martedì 7 aprile 2015

LA SETA

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La seta è un filamento tessile molto pregiato derivato dalla secrezione di un insetto chiamato filugello, cavaliere o semplicemente baco da seta.

Il baco da seta più conosciuto è il bombice, larva della falena Bombyx mori, cioè bombice del gelso, appartenente all’ordine dei Lepidotteri e alla famiglia dei Bombicidi.

Il gelso, unico alimento dei bachi da seta, è una pianta appartenente alla classe Angiosperme, ordine urticali, famiglia Moracee, genere Morus, specie Alba. E’ un albero che può raggiungere l’altezza di 10-12 metri con chioma larga.
Nell’ambito di questa specie esistono diverse varietà Morettiano, Florio, Ichinose, Kayrio e Kokuso.
Nella campagna Lucchese i gelsi erano in passato molto diffusi, infatti la maggior parte delle famiglie contadine avevano il proprio allevamento di "filugelli"( così erano chiamati i bachi all’inizio del secolo scorso.
Una località nella zona di Fossanera ancora si chiama "il gelsaio" per la gran quantità di gelsi che vi si trovavano.

Si narra che la nascita della bachicoltura si deve all'imperatrice cinese Xi Ling Shi, ma probabilmente la lavorazione della seta si conosceva in Cina già nel 3000 a.C. Le vesti di seta che erano riservate agli imperatori cinesi entrarono a far parte del guardaroba della classe sociale più ricca, diventando un bene di lusso ambìto che si estese fino alle aree raggiunte dai mercanti cinesi per le qualità di leggerezza e bellezza. La crescente domanda per i prodotti in seta ha reso questa fibra una delle merci più importanti per il commercio internazionale fino a raggiungere l'industrializzazione della sua produzione.

Gli imperatori cinesi si sforzarono di mantenere segreta la conoscenza della sericoltura, tuttavia gli allevatori cinesi iniziarono a spostarsi in Giappone, Corea e India. In Europa, sebbene l'Impero romano conoscesse e apprezzasse la seta, la sericoltura ebbe inizio solo intorno al 550, attraverso l'Impero bizantino; la leggenda dice che monaci agli ordini dell'imperatore Giustiniano furono i primi a portare a Costantinopoli delle uova di baco da seta nascoste nel cavo di alcune canne.

Dal XII secolo l'Italia fu la maggior produttrice europea di seta: le città di Palermo, Messina, Catanzaro erano particolarmente rinomate. A Vienna esiste ancora un bel manto di seta in cui è ricamata un'iscrizione in lingua araba ove è detto che era stato tessuto nella fabbrica reale di Palermo nel 1133-34: questo laboratorio si trovava nel palazzo e vi lavoravano, oltre a operai della seta, orefici e gioiellieri. Da Palermo la coltivazione del baco e la lavorazione della seta si sarebbe diffusa prima in Italia e quindi in Europa. Il primato italiano venne infatti conteso dalla zona di Lione in Francia nel XVII secolo, nella quale giunsero molti artigiani provenienti da Catanzaro sotto dominazione francese. L'allevamento dei bachi fu un importante reddito di supporto all'economia agricola e la produzione e commercio di tessuti, assieme a quella della lana, un'industria molto redditizia che diede ricchezza e potere alle corporazioni che la praticavano, come a Firenze dove venne riconosciuta l'Arte della Seta quale una delle sette Arti Maggiori.

Industrie dei filati serici fiorirono a Lucca ed in seguito (alla fine del XIII secolo) a Bologna: il "mulino alla bolognese" viene così descritto in una cronaca del 1621:

« Certe macchine grandi, le quali mosse da un piccolo canaletto d'acqua di Reno fanno ciascuna di loro con molta prestezza filare, torcere et adopiare quattro mila fila di seta, operando in un istante quel che farebero quatro mila filatrici. »
(Secondo una cronaca del 1621)
Il "mulino alla bolognese" migliorava le macchine utilizzate a Lucca mediante una ruota idraulica ed un incannatoio meccanico e permetteva di ottenere filati più uniformi e resistenti rispetto a quelli prodotti a mano o con altri mezzi meccanici. Secondo numerosi storici della rivoluzione industriale il mulino da seta alla bolognese, forte di innovazioni tecniche e dell'energia meccanica dei canali di Bologna, rappresenta un importante modello di sistema protoindustriale che permise alla città di commercializzare filati in tutta Europa attraverso il Canale Navile.
Con Cina e Giappone l'Italia è ai vertici della produzione mondiale di seta greggia. Primeggiano Catania (con sede a Palazzo Auteri), Como e la zona di Meldola nel forlivese, e San Leucio (Caserta).

La produzione di bozzoli in Italia comincia a declinare nel periodo tra le due guerre mondiali fino a scomparire dopo l'ultima, a causa di due fattori: la produzione di fibre sintetiche e il cambiamento dell'organizzazione agricola. Con l'inurbamento e l'industrializzazione la concorrenza estera divenne insostenibile. Continuarono a produrre, grazie alle tecnologie avanzate e all'alta qualità dei prodotti destinati alla moda e all'arredamento, le tessiture e stamperie del centro-nord, che lavoravano seta cinese. Ora che i paesi asiatici si stanno massicciamente industrializzando e il loro livello tecnologico e qualitativo si adegua alle esigenze occidentali la loro concorrenza è diventata insostenibile: molti produttori italiani si limitano a commercializzare coi loro marchi prodotti interamente realizzati all'estero. Nel 1900 i maggiori esponenti dell'industria serica italiana furono le famiglie Gavazzi e Ferrario (cav. comm. grande uff. Angelo Ferrario, presidente nazionale ed internazionale dell'industria serica dal 1913 al 1929) e la ditta Schmid. La Schmid aveva stabilimenti a Cavenago di Brianza (MB) ed a Cassolnovo (PV), ma aveva sede a Milano. A Cavenago venne prodotta tutta la stoffa usata per ricoprire i palchi e le pareti del teatro alla Scala di Milano dopo i bombardamenti subiti nella seconda guerra mondiale. Sempre a Cavenago venne confezionata tutta la stoffa usata per produrre il manto della Regina d'Italia, Elena del Montenegro.

Il baco da seta secerne un filamento, di lunghezza variabile tra 350 metri a circa 3 chilometri, con il quale forma il bozzolo che gli serve da protezione durante la metamorfosi. Il filamento è formato da due bavelle di fibroina (presente per circa l'80% in peso) avvolte nella sericina (20% circa). Quest'ultima viene eliminata durante un processo chiamato "sgommatura". Al microscopio la fibra ha un aspetto regolare molto simile a quello di fibre sintetiche.

La sericina può essere eliminata trattando il filo di seta grezza (seta cruda) con acqua calda: questo trattamento migliora la lucentezza, la flessibilità e la "mano" della fibra. A seconda della quantità di sericina eliminata possiamo avere:

la seta sgommata o cotta, quando la sericina è stata rimossa del tutto;
la seta raddolcita o "souplè", nella quale la sericina è stata tolta solo in parte.
Nel caso della seta cotta si può fare un trattamento di "caricatura" che serve a migliorare la resistenza della fibra, che era stata compromessa con il processo di sgommatura. Una caratteristica particolare di questa fibra è la lunghezza del filamento: può arrivare facilmente ai 700-800 metri. Questo, rende la fibra animale più lunga.

Da 100 kg di bozzoli si ricavano 20/25 kg di seta cruda e 15 kg di cascame.

Il baco da seta è un insetto dell’ordine dei lepidotteri,famiglia Bombicidi, genere Bombyx ,specie Mori.
Le tappe fondamentali della vita del baco sono 4:uovo,larva,crisalide, farfalla. Con la schiusa delle uova, inizia la fase larvale , i bachi appena nati misurano circa 3 mm e iniziano subito a mangiare la foglia di gelso tagliata finemente.
Seguiranno 4 "mute" durante le quali il bacolino cresce, dorme e cambia pelle.
Giunti alla fine della quinta età larvale, il  raggiunto circa 9 cm di lunghezza ed è pronto per iniziare la "salita al bosco" e la costruzione del bozzolo, formato da un unico filamento serico che può raggiungere una lunghezza di 2000 metri.
Chiusa dentro il bozzolo la larva si trasforma in crisalide e dopo circa 10 giorni sarà pronta ad uscire una bianca farfalla. Tutto il ciclo dura circa 45 giorni.

Una volta raccolti i bozzoli dal bosco inizia il delicato processo  di trattura, in cui il bozzolo viene scaldato in acqua bollente per eliminare lo strato gommoso che lo ricopre.
Una volta pronti si procede a cercare l’inizio della bava e si avvolge il filo tramite un aspo.
Successivamente per rendere il filo idoneo alla tessitura si hanno altri passaggi tra i quali i principali sono la torcitura e la sgommatura

Bombyx mori (Linnaeus, 1758) è una specie di farfalla della famiglia Bombycidae, originaria dell'Asia cento-orientale.

La sua larva, conosciuta come baco da seta, ha una notevole importanza economica in quanto utilizzato nella produzione della seta. La sua dieta consiste esclusivamente di foglie di gelso.

Il baco produce la seta in due ghiandole che sono collocate parallele all'interno del corpo. La seta è costituita da proteine raccolte nelle ghiandole, il baco la estrude da due aperture situate ai lati della bocca, i seritteri. La bava sottilissima a contatto con l'aria si solidifica e, guidata con movimenti ad otto della testa, si dispone in strati formando un bozzolo di seta grezza, costituito da un singolo filo continuo di seta di lunghezza variabile fra i 300 e i 900 metri. Il filo microscopicamente è formato da due proteine: due fili di fibroina paralleli ricoperti da sericina.
Il baco impiega 3-4 giorni per preparare il bozzolo formato da circa 20-30 strati concentrici costituiti da un unico filo ininterrotto dopodiché si trasformerà in crisalide e poi questa in farfalla.

I bachi da seta hanno un notevole appetito: mangiano foglie di gelso giorno e notte, senza interruzione, e di conseguenza crescono rapidamente. Il loro pasto è interrotto solo quattro volte, le "dormite", in corrispondenza di altrettante mute. Le quattro mute suddividono la vita della larva in cinque cosiddette "età". Dopo la quarta muta (ovvero nella quinta età), il corpo del baco diventa giallastro, per la turgidità delle ghiandole della seta all'interno del corpo e la "pelle" più tesa; a questo punto, il baco è pronto per avvolgersi nel suo bozzolo di seta (in gergo si dice anche che il baco "sale al bosco", in quanto il bozzolo viene costruito attorno a rametti secchi). Prima della filatura del bozzolo la larva deve eliminare tutti i liquidi in eccesso e le feci che non possono essere contenute nel bozzolo, questo momento viene definito dagli allevatori "purga". A questo punto il baco che fino ad ora si è nutrito sulla foglia fornita dal bachicoltore su ripiani orizzontali, il "letto", inizia a cercare un luogo adatto alla filaturata verso l'alto, lontano dal letto di allevamento per cui diventa piuttosto mobile.

Se la metamorfosi arriva a termine e il bruco si trasforma in falena, l'insetto adulto uscirà dal bozzolo forandolo, utilizzando un liquido e le zampe, rendendo il filo di seta che lo compone inutilizzabile. Di conseguenza, gli allevatori uccidono le crisalidi in appositi essiccatoi prima che questo avvenga. L'immersione in acqua bollente permette il dipanamento del filo di seta sciogliendo parzialmente lo strato proteico di sericina che avvolge il filo di seta. In alcune culture, la crisalide, estratta dal bozzolo, viene mangiata.

Alcuni bozzoli vengono risparmiati per consentire la riproduzione del baco. La falena del baco da seta è incapace di volare e di cibarsi. Questa specie di insetto esiste ormai solo come risultato di una selezione esplicita da parte dell'uomo e ha presumibilmente perso gran parte delle sue caratteristiche originarie. Per esempio il bruco è incapace di sopravvivere in pieno campo su un gelso: il colore della sua pelle è bianco e manca del necessario mimetismo per cui è facile preda di animali.
Come per tutti gli animali allevati dall'uomo esistono moltissime "razze" di baco da seta. Allevato per millenni ogni paese votato alla bachicoltura ha creato peculiari razze con caratteristiche diverse per quantità di seta prodotta, diametro del filo, colore del bozzolo. Hanno produttività superiore le razze dette "poliibrido" giapponese selezionate in quel paese lo scorso secolo.

A causa della sua lunga storia e della sua importanza economica, il genoma del baco da seta è stato oggetto di approfonditi studi da parte della scienza moderna.

Secondo una delle leggende relative al baco, diffusa in Cina, la scoperta dell'utilità di questo insetto si deve a un'antica imperatrice di nome Xi Ling-Shi nel XXVIII secolo a.C. L'imperatrice stava passeggiando quando notò un bruco. Lo sfiorò con un dito e dal bruco spuntò un filo di seta. Man mano che il filo fuoriusciva dal baco, l'imperatrice lo avvolgeva attorno al dito, ricavandone una sensazione di calore. Alla fine, vide un piccolo bozzolo, e comprese improvvisamente il legame fra il baco e la seta. Insegnò quanto aveva scoperto al popolo, e la notizia si diffuse.

Nell'antichità classica la seta viaggiava, insieme ad altre merci, dalla Cina fino ai paesi mediterranei lungo la famosa via della seta senza che i destinatari finali ne conoscessero l'origine.

Quando conquistarono la Sicilia, i saraceni vi introdussero l'allevamento dei bachi da seta (bachicoltura), allora sconosciuta in Europa. In seguito, questa pratica si diffuse anche altrove ma la Sicilia mantenne per diversi secoli una posizione avvantaggiata nella produzione di seta; questa attività contribuì notevolmente alla ricchezza dell'isola. La massima produzione di seta si raggiunse nel nord Italia nel XVIII secolo, cominciò a calare nel periodo tra le due guerre per scomparire totalmente negli anni cinquanta a causa della concorrenza della Cina che ne è attualmente il maggior produttore mondiale.

Il baco da seta viene utilizzato dalla medicina tradizionale cinese nella forma di bombyx batryticatus o "baco da seta rigido". Si tratta del corpo calcificato della larva della quarta o quinta età e morta di calcino, una malattia dovuta all'infezione da parte del fungo Beauveria bassiana. Il baco calcificato viene usato per risolvere problemi al ventre e di digestione, come aerofagia, mal di pancia, e sonnolenza.


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