giovedì 11 giugno 2015

L'AGLIO

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L'aglio è pianta erbacea alta dai 30 agli 80 cm, che allo stato selvatico è perenne, mentre coltivata si propaga esclusivamente per via vegetativa a causa della sua sterilità.
L'aglio possiede una parte ipogea costituita principalmente dal bulbo, rivestito da involucri rossicci e composto a sua volta da numerosi bulbi più piccoli, gli spicchi, che forniscono la droga, cioè la parte utilizzata in campo fitoterapico.
Il bulbo dell'aglio è uno dei rimedi più antichi e diffusi dalla medicina popolare.
L'odore caratteristico dell'aglio è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l'alliina ed i suoi derivati, come l'allicina ed il disolfuro di diallile.
I parassiti dell'aglio sono principalmente le larve delle mosche Chortophila brassicae o Hylenia antiqua che ne attaccano i bulbi facendoli marcire. Intrecciarne le cime dovrebbe servire a evitare che gli insetti nocivi entrino nei bulbi.
Per coltivare l'aglio, bisogna prima dividerlo in spicchi uguali e poi piantarli uno a uno con la punta dello spicchio rivolta verso l'alto. Si pianta nello strato attivo.
I fiori sono sterili, e così anche i semi. L'unica via di propagazione si ha attraverso divisione e piantumaggio dei singoli bulbetti, previa una attenta selezione dei singoli spicchi. Questo aumenta la probabilità che le future piante siano maggiormente resistenti alle malattie, più forti, etc.
La pianta non ama il freddo autunno-invernale. Allora comincia ad afflosciarsi, fino a seccarsi del tutto. È a questo punto che il tubero sotterraneo andrebbe raccolto. I bulbi che invece si lasciano in loco, rivegeteranno l'anno seguente, coi primi caldi. Formeranno anche bulbilli (piccoli bulbi cresciuti lateralmente al bulbo-madre). La raccolta dei bulbi dunque non è solo una necessità alimentare, ma anche una intelligente pratica colturale che impedisce un eccessivo affollamento dell'area.

Dipinto nelle piramidi egizie, faceva parte dei cibo fornito dalle autorità per mantenere gli schiavi in salute.

L'aglio in cucina è molto utilizzato come condimento, ad esempio come ingrediente per salse come pesto, aioli, tzatziki. La parte commestibile sono i bulbilli (spicchi). Si consuma crudo o cotto, fresco o secco, intero, a fettine, tritato, in polvere. Talvolta gli spicchi vengono utilizzati per insaporire la pietanza ma non vengono direttamente consumati.

I composti solforati contenuti nell'aglio sono responsabili della formazione del tipico odore, in particolare l'allicina: questa viene liberata quando l'enzima allinasi agisce sull'alliina, un composto incolore ed insapore che rappresenta il componente principale della droga fresca.
L'aglio sprigiona il suo odore caratteristico ogni volta che viene “danneggiato”, per esempio durante la masticazione, il taglio, oppure la spremitura; questo è il motivo per cui gli spicchi interi non hanno odore. In effetti, nella cellula intatta l'alliina e gli altri solfossidi sono confinati nel citoplasma, mentre il suo enzima idrolitico - allinasi - è presente solo nel vacuolo: la distruzione della struttura cellulare dell'aglio libera così il suddetto enzima, che determina idrolisi dei solfossidi e loro trasformazione in disolfuri e trisolfuri.
L'allicina è un antibiotico notevole, il cui forte potere inibente su numerosi tipi di batteri (tra cui quelli responsabili del tifo) venne notato già nel 1858 da Louis Pasteur.
Oltre all'allicina, l'aglio contiene altre sostanze antibatteriche come la garlicina; è ricco di sostanze minerali ed oligominerali, quali magnesio, calcio, fosforo, iodio e ferro; sono presenti tracce di zinco, manganese, selenio, vitamina C (solo nell'aglio fresco), provitamina A, vitamine B1-B2-PP; contiene sostanze ormono-simili ed enzimi (lisozima e perossidasi).

Tra le numerose proprietà  dell'aglio c'è quella di donare alla pelle un aspetto sano e di favorire la crescita dei capelli; tale effetto è dovuto alla presenza dell'acido fitinico, che da un lato lega le sostanze minerali e dall'altro può essere trasformato in inositolo, una sostanza simile alle vitamine in grado di stimolare la crescita cellulare.
L'aglio contiene anche alcaloidi che svolgono un'azione simile a quella dell'insulina, abbassando il livello di glicemia nel sangue: per questa ragione l'aglio è considerato un valido supporto nelle terapie contro il diabete ed in altre malattie legate al metabolismo degli zuccheri.
L'aglio rafforza il sistema immunitario ed agisce come potente battericida su tutto l'organismo; è un potentissimo vermicida, un regolatore della pressione arteriosa (agisce provocando vasodilatazione delle arteriole e dei capillari), riduce il rischio di sclerosi delle arterie, previene l'aggregazione piastrinica (di conseguenza la formazione di trombi), regolarizza il tasso di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Una delle proprietà più importanti ed interessanti dell'aglio è quella riguardante la sua caratteristica funzione antibiotica (azione batteriostatica e battericida sia verso i Gram+ che i Gram-): è infatti un valido antibiotico da utilizzare nei casi i cui la flora batterica intestinale sia stata alterata da cure precedenti. A differenza degli antibiotici di sintesi, l'aglio - mentre si occupa dei batteri patogeni - non solo non attacca la flora batterica saprofita, ma ne favorisce addirittura il ripristino.
Questa pianta costituisce un ottimo rimedio contro meteorismo e crampi addominali, ed è utilissima anche in caso di diarrea acuta e cronica o feci muco-sanguinolente (dissenteria).
Studi clinici hanno riportato l'azione dell'aglio anche nei confronti dell'Helycobacter pylori, il batterio in parte responsabile dell'ulcera gastrica e dello sviluppo di forme tumorali allo stomaco.
Un'altra proprietà dell'aglio è quella di proteggere dai pericolosi metalli pesanti, sostanze molto dannose che entrano nell'organismo attraverso smog, otturazioni dentali di vecchia concezione (es. al piombo), frutta ed ortaggi contaminati,; gli organi maggiormente colpiti dai metalli pesanti sono i polmoni, i reni, il fegato ed il sistema nervoso, con effetti che vanno dal sintomo immediato sino a manifestazioni patologiche a distanza di diversi anni. In che modo agisce l'aglio in questo senso? Si comporta da chelante: in pratica, i composti solforati presenti tra le molecole dell'aglio si legano stabilmente alle molecole di mercurio, piombo e cadmio presenti nell'organismo, che in questo modo vengono eliminate con facilità.
L'aglio possiede molte proprietà curative, tuttavia c'è da tener presente un'accortezza: se si desidera utilizzare l'aglio come antibiotico bisogna considerare il fatto che questo perde molte delle sue proprietà durante la cottura, quindi occorrerebbe evitare di sottoporlo a temperature troppo elevate e/o a cotture prolungate.
L'aglio, a parte casi di allergie o intolleranze individuali, non comporta grossi effetti collaterali; tuttavia, l'uso continuativo può portare odorizzazione dell'alito e della pelle.
A dosi elevate l'aglio può portare gastriti, nausea, vomito e diarrea (per aumento della produzione di acido cloridrico), quindi è controindicato in soggetti affetti da ulcera peptica e gastrite.
Non utilizzare in gravidanza ed allattamento.
Gli estratti di aglio presentano numerose interazioni farmacologiche, quindi i soggetti che intendono assumere questo prodotto come terapia devono porre molta cautela e soprattutto chiedere consiglio al medico o al farmacista.
Le principali interazioni farmacologiche riguardano:
Warfarin ed antiaggreganti piastrinici: aumento del rischio di sanguinamento;
Saquinavir (farmaco utilizzato come antivirale nell'HIV, è un inibitore delle proteasi): riduzione della biodisponibilità;
Ritonavir (farmaco antivirale inibitore delle proteasi): aumento della concentrazione;
Vitamina E: potenziamento degli effetti antitrombotici;
Pentossifillina e Ticlopidina (farmaci antitrombotici ed antiaggreganti piastrinici): aumento del rischio di emorragie;
FANS: possibile aumento della gastrolesività;
Paracetamolo: riduzione della concentrazione plasmatica di metaboliti ossidativi e dell'epatotossicità;
Clorzoxazone (farmaco miorilassante): riduzione del 40% della biodisponibilità del farmaco;
ACE-inibitori: riduce l'effetto ipotensivo del farmaco.

In commercio sono reperibili numerosi preparati a base di aglio, con concentrazione dei principi attivi spesso molto diversa.
Per orientarsi meglio è sempre necessario fare attenzione alle percentuali indicate di alliina ed allicina: più sono alte, maggiori saranno le probabilità che siano presenti anche le altre componenti di cui è ricco l'aglio.
Il prodotto più vicino alla droga di partenza è quello costituito dalla polvere di aglio essiccata, che viene di solito venduta in capsule. Si possono comunque trovare commercializzati anche oli essenziali ottenuti per distillazione in corrente di vapore, oppure macerati ottenuti per estrazione dei bulbi macinati con oli vegetali e confezionati in capsule di gelatina molle: questi prodotti si sono dimostrati pressoché inefficaci.

Affinché si manifesti l'effetto terapeutico desiderato, è da tenere ben presente che le dosi sono fondamentali, e che in caso di dosaggi sostenuti è preferibile l'assunzione nel corso delle 24 ore per non irritare lo stomaco.
A scopo terapeutico viene consigliata l'assunzione di circa 4 g al giorno di bulbi freschi, che assicurano l'apporto di circa 40mg di alliina, dalla quale si liberano 20mg di allicina.
Se si desidera assumere aglio a scopo preventivo e come tonico generale è necessario prendere da 2 a 3 spicchi al giorno per periodi di almeno 3 settimane.
Per la cura di fenomeni diarroici prendere da 5 a 10 spicchi nell'arco della giornata.
Per trattare piccole ferite, punture di insetti o micosi si può ricorrere al succo di aglio diluito in acqua, oppure ad una soluzione disinfettante preparata schiacciando da 5 a 10 spicchi d'aglio e diluendo il succo così ottenuto con un rapporto 1:10 in alcol 30%.
Il prodotto ottenuto può essere conservato al buio per un paio di mesi.
Tintura di aglio come tonico: spremere 400g di spicchi di aglio pelati e trasferirli in un contenitore chiuso ermeticamente insieme a 250 ml di grappa o vodka. Lasciar riposare in luogo fresco e al buio per 2 settimane, quindi filtrare con una garza e lasciar riposare ulteriormente per un'altra settimana.
La tintura può essere assunta 2 o 3 volte al giorno con dosaggio di 15 gocce alla volta.

I bulbi dell'aglio devono essere conservati in luogo fresco e ventilato in cassette o appesi intrecciati nelle tipiche “reste”.
Nel bulbo integro i composti solforati sono rappresentati principalmente da alliina; quando il bulbo viene macinato si libera l'ezima allinasi che rapidamente trasforma l'alliina nel rispettivo acido sulfenico (responsabile del caratteristico odore dell'Aglio); successivamente, per autocondensazione, si formano tiosulfinati quali l'allicina.
L'enzima allinasi è inattivato dal calore e questo spiega perché l'aglio cotto emani meno odore dell'aglio crudo ed eserciti minori attività farmacologiche.

L'aglio ha una lunga tradizione d'uso. Documenti sanscriti testimoniano l'uso dell'Aglio 5000 anni fa. Ippocrate, Aristotele e Plinio menzionano numerosi impieghi terapeutici dell'Aglio. Viene citato frequentemente nella medicina egiziana, cinese, ayurvetica. L‘Aglio è stato oggetto di numerosi studi farmacologici e clinici anche negli anni recenti.
Notissima anche nella medicina popolare è l'azione antielmintica dell'Aglio nelle infestazioni intestinali da ascaridi ed ossiuri.
Infine l'aglio possiede importanti proprietà immunostimolanti ed antitumorali a conferma dell'evidenza epidemiologica che un alto consumo di aglio è associato ad una riduzione del rischio di diversi tumori. Per esempio, in Cina uno studio comparativo sulla popolazione di regioni diverse ha evidenziato che i decessi per tumore allo stomaco risultano significativamente minori dove il consumo di aglio è elevato rispetto alle regioni con un più basso consumo di Aglio. Studi sull'uomo hanno evidenziato che l'Aglio inibisce la formazione di nitrosammine (potenti composti cancerogeni che si formano durante la digestione).

In erboristeria l'aglio viene utilizzato:
coadiuvante nella prevenzione dell'aterosclerosi, con effetti antiossidanti: la protezione a livello vascolare è da attribuirsi all'azione dell'interleuchina-6;
immunostimolante;
antiaggregante piastrinico: gli ajoeni interagiscono direttamente con i recettori piastrinici del fibrinogeno e della lipossigenasi, mentre il disolfuro di allile funziona da inibitore dell'enzima che permette la formazione del trombossano A2 (potente aggregante piastrinico);
in vitro potente antimicrobico contro batteri, funghi e virus: il principale componente attivo in questo senso è l'allicina;
ipocolesterolemizzante, antiateromasico;
ipotensivo;
inibisce le fasi della cancerogenesi;
ipoglicemizzante: secondo studi su animali l'aglio sarebbe in grado di aumentare il rilascio di insulina e proteggerne la degradazione.
Per uso esterno, l'aglio esibisce proprietà antisettiche e rubefacenti, che lo rendono utile contro foruncoli, manifestazioni acneiche ed antrace.
Particolare attenzione va posta nei gastropazienti, ulcerosi, affetti da malattia da reflusso gastroesofageo (GERD), esofagite, in persone con intolleranze certe all'aglio oppure ad altre specie del genere Liliacee.
E' controindicato l'uso degli estratti di aglio su pelli delicate, in quanto, a causa del suo elevato potere rubefacente, non sempre viene ben tollerato.

Il suo potere antisettico era noto fin dall'antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d'aglio per proteggersi dalle infezioni e tutt'oggi è ampiamente usato nella medicina popolare.

Una famosissima cantilena napoletana recita:

Agli e fravagli fattura che non quagli. Corna e bicorne capa 'alice e capa d'aglio....''

Si consigliava infatti di tenerlo addosso la notte che precede il 24 giugno (San Giovanni Battista) insieme ad altre erbe per proteggersi dalle streghe che in quella data, secondo la tradizione, celebrerebbero il grande sabba annuale che coincide con il solstizio d'estate.

Che l'aroma dell'aglio non sia mai stato gradito è cosa nota tanto che lo stesso Shakespeare in "Sogno di una notte di mezza estate" fa dire ai propri attori nella seconda scena di non mangiare aglio in quanto " e soprattutto, attori, anime mie, badate a non mangiar aglio o cipolla, ché dobbiamo esalare tutti un alito che deve riuscir dolce e gradevole".

Anche nella cultura islamica l'aglio, pur essendo diffusamente e volentieri usato in gastronomia, viene di fatto interdetto a quanti devono poi recarsi in moschea il venerdì per la preghiera comunitaria di mezzogiorno, sulla scorta della tradizione che ricorda come il profeta Maometto non gradisse il suo odore (e quello della cipolla, che dunque risente di questo stesso "divieto").

Antivampiro per eccellenza, assieme al simbolo della croce, l’aglio viene generosamente usato sia nella tradizione letteraria che in quella cinematografica; ma le leggende non nascono mai dal nulla e, così, vorremmo esservi d’aiuto nella scoperta delle reali motivazioni che hanno trasformato questo bulbo in una potente arma contro i redivivi dai canini sporgenti.

Conosciuto col nome scientifico di “allium sativum” e appartenente alla famiglia delle Liliacee, l’aglio contiene un principio attivo, noto come allicina, in grado di svolgere un’efficace azione antielmintica e cioè contro i vermi dell’intestino. E’ evidente l’analogia tra tenia parassita e Vampiro, accomunati da una distruttiva attività volta a sottrarre al malcapitato una considerevole quantità di energia vitale, fino a cagionargli una grave debilitazione fisica.

Il Vampiro non ha nulla di diverso, nel suo modo di agire, rispetto alla tenia ed è, per questo motivo, che, in molte pellicole cinematografiche e in numerosi racconti dedicati al Signore della Notte, il Non Morto, da perfetto parassita, farà visita più volte alla medesima vittima che si consumerà lentamente fino a morire.

Ma le virtù dell’aglio non si esauriscono qui, poiché, in tempi relativamente recenti, si è scoperto che proprio l’allicina svolge un’azione repellente contro i flebotomi, cioè quegli insetti che si nutrono di sangue non solo animale ma anche umano.

Uno studio condotto da eminenti scienziati svedesi ha dimostrato che l’olio di aglio inserito nella dieta quotidiana dei cani protegge gli animali stessi dalla puntura dei flebotomi e, cosi è stato anche sperimentato con l’applicazione di olio sulla pelle di alcuni volontari umani; i risultati dicono che l’olio di aglio li ha efficacemente protetti dall’attacco della femmina di Phlebotomus papatasi. Superfluo spiegare il motivo del rapporto così profondo tra insetti ematofagi e Vampiro che, a fronte di quanto detto, appare piuttosto evidente.

C’è, però, un altro aspetto molto importante che non va sottovalutato; sembra che la figura del Vampiro, così come la conosciamo noi, possa essere nata dall’attenta osservazione di persone affette da una malattia degenerativa nota come Porfiria.

Questa patologia, detta, anche, morbo di Gunther, si manifesta, assieme a sintomi di tipo neurologico, con una fotosensibilità piuttosto marcata che può provocare al malato, se esposto per un tempo troppo prolungato ai raggi solari, a gravi ustioni della cute; ma non solo, poiché il decorso della malattia determina una ritrazione del bordo gengivale fino a lasciare scoperti i denti che appaiono decisamente più evidenti rispetto alla norma.

La rarità e la spettacolarità dei suoi sintomi hanno, probabilmente, indotto gli scrittori a utilizzare la patologia trasferendone le peculiarità fisiche al Vampiro; del resto, era regola comune che, un tempo, i nati deformi o gli uomini colpiti da morbi sconosciuti e sfigurati dalla malattia, si ritagliassero uno spazio di prim’ordine nell’immaginario popolare, diventando entità diaboliche e mostruose.

Ma cosa c’entra l’aglio con la Porfiria?

Semplice, l’aglio, a causa dei principi attivi contenuti, può determinare un progressivo peggioramento del morbo ed è per questo motivo che, così inviso, risulta ai Vampiri. Anche in questo caso la realtà ha contribuito a contaminare la fantasia creando un demoniaco ibrido destinato a popolare, ancora per molto tempo, i nostri incubi notturni.






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