domenica 27 dicembre 2015

LE RENNE

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Le renne di Babbo Natale sono una squadra di renne volanti che trainano la slitta di Babbo Natale durante la consegna dei regali. I nomi delle renne, comparsi per la prima volta in una poesia natalizia del 1823 intitolata A Visit from St. Nicholas, sono: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder (o Donner) e Blitzen.

Negli ultimi sessant'anni, Rudolph la renna dal naso rosso è stata aggiunta alla squadra principale delle renne di Babbo Natale in seguito al grande successo della canzone natalizia Rudolph the Red-Nosed Reindeer scritta da Johnny Marks nel 1949.

Gran parte della tradizione natalizia contemporanea è attribuita alla poesia A Visit from St. Nicholas (conosciuta anche come The Night Before Christmas o Twas the Night Before Christmas) scritta da Clement Clark Moore nel 1823; nel poema, i nomi delle prime otto renne fanno la loro prima apparizione.

La storia originale di Rudolph venne scritta nel 1939 da Robert L. May e pubblicata sotto forma di libro per essere letta ai bambini durante il periodo di Natale. Secondo la storia, Rudolph, renna giovane da un insolito naso rosso e luminoso, viene scelta da Babbo Natale per illuminare e rendere visibile alle altre renne il sentiero offuscato dalla nebbia.

Nel 1949, Johnny Marks adattò la storia di Rudolph in una canzone natalizia dal titolo Rudolph the Red-Nosed Reindeer.

Renna e Caribou sono due nomi che indicano la stessa specie (Rangifer tarandus), con le renne in genere si fa riferimento alla varietà addomesticata che è allevata in greggi dagli uomini e tira le slitte. Il nome Caribou origine dalla parola Mi'kmaq Qalipu (pronunciato hal-lay-boo), che significa "mestolone delle nevi". La parola si riferisce al disegno degli zoccoli, a forma di pala, dai bordi affilati e concavi, che questi animali usano per scavare nella neve per trovare licheni e altre piante.

Le renne sono gli unici mammiferi che hanno occhi che cambiano colore a seconda della stagione. Gli occhi sono d'oro durante l'estate, quando la luce solare è quasi costante, ma nel buio dell'inverno le retine riflettono meno la luce e gli occhi appaiono blu.

Un cucciolo di renna nordamericana può correre più veloce di un velocista olimpico. Gli adulti possono arrivare fino a 80 km orari! Questo è il motivo per cui le renne non sono predate facilmente dagli orsi polari: gli orsi si scalderebbero troppo ad inseguirle!

I maschi di renna cambiano le corna alla fine della stagione degli amori, intorno ai primi di dicembre. Le femmine, invece, mantengono le loro corna più sottili per tutto l'inverno. Se dobbiamo pensare a tutti gli avvistamenti, allora sono le signore che trainano per il cielo la slitta di Babbo Natale piena di regali.

Alcune sottospecie di renne hanno ginocchia che fanno uno schiocco mentre camminano in modo che possano restare insieme anche in una bufera di neve. Emettono anche dei vocalizzi: gli scienziati hanno scoperto che i maschi sono dotati di una grande sacca d'aria nel collo che permette loro di emettere un suono come un rauco crepitio, o richiami di accoppiamento. La chiamata gutturale serve a dissuadere i maschi rivali mentre si attira una potenziale partner. Per le femmine, queste sacche d'aria permettono alle mamme di comunicare con i loro piccoli. Ogni renna effettua un verso unico.

Le renne battono tutti gli altri animali terrestri in quanto ad efficienza energetica. Sono nate per sopportare la neve e il freddo, con peli concavi che intrappolano l'aria e le tengono ben isolate. Durante l'inverno la pelliccia sul muso della renna cresce e si allunga fino alle labbra, in modo da proteggere il muso quando pascolano nella neve. I loro nasi sono appositamente progettati per riscaldare l'aria prima che arrivi ai polmoni. Quando c’è un freddo estremo le renne sono in grado di abbassare la temperatura delle gambe appena sopra il congelamento, così da evitare la perdita di calore corporeo.

Come i loro occhi, le zampe delle renne possono cambiare da stagione a stagione. In estate, i cuscinetti diventano spugnosi per dare loro una trazione supplementare nella morbida tundra, mentre in inverno, si ritirano e si irrigidiscono, esponendo il bordo dello zoccolo, che taglia il ghiaccio e la neve e permette loro di scavare per trovare il cibo.

Quando renne cambiano i loro palchi, ogni anno, questi possono restare a terra, ma non solo: ciò che resta dei palchi può essere il nutrimento di roditori e altri animali, e sono una grande fonte di calcio e sali minerali.

Si dice che quello della renna sia il latte più ricco e nutriente di tutti i mammiferi terrestri. Ha delle percentuali impressionanti: il  22 per cento di grasso e il 10 per cento di proteine; in confronto, il latte vaccino ha solo dal 3 al 4 per cento di grasso di latte.

Nel 1961 gli studiosi suddivisero le varie sottospecie di renne in due grandi gruppi, le renne della tundra (con sette sottospecie) e le renne dei boschi (con altre sette sottospecie). Alcune delle sottospecie della tundra sono forme insulari dell'alto Artico di piccole dimensioni. Queste sottospecie insulari non sono probabilmente imparentate tra loro, dal momento che la renna delle Svalbard sembra essersi evoluta dalla grossa renna europea, mentre il caribù di Peary è uno stretto parente di quello dei Barren-ground, e come questo ha probabilmente avuto origine nell'alto Artico nordamericano.

Le renne domestiche hanno zampe più corte e sono più pesanti delle loro cugine selvatiche.

Le renne domestiche si incontrano soprattutto nelle regioni settentrionali di Fennoscandia e Russia, mentre in Scozia, nella regione dei Cairngorm, è presente una mandria di circa 150-170 capi. L'unica popolazione selvatica rimasta in Europa di renne della tundra vive in alcune regioni della Norvegia meridionale.



Alcune renne provenienti dalla Norvegia furono introdotte nella Georgia del Sud, un'isola dell'Atlantico meridionale, agli inizi del XX secolo. Oggi questa popolazione è costituita da circa 2600 esemplari suddivisi in due distinte mandrie separate da ghiacciai. Sebbene l'immagine di una renna compaia sulla bandiera e sullo stemma del Territorio, questo animale rischia di essere sradicato dall'isola a causa dei danni che arreca all'ambiente. Circa 4000 renne sono state introdotte sull'arcipelago subantartico francese delle Isole Kerguelen. Nell'Islanda orientale è presente una piccola mandria di circa 2500-3000 capi.

Il numero di caribù e renne è variato più volte nel corso della storia, ma oggi molte popolazioni sono in declino in varie zone di tutto l'areale. Questo declino è strettamente correlato al mutamento climatico per quanto riguarda le popolazioni settentrionali migratrici, e alle attività industriali per quanto riguarda quelle meridionali stanziali.

Essendo ruminanti, le renne possiedono uno stomaco suddiviso in quattro camere. In inverno si nutrono soprattutto di licheni, in particolar modo del cosiddetto lichene delle renne. Tuttavia, mangiano anche foglie di salice e betulla, nonché carici ed erba. Alcune testimonianze lasciano ipotizzare che all'occasione mangino anche lemming, salmerini alpini e uova di uccello. È noto che verso la fine dell'estate le renne allevate dai Ciukci divorino grandi quantità di funghi.

L'accoppiamento avviene tra la fine di settembre e i primi di novembre. I maschi combattono tra loro per avere accesso alle femmine. I contendenti incrociano tra loro i palchi, cercando di spingere via l'avversario. I maschi più vigorosi possono radunare attorno a sé fino a 15-20 femmine. Durante questo periodo i maschi smettono di mangiare e perdono gran parte delle proprie riserve corporee.

I piccoli nascono il maggio o giugno successivo. Dopo 45 giorni, sono in grado di pascolare e di nutrirsi da soli, ma continuano a poppare fino all'autunno successivo, quando divengono indipendenti dalla madre.

Le renne vengono predate da un gran numero di animali. Le aquile reali, che catturano i piccoli, sono i predatori più prolifici nei territori di allevamento della specie. I ghiottoni catturano piccoli appena nati o femmine gravide, così come (anche se più raramente) adulti menomati. Orsi bruni e orsi polari predano renne di tutte le età, ma come i ghiottoni attaccano quasi sempre gli animali più deboli, come i piccoli e gli esemplari malati. Il più efficiente predatore naturale di esemplari adulti, comunque, è il lupo grigio, soprattutto durante l'inverno. Durante l'ultima glaciazione la renna godette del massimo della sua diffusione: in questo periodo questi ungulati costituivano la preda preferita del leone delle caverne.

Volpi, corvi e falchi, invece, si nutrono solo di esemplari già morti. Gli insetti ematofagi, come Simulidi e zanzare, costituiscono una vera piaga per le renne durante i mesi estivi, e possono causare così tanto stress da influire negativamente sulle abitudini alimentari e riproduttive di questi Cervidi. In un caso documentato, l'intero corpo di una renna è stato trovato all'interno dello stomaco di uno squalo della Groenlandia, una specie diffusa nell'estremità settentrionale dell'Atlantico, ma si tratta quasi probabilmente di un caso di necrofagia, considerata la distanza tra gli habitat occupati dall'ungulato e dal grosso pesce dai lenti movimenti. L'andamento demografico di alcuni di questi predatori è influenzato dalla migrazione delle renne.

La caccia alla renna ha una storia molto lunga, e secondo alcuni studiosi questo animale «potrebbe essere la specie più importante nell'intera letteratura antropologica sulla caccia».

L'uomo iniziò a cacciare la renna nel Mesolitico e nel Neolitico, e ancora oggi, in molte aree, è il principale predatore di questa specie. In Norvegia e Groenlandia la caccia alla renna ha una tradizione che va dall'era glaciale fino all'epoca attuale. Sui monti non ricoperti di alberi della Norvegia centrale, come il Jotunheimen, è ancora possibile trovare i resti di trappole fossorie costruite in pietra, recinti guida e frammenti di arco, costruiti soprattutto per la caccia alle renne. Essi risalgono, quasi probabilmente, all'epoca delle invasioni barbariche, ma è possibile che siano stati già in uso nell'età della pietra.

La Norvegia sta ora preparandosi per la nomina tra i Patrimoni dell'Umanità delle aree recanti tracce e tradizioni della caccia alla renna nei parchi nazionali di Dovrefjell-Sunndalsfjella, Reinheimen e Rondane, nel Sør-Norge centrale (Norvegia meridionale). In queste regioni della Norvegia la caccia alla renna è stata praticata ininterrottamente dall'età della pietra post-glaciale a oggi.

Il caribù selvatico viene ancora cacciato in Nordamerica e Groenlandia. In passato, per gli Inuit, le Prime nazioni settentrionali, i nativi dell'Alaska e i Kalaallit della Groenlandia, questo animale costituiva un'importante fonte di cibo, vestiario, riparo e utensili. Molti Gwich'in, che devono la sopravvivenza al caribù del Porcupine, seguono ancora oggi pratiche tradizionali di gestione del caribù, tra cui il divieto della vendita della sua carne e la limitazione degli esemplari catturati durante ogni battuta.

Nel Québec, in epoca coloniale, il sangue di caribù, misto ad alcool, veniva bevuto da cacciatori e taglialegna per contrastare gli effetti del freddo. Questa bevanda, preparata ancora oggi con vino, al posto del sangue, e whiskey, è nota come Caribou.

Le renne vengono allevate da secoli da alcuni popoli artici e subartici, come i Sami e i Nenci, per la carne, il cuoio, i palchi e, in maniera minore, il latte e i trasporti. Queste renne non vengono considerate animali propriamente domestici, dal momento che generalmente vagano libere sui territori di pascolo. Durante i tradizionali spostamenti di queste popolazioni, le renne domestiche migrano tra la costa e l'entroterra seguendo sentieri percorsi da secoli; durante gli spostamenti, gli uomini si prendono alacremente cura degli animali. Tuttavia, le renne non si riproducono in cattività, sebbene vengano allevate anche per il latte e come animali da soma. Inoltre, dalla loro pelle conciata, i Nenci ricavano un indumento tradizionale, la malitsa.

In Alaska, l'impiego delle renne come animali domestici venne introdotto alla fine del XIX secolo dallo U.S. Revenue Cutter Service, con l'assistenza di Sheldon Jackson, per fornire sostentamento ai nativi ivi presenti. Inizialmente le renne furono importate dalla Siberia, e successivamente dalla Norvegia. Un regolare servizio postale di Wales (Alaska) impiega una slitta trainata da renne per effettuare le consegne. In Alaska, i mandriani di renne utilizzano la telemetria satellitare per seguire i loro branchi, impiegando mappe e database online per tracciare i progressi della mandria.

La renna ha (o ha avuto) un importante ruolo economico per tutti i popoli circumpolari, come Sami, Nenci, Ostiachi, Evenchi, Jukaghiri, Ciukci e Coriachi in Eurasia. Si ritiene che l'addomesticamento di questo animale ebbe inizio tra l'età del bronzo e quella del ferro. Gli esemplari siberiani vengono anche impiegati come cavalcature, dal momento che sono più grandi dei loro cugini scandinavi. Un singolo proprietario può possedere centinaia, o perfino migliaia, di animali. Il numero dei mandriani russi è notevolmente diminuito dopo la caduta dell'Unione Sovietica. La vendita di pelle e carne fornisce loro un'importante fonte di entrata. Le renne vennero introdotte in Alaska verso la fine del XIX secolo e si incrociarono con la sottospecie di caribù presente nella zona. I mandriani di renne della penisola di Seward hanno subito una significativa perdita di capi a causa dei predatori (come i lupi) che seguono i caribù selvatici durante le loro migrazioni.

La carne di renna è molto popolare nei Paesi scandinavi. Le polpette di renna vengono vendute in scatola. La renna trifolata è il piatto più famoso della Lapponia. In Alaska e Finlandia, le salsicce di renna vengono vendute nei supermercati e nelle drogherie. La carne di renna è molto tenera e magra. Può essere consumata fresca, ma anche essiccata, salata e affumicata a caldo o a freddo. Oltre alla carne, quasi tutti gli organi interni della renna possono essere mangiati, e alcuni di essi costituiscono piatti tradizionali. Tuttavia, la Lapin Poron liha, carne fresca di renna completamente prodotta e confezionata nella Lapponia finlandese, è protetta in Europa sotto la classificazione di denominazione di origine protetta.

I palchi di renna vengono ridotti in polvere e venduti come afrodisiaco o supplemento nutritivo e medico sui mercati asiatici.

Il caribù è stato la principale fonte di sussistenza per gli Inuit del Canada.

Sia Aristotele che Teofrasto citarono brevemente nelle loro opere - probabilmente basandosi sulla stessa fonte - una specie di cervo delle dimensioni di un bue, chiamata tarandos, diffusa in Scizia, nelle terre dei Budini, in grado di cambiare il colore della propria pelliccia per mimetizzarsi. L'origine di quest'ultimo dato è da attribuire probabilmente a un errato modo di interpretare il cambiamento stagionale della colorazione della renna. Entrambe le descrizioni sono state attribuite a renne che vivevano nella regione meridionale dei Monti Urali verso il 350 a.C..

Bisogna quasi certamente interpretare come una renna l'animale simile al cervo incontrato nel 53 a.C. nella Foresta Ercinia da Giulio Cesare e descritto nei suoi Commentarii de Bello Gallico (capitolo 6.26):

« C'è un bue dalla forma di cervo, a metà della cui fronte si erge un solo corno più alto, e più diritto di quelle corna che ci sono note; dalla sommità di questo si estendono ampiamente come rami simili a palme. È uguale la natura del maschio e della femmina, uguale la forma e la grandezza delle corna. »
Secondo la Historia de Gentibus Septentrionalibus di Olao Magno – stampata a Roma nel 1555 – Gustavo I di Svezia inviò 10 renne ad Alberto I di Prussia, nel 1533. È probabile che Conrad Gessner abbia visto o sentito parlare di questi animali.

Il nome rangifer, che Linneo scelse per indicare il genere a cui appartiene la renna, venne usato da Alberto Magno del suo De animalibus (Libro 22, Capitolo 268: Dicitur Rangyfer quasi ramifer). Questa parola deriva dal termine sami raingo. Per la scelta dell'epiteto specifico tarandus, Linneo fece riferimento alla Quadrupedum omnium bisulcorum historia (1621; Pagine 859–863, Capitolo 30: De Tarando) di Ulisse Aldrovandi. Tuttavia, Aldrovandi – e prima di lui Conrad Gessner – pensava che il rangifer e il tarandus fossero due specie separate. In ogni caso, come detto poc'anzi, il termine tarandos risale ai tempi di Aristotele e Teofrasto.

Sugli stemmi di alcune municipalità norvegesi (Eidfjord, Porsanger, Rendalen, Tromsø, Vadsø e Vågå) sono raffigurate una o più renne. Una renna compariva anche sullo stemma della provincia storica svedese di Västerbotten. L'attuale Contea di Västerbotten ha confini molto differenti e sul suo stemma, oltre alla renna, compaiono anche altri simboli. Anche nello stemma della città di Piteå compare una renna. Il logo dell'Università di Umeå raffigura tre renne.

La moneta canadese da 25 centesimi, o quarter, raffigura un caribù su una delle sue facce. Il caribù è l'animale simbolo della Provincia di Terranova e Labrador (Canada) e compare sullo stemma del Nunavut. La statua di un caribù venne eretta al centro del Memoriale di Beaumont-Hamel, in Francia, sul luogo dove centinaia di soldati provenienti da Terranova vennero uccisi o feriti durante la prima guerra mondiale; una sua replica è presente nel Bowring Park, a St. John's, la capitale di Terranova.

In Finlandia, due municipalità presentano una renna sul loro stemma: quello di Kuusamo raffigura una renna in corsa, mentre quello di Inari raffigura un pesce coi palchi di renna.





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