Genere di uccelli passeriformi cotingidi, con due specie (note come galletti di roccia) dell’America Meridionale, caratterizzate da un alto ciuffo di penne che forma una cresta, erettile nel maschio, sovrastante l’estremità del becco; il maschio della specie Rupicola rupicola, della Guiana e del Brasile, lungo fino a circa 30 cm, ha un piumaggio arancione, con remiganti e timoniere brune.
Pur non essendo imparentato con galli e galline gli è valso il nome di galletto perché il maschio presenta una maestosa cresta a forma di ventaglio e perché ha un carattere bellicoso. I maschi sfoggiano uno splendido piumaggio arancione con sfumature che vanno dal rosso all’arancione fiammeggiante. L’ambiente inaccessibile dove vive ha, però, reso difficile la sua osservazione, tanto che, non tutti gli ornitologi hanno avuto la fortuna di poterlo ammirare. Le prime vere osservazioni scientifiche risalgono agli anni sessanta effettuate dagli ornitologi Gilliard e Snow del museo di Storia Naturale di New York.
Gli studiosi effettuarono due brevi spedizioni nella Guyana francese meridionale segnalando inoltre che il galletto di roccia utilizza per la sua parata nuziale una radura ad uso comune che comprende una serie di piattaforme che costituiscono il territorio individuale dei maschi, ognuna delle quali è talmente piccola da non contenere risorse alimentari, nidi e quanto altro possa servire alla femmina della specie. Una radura usata essenzialmente per il corteggiamento e l’accoppiamento.
In inglese la radura viene chiamata “lek” che, tradotto letteralmente, significa gioco. In effetti, osservando le danze di corteggiamento, sembra che gli uccelli giochino per mettersi in mostra ed essere prescelti. Come in altre specie ornitiche, dove vengono utilizzati terreni in comune, i maschi sfoggiano un cerimoniale di corteggiamento altamente specializzato. Eseguono movimenti complessi e rapidi accompagnati da alte grida che servono ad attirare l’attenzione delle femmine.
I maschi non si occupano della costruzione del nido nè della cova e tanto meno del nutrimento dei piccoli. Incombenze che ricadono esclusivamente alla femmina il cui piumaggio, di colore bruno uniforme, la mimetizza con l’ambiente circostante. Il galletto di roccia è poligamo quindi i maschi una volta conquistata una femmina si danno da fare in continuazione per cercarne un’altra. Non tutti però vengono scelti quindi in pochi saranno padri effettivi di tutte le nidiate della stagione riproduttiva.
Il nido del galletto di roccia è composto da una base piuttosto larga fatta di fango secco, mentre le pareti sono formate di un miscuglio di fibre vegetali tenute insieme da una sorte di resina che permette maggior aderenza del nido alle pareti rocciose. Va sottolineato che il nido viene utilizzato per alcuni anni.
La femmina depone 1 - 2 uova di colore giallo grigio macchiato di bruno che cova per circa 20 giorni. I pullus presentano un piumino color bruno e vengono nutriti con frutta ed occasionalmente con piccole lucertole. Dopo sei settimane dalla nascita lasciano il nido ed iniziano uno svezzamento abbastanza lungo. I giovani maschi iniziano ad occupare un territorio all’interno della grande radura preposta per le parate nuziali solo dopo tre anni di età e si accoppiano dopo aver compiuto il quarto anno. Le femmine, invece, iniziano a nidificare dopo i due anni di età.
Gli etologi considerano questa specie molto affascinante ma nello stesso tempo molto vulnerabile alla presenza dell’uomo a causa del suo atteggiamento poco timoroso ma soprattutto per la particolarità dell’habitat dove vive. Solamente vaste aree di foresta pluviale, ricche di anfratti rocciosi, possono assicuragli il quantitativo di frutta indispensabile per l’alimentazione ed i ripari per la sistemazione del nido. Sono pochissimi i luoghi che hanno queste caratteristiche e questa è la ragione per cui i galletti si trovano concentrati in zone geografiche circoscritte.
Quelli che vivono nella riserva naturale di Voltzberg sono ben protetti mentre altri gruppi nel Suriname o nel Brasile settentrionale devono contare sull’inaccessibilità delle zone dove abitano.
Al contrario, il numero dei galletti in Venezuela e Guyana francese sta diminuendo drasticamente a causa della distruzione del patrimonio forestale. La sopravvivenza di questa specie, come molte altre tropicali, dipenderà da una seria politica di gestione faunistica territoriale che tali paesi dovranno metter in atto al più presto.
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