I Lampiridi (Lampyridae Latreille, 1817) sono una piccola famiglia di coleotteri malacodermi diffusa in tutto il mondo con circa 2000 specie, comunemente chiamate lucciole.
I Lampiridi sono caratterizzati da tegumenti morbidi, pronoto ricoprente più o meno completamente il capo, grandi occhi sferici e zampe corte.
Tutte le specie sono caratterizzate da atterismo più o meno spinto, fatto che dona loro un aspetto larviforme. Questa caratteristica è generalmente presente nelle femmine, ma talvolta anche nei maschi di alcuni generi (Phosphaenus).
Tutte le specie, sia allo stadio di larva che di adulto, sono inoltre caratterizzate dalla capacità di produrre luce da uno o più segmenti addominali, da cui il nome della famiglia. A tale fenomeno è stato dato di nome di bioluminescenza.
I maschi alati delle specie europee sono generalmente caratterizzati da colori smorti, gialli o rossi sul pronoto e bruni o neri sulle elitre. Le femmine sono generalmente giallastre o brunastre.
Le larve dei Lampiridi sono caratterizzate, come gli adulti, da un pronoto che ricopre più o meno completamente il capo.
Sono di colore scuro, completamente nere (Phosphaenus), nere a macchie rosa (Lampyris) oppure brune a macchie gialle (Lamprohiza). Queste ultime assomigliano alle larve dei genere Cychrus (Carabidae).
Le larve dei lampiridi sono attive durante la notte, ma possono essere rinvenute anche durante il giorno. Si nutrono di gasteropodi polmonati, per cui sono estremamente rare o addirittura scomparse dalle zone agricole in cui si utilizzano regolarmente lumachicidi. Inoltre le lucciole stanno scomparendo dalle zone industrializzate e abitate a causa delle troppe luci presenti che non permettono alle lucciole di "incontrarsi" e quindi di riprodursi, ma anche a causa dei concimi chimici, che rendono difficile il loro nutrimento, e dell'inquinamento.
Diversamente dalle larve, gli adulti dei Lampiridi i maschi pare non si nutrano, nonostante abbiano apparato boccale completo, le femmine pare siano fitofaghe. Bisogna fare delle precisazioni per le specie tropicali, alcune delle quali si nutrono di diversi insetti e talora persino dei loro simili.
Entomologi americani hanno potuto constatare che alcune femmine del genere Photuris sono in grado di modificare la frequenza e la luminosità della propria luce, in modo da simulare la luce delle femmine di altre specie di lampiridi, attirarne i maschi e poi divorarli.
La luce emessa da questi insetti è dovuta all'ossidazione del substrato fotogeno luciferina ad ossiluciferina, che avviene in presenza di ossigeno grazie alla catalisi operata dall'enzima luciferasi.
Alcuni segmenti addominali, generalmente gli ultimi, sono trasparenti sul lato ventrale e riccamente percorsi da trachee e tracheidi che conducono l'ossigeno necessario alla reazione di ossidazione. Regolando il flusso dell'aria l'insetto può regolare la frequenza del lampeggiamento.
Si tratta di una luce fredda, la cui lunghezza d'onda oscilla fra i 500 ed i 650 nanometri. L'intensità invece varia a seconda delle specie.
L'emissione luminosa è presente sia negli adulti che nelle larve. Negli adulti la funzione è collegata all' accoppiamento: i maschi, infatti, emettono segnali ritmici luminosi, cercando di attirare l'attenzione delle femmine, che a loro volta emettono luce a ritmi differenti. L'intensità invece varia a seconda delle specie. Anche le uova sono luminescenti.
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