L'ortolano è un uccello dalle dimensioni piccole, dai 15 ai 17 cm di lunghezza per un peso di circa 25 grammi.
Le ali misurano 8,3 - 8,6 cm e ha un'apertura alare di 24 – 27 cm. Questi uccelli hanno nove penne remiganti primarie, la decima è poco sviluppata e difficilmente distinguibile dalle copritrici primarie.
Presenta le caratteristiche tipiche di tutti gli Zigoli quali: breve becco conico (9–13 mm), coda (6,5 cm) intaccata leggermente a “V” nella parte terminale.
Ha testa e alto petto verde oliva con gola, anello perioftalmico e mustacchi giallastri mentre il becco è rosato.
La parte superiore è bruna variamente sfumata con striature nerastre, il groppone e la parte della sopraccoda sono di colore bruno giallastro striato di bruno. Il timoniere, invece appare bruno nero con le piume centrali bordate di castano ed il paio esterno parzialmente marginato di bianco. La parte inferiore si distingue per un castano rossiccio e zone ascellari giallo pallido. Si distingue dagli altri Zigoli per le parti inferiori fulvo-rosate e la gola gialla.
Gli uccelli immaturi invece mancano delle tonalità verdastre; parti superiori castano rossiccio con diffuse striature bruno nerastre. Inferiormente si osservano: gola e petto bruno giallastro striato di nerastro; restanti parti inferiori bianco-sporco soffuso di rossiccio; fianchi striati. Becco bruno rosato, conico ed appuntito con “dente palatale” poco accentuato. Zampe bruno rosato, sottili e munite di unghiette alquanto ricurve.
Per quanto riguarda il dimorfismo sessuale, la femmina adulta ha le parti superiori più brunastre e scarso o nullo verde su capo. Inoltre, il verde manca anche sul collo ed alto petto, che sono striati di bruno nerastro. Parti inferiori da bruno caldo a castano rossiccio sbiadito con striature bruno nerastre.
L'indole dell'ortolano è prettamente tranquilla e schiva. L'uccello si manifesta solamente con il canto del maschio durante il periodo riproduttivo e successivamente è difficile l'individuazione in quanto si rifugia nella vegetazione. Si differenzia dagli altri Zigoli per il fatto di avere una tolleranza verso gli altri membri dei branchetti nel quale si riunisce, e verso i quali evita contese frequenti nelle altre specie della sua famiglia. Si adatta piuttosto bene alla cattività sebbene nei primi tempi, il suo comportamento diventi irrequieto, fatto che non gli impedisce di mangiare moltissimo. La maggior parte degli Ortolani ingabbiati, tendono ad ingrassare fortemente indipendentemente dalle dimensioni dell'aviario che li ospita. Si è verificato che, ad eccezione dei casi in cui questo “ingrassamento” sia favorito con ogni mezzo per scopi alimentari, nei restanti gli allevatori cercavano di escogitare diete atte ad evitare l'eccessiva pinguedine dei loro ospiti. Queste preoccupazioni fanno ormai parte di un passato remoto in quanto, salvo casi del tutto particolari, la vigente legislazione vieta la cattura, l'uccisione e la detenzione di questa specie. Come per molti altri uccelli, il canto dell'Ortolano presenta varianti geografiche («dialetti») anche all'interno della popolazione di una stessa Nazione.
L'alimentazione dell'Ortolano è simile a quella delle specie alle quali era accorpato prima delle diverse opere di classificazione. Gli Zigoli, come i Cardinalini e altri, sono infatti granivori. Tuttavia, a differenza degli altri passeriformi citati, questa specie è molto più selettiva riguardo ai semi con cui si nutrono, prediligendo quelli delle piante monocotiledoni. L'uccello sguscia i semi con l'aiuto della lingua e dei muscoli mascellari. La dieta è integrata da bacche e insetti (come altri piccoli invertebrati) con i quali viene maggiormente nutrita la prole appena nata.
L'ortolano è un migratore transahariano in quanto sverna nell'Africa sub-sahariana ad una latitudine compresa soprattutto tra i 5° ed i 10° N. Comincia gli spostamenti verso le regioni più calde alla fine del mese di Agosto e all'inizio di Settembre. La maggior parte degli avvistamenti di uccelli in svernamento riguardano le aree dell'Africa occidentale ed orientale. Piccole quote di uccelli svernanti sono state rinvenute anche in Arabia meridionale e l'Italia meridionale (Sicilia). Altri esemplari svernano poi nell'Asia sud-occidentale, trovandosi nel periodo riproduttivo in Asia Minore e Siberia Meridionale.
La maggior parte degli individui parte per nidificare, nel mese di Maggio ma altri arrivano nelle regioni più miti anche alla fine di Aprile. Queste regioni sono principalmente rappresentate da Europa, siberia meridionale e africa settentrionale; è degno di nota il fatto che l'Ortolano talune volte si spinga fino al circolo polare artico. L'esodo emigratorio avviene in piccoli gruppi generalmente composti da poche unità fino a circa una decina o isolatamente, sia nelle ore crepuscolari che in quelle diurne con una netta preferenza per le prime ore del giorno; col sole cocente lo spostamento si ferma. Il viaggio verso i luoghi di svernamento viene talvolta compiuto in unione ai Prispoloni conservando però una netta distinzione specifica attraverso gruppi omogenei.
Ha un volo agile ed elaborato negli spostamenti su corte distanze; sostenuto e leggermente ondulato sui percorsi più lunghi.
La migrazione dell'Ortolano avviene nel periodo di riproduzione. Esso infatti, spostatosi in Europa nella stagione calda, nidifica da Maggio a Luglio. Il nido viene costruito dalla femmina, e il maschio si limita ad osservarla e seguirla. L'ubicazione è varia, dipendendo dall'habitat scelto per riprodursi. Nel terreno spoglio, il nido viene costruito in piccole depressioni, che poi verranno ricoperte con erbe secche, mentre all'interno si trovano imbottiture di era e crini vegetali. Invece nei terreni coltivati, viene costruito ai piedi di piante che offrono riparo. L'Ortolano in ogni caso, rispetto agli zigoli (al quale è molto simile) ha una difesa più blanda del territorio, ciò rispecchia la sua natura tranquilla e pacifica.
L'ortolano ricopre la ecozona paleartica, è diffusa quindi in Europa, Asia e Africa settentrionale. In Europa il suo areale va dai 66° di latitudine nord al bacino del Mediterraneo, approssimativamente è compreso nell'area interessata dall'isoterma di Luglio dei 15/30°; non è presente come nidificante, nelle Isole Britanniche, Islanda ed altre isole mediterranee, salvo rare eccezioni.
È nota come specie migratoria transahariana, ciò significa che nella stagione invernale a partire dal periodo compreso tra la fine di agosto e metà settembre si trova in Africa subsahariana e in India dove si sposta per lo svernamento. Nella stagione più calda invece si può localizzare in Europa, e nelle regioni dell'emisfero boreale isotermiche, come Africa settentrionale e Asia minore dove arriva generalmente nel mese di maggio.
In Italia si comporta da estivante, ed è anche uno svernante irregolare per quanto riguarda questa regione, dove raramente si trovano esemplari che trascorrono anche l'inverno, come si è in verificato in Sicilia. La specie si riproduce irregolarmente tra le regioni del Nord e del Centro Italia dove compare fino al Molise ed alla Campania settentrionale. Si hanno invece sporadiche e limitate presenze nelle località montane più adatte della Basilicata e Calabria occidentali.
Gli ortolani amano le pianure, anche moderatamente rocciose, e zone aperte con eventuali presenze di boschetti e tratti cespugliati. Il suo habitat è piuttosto vasto in quanto ricopre anche i depositi alluvionali, gole, burroni e pendii ripidi. Inoltre frequenta, le aree coltivate dall'uomo, tranne quelle caratterizzate da agricoltura intensiva. Predilige, dunque, ambienti caldi e asciutti e sui rilievi montuosi si stabilisce preferenzialmente nel versante meridionale. Occupa infatti una fascia altitudinale molto vasta: dal livello del mare, fino ai 2000 m s.l.m. Costruisce nidi e si alimenta sul terreno (talvolta preferendo il riparo della vegetazione), ma lo si trova canticchiare anche su rocce, arbusti e talvolta sulle sommità degli alberi. È in forte declino come nidificante, attualmente non a causa della pressione venatoria (uccello protetto, che comunque emigra prima dell'apertura della caccia), ma dell'intensificazione dell'agricoltura che elimina le zone incolte come boschetti e siepi; non è stata accertata, invece, la diminuzione del successo riproduttivo.
Le zone europee maggiormente interessate dalla presenza dell'Ortolano sono: Bulgaria con 10.000-10.000 esemplari, Finlandia 150.000-200.000, Francia 10.000-23.000 Grecia 20.000-30.000, Polonia 60.000-120.000 recentemente molto numeroso come nel secolo scorso (Tomialoic', 1990), Svezia 25.000-100.000 Turchia 1.000.000-10.000.000 Russia 10.000-100.000, Spagna 200.000-225.000.
L'ortolano è un uccellino tanto raro (ed è un fatto) quanto gustoso (ed è un’opinione anche se di chef a tante stelle). Ma ora i pochi ortolani che rimangono sono loro malgrado al centro di un caso in Francia.
Da una parte c’è Alain Ducasse chef a capo di un impero da 1400 dipendenti e dall’altra ci sono animalisti e non solo. L’oggetto del contendere è semplice: Ducasse e altri tre grandi chef con lui chiedono che si possa cucinare e servire l’ortolano. Animalisti dicono assolutamente no.
Al momento la legge è con questi ultimi: l’ortolano è specie protetta. Anche perché in Francia se li sono letteralmente mangiati quasi tutti. Così dal 1999 è tassativamente proibito catturarli e servirli a tavola anche in Francia. Provvedimento che in Europa risale addirittura a 20 anni prima. C’è il mercato nero, con prezzi in media da 150 euro a uccello, ma è altra storia.
Lo zigolo ortolano, tale è il suo nome completo, è una preda ambita perché rara e difficile da catturare e la cui caccia è vietata.
In Francia, da Luxey a Pontonx ed a Magescq, la cattura degli ortolani con le matoles, delle piccole gabbie-trappola fabbricate in casa con un po' di rete, del filo di ferro e molta "esperienza", è una tradizione.
Gli uccelletti, che passano dalla metà agosto sino alla fine del mese di settembre, quando i primi colombacci sono segnalati qui o là, dopo catturati sono debitamente ingrassati.
Si consumano in famiglia o tra (molto buoni) amici, poiché si tratta di un piatto prelibato.
"Non ha importanza se è appena un piccolo bocconcino, dicono i cacciatori, l’importante è che se ne abbia qualcuno da sgranocchiarne per le feste di fine anno."
Questa caccia è dunque vietata ed un tempo la federazione dipartimentale dei cacciatori del Landes autorizzava alcuni cacciatori di ortolani del dipartimento, a cacciare a partire dal 16 agosto fino a fine settembre (grosso modo).
A condizione di rispettare alcune norme, si trattava dunque di una tolleranza riservata alle aziende agricole.
Queste non dovevano installare più di 80 matoles.
Dovevano, inoltre, utilizzare soltanto ortolani come richiami.
Un cacciatore non agricoltore non poteva dunque improvvisarsi cacciatore di ortolani.
Un impianto era composto da 15 a 20 matoles disposte in linea sino a formare un quadrato attorno ad una gabbia con il richiamo.
Questa era protetta dai predatori da una seconda gabbia ed in ogni matole (la trappola che prende l'ortolano vivo), lo zigolo veniva attirato inizialmente dai richiami, dirigendosi in seguito verso i grani di miglio, diffusi sotto ogni matole.
Beccando, l'uccello sposta il gambo di ferro che trattiene la piccola gabbia e resta imprigionato.
Un'altra gabbia di richiamo è sospesa ad una pertica, essa stessa piantata tra 2 giovani pini morti. È destinata ad invitare gli ortolani a porsi inizialmente sui rami nudi, prima di scendere al suolo.
In questa caccia, tutto si giocava nella scelta della posizione dell'impianto (gli ortolani hanno le loro vie di passaggio), nella preparazione dei matoles, delle gabbie e nella preparazione del terreno.
Il cacciatore di ortolani visitava le sue matoles molte volte al giorno poiché i predatori (becchi diritti, piccoli carnivori, cani e gatti erranti, passeggiatori male intenzionati...), il sole o ancora la pioggia, rischiavano di far morire per insolazione o di annegare gli uccelli catturati.
Questi passavano da 14 a 18 giorni in una gabbia d'ingrassamento in cui erano esclusivamente nutriti di miglio bianco.
Diventati grassi "a bacon", gli ortolani si uccidevano annegati dentro un bagno di Armagnac.
Una trentina di uccelli catturati, erano il massimo per un impianto (ed una stagione).
La commercializzazione era vietata.
Prevedendo una fine imminente per un cancro alla prostata, si dice che il 31 Dicembre 1995 il presidente francese Francois Mitterand abbia organizzato un’ultima cena che comprendeva 4 specialità:
1- Ostriche Marennes
2- Foie gras
3- Cappone arrosto
4- Ortolani
Anche se la caccia è vietata la sua carne è talmente prelibata che spesso la legge viene ignorata.
Il metodo di preparazione tradizionale prevede di accecare gli ortolani in modo che si rimpinzino, nell’affogarli nel Cognac (anche se nel 1873 Alexandre Dumas padre scrisse di usare l’aceto) e infine arrostirli.
Tradizione vuole che ogni persona mangi un solo ortolano, ma pare che in occasione di quest’ultima cena Mitterand ne abbia mangiati 2, e si dice sia stato l’ultima cosa che abbia mangiato prima di morire, una settimana dopo.
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