Tapparelle o veneziane ormai una delle costanti dell’architettura e dell’arredo è che le persiane sono diventate rarissime, spesso scelte apposta per mantenere uno stile più retrò, o adatto ad ambienti rustici come casali e cascine.
Le primissime tapparelle erano utilizzate dalle antichissime popolazioni del deserto, e consistevano di semplici stracci bagnati, che proteggevano le finestre dal calore e dalla luce esagerate di quell’ambiente. Più simili alle nostre, invece, le strutture usate dagli antichi Egizi, che erano fatte di centinaia di canne legate insieme, come delle stuoie, o quelle dei Cinesi, che sfruttavano in maniera simile le canne più sottili del bambù (un materiale che, in effetti, trova anche oggi grande popolarità).
È invece Persiana, stranamente, l’origine delle cosiddette “Veneziane”; il nome con cui sono note dipende dal fatto che a riportarle in Europa furono proprio dei mercanti Veneziani. In tale ambito, una delle innovazioni più importanti avvenne negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, quando si iniziò a costruire le veneziane legando con strisce di tessuto delle sottili strisce metalliche intorno ai cinque centimetri di larghezza; poiché questo materiale era però estremamente rumoroso, negli anni ’80, con il grande avvento della plastica, si passò ad utilizzare strisce di vinile di circa tre centimetri, che divennero rapidamente lo standard.
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