Il babirussa è un rappresentante della famiglia dei suidi, parente del cinghiale comune, endemico di alcune isole della Sonda.
Classificato da Linnaeus già nel 1758, ha sempre lasciato perplessi i naturalisti in quanto, pur avendo l'aspetto generale di un maiale selvatico, ha punti in comune con i pecari e gli ippopotami ed ha uno stomaco, simile a quelle delle pecore, che lo rende un "quasi-ruminante".
La sua caratteristica più curiosa, che gli è valsa il nome che presso gli indigeni significa "maiale-cervo", è rappresentata dalle due notevoli coppie di zanne degli esemplari maschi; mentre una coppia è costituita semplicemente da canini inferiori estesi, la seconda è costituita da canini superiori, le cui radici, nel corso dell'evoluzione, hanno subito una mutazione ed hanno ruotato con il risultato che le zanne compiono un percorso semicircolare ed emergono ai lati del labbro superiore, fornendo una sorta di protezione per gli occhi, visto che il babirussa ama vivere tra le canne degli ambienti umidi. Una credenza popolare dei nativi afferma che lo scopo di questi canini enormi sia "agganciare" la grossa testa del babirussa ad un ramo per sorreggerla quando dorme. Il naturalista John McKinnon nel 1981 ha ipotizzato che le zanne superiori si siano sviluppate soltanto come mezzo di difesa dagli attacchi degli altri maschi, non essendovi a Celebes altri predatori. Al contrario, le femmine, non avendo esigenze difensive, hanno canini meno sviluppati.
Questo suide glabro sembra rifarsi, dal punto di vista genetico, ad un primitivo maiale europeo, estintosi 35 milioni di anni fa, i cui eredi si sono diffusi in tutti i continenti.
Il babirussa è alto dai 50 agli 80 cm al garrese e i più grandi arrivano a pesare fino a 100 kg. La sua coda, molto corta, non supera i 20 cm e non ha ciuffo di peli terminali.
La caratteristica più importante di questo maiale selvatico è la dentatura.
Esso è, con il facocero africano, il solo membro della famiglia ad avere trentaquattro denti, mentre le altre sette specie ne hanno quarantaquattro.
Nel maschio i due canini superiori crescono alla rovescia. Anziché svilupparsi dall'alto in basso, essi forano i bordi della volta palatina, attraversano il muso ed emergono sulla testa, sotto forma di «corna», lunghe affilate ed incurvate. Il babirussa è il solo mammifero a presentare questa singolarità. Le difese o zanne sono più o meno incurvate. Alcuni maschi le hanno quasi diritte, altre le hanno incurvate, a semianello. Si conosce il cranio di un babirussa, nel quale i denti si sono incurvati in modo così anormale da forare il muso e penetrare nell'osso, formando un anello completo.
Questi denti, molto ricercati dagli indigeni, sono anche molto richiesti, perché se ne confezionano collane e braccialetti ad uso dei capi-tribù.
I babirussa sono notturni. Vivono solitari o in piccoli gruppi familiari e segnalano la loro presenza con grugniti sordi, udibili a una certa distanza. Frugano nei mucchi di avanzi vegetali, nei tronchi in decomposizione e scavano il terreno alla ricerca di cibo. Il regime alimentare dei babirussa si compone di semi, di noci e frutti diversi, di funghi, di radici polpose e bulbi. Grazie alla loro forte dentatura, possono schiacciare le noci più dure. Sono molto agili e galoppano con facilità nei folti più inestricabili.
Tutti i suidi sono buoni nuotatori. Il babirussa è in grado di superare anche stretti marini e nuotare da un'isoletta all'altra. È così che è giunto a colonizzare isolette sperdute, che nessun altro mammifero terrestre avrebbe potuto raggiungere con le proprie forze. Si distingue perché raramente usa il muso per scavare.
Dopo una gestazione che va dai 125 ai 150 giorni, le femmine, che hanno due mammelle, partoriscono 1 o 2 piccoli. Quando questi sono gemelli, essi sono invariabilmente dello stesso sesso; misurano da 15 a 20 cm di lunghezza alla nascita e non hanno le strisce chiare caratteristiche dei cinghiali e di altri suidi selvatici. Quando è inseguita, la madre è molto aggressiva e difende la sua prole.
La durata della vita dei babirussa è stimata a una dozzina d'anni, ma in cattività si sono avuti casi-record di 19 anni allo zoo di Washington e perfino di più di 20 anni in quello di Chicago.
Di tutti i maiali selvatici, il babirussa occupa l'areale più ristretto: il suo territorio è limitato ad alcune isole della Sonda: Celebes, Buru e Togia.
È un abitante discreto e poco conosciuto delle giungle più fitte, che gli indigeni cacciano assiduamente per la carne e per i denti, che ritengono essere corna analoghe a quelle dei cervi; da ciò il suo nome malese di «babi-rusa» (maiale-cervo).
I babirussa sono ospiti rari dei giardini zoologici. Questi animali si addomesticano bene quando sono giovani, ma restano intrattabili se sono stati catturati adulti. Quando sono inquieti o di cattivo umore, fanno sentire un battere di denti, ripetuto in rapida cadenza. Sensibili al freddo, si adattano molto male alla cattività. Tuttavia i giardini zoologici di Chicago, San Diego, Londra e Berlino hanno conservato abbastanza a lungo i loro ospiti, che vi si sono perfino riprodotti.
FAI VOLARE LA FANTASIA
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.NON FARTI RUBARE IL TEMPO
I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
http://www.mundimago.org/
GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP
.
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com .