venerdì 20 marzo 2015

LA PAVONCELLA

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La Pavoncella presenta dimensioni simili a quelle di un Colombo di città, raggiungendo una lunghezza di 34 centimetri e un’apertura alare di 77 centimetri, per un peso che può raggiungere anche i 300 grammi. Il maschio e la femmina sono molto simili nell’aspetto, con parti superiori verde scuro con riflessi iridescenti tendenti al nero verso le estremità alari, che terminano con il bianco. Il petto è nero e l’addome bianco, gli stessi colori che connotano il capo, dove campeggia un pronunciato ciuffo. Le zampe sono invece rosse, il becco nerastro. Le femmine si distinguono dai maschi per alcune screziature bianche presenti sul nero del petto e della gola. I giovani somigliano agli adulti, con colorazioni però meno accese e qualche screziatura sulle parti bianche della testa.

La pavoncella (Vanellus vanellus, Linnaeus 1758) è un uccello di media grandezza diffuso in buona parte dell'Europa. Frequenta le pianure, i vasti territori coltivati a campi e zone parzialmente umide, ma la si incontra anche nei pascoli, fino a quote medio alte, nella stagione invernale e durante il passo. L'habitat, molto vasto, comprende l'Eurasia settentrionale, il Giappone e il Nordafrica. Particolarmente comune nei Paesi Bassi dove nidifica in gran numero. Si riproduce normalmente nell'europa centrale e orientale, mentre sverna nell'europa occidentale e meridionale e Nordafrica.

La specie in Italia è nidificante parzialmente sedentaria, con un congruo numero di soggetti migratori e svernanti. Frequenta le pianure, i vasti territori coltivati a campi e zone parzialmente umide, ma la si incontra anche nei pascoli, fino a quote medio alte, nella stagione invernale e durante la migrazione primaverile.
La Pavoncella si nutre essenzialmente di coleotteri, mosche e altri insetti, ma anche di ragni, lombrichi e altri invertebrati. Non disdegna nella dieta anche qualche seme di pino o di graminacee. Di carattere sospettoso e di indole timida, conduce vita gregaria in branchi anche numerosi. Il volo è ondulato e relativamente veloce. Sul terreno cammina e corre compiendo improvvisi arresti e ricerca il cibo piegando il corpo senza flettere le zampe.

La stagione riproduttiva inizia alla fine di marzo, con voli di corteggiamento irregolari e abbastanza vistosi. Davanti alla femmina, il maschio si esibisce in una parata che consiste nel simulare il movimento del corpo che dovrà compiere in seguito per scavare la cavità nella quale saranno deposte le uova. Il nido è infatti un semplice buco sul terreno, spesso un poco rialzato per permettere un controllo della zona circostante. Il maschio scava vari nidi la femmina ne sceglierà il migliore. La femmina depone circa 4 uova di colore marrone chiaro, striati e macchiettati di marrone scuro, tra la metà di marzo e aprile, raramente fa seguito una seconda covata. La cova dura circa 4 settimane assicurata dalla femmina e dal maschio. Alla nascita i piccoli abbandonano immediatamente il nido. Sono accuditi da entrambi i genitori e dopo 35-40 giorni raggiungono il piumaggio definitivo e l'indipendenza. La pavoncella si nutre essenzialmente di coleotteri, di mosche e altri insetti, ma anche di ragni, lombrichi e altri invertebrati. Non disdegna nella dieta anche qualche seme di pino o di graminacee. Dopo circa 4 settimane le uova si schiudono: alla nascita i pulcini abbandonano immediatamente il nido – c.d. nidifughi – per essere comunque accuditi da entrambi i genitori anche in seguito, per un periodo di 35-40 giorni.

Il nome di questo volatile è in varie lingue un indizio di sue caratteristiche peculiari. Quello italiano pavoncella, si riferisce al colore del piumaggio del dorso che ha dei riflessi bronzei tipici del piumaggio del Pavone. Il nome inglese Lapwing si rifà alle piroette (in inglese lapping) che il maschio esegue in aria durante la parata nuziale. Il nome latino Vanellus invece fa riferimento al suo grido d'allarme che ricorda il rumore che fa il grano quando ricade nel vaglio. In certi periodi dell'anno, non è raro vedere le pavoncelle insieme con i pivieri dorati, in mezzo ai campi.




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