mercoledì 23 dicembre 2015

AKITA INU

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Affettuoso e discreto, due qualifiche che gli si addicono: ecco l’Akita Inu, un cane che abbaia poco ma osserva molto.
Con il suo aspetto da “grande Spitz”, l’Akita è un paradosso ambulante: ama la compagnia ma difende anche la propria indipendenza quasi selvatica e, sotto la sua aria calma, è capace di un’iniziativa pronta e diretta.
Attenzione ai rapporti verso i congeneri perché la calma può mutarsi in tempesta, in quanto l’Akita è per natura un dominante.

L'Akita Inu è una razza giapponese di cani da lavoro, utilizzati sia per la guardia che per la caccia. Viene ufficialmente chiamato semplicemente akita, in quanto "inu" significa "cane" in giapponese. Uno studio sul DNA di 85 razze di cani appartenenti all'American Kennel Club (cinque individui per razza nella maggior parte dei casi), condotto da H.G. Parker, ha rivelato che l'Akita Inu, dopo lo Shiba Inu e il Chow Chow, è la razza che presenta meno differenze genetiche con il lupo grigio.

L'akita è una razza antica, che ancora oggi ha un significato particolare in Giappone: statuine raffiguranti questi cani vengono regalate ai neonati e agli infermi come augurio di buona salute e felicità. Di razza akita era anche Hachiko, che divenne famoso in tutto il mondo per essere sempre stato devoto al padrone fino alla morte, diventando un simbolo di fedeltà nella propria nazione.

Un tempo il possesso di questi cani era limitato ai membri della famiglia reale e all'aristocrazia ed esistevano disposizioni speciali in merito alla cura e al nutrimento da riservare loro; inoltre, per riferirsi ai cani o rivolgersi a essi si doveva ricorrere a un particolare vocabolario.

Fin dal XVII secolo gli akita furono addestrati alla caccia di grosse prede (orsi) e al riporto di volatili acquatici sulle montagne del Giappone. Oggi vengono utilizzati come cane poliziotto. L'akita, come altre razze giapponesi, risentì molto dell'arrivo del Pastore Tedesco, in quanto quest'ultimo fu acquistato in gran numero dal Giappone prima dell'invasione della Manciuria. Necessitando di un cane maggiormente addestrabile per i vari utilizzi militari, l'esercito negli anni '20 e '30 del XX secolo importò dalla Germania circa 25.000 cani, in maggioranza Pastori Tedeschi. Le vicissitudini della Seconda guerra mondiale portarono all'abbattimento della maggior parte dei cani nipponici, akita compreso, al fine di usarne la pelle per produrre abbigliamento ed equipaggiamento militare. La razza si riprese gradualmente solo dopo il conflitto.

Vennero importati per la prima volta negli Stati Uniti nel 1937 dalla scrittrice Helen Keller e a partire dalla seconda guerra mondiale diventarono sempre più popolari.



È un cane massiccio, di corporatura grande e aspetto degno di stima e rispetto. I maschi sono alti 64–70 cm e le femmine 58-64; il loro peso si aggira intorno ai 35-40 chilogrammi. La differenza tra maschi e femmine deve essere marcata e netta. Il cranio è ampio con fronte spaziosa; tartufo scuro e cicciotto; muso a punta, con canna nasale diritta e poco lunga; verso il collo si allarga; i denti sono forti e non sporgenti. Gli occhi sono scuri, piccoli, abbastanza separati tra di loro, che riflettono la loro natura di cani attenti, ma docili. Le orecchie sono erette e leggermente inclinate in avanti; si allargano all'attaccatura con la testa; la coda arriva al garretto ed è arrotolata sul dorso in varie posizioni, che sono tutte accettate; una eccezione è la coda dritta. Le zampe sono muscolose, forzute con ossatura forte; d'altronde venivano usati come cani da caccia e da guardia e quindi hanno sviluppato tutti i muscoli. Il pelo è abbastanza lungo e ruvido con sottopelo appena pronunciato ma soffice; nella coda è molto folto. i colori ammessi sono 4: bianco, fulvo, tigrato e sesamo, tutti i colori devono avere l'urajiro (pelo biancastro) sui lati del muso e sulle guance, sotto le mascelle sulla gola sul petto e sul ventre nonché sul lato inferiore della coscia e nelle parti interne degli arti.

Tranquillo e coccolone con il padrone; agli estranei non dà molta confidenza ma al tempo stesso è molto dolce e gentile. Sospettoso e istintivamente aggressivo con chi considera ostile, non abbaia quasi mai. Non è un cane che reagisce d'impulso, essendo per sua natura molto ubbidiente. È considerato nel suo paese un cane molto valoroso e dignitoso, perché ha una andatura fiera, molto elegante e molto vigorosa; si sente importante e lo dimostra. Quando è calmo è un cane molto pacato, ma quando scatta ha la velocità di un fulmine. Molto dolce con i bambini. Cane estremamente intelligente e molto servizievole, ama aiutare il padrone anche con piccoli gesti, ama moltissimo giocare. La particolare devozione al padrone è completata anche da una certa attitudine alla gelosia nei confronti di altri cani; questo fa dell'Akita un cane particolarmente solitario. Ottimo cane da guardia. Questo cane ama molto il padrone.
L'aspettativa di vita di un akita è attorno ai 13 anni, simile a quella di altre razze della medesima taglia.

In una ricerca del 2004 nel Regno Unito, la principale causa di morte di un akita risulta essere il cancro (32%), seguito da problemi cardiaci (14%) e gastrointestinali (14%). Secondo un'altra ricerca, del 2000/01, la causa principale di morte è il cancro (21%), seguito da problemi gastrointestinali (21%), problemi muscolo-scheletrici (15,5%) e autoimmuni (7%).

Alcuni problemi che possono alterare la salute di un akita sono:

Herpesvirus canino, un virus della famiglia Herpesviridae che attacca i canini affetti;
torsione dello stomaco;
pemfigo, una patologia bollosa che attacca la cute.
Va detto inoltre che questi cani sono abituati ai climi abbastanza freddi e poco adatti alla vita nelle grandi metropoli dove le temperature medie sono decisamente più alte dei luoghi d'origine. Questo può quindi provocare vari problemi oltre che ad una riduzione della vita media dell'animale. Quindi prima di adottare un esemplare di questa razza, molte organizzazioni che si muovono a tutela degli animali invitano a evitare l'acquisto di questo cane se non gli si possono offrire le condizioni più ottimali al suo benessere.
I caratteri sessuali secondari sono nettamente definiti. Si distingue per la sua grande nobiltà e dignità, accompagnate da una notevole semplicità. Di struttura solida, l’Akita è un atleta capace di fare lunghe passeggiate con il suo padrone.



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