Ailanthus Desf., 1786 è un genere di piante della famiglia Simaroubaceae, che comprende sette specie di alberi originari delle zone tropicali dell'Asia e dell'Australia, che possono raggiungere altezze poco superiori ai 25 m.
Il nome del genere deriva dalla parola ailanto, termine che in cinese significa letteralmente "albero così alto da raggiungere il cielo". La presenza dell'"h" è dovuta ad una sovrapposizione del termine greco άνθος che significa "fiore".
Pianta infestante, molto aggressiva, dalla rapidissima proliferazione, le cui radici si estendono in larghezza fino anche a trenta metri sul suolo, dando luogo a colonie di nuove piante figlie. È noto il cattivo odore delle sue foglie. Il fusto è generalmente eretto e molto ramificato con corteccia grigio-brunastra più chiara sui rami giovani. Le foglie sono composte, pennate, spiralate o opposte, e prive di stipole. I fiori, riuniti in infiorescenze a spiga o a pannocchia, sono generalmente unisessuali. Produce frutti secchi indeiscenti (samare).
In Europa si è ormai diffusa in modo sostanzialmente incontrollabile la specie Ailanthus altissima (P. Mill.) Swingle, nota volgarmente col nome di albero del paradiso che può raggiungere i 25 m di altezza, molto ramificato, con numerosi polloni basali, originario della Cina e della Corea.
Questa specie, introdotta in Italia per un tentativo di allevamento del lepidottero Philosamia cynthia originario dell'estremo Oriente per la produzione della seta, ormai si trova rinselvatichita nei boschi, sulle ripe, sui greti e anche su terreni aridi, sassosi e instabili, dalla pianura fino ai monti, diventando un'infestante molto aggressiva. Sostituisce piano piano la vegetazione preesistente, formando colonie. Si trova sempre più spesso anche in città, dove è usata, inopinatamente, come rapido rimedio contro i raggi solari; la pianta è infatti nota anche per l'estrema rapidità di crescita in altezza. Le sue caratteristiche infestanti, tuttavia, dovrebbero suggerire un attento controllo della sua propagazione.
Coltivata come pianta ornamentale, e in silvicoltura per il rimboschimento di terreni incoerenti e franosi grazie all'apparato radicale profondo e ramificato.
È usata anche per fare miele di Ailanto.
La corteccia viene utilizzata per le proprietà medicinali.
L'infuso e la polvere della corteccia prelevata in primavera o in autunno, ha proprietà antidiarroiche e antielmintiche
Per uso topico il cataplasma delle foglie fresche pestate vanta proprietà revulsive
Predilige gli spazi aperti e luminosi, si adatta a qualunque tipo di terreno; per la resistenza all'inquinamento, al freddo o caldo torrido e alla siccità possono essere utilizzati per viali o ripe franose e sterili, in giardini e parchi. Si moltiplica facilmente per seme, diventando rapidamente infestante, o per talea dei polloni basali, dei rami o delle radici.
Si consiglia di evitarne la diffusione in quanto danneggia le specie forestali endemiche italiane. Anche nei giardini può creare problemi per la sua invadenza e i continui interventi necessari per contenerla.
Pianta rusticissima ha pochi nemici ad esclusione delle larve del saturniide Philosamia cynthia, che non provocano generalmente grossi danni.
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