Quando si pensa di adottare un gatto la prima cosa da fare è quella di verificare se i bambini lo desiderino davvero: il piccolo felino necessita infatti dell’impegno e del rispetto di tutta la famiglia, sia in termini di tempo sia in termini economici. Non si può pensare, ovviamente, di abbandonare il micio alla prima difficoltà. Nel caso si avessero dei dubbi è meglio non adottare l’animale. Lo stesso vale nel caso in cui qualche membro della famiglia abbia manifestato segni di allergia al pelo dell’animale.
Una volta appurati questi aspetti, il gatto può entrare a far parte della famiglia. A questo punto va però considerato che non tutti i gatti sono adatti a vivere con un bambino. Per questo motivo è bene informarsi e valutare con cura le caratteristiche del nuovo componente della famiglia. La nostra scelta dovrà cadere su un gatto che è stato socializzato correttamente nei confronti dei bimbi, in grado quindi di tollerare con pazienza le manipolazioni e il contatto fisico, particolarmente coccolone (ovvero che ricerca lui stesso il contatto fisico), equilibrato e prevedibile nelle reazioni.
Quando si pensa di adottare un gatto la prima cosa da fare è quella di verificare se i bambini lo desiderino davvero: il piccolo felino necessita infatti dell’impegno e del rispetto di tutta la famiglia, sia in termini di tempo sia in termini economici. Non si può pensare, ovviamente, di abbandonare il micio alla prima difficoltà. Nel caso si avessero dei dubbi è meglio non adottare l’animale. Lo stesso vale nel caso in cui qualche membro della famiglia abbia manifestato segni di allergia al pelo dell’animale.
Una volta appurati questi aspetti, il gatto può entrare a far parte della famiglia. A questo punto va però considerato che non tutti i gatti sono adatti a vivere con un bambino. Per questo motivo è bene informarsi e valutare con cura le caratteristiche del nuovo componente della famiglia. La nostra scelta dovrà cadere su un gatto che è stato socializzato correttamente nei confronti dei bimbi, in grado quindi di tollerare con pazienza le manipolazioni e il contatto fisico, particolarmente coccolone (ovvero che ricerca lui stesso il contatto fisico), equilibrato e prevedibile nelle reazioni.
In tutti i casi, una volta scelto il gatto, è essenziale che i genitori supervisionino sempre le interazioni del piccolo felino con i bambini, soprattutto finché questi sono piccoli. Se parliamo di neonati è bene sapere che i gatti sono attratti dai giacigli accoglienti e quindi cercano quasi sempre di andare ad acciambellarsi nella culla o nel lettino, se non addirittura sopra bambino che emana un calore molto gradevole per il micio. Per evitare questa eventualità, è sufficiente non far entrare il gatto nella stanza del neonato oppure coprire la culla con una rete apposita.
Nel caso si “scoprisse” il gatto mentre riposa sugli oggetti del bambino, o cerca di entrare nella sua stanza, evitiamo di urlare o di punirlo. In questo modo il micio potrebbe fare un’associazione negativa col bimbo e sviluppare paura nei suoi confronti; basterà semplicemente prenderlo in braccio e portarlo via o attirarlo fuori dalla stanza con del cibo o con un gioco. Altri problemi potrebbero insorgere nel momento in cui il bambino inizia a crescere, a muoversi e a cercare di avvicinarsi al gatto per stringerlo, tirargli la coda o il pelo.
Anche in questi casi è necessaria la supervisione dei genitori, soprattutto se il gatto di casa è particolarmente timido, ansioso, pauroso o aggressivo. Il bambino infatti può involontariamente fare male al gatto e quest'ultimo, per difendersi, è facile che reagisca reagire graffiandolo.
I gatti sono animali molto sensibili e molto legati alla casa; situazioni famigliari non stabili o continui cambiamenti potrebbero stressare l’animale e portarlo ad avere atteggiamenti sbagliati come urinare in casa al di fuori della lettiera o interagire nel modo sbagliato con i vari componenti della famiglia.
Al bambino dovrà essere insegnato che il sonno del micio di casa è da rispettare soprattutto quando è piccolino, perché è nutrimento per la sua crescita, esattamente come per un bambino, che non sarebbe contento di essere svegliato mentre sta facendo un bel riposino o sta sognando beatamente nel suo lettino. Paragonando le sensazioni del bimbo a quelle del gattino, si insegna il rispetto delle necessità altrui e la capacità di mettersi nei panni degli altri, di allenare la dote dell’empatia, indispensabile per un corretto vivere sociale.
In generale la vicinanza con gli animali, quindi con la natura, sviluppa una particolare sensibilità che agevola la comprensione dell’altro; la convivenza con un gatto, in particolare, è un’esperienza di crescita molto speciale.
Una nuova ricerca dimostra che i bambini che hanno vissuto, durante il primo anno di vita, a contatto con un animale domestico si ammalano meno frequentemente. Lo studio confema anche, che un ambiente troppo pulito non è un luogo ideale per i piccoli. Condividere la casa con un cane o un gatto può stimolare le difese immunitarie.
Lo studio, infatti, prova che lo sporco e i microbi portati in casa dagli animali domestici potrebbero rafforzare le comunità di batteri, lieviti utili e altre creature microscopiche che vivono nel corpo di un bambino nella prima fase di sviluppo.
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