Si complica fino a diventare un caso politico l'emergenza smog con il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti che per mercoledì 30 dicembre convoca sindaci e regioni, Beppe Grillo che dal suo blog parla di "68mila morti in più rispetto al 2014" e inveisce contro il "governo spocchioso", i Verdi che minacciano di denunciare in procura il commissario straordinario della Capitale Francesco Paolo Tronca se non si decide per il blocco totale del traffico. Intanto, Roma e Milano si preparano ad iniziare un'altra settimana tra stop alle auto e targhe alterne.
L'emergenza smog. Il ministro Galletti incontrerà al ministero una riunione di coordinamento degli interventi contro lo smog nelle città italiane. Sono stati invitati i presidenti di Regione e i sindaci dei grandi centri urbani chiamati a fronteggiare l'emergenza. Sarà presente anche il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Lo smog «adesso è una emergenza: dobbiamo assolutamente potenziare i trasporti pubblici. Una volta che diciamo alla gente di lasciare a casa l’auto, non possiamo poi mandarli in autobus che passano una volta ogni tanto o magari non sono affatto ecocompatibili» dice Galletti che invita a lasciare la macchina a casa e aggiunge: «Siamo di fronte a una situazione del tutto emergenziale. Siamo nell’anno più caldo della storia e specie al nord viviamo il periodo di siccità più lungo: questi due fattori assieme diventano esplosivi in una zona che geograficamente in tutta Europa è la più esposta alla permanenza di inquinanti. Questo premesso, dico che oggi è indispensabile un piano per la mobilità sostenibile che incentivi il trasporto pubblico a basso impatto».
L'attacco di Grillo. Il 2015 si chiuderà con 68.000 morti in più rispetto al 2014: 666mila contro 598mila, l’11% in più, scrive Beppe Grillo sul suo blog citando l’Istat, paragonando la situazione «ai tempi delle grandi guerre» e attaccando premier e ministri che «passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere». «Le città italiane - fa notare il fondatore del M5S - non sono state bombardate dalle potenze straniere, ma vivono sotto l’assedio di nemici silenziosi. Lo smog sta rendendo le città italiane sempre più simili a Pechino» e «l’inquinamento ci avvelena, avvelenano i fumi dell’Ilva, avvelena la diossina che fuoriesce dagli inceneritori e che finisce dentro il nostro cibo, avvelena l’acqua che beviamo che scorre in tubature d’amianto. Giovani o vecchi, ci si ammala sempre di più e non ci sono i soldi per le cure nè per le medicine, con la crisi i soldi è meglio usarli per mangiare (alimenti probabilmente contaminati). Si stringono i denti e si tira avanti, ma per poco».
«Il governo - accusa Grillo - impugna la lunga falce e con la legge di stabilità taglia altri 15 miliardi di euro alla sanità in 3 anni: per gli italiani non c’è scampo. Avvelenati da una politica industriale dell’800, in mutande a causa della crisi e abbandonati dal governo. Premier e ministri non si rendono conto di ciò che accade nel Paese. Litigano per mezzo punto percentuale di Pil e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68mila italiani che non hanno saputo proteggere». «Sono una sciagura per il Paese - conclude - il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue. Prima se ne vanno e meglio è».
Le minacce dei Verdi. «Snocciolando i dati dei livelli delle polveri sottili PM10 nella capitale sembra di leggere un bollettino di guerra: ben 7 centraline hanno superato il limite dei 35 giorni, anche non consecutivi, stabilito dalla legge» spiega in una nota il portavoce dei Verdi di Roma Gianfranco Mascia, che prosegue: «Anche ieri i dati delle polveri sottili a Roma in molte centraline sono schizzati ai valori ben oltre la soglia consentita. Per questo non capiamo perché il responsabile della salute dei cittadini, il facente funzioni di Sindaco Commissario Straordinario Tronca, non voglia prendere quei drastici provvedimenti che servono a bloccare l'inquinamento da polveri sottili».
«Finora abbiamo semplicemente consigliato - conclude l'esponente dei Verdi capitolini - all'amministrazione alcuni provvedimenti. Ma la situazione è talmente drammatica che a questo punto pretendiamo, per evitare una denuncia alla procura della Repubblica, che il Commissario Tronca incontri immediatamente i medici dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena per chiedere uno studio sugli effetti dell'inquinamento da smog su noi cittadini romani. Si passi dalle targhe alterne (che consentono a più di un milione e trecentomila auto di scorazzare per la città) al blocco totale della circolazione, seguendo l'esempio di Milano. Contestualmente si pensi a diverse linee di autobus navetta che portino i cittadini verso il centro della città».
Codacons sul piede di guerra. Il Codacons è pronto a nuove denunce penali se i valori di inquinamento dell’aria nella Capitale non torneranno entro i valori limite. «L’amministrazione comunale è responsabile della salute pubblica, e deve adottare tutte le misure idonee a tutelare i cittadini - spiega il presidente Carlo Rienzi - Se tale obiettivo non viene perseguito, e se i provvedimenti assunti risultano inadeguati allo scopo, possono configurarsi precise responsabilità penali in capo all’amministrazione». «Questo perchè non basta disporre le targhe alterne per pensare di aver fatto abbastanza sul fronte della lotta allo smog - prosegue Rienzi - La salute pubblica si tutela attraverso misure strutturali che spingano i cittadini a lasciare a causa l’automobile, e anche quando vengono adottati provvedimenti che limitano la circolazione privata, l’amministrazione deve essere in grado di farli rispettare, altrimenti risultano del tutto vani».
Certamente l'inquinamento presente nelle grandi città è pericoloso per la nostra salute. L'aria che respiriamo è satura di vari gas e particelle che si insinuano nelle nostre vie respiratorie provocando malattie più o meno gravi. Quando poi le condizioni atmosferiche stabili associate ad una scarsa ventilazione, non permettono alcun ricambio d'aria, ecco che le famigerate "sonde" rivelano concentrazioni di PM10 oltre la soglia consentita dei 50 microgrammi per metro cubo, allora tutti a casa. Il PM10 come è ormai noto, sono polveri prodotte da processi antropici e naturali dovuti alle emissioni di gas inquinanti quali : S2O, NOx, NH3. Nel corso degli anni 70 e 80, le grandi fabbriche e le attività umane in genere, immettevano nell'atmosfera enormi quantità di gas e polveri inquinanti: Vi erano pochissimi controlli dei tassi d'inquinamento atmosferico e vi era pochissima informazione in merito. Oggi le cose sono diverse; le grandi acciaierie ed alcune industrie sono più controllate e l'aria che respiriamo, malgrado l'incredibile aumento dei veicoli in circolazione, è relativamente più pulita. Tutti desideriamo una vita più sana, una città pulita ed un'aria più respirabile. Ma siamo sicuri che per ottenere questi risultati basta fermare il traffico privato? L'apporto di inquinanti atmosferici e di "polveri sottili" prodotti dal traffico di veicoli privati è minimo se confrontato con l'inquinamento prodotto dalle fabbriche, dal riscaldamento domestico e da tutti gli uffici pubblici e privati. Troppo spesso non vi è alcuna vigilanza sugli sprechi ed eccessi nell'uso degli impianti termici centralizzati. Per un'errata distribuzione termica si "arroventano" interi isolati, "condannando" gli inquilini a trascorrere inverni a temperature malsane che spesso sfiorano i 25°C. Forse però è più semplice porre dei limiti o "un tasso d'inquinamento consentito dalla legge".
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