sabato 27 giugno 2015

I POMPIERI



Augusto con due riforme, una del 26 e l'altra del 6 avanti Cristo che diede a Roma una vera e propria difesa contro il fuoco, con criteri organizzativi e funzionali di notevole interesse tecnico. Con queste due riforme Roma ebbe, infatti, un Corpo speciale di guardie notturne sotto il comando di un 'Prefectus Vigilum'. Tale Corpo, denominato Militia Vigilum Regime,  era organizzato in sette Coorti di 'Vigiles' e 49 Centurie (sette per ogni coorte) per un totale di circa 7.000 uomini; ogni coorte assicurava il servizio nel territorio di due regioni (Augusto aveva diviso Roma in 14 regioni) collocando una caserma (statio) in una di esse, ed un distaccamento (excubitorium) nell'altra. In Trastevere, nei pressi del ponte Garibaldi, esiste ancora oggi un'antichissima costruzione della fine del II secolo d.C., distinta da un'iscrizione corrosa dai secoli. L'iscrizione indica che quell'edificio, nell'epoca romana dell'Impero, era adibito ad excubitorium della VII coorte dei 'Vigiles', preposta al controllo della XIV regione Transtiberim.

Fu nel 1699 che l'industriale Dumourrier-Duperrier propose ed ottenne di costituire, egli stesso, un servizio completo ed autonomo antincendio, valendosi dei suoi operai. Da questa organizzazione, ideata e realizzata da un industriale, nacque poi, oltre un secolo dopo, e precisamente il 18 settembre 1811, il Corpo dei Sapeurs-Pompiers che della struttura organizzativa del Dumourrier-Duperrier conservò le caratteristiche fondamentali. Il Reggimento dei Sapeurs-Pompiers di Parigi è ancora oggi in Francia è il fulcro tecnico ed organizzativo intorno al quale si svolge e dal quale prende vita tutta la difesa antincendio di quel Paese.
L'unità d'Italia trovò, in materia di servizio antincendio, una situazione quanto mai varia e certo non brillante: ai pochi Corpi pompieristici locali a carattere volontario e limitati alle circoscrizioni comunali, facevano riscontro vaste zone, addirittura intere regioni, completamente prive di qualsiasi difesa organizzata contro il fuoco. I pompieri comunali, là dove esistevano, erano ancora organizzati con concezioni ed ordinamenti quasi medioevali e tutto il complesso antincendio italiano appariva anacronistico, insufficiente, mal distribuito, alla mercè dei mezzi e delle tradizioni locali. Pochi, pochissimi Corpi, e solo quelli delle grandi città, ma neppure di tutte le grandi città potevano rispondere alle esigenze di un'efficace difesa antincendio.
Occorre arrivare al 1935 prima che questo problema così importante, sia riconosciuto in Italia a carattere nazionale.

Lo scopo della sua creazione fu quello di garantire un adeguato soccorso a tutta la popolazione italiana, dopo aver visto le difficoltà che si erano create nel terremoto calabro-siculo del 1908 in occasione del quale operarono insieme vari corpi di Civici Pompieri provenienti da numerose città italiane, ognuno con le proprie attrezzature, insieme ai primi soccorsi prestati dalla Regia Marina e dal Regio Esercito italiano. Durante il ventennio fascista venne affidato l'incarico di effettuare una riforma organica ad uno degli ex arditi della prima guerra mondiale, Alberto Giombini, viene chiamato dal Ministero dell'Interno, per coordinare la nascita di un unico corpo di vigili del fuoco in Italia. L'attività di Gombini fu fondamentale per la riorganizzazione del corpo, egli diventò inoltre il primo direttore della "Direzione generale servizi antincendi" (DGSA).

Allo scopo di uniformare la materia, che non aveva mai avuto una disciplina unitario a livello nazionale, venne emanato il regio decreto legge 10 ottobre 1935-XIV, n. 2472 istituì il Corpo Pompieri, e posto alla diretta dipendenza del Ministero dell'interno, con organizzazione su base provinciale e distaccamenti nei centri più importanti. Il successivo regio decreo legge 16 giugno 1938-XVI n. 1021 sostituì alla parola pompieri quelle di vigili del fuoco'. Il regio decreto-legge 27 febbraio 1939-XVII, convertito in legge 22 maggio 1939-XVII, n.960, abolì tutti i vari servizi pompieristici e le relative coordinazioni nazionali, nonché le varie organizzazioni provinciali.

Con l'istituzione del servizio antincendio comunale, ad opera della legge 27 dicembre 1941 n. 1570, il corpo subì un primo riordino, ed assunse la denominazione di corpo nazionale dei vigili del fuoco, e posto alle dirette dipendenza del Ministero dell'interno. Nel 1942 viene creato il Battaglione Santa Barbara e la creazione avviene in un momento particolare della guerra, quando cioè le sorti della guerra si ribaltano a favore degli anglo-americani, segnata da episodi quali la seconda battaglia difensiva del Don, e la seconda battaglia di El Alamein.

Nello stesso anno venne concepita l'idea dell'invasione di Malta, chiamata operazione C3; l'attacco avrebbe dovuto svolgersi a mezzo delle autoscale dei vigili del fuoco, montate su posamine che avrebbero dovuto raggiungere e circondare l'isola e poi, sviluppate le volate delle scale, far salire i soldati che avrebbero così invaso il territorio. Giombini, in gran segreto, chiese a tutti i corpi una lista di volontari per il suddetto battaglione e le richieste furono tanto numerose che si videro costretti ad effettuare una selezione rigidissima per il personale da arruolare: la richiesta minima parlava di personale con età anagrafica inferiore ai 42 anni. In ottobre i selezionati si ritrovarono a Roma, non alloggiati presso la Scuole Centrali Antincendi a Capannelle, bensì attendati accanto nel terreno adiacente, ed il comando venne affidato l'ing. Osvaldo Piermarini. L'operazione militare, fu però di colpo abbandonata nello stesso mese di ottobre, il battaglione venne sciolto, ed ai primi di novembre, causa l'aumento dei bombardamenti anglo-americani sulle città italiane, gli uomini furono suddivisi in 5 centurie ed inviati nelle città maggiormente colpite dai bombardamenti delle forze alleate (Torino, Genova, Roma, Napoli, Milano) in aiuto ai vigili del fuoco dei comandi interessati. Le scale smontate furono restituite ai comandi ed il personale che aveva fatto parte del battaglione fu autorizzato a portare sulla divisa lo stemma della "S. Barbara", ebbe un diploma di appartenenza e l'amministrazione statale si riservò la prerogativa, in caso di necessità, di ricostituire lo stesso.

Con la fine della seconda guerra mondiale il corpo venne ulteriormente riordinato e "smilitarizzato" con la legge 13 maggio 1961 n. 469, venendo nuovamente posto sotto le dirette dipendenze del Ministero dell'interno. A partire dal secondo dopoguerra è inoltre stato impegnato in diverse iniziative umanitarie, come ad esempio nel 1989, da quando cioè ha ricevuto la nomina di "ambasciatore di buona volontà" da parte del Comitato italiano per l'Unicef. Tra le iniziative cui il corpo ha partecipato, c'è Yes for Children, per un manifesto dei diritti dell'infanzia.

Nel 1992, con l'emanazione della legge 24 febbraio 1992 , n. 225 è l'istituzione del Dipartimento della protezione civile, il corpo è entrato a far parte istituzionalmente nel Servizio nazionale della protezione civile, il d. lgs. 30 luglio 1999, n. 300 prevedeva che questo dipendesse funzionalmente da una istituenda Agenzia della protezione civile e gerarchicamente dal Ministero dell'Interno, da cui dipende funzionalmente anche per le attività diverse dalla protezione civile tuttavia il decreto legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito in legge 9 novembre 2001, n. 401, eliminò tale previsione, riportando la dipendenza funzionale al dicastero. Infine nel 2005 è stato dotato di un proprio ordinamento, diverso dalle altre forze di polizia italiane.


L'organizzazione degli uffici centrali e dirigenziali è stata operata con il D.P.R. 7 settembre 2001, n. 398; al vertice del corpo vi è il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, presso il Ministero dell'Interno. A capo del Dipartimento dei vigili del fuoco vi è invece un prefetto, nominato dal Ministro dell'Interno, che non appartiene ai ruoli del corpo (ma alla carriera prefettizia) mentre il capo del C.N.VV.F. è un dirigente generale proveniente dal corpo stesso. L'ordinamento del corpo è regolato dal d.lgs 8 marzo 2006 n. 139.

Il corpo è presente in tutte le regioni italiane in oltre cento comandi provinciali con alle dipendenze un numero variabile di distaccamenti, situati prevalentemente nei comuni più estesi e popolati della provincia, nonché in comuni distanti dal capoluogo di provincia. I comandi provinciali ed i distaccamenti sono organizzati secondo una serie di livelli che determinano il numero di personale ivi assegnato nonché la dotazione di attrezzature.

Le competenze, le funzioni e di compiti del corpo sono stabilite dal dal d.lgs 8 marzo 2006 n. 139; in particolare esso esercita attività di vigilanza sull'applicazione della normativa di prevenzione incendi in relazione alle attività, costruzioni, impianti, apparecchiature e prodotti assoggettati ad essa, soccorso pubblico e di difesa civile, oltre a tutte le attività assegnate al corpo da eventuali ed ulteriori leggi e e regolamenti; le competenze principali consistono nell'individuare le cause degli incendi e stabilire se si tratti di incendi dolosi, anche attraverso l'attività del nucleo investigativo antincendi (NIA), ed operando anche se necessario in collaboraizone con le altre forze di polizia italiane. In particolare, nel caso degli incendi, la competenza riguarda anche quelli di tipo boschivo che possano mettere in pericolo persone o cose, invece negli altri casi riguardanti tale tipi di incendio è competente il Corpo forestale dello Stato.

Tra i compiti rientrano quindi la salvaguardia di persone, animali e beni, il soccorso tecnico urgente; inoltre il corpo si adopera per garantire la sicurezza dello stato in casi di emergenza, anche da aggressioni esterne. Il Ministero della Difesa prevede la stesura di un piano nazionale che definisce le minacce, quali: chimiche, batteriologiche, radioattive e nucleari.

L'ordinamento dei ruoli del personale è regolato dal d.lgs 13 ottobre 2005 n. 217 del ("Ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco"), emanato ai sensi della legge delega 30 settembre 2004 n. 252. Il personale operativo del CNVVF riveste la qualifica di agente o ufficiale di polizia giudiziaria e la qualifica di agente di pubblica sicurezza, nonché di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria. Il D.P.R. 21 marzo 2005, n. 85 ne ha disciplinato la consitenza organica, dando la facoltà al Ministero dlel'Interno di provvedere a nuove determinazioni in funzione di sopravvenute necessità. Il d.lgs 8 marzo 2006, n. 139 ha provvedutto ad un ulteriore riassetto delle funzioni e dei compiti del corpo il cui personale, nostante abbia un rapporto di lavoro disciplinato dal CCNL del comparto Vigili del fuoco e soccorso pubblico, istituito ai sensi della legge del 2004, è in linea generale oggetto di disciplina di diritto pubblico.

Il personale amministrativo, appartenente al servizio amministrativo, tecnico ed informatico (S.A.T.I.), è costituito da impiegati civili dello stato, non appartenente a ruoli operativi.

Dopo la sospensione delle chiamate al servizio militare di leva in Italia e dopo il nuovo ordinamento del corpo di cui al d.lgs 217/2005, il reclutamento del personale è aperto sia a civili che militari (con incompatibilità riguardo questi ultimi nel caso dei vigili volontari); il reclutamento avviene previo superamento di un concorso pubblico bandito dal Ministero dell'Interno. Le norme sul reclutamento, avanzamento di carriera ed impiego dei vigili sono stabilite dal d.lgs 13 ottobre 2005 n. 217.

Tra i requisiti richiesti vi sono limiti di età, previsti dal decreto del ministero dell'interno dell'8 ottobre 2012 n. 197: in particolare 30 anni per i vigili operativi semplici e 37 anni per i vigili del fuoco volontari. Ulteriori prescrizioni psico-fisiche sono previste dal decreto del Ministero dell'Interno 3 maggio 1993, n. 228 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 aprile 1993, n. 233. Le norme sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario invece sono regolate del DPR del 6 febbraio 2004 n. 76. ("Regolamento recante norme sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco."). Inoltre, alcune norme sono contenute nel d.lgs 15 marzo 2010 n. 66 ("Codice dell'ordinamento militare") che, oltre a prevedere disposizioni di carattere generale, contempla anche riserva in posti nei casi tassativamente indicati dalla legge.

Infine, le modalità di selezione del personale del ruolo SATI avviene tramite concorso pubblico, secondo le modalità stablite dal decreto del Ministero dell'Interno 24 luglio 2014, n. 131.




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