lunedì 22 giugno 2015

IL GALLO FORCELLO

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Il Gallo Forcello appartiene all’ordine Galliformes, famiglia Tetraonidae, uccelli di montagna e di climi freddi. Dalle caratteristiche zampe calzate; il Gallo Forcello è chiamato comunemente anche Fagiano di monte. I sessi sono molto diversi, sia per dimensioni che per piumaggio. I maschi sono lunghi fino a più di 55 cm, le femmine non superano i 48 cm. La livrea maschile tende al blu-nero con aree brunastre e caratteristici riflessi bluastri. Banda alare e sottocoda bianchi. Il Gallo Forcello è caratterizzato da escrescenze carnose rosse sopra l’occhio (“caruncole”), molto appariscenti nel periodo riproduttivo. Coda lunga con caratteristiche timoniere esterne incurvate verso l’esterno (forma a lira). La femmina è bruno-castana chiazzata e con ampie barrature su collo, fianchi e ventre. Le zampe e il becco sono nerastri. Il Gallo Forcello si invola solo se spaventato, ma può volare a quota piuttosto alta e a lungo; ha un volo rapido e molto potente, con planate piuttosto lunghe. In volo sono ben evidenti la sagoma particolare (data da collo e coda lunghi) e le parti bianche: sottocoda, sottoala e barra sul dorso dell’ala. Il Gallo Forcello spesso sta posato sugli alberi; nelle notti invernali si seppellisce frequentemente nella neve per ripararsi dal freddo ed il nero del maschio, contro il manto nevoso, è sorprendentemente mimetico per i predatori. È gregario per la maggior parte dell’anno. Può formare anche ibridi con Gallo cedrone, Pernice bianca e Fagiano comune, difficilmente riconoscibili in libertà.

Il Gallo Forcello nidifica soprattutto negli arbusteti alpini, con presenza di alberi e con parziale copertura erbacea. Il Gallo Forcello abita spesso le formazioni rade di larice, talvolta miste a latifoglie, i boschi misti e le boscaglie a Pino mugo od Ontano verde e, a volte, lo si può incontrare anche nelle faggete. È importante la presenza di un sottobosco ricco, i cui frutti costituiscono una frazione consistente della dieta, insieme a cime e gemme di varie piante; raccoglie il cibo dal terreno, quando è sgombro dalla neve, o su alberi e arbusti, in pieno inverno. La componente animale (invertebrati) è abbondante soprattutto nei giovani in estate-autunno. Specie poligama, durante la primavera i maschi del Gallo Forcello si radunano in arene, in cui cercano di conquistare, per mezzo di spettacolari parate e scontri (qualche volta piuttosto violenti) le zone centrali, dove giungeranno le femmine per accoppiarsi. Presente con continuità dalla Scandinavia alla Russia e, con popolazioni frammentate e isolate, sui principali gruppi montuosi dell’Europa centrale e nei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord; i confini meridionali dell’areale continentale cadono sull’Arco Alpino e sui rilievi dell’ex-Jugoslavia. In Italia il Gallo Forcello è perlopiù sedentario e nidificante, diffuso omogeneamente su tutte le Alpi, dalle Marittime alle Giulie, tra 700 e 2300 m di quota. Sono noti movimenti erratici temporanei in tardo autunno e in inverno, ma non esistono dati italiani sulla loro entità; non sono assimilabili a veri e propri movimenti migratori e sono probabilmente dovuti alla variazione di disponibilità di cibo nel territorio di origine.

Di indole più socievole dei galli cedroni, i due sessi vivono regolarmente assieme, salvo alcune eccezioni, almeno nell'autunno e nell'inverno. Conducono una vita abbastanza variata, soprattutto per via degli spostamenti che compiono durante l'inverno, stagione nella quale sovente penano a trovare il cibo e, quando la neve è alta, sono costretti a scavare lunghe gallerie per scoprire qualche scarso alimento.

Molto meno pesante del gallo cedrone, il fagiano di monte è molto più abile nei movimenti: corre con maggior rapidità tenendo il corpo meno inclinato posteriormente, sugli alberi si tiene ora eretto ora orizzontale, e, malgrado la brevità delle ali, vola bene, in linea retta e spesso per lunghi tratti, più leggero e meno rumoroso dell'affine. I suoi sensi sono molto acuti, e grande l'avvedutezza che spiega in tutte le circostanze: si allarma per la più piccola ombra di pericolo, scambia il rischio vero con quello apparente cercando subito scampo nella fuga, ed è sempre piuttosto difficile da sorprendere. La sua voce, che varia con il sesso, nel grido di richiamo consiste in un soffio caratteristico, e si arricchisce nella stagione degli amori in misura che sembrerebbe sproporzionata in volatili come questi, generalmente piuttosto taciturni.

Per nutrirsi, i nostri uccelli cercano sostanze di una certa delicatezza, ossia foglie, gemme, bacche, semi ed insetti; durante l'estate colgono i lamponi, i frutti di mirtillo e le more; nell'inverno le bacche del ginepro e i semi delle eriche, delle betulle, degli ontani e dei faggi. Oltre che di vegetali, come abbiamo accennato, si nutrono di lumachette, vermi, larve di formica, mosche e simili, ed i piccoli in particolare vengono nutriti quasi esclusivamente di teneri insetti. In Siberia, quando incominciano i geli, li si vede posati sulle cime dei pioppi e intenti a scorrere col becco i rami secchi per coglierne le gemme: anch'essi hanno bisogno di frammenti minerali per agevolare la digestione.

Nelle regioni centrali d'Europa il periodo degli amori incomincia nella seconda metà di marzo e dura per tutto l'aprile fino al maggio; sui rilievi e nei paesi nordici avviene più tardi, e può durare fino al mese di luglio.il maschio è poligamo e feconda più femmine, che depongono in solitudine anche fino a 15 uova, che si schiudono dopo 4 settimane di fecondazione (25/28 giorni a seconda della varietà).
I preparativi per la cova incominciano verso la metà di maggio e sono compito esclusivo della femmina. Il nido consiste in una rudimentale depressione scavata in luoghi protetti, e contiene da sette a dieci, talvolta dodici uova, sparse fittamente di punti e macchie su fondo giallo-grigio, giallo-rossiccio o grigio pallido. Benché meno zelante di quella del gallo cedrone, la femmina cova con cura e si consacra con tenerezza all'allevamento della prole, nei cui costumi, come anche nelle mutazioni dell'abito, non si osservano grandi differenze rispetto alla specie precedente. Fino al tardo autunno i piccoli restano in compagnia della madre, e si allontanano solo dopo aver vestito l'abito degli adulti.

Nei luoghi in cui galli cedroni e fagiani di monte abitano vicino, ed i maschi della prima specie hanno subito una notevole diminuzione, le femmine del gallo cedrone si accoppiano spesso con gli affini dando origine a un ibrido comunemente conosciuto come tetraone mezzano.

Il gallo forcello, nel territorio italiano, si trova esclusivamente nell'arco alpino, ove esistono popolazioni stanziali. Inoltre, sempre in Italia, nelle Alpi Liguri si trova la popolazione stabile più a Sud. La legge venatoria italiana tutela la specie prevedendo un prelievo molto contigentato sia nei periodi temporali (dal 1 ottobre al 30 novembre), sia nel numero (massimo 2 per cacciatore ogni anno) e anche nel genere (è ammessa la caccia solo al genere maschile).



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