lunedì 18 gennaio 2016

LO SPAZZACAMINO

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Il camino o meglio l'impianto fumario, deve essere pulito accedendo ad entrambe le estremità dell'impianto: il terminale sul tetto ed il focolare all'interno dell'abitazione. La scovolatura dei condotti può essere eseguita utilizzando due tecniche: dall'alto verso il basso o viceversa; Gli attrezzi per la pulizia sono cambiati negli ultimi anni. Una volta si infilava una corda attraverso il comignolo e quando arrivava nel focolare vi si legava matassa di rovi o pungitopo, e un capo di una corda altrettanto lunga e poi, uno sopra e uno sotto, si trascinava su e giù. Oggi invece questo mestiere è cambiato: è previsto il controllo preventivo tramite videoispezione, la sigillatura delle aperture all'interno dei locali, l'accesso al tetto in sicurezza, la scovolatura tramite spazzole idonee per materiale, durezza e forma, trascinate mediante peso battente o aste flessibili avvitate una di seguito l'altra ed infine l'asportazione e lo smaltimento della fuliggine. Il classico raschietto a spalla è un po' in disuso in quanto la formazione di depositi catramosi che richiedano l'uso di tale attrezzo era tipica dei grandi focolari aperti che, a causa del loro scarsissimo rendimento sono sempre più in disuso.

Nell'immaginario collettivo sentendo la parola spazzacamino viene in mente il film di Mery Poppins, con la figura romantica di Bert il simpatico spazzacamino che vive la vita giorno per giorno non desiderando affatto un prestigioso lavoro in banca e traendo più felicità dallo stare in compagnia degli amici che dal guadagno della giornata.

In Italia come il resto dell'Europa per fare questo mestiere si prendevano bambini e ragazzi dalle famiglie oppure mendicanti o orfani. La caratteristica che questi ragazzi dovevano'essere molto magri al fine di entrare agevolmente nella canna fumaria e pulirla. La Val Vigezzo, in Piemonte, è chiamata la valle degli spazzacamini per il gran numero di ragazzi che soprattutto tra il Seicento e il Settecento emigrarono in nord Europa.

Una delle prime testimonianze del mestiere di pulire i camini risale ai primi del 1600 con un premio conferito ad un ragazzo che incaricato di pulire una canna fumaria nel palazzo reale sbaglia camino finisce in un’altra stanza ed ascolta una conversazione che ha come oggetto l'assassinio del Re, sventando il complotto si guadagna un posto nella storia, era un ragazzo immigrato in un altro paese a fare un lavoro umile. Era un ragazzo italiano in Francia, l'Italia è stata per molti anni un paese d'immigrati, che vanno e che vengono, molti sono andati in Germania a fare proprio gli spazzacamini, lavoro che i tedeschi a casa loro non volevano più fare. Un'altro immigrato italiano tale Pietro De Zanna nel 1779 inventa in Austria il prototipo del moderno calorifero, installandolo nel palazzo reale.
 
Così infatti nasce il mestiere di pulire i camini, dalla povertà e dalla disperazione, per indicare una data diremmo che dai primi anni del 1800 nelle nostre città ai piedi delle alpi, si vedevano gruppi di bambini tra i 5 e i 12 anni che gestiti da un adulto bussavano alle porte al grido di “SPAZZACAMINOOOO SPAZZAFURNEEEL” per offrire i loro servizi, un pò come gli arrotini gli ombrellai ecc.
Questi bambini venivano in gran parte dalle montagne, era la povertà dei quei luoghi, la disperazione di non avere da mangiare per tutti a spingere le famiglie ad affidare il proprio figlio ad un padrone perche lo portasse in città, lontano perchè si "facesse" il carattere e imparasse un "mestiere” che mestiere non era o meglio sì, quello del padrone era un mestiere, sfruttare i bambini, che crescendo però non passavano più nelle canne fumarie e non venivano più presi, tranne i pochi (in gergo cap-gâillo) che rimanevano anno dopo anno ed aiutavano il padrone a procacciare il lavoro per le case e a tenere sottomessi i più piccoli.

La pulitura veniva fatta per lo più a mano arrampicandosi all'interno delle canne fumarie e grattando con un ferro ricurvo la fuliggine, il bambino giunto in cima doveva gridare “spazzacamino” o sventolare il braccio fuori dal comignolo a riprova che la pulitura era stata eseguita in tutta la lunghezza della canna. Esiste testimonianza di un'incidente che capitò ad un ragazzo di 6 anni che morì fulminato toccando i cavi della corrente che erano fissati al comignolo, sembra che la compagnia elettrica pagò un modesto risarcimento alla famiglia, di solito il padrone veniva pagato con pochi soldi e i bambini con un piatto di minestra.

Le condizioni generali erano al limite della sopravvivenza, sporchi affamati e impauriti saltuariamente ricevevano un po' di cibo o dei vestiti vecchi dai clienti impietositi. Nella stagione invernale in montagna non c’era lavoro e non c’erano mezzi, in città a fare lo spazzacamino almeno si mangiava, erano altri tempi, che lentamente sono cambiati grazie anche all'aiuto delle prime Società di Patronato nate con l'intento di porre rimedio alle disumane condizioni in cui venivano condotti questi bambini, dal 1870 circa fornirono un minimo di assistenza con indumenti e pasti caldi, cercarono d'insegnare a leggere e scrivere la domenica, alcune organizzazioni a Milano proposero anche delle regole a tutela dei più deboli offrendo assistenza sanitaria con un fondo malattia creato appositamente, ma per il rovescio della medaglia questi aiuti attirarono in città numerosi spazzacamini dalle periferie, il lavoro cominciò a scarseggiare e la concorrenza divenne ancora più feroce, così i diversi gruppi si ritrovarono a darsele di santa ragione per il dominio di questo o quel quartiere.
 
Successivamente nacquero delle società di mutuo soccorso tra spazzacamini ma anche se animate dalle più buone intenzioni poco dopo la fondazione la maggior parte di queste cooperative si sciolsero, vuoi per la carenza dello spirito di aggregazione vuoi perchè come in alcuni casi le persone che gestivano i fondi li utilizzarono per interessi personali vuoi perchè non riuscirono effettivamente a migliorare la condizione di questi sfortunati bambini. Qualche risultato più concreto lo ottennero le varie opere religiose talvolta ispirate proprio a favore dei piccoli spazzacamini, che si riproponevano di far studiare i bambini con corsi serali, e naturalmente educarli al catechismo.
 


In seguito alle numerose iniziative laiche e religiose, ai tentativi di cooperazione tra i vari spazzacamini, al miglioramento generale delle condizioni sociali dei lavoratori la situazione andò migliorando, ma il problema dello sfruttamento infantile scomparve effettivamente di pari passo alla diffusione sul territorio dei nuovi sistemi di riscaldamento, nafta gasolio e gas.
Certo non fu un cambiamento repentino ma dal dopo guerra in poi progressivamente la richiesta di pulitura dei camini diminuì, così che gli spazzacamini dovettero rivolgersi a nuovi mestieri, oppure spostarsi su lunghe distanze, cosa poco adatta ai bambini, molti divennero girovaghi solitari, alcuni ebbero fortuna, molti semplicemente si arrangiarono con altro.
Fino agli anni settanta ancora qualche impresa di spazzacamino resistette, perchè comunque le caldaie alimentate a carbone o combustibile liquido andavano pulite regolarmente, ma dopo il definitivo affermarsi del gas metano quasi tutti gli spazzacamini sparirono e il mestiere almeno in Italia sembrò scomparso.
 
Solo negli ultimi anni è rinato sempre sulla spinta del mercato che, dalla metà degli anni 80, si è rivolto con costante crescendo alla legna da ardere come alternativa concreta ai combustibili fossili.
All’estero soprattutto nei paesi con climi più rigidi il mestiere dello spazzacamino non è mai svanito e ha saputo adattarsi ed evolvere di pari passo alla tecnologia dei generatori di calore, infatti in paesi come la Germania o la Francia oggi il maestro spazzacamino ha un'autorità di convalida e controllo degli impianti termici che è paragonabile a quella di un'ufficiale di pubblica sicurezza.

Con lo sviluppo tecnologico dei moderni impianti di combustione della legna, lo spazzacamino è diventato sempre più un tecnico, si qualifica investendo il proprio denaro in corsi sulle normative europee ed italiane e sugli aspetti tecnici del suo lavoro, dotato di attrezzature sofisticate realizzate con materiali di recente innovazione, di micro telecamere appositamente costruite per infilarsi nei camini che con il tempo sono diventati sempre più piccoli, di computer ed internet, ha perso parte del lato romantico per acquistarne in professionalità.

Oggi il lavoro dello spazzacamino è cambiato moltissimo, soprattutto con l’avvento della tecnologia e che ha permesso l’affermazione di una nuova professionalità. Complice l’arrivo dei moderni sistemi di riscaldamento, come pure l’invenzione di nuovi dispositivi per la pulizia, lo “spazzacamino” è diventato responsabile del controllo dell’intero impianto fumario, di cui deve garantire efficienza e tenuta. La scovolatura dei condotti avviene dopo una preventiva videoispezione, e attraverso spazzole automatiche che variano per materiale, durezza e forma. Non più bimbi dalle facce scure quindi, ma professionisti equipaggiati con tutti i possibili comfort tecnologici.

Al giorno d'oggi invece lo "spazzacamino" è responsabile dell'intervento di manutenzione, quindi oltre alla mera spazzolatura dei condotti, deve provvedere a controllare lo stato di conservazione dell'impianto fumario, le eventuali anomalie e soprattutto deve garantirne l'efficienza e la tenuta. Solo la manutenzione ordinaria così concepita previene gli incendi e gli avvelenamenti da monossido di carbonio.

Inizialmente lo "spazzacamino" eseguiva solo le operazioni di pulizia intesa come manutenzione ordinaria degli impianti fumari, senza assumersi nessuna responsabilità circa il loro funzionamento prima e/o dopo il lavoro. In Italia in questo senso, il codice civile prevede la diligenza professionale e quindi devono essere applicate le Norme UNI specifiche per ciascun campo di applicazione. Per gli impianti termici ad esempio esiste l'abilitazione alla manutenzione ed installazione degli impianti su cui vanno ad operare (D.M. 37/'08).

Diverso invece in Germania dove per una legge del 1935, chi possiede un camino non può effettuare personalmente la pulizia, ma per pulirlo deve chiamare uno schornsteinfeger (spazzacamino). In Germania gli spazzacamini avevano una sorta di monopolio, cioè ogni quartiere era assegnato a uno spazzacamino; nel 2008 la legge è stata modificata eliminando, in via teorica, tale situazione monopolistica.


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