal mantice alle canne, disposte sopra la suddetta cassa, a mezzo di opportuni sistemi di passaggio dell'aria comandati dall'organista. Normalmente ogni manuale ha un proprio somiere sul quale sono inserite le canne.

Esistono diversi tipi di somieri secondo il sistema costruttivo, in passato i più noti erano del sistema detto "a tiro" o "a vento", entrambi avevano la caratteristica di disporre del "canale per tasto" (ogni tasto aziona il ventilabro corrispondente a quel canale), ma con la sola differenza di azionare i registri in modalità diverse (il passaggio dell'aria alle canne). In epoche più recenti sono stati integrati altri sistemi per ottenere analoghi risultati quali i sistemi "a pistoni" e "a membrane" che utilizzavano tecnologie derivanti dalla pneumatica per poi gradatamente perfezionarsi con l'elettricità e con l'elettronica. Oggi i modelli di somiere più diffusi sono il somiere a tiro che viene riproposto con tecnologie costruttive più sicure nei riguardi dei difetti nativi legati alla tenuta d'aria in particolar modo per l'aderenza delle stecche entro la loro sede di scorrimento. L'azionamento dei registri oggi è opzionale sia con sistema meccanico che elettrico, ma normalmente nelle console poste nella cassa stessa dello strumento, le tastiere sono meccaniche.

Il somiere a tiro è fornito appunto di una serie di stecche di legno con dei fori, e ogni stecca permette l'inserimento di un registro in quanto scorrendo su una serie di fori permette a piacimento l'apertura o la chiusura di questi ultimi per gestire l'intera fila di canne poste sopra il somiere. Questo tipo di somiere è generalmente più semplice e intuitivo da costruire e da riparare, ma se l'incollaggio o la tenuta d'aria delle parti non è corretta avvengono queste principali tipologie di difetti ben conosciute:

Il cosiddetto "imprestito", (ovvero il passaggio dell'aria da un canale all'altro o da una nota all'altra) avviene per l'errato incollaggio dei separatori non più "a tenuta d'aria" nel primo caso, oppure tramite le stecche stesse dei registri (passaggio dell'aria che si infiltra tra il gioco della stecca dal foro corrispondente a un altro semitono vicino).
Lo "strasuono" è il termine indicato invece per i casi in cui il ventilabro (comandato dal tasto) non chiude con la propria pelle perfettamente il canale e permette un lieve passaggio dell'aria che fa suonare la canna della nota appartenente a quel canale e corrispondente al registro che si è aperto pur non premendo alcun tasto. Questo difetto è più "abbordabile" in quanto può esserci semplicemente della sporcizia.
Come è stato detto i sistemi moderni di costruzione di un somiere a tiro vengono incontro a queste perdite.

Nel somiere a vento (che raramente viene riproposto di nuova realizzazione), invece, ogni stecca comanda una serie di piccole valvole (dette ventilabrini), ciascuna dotata di una piccola molla di chiusura. Dette valvole sono presenti all'interno del "canale per tasto" stesso, e le canne sono poste sui loro rispettivi fori esattamente sopra il separatore di ciascun canale. In questo tipo di somiere non ci sono perdite d'aria, nel senso che se costruito correttamente è nativamente efficiente, ma la costruzione e la riparazione sono più difficili. Anche il somiere a vento, comunque, può essere molto affidabile e durevole nel tempo (quello dell'organo Antegnati di S. Giuseppe a Brescia funziona perfettamente dopo quasi 500 anni).

Entrambi i tipi di somiere sono documentati in Italia fin dall'inizio del Cinquecento, ma i grandi maestri organari della tradizione italiana cinquecentesca (Facchetti, Zeffirini, Cipri, Antegnati) prediligevano il somiere a vento, specie per gli strumenti importanti o di grandi dimensioni. A partire dal XVII secolo diventa prevalente, sia in Italia che in Europa, l'uso del somiere a tiro. Attualmente sembrano prevalere i somieri a tiro per la facilità con cui vengono elettro-asserviti.

I mantici sono una parte fondamentale dell'organo. Ora hanno la funzione di semplici serbatoi di supporto al motore e di stabilizzatori di pressione, ma nei tempi antichi erano una delle parti dell'organo più curata in quanto l'unica fonte di produzione del vento. Il compito dei mantici è quello di mantenere a pressione costante l'aria all'interno dei somieri indipendentemente dalla quantità che viene consumata.

I mantici hanno forme differenti: "a cuneo" e "a lanterna", a seconda della modalità di apertura.

Quelli a cuneo si sollevano solo da un lato, proprio con la forma di un cuneo quando aperti. La pressione dei mantici viene impostata in sede di "prova" dei somieri e successivamente con una previa intonazione in laboratorio tramite "zavorre" sulla sommità del mantice che stabiliranno il giusto equilibrio di pressione richiesto dal funzionamento generale dello strumento. In luogo delle zavorre sono impiegate anche delle molle metalliche, in particolare quando l'asse del movimento della tavola mobile del mantice non è più verticale (mantice a parete o capovolto) per le ovvie ragioni di gravità.

Negli organi antichi la quantità di mantici era regolata dalla grandezza dell'organo, infatti più l'organo era grande e maggiore era il numero di mantici necessari. Il flusso costante d'aria era assicurato dall'"alzamantici", una persona che grazie ad una discreta forza fisica risollevava i mantici che si sgonfiavano durante il suono dell'organo. Questo imponeva che un organista per suonare doveva avere anche un alza mantici, mentre un organista per un concerto poteva essere affiancato da più alza mantici, da un tiraregistri e da un volta pagine. Il sollevamento dei mantici veniva effettuato tramite una leva, una corda oppure tramite un sistema di gonfiaggio a manovella composto da una ruota inerziale collegata ad un perno sagomato che agiva su dei piccoli manticetti "pompa" che caricavano il mantice principale (meccanismo in uso principalmente per organi di modeste dimensioni).

Con l'avvento dell'elettricità il compito dell'alzamantici è stato completamente sostituito da un elettro-ventilatore a chiocciola, ovvero una pompa centrifuga che immette aria nel mantice. L'aria in ingresso è regolata attraverso valvole, solitamente una valvola detta "a tendina" che si chiude pian piano, come una piccola tapparella, solidale al movimento del mantice in sollevamento. Quando il mantice è completamente pieno, questa valvola risulta quasi completamente chiusa e l'aria viene parzialmente bloccata e si stabilisce una situazione di equilibrio. Con l'abbassamento del mantice, ovvero quando l'organo suona, la valvola si apre il tanto necessario per equilibrare l'aria in uscita. Sono tuttora esistenti organi dove la valvola invece di interrompere l'aria in ingresso apre un'uscita, ovvero uno "sfogo" dove l'aria in eccedenza esce senza sovraccaricare il mantice.

Le diverse file di canne vengono selezionate attraverso i tiranti dei registri. Questi vengono impiegati dall'organista per variare il timbro dello strumento in parte secondo le indicazioni della partitura, molto spesso secondo le circostanze e la personale sensibilità. L'insieme dei registri di un organo, riferito alla loro appartenenza rispetto alle varie tastiere e alla pedaliera, si chiama disposizione fonica.

Il numero che viene indicato accanto al nome del registro indica la lunghezza in piedi del do più basso (un registro di 8 piedi (8') suona all'ottava reale, uno di 16' una sotto, uno di 4' una sopra quella reale, uno di 2' due sopra e così via), o meglio di una canna aperta che produca un suono corrispondente a tale nota. Per registro di 8', qualsiasi sia la tipologia timbrica, si intende che il La di riferimento, usualmente preso in considerazione come campione di 440 Hz, in un organo si identifica al La3 (il terzo "la" della tastiera partendo dalla parte sinistra "grave").

Spesso i registri fanno suonare contemporaneamente più canne di altezza diversa, combinate secondo la serie degli armonici naturali: questo permette di ottenere diversi timbri, risultanti dalla combinazione di file, senza la necessità di costruire ulteriori file di canne. Il registro di ripieno può essere ad esempio composto da due fino a quindici file.

Registri particolari sono quelli detti violeggianti, che imitano il suono degli archi orchestrali, e i registri oscillanti, come la Voce umana, la Voce celeste o l'Unda maris) cioè registri in cui suonano contemporaneamente una fila di canne intonata correttamente ed una leggermente crescente o calante. Il suono ricavato è molto suggestivo, e dà l'idea di un coro di fanciulli.

In alcuni organi troviamo anche registri detti accessori, cioè registri volti a creare particolari effetti, come per esempio l'usignolo, la superottava e la subottava, che uniscono la corrispettiva ottava alta o bassa della nota premuta. Altri registri accessori sono anche le campane, le campane tubolari, i campanelli, il tuono e i timpani (sono canne di legno che producono delle vibrazioni che assomigliano al rullo di un timpano). In alcuni organi sono presenti anche i piatti, la grancassa e il rollante (denominato anche rollo o rullo).

Può essere considerato "accessorio" anche un sistema che muove la colonna d'aria di un numero di "sbalzi" e oscillazioni regolari, detto "tremolo" o "tremolante". Detto accessorio conferisce una suggestiva "ondulazione" al registro che si sta utilizzando.

Dalla tastiera i comandi di apertura con un sistema meccanico (per mezzo di leve e bilancieri), pneumatico (col passaggio dell'aria attraverso un tubicino), elettrico (per mezzo di relè), elettronico (con microchip) o misto pervengono ai "ventilabri", ossia valvole poste all'interno del somiere, che permettono il passaggio dell'aria alle canne quando viene premuto un tasto. Ultima generazione è la trasmissione digitale: l'originalità di questa trasmissione consiste nel collegare il corpo canne alla consolle con un semplice cavo schermato a due poli (universalmente utilizzato per i computer, quindi di sicura affidabilità nell'uso e nella durata). Quale canna, o quale gruppo di canne vengono attivate dipende anche dalle impostazioni dei registri e delle unioni. Si noti che le canne suonano sempre facendo passare l'aria attraverso di esse, l'unica differenza è come la pressione del tasto implica il passaggio dell'aria. Infatti ogni ausilio non direttamente controllato dal tasto ma funzionante come "servomeccanismo" non permette di recepire in alcun modo il naturale fenomeno dello "stacco" del ventilabro che dà quello che si può considerare il "tocco" di un organo a canne, come avviene per un clavicembalo per intenderci.

La trasmissione meccanica richiede che la consolle dell'organo sia vicina o solidale al corpo delle canne, e negli strumenti di una certa dimensione risulta più sensibile l'appesantimento del tocco nell'utilizzare molti registri perché aumenta la resistenza richiesta per lo stacco del ventilabro, ma ciò non deve essere inteso come un "difetto" ma come una caratteristica. Tornando ai vari tipi di trasmissione, quella pneumatica ha presentato inizialmente qualche difetto nativo circa l'immediatezza tasto - ventilabro, anche a distanze ridotte se non ben realizzata; essa è stata decisamente soppiantata da quella elettrica (anch'essa non esente da difetti alle sue prime comparse). In ambienti stranieri, dove lo studio sulle trasmissioni di strumenti molto grandi ha implicato maggiore ricerca, si è giunti a risultati decisamente più felici, rispetto all'Italia, anche per la sola pneumatica; ciò soprattutto con l'introduzione della "leva Barker" che, mediante un piccolo mantice, moltiplicava la potenza richiesta, risultando utile per la gestione di grossi somieri e quindi rivoluzionando i "limiti" della trasmissione meccanica per "macchine" di una certa dimensione. In genere ogni trasmissione non meccanica non dà problemi per l'utilizzo di molti registri simultaneamente, in quanto tale trasmissione si avvale di "servomeccanismi" che designano al tasto la sola funzione di "comando" o di "interruttore", ma non di tocco. Allontanare la consolle dal somiere introduce un ritardo tra l'azionamento dei tasti e l'emissione del suono, ma ciò è avvertito dall'organista in quanto esso si trova a distanza dal corpo delle canne. Trasmissione elettrica ed elettronica sono immediate, e permettono anche con relativa semplicità di avere più somieri distinti.

Nonostante si siano studiate e attuate diverse soluzioni di trasmissione, rimane fuori discussione che la trasmissione integralmente meccanica conferisce allo strumento qualità e durata nel tempo insuperate, a fronte del deterioramento e della inevitabile obsolescenza delle componenti elettroniche.

Per consolle si intende il luogo di "comando" dello strumento da parte dell'organista: è l'insieme dei manuali, dei pedali, delle staffe, dei comandi di registro, di unione e di cancellazione a disposizione sullo strumento. A volte la consolle è posta anche a notevole distanza dai somieri e dalle canne, ma con questo termine, che modernamente viene identificato con la consolle elettrica distaccata dal corpo delle canne, si indica anche semplicemente la "finestra" che racchiude tastiera, pedaliera e registri in una cassa d'organo, detta appunto "consolle a finestra" negli organi meccanici. Non sono rari gli organi che possono essere comandati da più di una consolle, soprattutto per esigenze liturgiche o per la presenza del coro.



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