mercoledì 9 settembre 2015

LE ZECCHE



Gli Ixodida sono un sottordine di acari che comprende tre famiglie di zecche. Le due principali sono: Ixodidae o "zecche dure" e Argasidae o "zecche molli". La terza famiglia che comprende una sola specie (Nuttalliella namaqua), è quella delle Nuttalliellidae.

Sono parassiti ematofagi di molti animali e anche dell'uomo, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive.

Le specie più note sono la zecca del bosco e la zecca del cane, lunghe più o meno 1–2 mm negli stadi giovanili, ma anche più di un centimetro nello stadio adulto.

Le zecche sono vettori di diverse malattie, sia dell'uomo che degli animali.

La piroplasmosi, o babesiosi, è causata da un protozoo che, iniettato dalla zecca tramite la saliva, si localizza nei globuli rossi invadendoli e distruggendoli provocando ittero, febbre ed emoglobinuria. Rari casi di infezione umana sono stati segnalati nel nord-est degli Stati Uniti d'America e nell'Europa settentrionale.
La rickettsiosi, o febbre bottonosa, il cui agente è Rickettsia conori e il cui vettore è la zecca del cane Rhipicephalus sanguineus appartenente alla famiglia degli Ixodidae. Questa malattia provoca febbre, cefalea, artralgia ed una tipica eruzione esantematica localizzata sugli arti e sul tronco.
La specie Ixodes ricinus (Fam. Ixodidae) può trasmettere:

la malattia di Lyme (o morbo di Lyme o Borreliosi), della quale è stato descritto il primo caso italiano nel 1985,
l'encefalite trasmessa da zecche (o TBE),
la febbre Q
la febbre bottonosa
la tumerea
la erlichiosi
Cytauxzoonosi

Per la lotta contro questi ectoparassiti temporanei è importante conoscere la biologia ed il comportamento delle varie specie, giacché esse presentano una grande diversità.

Habitat, periodi di attività e riposo, ospiti preferenziali, ciclo di sviluppo della specie in questione sono tutti fattori importanti per la riuscita di un intervento di disinfestazione.

In generale per il trattamento di bestiame ed animali domestici si usano prodotti insetticidi, mentre per il trattamento di aree aperte, con infestazione generalmente meno intensa, bastano la semplice rotazione dei pascoli e la falciatura dell'erba.

La puntura di zecca è molto fastidiosa, non perché provochi dolore o prurito, ma perché inizialmente non ce ne si accorge nemmeno. In genere i primi sintomi si avvertono soltanto successivamente, quando l’animaletto comincia a succhiare il sangue ed aumenta le sue dimensioni. Le punture di zecche sull’uomo possono provocare un quadro sintomatologico caratterizzato da gonfiore ed eruzioni cutanee. Non è detto, comunque, che si manifestino questi sintomi.

I sintomi della puntura di zecca non si manifestano nella fase iniziale, soltanto dopo ci si accorge di essere stati punti, perché l’insetto aumenta le sue dimensioni, succhiando il sangue. Quando si provvede a staccare la zecca, la zona interessata dalla puntura si gonfia un po’, presentando una zona centrale infossata, che diventa una piccola crosta.
Soltanto in alcuni casi possono comparire sintomi più generali, come la presenza della febbre, le eruzioni cutanee e l’ingrossamento dei linfonodi. Solo quando la puntura è vicino all’occhio si può riscontrare un gonfiore che può durare anche per un paio di giorni.
Le punture di zecche possono provocare l’insorgenza di alcune malattie. Fra queste c’è la malattia di Lyme, causata da un batterio che infetta le zecche e che viene trasmesso all’uomo. La malattia è caratterizzata dalla formazione di un eritema, da dolori articolari, dal mal di testa e dalla febbre.
Fra le altre patologie causate dalle zecche ci sono: la meningoencefalite, che intacca il sistema nervoso centrale, l’ehrlichinosi, un’infezione batterica con influenza, nausea, vomito e dolori muscolari, e la febbre bottonosa, accompagnata da disturbi cutanei.

Quando ci si accorge di essere stati punti da una zecca, bisogna rimuoverla il prima possibile. Soltanto in questo modo l’animaletto non si nutre del sangue dell’ospite. La rimozione deve essere effettuata in maniera delicata e non si devono utilizzare lozioni oleose, prima che l’insetto venga rimosso.
Inoltre è molto importante rivolgersi al medico, se si avvertono dei sintomi tipicamente influenzali o se si manifestano infezione e arrossamento cutaneo. Specialmente dopo un’escursione in luoghi a rischio, ci si deve accertare, attraverso un’ispezione scrupolosa della cute e del cuoio capelluto.

Per togliere le zecche si devono usare delle pinzette. In alternativa può essere utilizzato un filo avvolto intorno all’animaletto. Si deve chiudere la presa il più possibile vicino alla pelle e si comincia a tirare lentamente. Se non si riesce a toglierla per intero, perché la testa rimane attaccata, bisogna servirsi di un ago sterile e toglierla come se fosse una scheggia.
Se la zecca è molto piccola si può usare anche un coltellino, accertandosi di non rompere, strappare o schiacciare l’animale. Dopo tutto ciò, la zecca va buttata nel water o schiacciata con un sasso. Bisogna poi lavarsi le mani e passare una soluzione di acqua e sapone anche nella zona della puntura.

Spesse volte si tende ad associare le punture di zecca solamente alla malattia di Lyme, perché la più conosciuta: quanto affermato non si rivela sempre corretto. Infatti, le zecche possono causare molti altri disturbi, più o meno gravi, in base allo stato di salute del paziente, al tempo impiegato per la rimozione dell'aracnide, al sistema immunitario del soggetto infetto e, chiaramente, al tipo di zecca.

La vita delle zecche ha una durata di circa due anni, periodo in cui questi piccoli artropodi si sviluppano, passando per tre stadi di crescita: larva, ninfa e zecca adulta.
Le zecche sono parassiti temporanei che si nutrono di sangue. Vivono in regioni umide, ombreggiate, tipiche di boschi e montagne, con vegetazione bassa ed incolta. Molti sono gli animali che fungono da serbatoio per le zecche: cervi, ricci, topi, conigli, volpi, uccelli scoiattoli, cani e gatti; talvolta, infettano l'uomo con il loro morso.

Malgrado le zecche tendano a pungere l'uomo durante tutto l'anno, nelle stagioni intermedie (autunno e primavera) si registrano sempre moltissimi casi di soggetti infettati. A tal proposito, è utile porre particolare attenzione in questi periodi, soprattutto durante le passeggiate nei boschi e nelle regioni montane, luoghi ideali per la replicazione delle zecche.
Tra le regole precauzionali essenziali non può mancare un abbigliamento corretto per le escursioni: sconsigliati i pantaloncini e le magliette corte, preferibile piuttosto un vestiario stretto e calzature lunghe, in modo da impedire un eventuale ancoraggio delle zecche alla pelle. Anche i vestiti chiari rientrano tra le norme precauzionali: la tinta chiara, infatti, permette di mettere in risalto più facilmente l'eventuale presenza delle zecche.
Al fine di accertare l'assenza di zecche sul corpo, al termine dell'escursione, è utile ispezionare scrupolosamente la cute ed il cuoio capelluto.
Chiaramente, gli animali domestici dovrebbero essere sempre sottoposti a trattamenti mirati contro le zecche (vaccinazione), per evitare che questi acari infettino l'uomo.


LEGGI ANCHE : http://marzurro.blogspot.it/2015/09/pianosa.html




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