Dei numerosi utensili da cucina probabilmente il cavatappi è tra quelli a noi più familiari, che rimanda alle radici della nostra tradizione alimentare. Le sue origini sono controverse, e probabilmente i suoi più diretti antenati sono dei punteruoli per botti utilizzati nel ‘400, come testimonierebbe anche una pala d’altare dell’epoca nella quale una suora è ritratta nell’atto di spillare vino da una botte. La sua gran diffusione è successiva, avvenuta in Inghilterra alla fine del diciottesimo secolo.
Da allora il cavatappi è divenuto oggetto di collezione, protagonista di un mercato che conta molti estimatori.
L'origine del cavatappi, che sembra risalire alla metà del '400, è legata alla produzione delle armi. C'è chi sostiene infatti che il cavatappi derivi dalla verga attorcigliata e spiraliforme utilizzata per rimuovere le palle di piombo incastrate nelle bocche dei cannoni e per recuperare la stoppa impiegata per pulire le canne delle armi.
L'armeria inglese Messrs Holtzapffel di Charing Cross, che nel 1680 ottenne il brevetto per fabbricare questo ferro, a riprova di questa tesi, produceva anche cavatappi.
Così altri fabbricanti di armi, oltre ai fabbri e ai piccoli artigiani, iniziano a studiare e produrre queste "viti per bottiglie".
Secondo un'altra ipotesi, il precursore dei cavatappi fu il punteruolo per botti: in una pala d'altare del 1450 circa, infatti, è raffigurata una suora che, con questo strumento, spilla vino da una botte.".
Dopo la metà del Seicento, con l'uso di invecchiare il vino in bottiglia, si diffonde la necessità di un oggetto capace di rimuove il tappo in sughero: il cavatappi, appunto.
Il 1795 segna una svolta. Il reverendo Samuel Henshall ottiene in Inghilterra il primo brevetto di cavaturaccioli, favorendo il passaggio dalla produzione artigianale a quella in serie.
Molti dei primi esemplari, commissionati dalle classi sociali più elevate, venivano realizzati da artigiani di grande fama che creavano piccoli capolavori in oro, argento o altri materiali preziosi, oggi quasi introvabili sul mercato.
Pezzi talmente raffinati e ricercati che le dame li appendevano a quel particolare gioiello da portare in vita che prende il nome di chatelaine - una placca in oro dotata di numerosi morsetti ai quali agganciavano gli accessori "indispensabili" alla vita di società - mentre i gentiluomini li fissavano alla catena dell'orologio o li inserivano nel bastone da passeggio.
Dal XVII secolo ad oggi, dunque, la storia del cavatappi è contrassegnata da un continuo sviluppo che conferisce a questo oggetto - solo apparentemente semplice - maneggevolezza, praticità, ma anche eleganza ed originalità.
L'evoluzione del cavatappi è consequenziale ai miglioramenti apportati al sistema di chiusura delle bottiglie: dal Settecento fino all'invenzione del tappo a corona, alla fine dell'Ottocento, tutti i liquidi erano venduti al dettaglio con il tappo in sughero così che il cavatappi era utilizzato per birra, alcolici ma anche per bottigliette da profumo, medicine, boccette per l'inchiostro.
Parlando di cavaturaccioli viene in mente il “verme”, ossia la spirale, lunga circa sei-sette centimetri, dalla forma piatta nella parte superiore ed arrotondata in quell’inferiore, ma quante varianti si sono intervallate nel tempo.
Elencare le tipologie di cavatappi esistenti sarebbe impresa ardua, tanto l’ingegno umano si è concentrato in splendide realizzazioni costituendo una vera e propria scienza dell’apertura delle bottiglie.
Una storia parallela a quella delle forme e delle soluzioni tecniche è quella dei materiali: originariamente il “verme” era in ferro, a cui si è avvicendato l’acciaio, così come nel tempo si diffusero, accanto ai sempre presenti modelli di legno, manici ed impugnature in metalli spesso pregiati.
Molto diffuso il cavatappi meccanico, detto anche a “campana” per la caratteristica forma, che ha conosciuto diverse varianti (ad esempio a “manovella” o, comunque, in molti casi, accompagnato da un dispositivo rotatorio). Diverso il sistema del cavatappi a leve laterali, la cui storia è più recente ed anch’essa ricca di varianti.
Infine il cavatappi tascabile, caratterizzato dalla spirale richiudibile nel manico che, oltre a fungere anche da leva, spesso incorpora anche una piccola lama per la rimozione della capsula.
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